Pensando a Steve Vai, Yngwie Malmsteen o John Petrucci viene un po’ strano associare la definizione di ‘guitar hero’ a Mark Tremonti; eppure il chitarrista italoamericano, se pur meno esibizionista rispetto agli shredder sopra citati, è senza dubbio da annoverare tra gli interpreti più in vista e prolifici della sei corde (almeno nel circuito mainstream) grazie al successo raggiunto prima coi Creed e poi con gli Alter Bridge. Dopo aver conquistato il mondo con i compagni di band l’instancabile Mark si è lanciato da qualche anno in un progetto solista che porta il suo nome, dove oltre a sfogare la sua passione per lo speed metal si cimenta anche come cantante con risultati in crescendo, che toccano l’apice nell’ultimo “Marching In Time”. E proprio da questo siamo partiti nella nostra chiacchierata, anche se complice l’atmosfera da Halloween (l’intervista si è svolta a fine ottobre) e l’intimità garantita da un collegamento via Zoom dal salotto di casa Tremonti, la conversazione è presto virata su altri temi (dai mille progetti che girano intorno alla galassia Alter Bridge ai film horror e alla synthwave), svelandoci aspetti del chitarrista/cantante finora inediti…
IL LOCKDOWN HA INFLUITO IN QUALCHE MODO NEL SONGRWITING?
– La principale differenza è che rispetto alle altre volte non avevo scadenze da rispettare e c’era un sacco di tempo libero, quindi ho potuto lavorare sui dettagli con più calma prendendomi circa tre mesi solo per le demo.
LA TITLETRACK IMMAGINO ABBIA UN SIGNIFICATO SPECIALE PER TE…
– E’ stata ispirata dalla gravidanza di mia moglie, che era incinta durante il periodo di maggior pericolosità del Covid l’anno scorso. E’ sostanzialmente un dialogo tra padre e figlio in un momento strano e sempre più chiuso in se stesso come quello attuale, quindi l’augurio (“Don’t let this cold world change you“, ndr) è quello di mantenere la propria purezza.
CAPITOLO SONGRWITING: LAVORI A COMPARTIMENTI STAGNI TRA ALTER BRIDGE E TREMONTI, O LASCI MAI QUALCOSA NEL CASSETTO CHE VADA BENE PER ENTRAMBI?
– In genere le uniche cose che lascio fuori dagli Alter Bridge sono se quelle troppo veloci, che generalmente tengo per i Tremonti. In linea di massima comunque cerco di comporre la miglior musica per il progetto su cui sto lavorando in quel momento, poi può capitare ci sia qualche linea melodica troppo difficile da cantare per me e allora la tengo per Myles.
SE TI CHIEDESSI DI METTERE IN ORDINE DI PREFERENZA GLI ALBUM DEGLI ALTER BRIDGE??
– Allora, sicuramente “Blackbird” al primo posto, poi “Fortress” e “One Day Remains” a completare il podio. Tutti gli altri allo stesso livello, non c’è un ‘meno favorito’ (risate, ndr).
COSA NE PENSI DI PATREON (piattaforma a pagamento che permette ai fan di entrare in contatto con gli artisti avendo accesso a contenuti esclusivi in cambio di un contributo mensile, divenuto molto popolare tra le band nell’ultimo anno, ndr)?
– In realtà non saprei, faccio già fatica a stare dietro ai social media ‘classici’: io personalmente uso Instagram e Twitter, mentre mio fratello si occupa di Facebook. Per il resto tra songrwiting e tutto il resto non ho davvero tempo per altro.
DA APPASSIONATO DI HALLOWEEN (sullo sfondo del video-collegamento si vede un Ghostface che dondola ‘impiccato’ nel giardino di casa, ndr) , QUAL E’ LA TUA SOUNDTRACK HORROR PREFERITA?
– (Ci pensa, ndr) Domanda difficile. Ho avuto la fortuna di aver partecipato alla produzione della OST di “Scream 3”, quindi per ovvi motivi sono molto legato a quella. Per il resto sicuramente la saga di “Halloween” è una delle più iconiche anche dal punto di vista musicale, così come “Shining” che resta il mio horror preferito. In generale sono un grande fan di tutti i vecchi film horror, con cui sono cresciuto fin da piccolo, a partire da “L’Esorcista”.
IMMAGINO QUINDI TI PIACCIA ANCHE LA SYNTHWAVE…
– Sì, nella registrazione dell’ultimo album degli Alter Bridge ho cercato di inserire alcuni elementi da colonna sonora. Una delle mie canzoni preferite dell’ultimo decennio è “Tech Noir” dei Gunship, un trio synthwave che mi ha impressionato fin dalla prima volta che li ho sentiti alla radio.
QUAL E’ LA TUA MASCHERA HORROR PREFERITA: FREDDY (“Nightmare”, ndr), MICHAEL (“Halloween”, ndr) O JASON (“Venerdì 13”,ndr)?
– Sicuramente direi Freddy, storicamente il mio preferito. Sono un grande fan di Wes Craven, ma ovviamente anche di John Carpenter.
TRA I FILM HORROR DEL TERZO MILLENNIO, QUALI TI HANNO COLPITO DI PIU’?
– “The Descent” è forse quello che mi ha fatto più paura tra quelli post-2000, poi direi “Mandy” con il mitico Nicolas Cage ma anche “Mindsommar”, “Babadook” e “Mama”.
