TOMBS – Sogni e Segreti

Pubblicato il 11/07/2009 da

Con i Tombs, una delle più recenti scoperte della Relapse Records, ci addentriamo nei più bui e stretti vicoli della Grande Mela, per un viaggio all’insegna di un particolare ibrido di metal estremo, punk e post hardcore. Muovendosi tra Leviathan, Black Flag e Neurosis, il terzetto newyorkese è riuscito con “Winter Hours” a dare alle stampe un’opera molto interessante e dal sicuro appeal per coloro che sono soliti nutrirsi di sonorità spigolose ma, al tempo stesso, ricche di atmosfera. Per presentare la sua creatura al pubblico italiano, è intervenuto ai nostri microfoni il cantante/chitarrista Mike Hill…

È PIUTTOSTO DIFFICILE TROVARE INFORMAZIONI SULLA BAND. SINO A OGGI AVETE TENUTO UN PROFILO BASSO, QUASI A VOLER RENDERE IL GRUPPO UN’ENTITÀ MISTERIOSA. TI ANDREBBE DI FAR LUCE SULLE ORIGINI DEI TOMBS?
“Prima di fondare i Tombs facevo parte di una band chiamata Versoma. Abbiamo pubblicato un EP sulla Robotic Empire, ci siamo imbarcati in alcuni tour e poi ci siamo sciolti. Ho dato vita ai Tombs una settimana dopo lo split dei Versoma. Inizialmente la band seguiva le stesse coordinate di questi ultimi: melodic post hardcore con alcuni spunti più aggressivi. Abbiamo rilasciato un EP e uno split 12″ con la hardcore band tedesca Planks sulla mia label Black Box Recordings, ma poi la musica ha iniziato a prendere una piega più intensa e a evolversi verso lo stile attuale. Circa un anno fa abbiamo quindi firmato per la Relapse, che ha di recente rilasciato ‘Winter Hours’, il nostro primo album”.

PERCHÈ HAI DECISO DI FONDARE I TOMBS? E CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTO NOME?
“La musica è la mia vita… se non avessi fondato i Tombs, avrei suonato da qualche altra parte. È un processo assolutamente naturale per me… esplorare le mie emozioni e la mia oscurità interiore. Il nome della band è molto semplice, l’ho scelto perchè riflette in pieno la nostra musica: oscura, isolata, morta”.

SUPPONGO SIATE ORGOGLIOSI DI FAR PARTE DELLA SCUDERIA DELLA RELAPSE. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON QUESTA IMPORTANTE ETICHETTA?
“È stato abbastanza semplice… conosco da tempo molti dei ragazzi che vi lavorano. Quando abbiamo suonato a Philadelphia sono venuti a vederci e sono rimasti colpiti dal nostro nuovo materiale. Poco dopo abbiamo firmato il contratto…”.

COME PROCEDETE QUANDO SI TRATTA DI COMPORRE LA VOSTRA MUSICA? LAVORATE SEPARATAMENTE O AMATE JAMMARE?
“Onestamente, amo comporre il materiale in solitudine e fare tutto da solo. Non sono mai stato un grande fan delle jam session”.

QUALI SONO LE PRINCIPALI INFLUENZE DEI TOMBS? E QUALI SONO I CINQUE ALBUM AI QUALI NON POTRESTI MAI RINUNCIARE?
“Direi Black Flag, Joy Division, Swans, Leviathan, Darkthrone, My Bloody Valentine e Black Sabbath… queste sono le nostre influenze principali. Per quanto riguarda i cinque album, dico ‘In My Head’ dei Black Flag, ‘Unknown Pleasures’ dei Joy Division, ‘Loveless’ dei My Bloody Valentine, ‘Master of Reality’ dei Black Sabbath e infine ‘Transylvanian Hunger’ dei Darkthrone”.

LA SCENA MUSICALE NEWYORKESE È DA SEMPRE NOTA PER OTTIME BAND, DALL’HARDCORE AL DEATH METAL. QUALI SONO LE REALTÀ DELLE VOSTRE PARTI CHE PIÙ RISPETTI?
“Apprezzo soprattutto Rorschach, Born Against e Nausea tra i classici. Per quanto riguarda realtà più recenti, direi Black Anvil – nei quali suonano ex membri dei Kill Your Idols – Disassociate, Defeatist e Inhuman… queste sono tutte ottime band”.

HO MOLTO APPREZZATO “WINTER HOURS” PER LA SUA IMMEDIATEZZA: VI MUOVETE IN AMBIENTI POST HARDCORE/METAL, MA EVITATE DI COMPORRE TRACCE LUNGHISSIME SENZA CAPO NÈ CODA, COME INVECE OGNI TANTO FANNO ALTRI GRUPPI DI QUESTA SCENA. SIETE DIRETTI, MA, AL TEMPO STESSO, LA VOSTRA MUSICA HA UNO SPESSORE INVIDIABILE. SIETE CONSAPEVOLI DI TUTTO CIÒ?
“Ti ringrazio, ma, a dir la verità, non ne siamo affatto consapevoli. Facciamo del nostro meglio per realizzare musica che sia interessante per noi, ma non prestiamo mai troppa attenzione a cosa avviene attorno a noi e a cosa pensa la gente. Tuttavia, siamo assai contenti che ci sia qualcuno che apprezzi ciò che stiamo facendo”.

DI CHE COSA PARLANO I VOSTRI TESTI? VI È UN CONCEPT ALLA BASE DI ESSI?
“Buona parte di ‘Winter Hours’ è basata sulla fine del mondo e su come l’umanità sia costantemente ansiosa e incapace di gestirsi su questo pianeta. Altre canzoni invece sono più personali. Ad esempio, ‘Filled with Secrets’ parla di una ragazza che conoscevo, che è stata stuprata e assassinata. Il suo corpo è stato trovato vicino a dove sono cresciuto. Nel periodo in cui ho composto il materiale per ‘Winter Hours’ ho avuto spesso un sogno nel quale lei mi parlava in una lingua che non riuscivo a comprendere”.

SE DOVESSI ASSOCIARE LA VOSTRA MUSICA A UN FILM, PER QUALE OPTERESTI?
“Domanda facile! Sicuramente ‘Fire Walk With Me’ di David Lynch”.

PENSI CHE CI SARÀ LA POSSIBILITÀ DI VEDERVI SUONARE DAL VIVO IN EUROPA PRIMA O POI?
“Sì, te lo posso confermare al 100% (pare che un tour con Tombs e Buried Inside sia in via di conferma per il prossimo autunno, ndR)”.

HAI GIÀ AVUTO MODO DI COMPORRE DEL MATERIALE PER IL SUCCESSORE DI “WINTER HOURS”? SE SÌ, CHE COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DA ESSO?
“Ho un brano pronto e 6 bozze. Al momento i nostri concerti si aprono con una traccia intitolata ‘To Cross The Land’, la quale abbraccia ulteriormente le influenze black metal di Leviathan e Darthrone, pur mantenendo gli elementi melodici e sognanti del nostro altro materiale”.

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