Uno dei più acclamati supergruppi del rock progressivo sembra arrivato al capolinea, fra abbandoni eccellenti, side projects e crisi mistiche. Fare della promozione per una band ormai in dismissione non deve essere una cosa particolarmente allegra, e forse lo stesso Pete Trewavas ne è consapevole. Ma la ruota del music biz impone anche questo, soprattutto se in ballo c’è la pubblicazione di un nuovo live (con annesso DVD). Ricordi piacevoli, situazioni frustranti, ma anche sincero entusiasmo quando la conversazione tocca il tasto Marillion.ALLORA PETE, VOGLIAMO FARE UN PO’ DI CHIAREZZA SULLO STATO ATTUALE DEI TRANSATLANTIC, IVI COMPRESA LA DIPARTITA DI NEAL MORSE?
“La situazione credo sia sotto gli occhi di tutti. Allo stato attuale il gruppo non esiste più, visto che Neil ha deciso di proseguire per la propria strada, abbandonando contemporaneamente anche gli Spock’s Beard. Ha deciso di prendersi un po’ di anni di pausa per dedicarsi alla sua carriera solista, in modo da sviluppare quelle idee che non potevano essere concretizzate in un gruppo come il nostro. Al momento non mi va di escludere nulla per quanto riguarda una possibilità futura di reunion con gli altri ragazzi, ma al momento le priorità sono per tutti noi ben altre”
AVETE MAI PRESO IN CONSIDERAZIONE L’ IPOTESI DI PROSEGUIRE COME TRIO, MAGARI COINVOLGENDO UN NUOVO MEMBRO?
“Assolutamente no, i Transatlantic non hanno ragione di esistere senza uno di noi, o almeno il gruppo non sarebbe più lo stesso”.
PENSAVO AD UN COINVOLGIMENTO A TEMPO PIENO DI DANIEL GILDENLOW (PAIN OF SALVATION)…
“E’ un musicista che stimo enormemente, ma non credo che i suoi impegni con i POS fossero compatibili con i nostri. Probabilmente potrebbe essere coinvolto in un futuro album, se mai dovesse essercene uno”
“LIVE IN EUROPE” VIENE PUBBLICATO A BREVE DISTANZA DAL PRECEDENTE “LIVE IN AMERICA”. COME VA INTERPRETATA TALE RELEASE?
“Il precedente live puoi vederlo come una specie di bootleg, fatto in gran fretta in modo da accontentare l’enorme richiesta che veniva dai fans di poter ascoltare il nostro repertorio dal vivo, ma non c’è paragone in termini professionali fra le due uscite. “Live In Europe” può vantare l’utilizzo di una troupe altamente professionale, e credo che la cosa sia nettamente udibile. Poi ovviamente c’è il DVD relativo allo show di Tilburg, forse l’uscita più interessante in assoluto. Il corrispettivo audio ci è sembrata una scelta obbligata, soprattutto per coloro che magari volevano riascoltare un nostro show mentre guidavano nel traffico cittadino (ride, nda)”.
QUALI SONO A TUO AVVISO LE MAGGIORI DIFFERENZE TRA L’AUDIENCE EUROPEA E QUELLA STATUNITENSE?
“Semplice, l ‘Europa è da sempre stato il mercato principale per i Transatlantic, ma la tradizione progressive storicamente vede il Vecchio Continente da sempre come fruitore principe di certe sonorità. Anche a livello di coinvolgimento emotivo credo che il pubblico europeo sia ad un livello superiore”.
E SUL FRONTE MARILLION COSA PUOI DIRE AI NOSTRI LETTORI?
“Ci sarà un ritorno in grande stile alla formula del concept album. Stiamo lavorando sodo da circa due anni al nuovo disco, intitolato “Marbles”, e ti posso assicurare che sarà un qualcosa di veramente speciale”.
QUANDO TORNERAI ON THE ROAD CON I MARILLION?
“Credo che da Aprile 2004 saremo nuovamente on the road”.
STAI PORTANDO AVANTI ALTRI PROGETTI OLTRE LA TUA BAND-MADRE?
“C’è un piccolo progetto che sto portando avanti insieme a John mitchell, John Beck e Chris Maitland. Una piccola anteprima del nostro lavoro è disponibile al seguente link“:
PETE, GRAZIE MILLE PER LA TUA DISPONIBILITA’.
“Grazie a voi per l’affetto dimostratomi in tutti i miei progetti, spero di incontrarvi ai miei prossimi concerti”.
TRANSATLANTIC – Fine di un sogno
Pubblicato il 08/02/2004 da Stefano Lummi
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