COM’E’ LA VITA DA ‘CASALINGO’?
– E’ strano essendo abituato da sempre a viaggiare, ma ora che ho una bambina di sette mesi sono contento di poter trascorrere più tempo a casa, perchè ovviamente quando devi partire per un lungo tour ti si spezza il cuore all’idea di non vederla per mesi. Per il futuro non credo nello streaming o cose del genere, ma probabilmente faremo tpur di durata inferiore.
COME PROCEDONO I LAVORI PER IL NUOVO ALTER BRIDGE?
– E’ ancora presto per dirlo, ma di sicuro sto buttando giù un po’ di idee per il prossimo disco e vi posso già dire che ci sarà qualche esperimento, proprio perchè non ci piace ripeterci.
HAI MAI PROVATO A SUPPORTARE BAND TERZE COME SONGRWITER O PRODUTTORE?
– L’ho fatto in realtà spesso in passato anche se più dietro le quinte. Ad esempio ho dato una mano a John Connelly per qualche linea melodica dei Projected, e poi tanti altri ma che non sono finiti nel mainstream. Come produttore ho co-prodotto in passato con Don Gilmore il debutto dei Submersed su Wind Up tanti anni fa, ma poi direi nient’altro.
QUINDI MICHAEL ‘ELVIS’ BASKETTE (storico produttore di Alter Bidge e Tremonti, ndr) PUO’ DORMIRE SONNI TRANQUILLI…
– Sì, lui è il miglior produttore che conosca ed ormai è come se fosse il quinto membro degli Alter Bridge.
“HUMAN CLAY” DEI CREED (band di Tremonti prima degli Alter Bridge, capace di vendere circa 25 milioni di dischi solo in America coi primi tre album, ndr) HA COMPIUTO VENT’ANNI L’ANNO SCORSO: NESSUNA CELEBRAZIONE SPECIALE?
– In realtà qualche promoter ci aveva chiesto un tour celebrativo dei Creed quest’anno, ma tra la promozione dei Tremonti e le registrazioni degli Alter Bridge non ci sarebbe stato davvero tempo, anche perchè vogliamo mettere il giusto impegno in ciascuna delle cose che facciamo, che siano i nostri progetti paralleli o la band principale.
COSA BOLLE IN PENTOLA IN CASA PROJECTED (side-project in cui militano Scott Philips degli Alter Bridge e Eric Friedman dei Tremonti, ndr)?
– Al momento credo stiano lavorando ad un paio di video per dei nuovi pezzi, e da quello che ho sentito penso siano i migliori pezzi mai scritti dai Projected. Purtroppo per il momento sono soltanto uno studio-project, anche se ho detto più volte a John (chitarrista dei Sevendust e leader dei Projected, ndr) di fare qualche data dal vivo, ma per il momento sembra impossibile.
INVECE BRIAN (bassista degli Alter Bridge, ndr) E’ SEMPRE IMPEGNATO NEL REAL ESTATE?
– Sì, effettivamente è l’unico senza progetti paralleli ma tra i suoi impegni nel mercato immobiliare e due bambini piccoli è sempre molto occupato.
IL ‘BLACK ALBUM’ DEI METALLICA HA COMPIUTO TRENT’ANNI: QUAL E’ LA TUA CANZONE PREFERITA?
– Domanda difficile… All’epoca dell’uscita mi piaceva molto “The Unforgiven”, e probabilmente è ancora la mia preferita, perché ho una predilezione per i pezzi dalle atmosfere più malinconiche.
HAI SCOPERTO QUALCHE NUOVA PASSIONE DURANTE IL LOCKDOWN?
– Ho dipinto un sacco, soprattutto la camera da letto di mia figlia. Poi ho cambiato casa, quindi sono stato impegnato con il trasloco. Infine ho fatto un corso di dodici settimane di technical trading. E poi ovviamente ho cantato tantissimo, soprattutto pezzi di Frank Sinatra, che è uno dei miei cantanti preferiti.
QUAL E’ STATO IL TUO PRIMO GUITAR HERO?
– Il mio amore per la chitarra nasce con “Ritorno al Futuro” e Michael J. Fox, chitarristicamente parlando protagonista di una delle scene più epiche della storia del cinema. Poi all’epoca ho letteralmente adorato “Crossroads” (“Mississippi Adventure” in italiano, film in cui recitava anche Steve Vai, ndr): dopo quel film ogni volta che sentivo un riff di chitarra alla radio, che fossero i Boston o “Human Touch” di Rick Springfield , non potevo fare a meno di ‘studiarla’ anche se ero solo un ragazzino all’epoca.
HAI MAI PENSATO INVECE AD UN DISCO STRUMENTALE?
– Ho provato in passato a fare qualche esperimento ma è veramente complicato, anche perchè per una sola traccia possono servire fino a venti linee di chitarra. Per quanto mi riguarda poi preferisco di gran lunga scrivere melodie su cui cantare, tanto che l’80% del tempo in cui ho la chitarra in mano suono e canto, mentre il restante 20% è dedicato alla pura tecnica.
LA COSA PIU’ STRANA CHE UN FAN HA FATTO PER TE?
– Beh, ad esempio ho la casa piena di action figure e bambolotti confezionati dai fan per ogni band in cui ho suonato: ora li usano i miei figli per giocare, così pensano che il loro padre sia uno importante visto che ha dei pupazzi come i supereroi.