Trevor Dunn è uno di quei musicisti che il grande pubblico spesso ignora, ma che ha contribuito a ridefinire il modo di suonare il basso, e il contrabbasso, in oltre trent’anni di carriera; con una discografia e una serie di collaborazioni sterminate con musicisti di caratura internazionale, spaziando dal jazz, allo sludge, al grind.
Abbiamo colto l’occasione dell’uscita dell’ultimo album dei Tomahawk, band in cui è stato coinvolto da diversi anni dall’eterno amico Mike Patton, per parlare di tutti i suoi progetti, dai Mr. Bungle al Trio Convulsant, passando per i lavori condivisi con Buzz Osborne dei Melvins, scoprendo un interlocutore piacevole e incredibilmente modesto.
CIAO TREVOR, PARTIREI DAL NUOVO ALBUM DEI TOMAHAWK, E IN PARTICOLARE DAL TITOLO (“TONIC IMMOBILITY”, NDR): C’È QUALCHE TIPO DI CONCEPT DIETRO, SPECIE PENSANDO AL PERIODO CHE STIAMO AFFRONTANDO?
– Ad essere onesti, non è una risposta che posso darti con certezza; penso che l’idea del titolo sia venuta a Patton, ma ha sicuramente senso, siamo in una situazione di paralisi, no? Non posso dire quale fosse l’effettiva idea di Mike, ma c’è sicuramente un legame con il fatto di essere chiusi in casa.
È DIVERTENTE PENSARE CHE ANCHE TU, CHE SUONI CON PATTON DA COSÌ TANTO TEMPO, QUALCHE VOLTA NON COMPRENDI APPIENO I CONCETTI CHE VUOLE TRASMETTERE CON I TITOLI O I TESTI DEI BRANI.
– (Ride, ndR) Beh, non sono cose di cui propriamente discutiamo. Sai, la musica per questo disco è stata composta diversi anni fa; Duane, John e io abbiamo registrato le nostre tracce a Nashville quasi quattro anni fa, ed essenzialmente abbiamo aspettato che Patton aggiungesse le linee vocali. Di solito Duane compone tutte le musiche e poi le passa a Mike, che appunto si occupa della voce e della maggior parte dei testi, a cui penso contribuisca in parte anche Duane. Quindi, in pratica, per me il disco è concluso quando ho aggiunto le mie parti. E a lavoro concluso suona totalmente diverso, alle mie orecchie; ma del resto i Tomahawk sono una band in cui, davvero, posso dire di essere semplicemente ‘il bassista’.
HAI ANTICIPATO LA MIA PROSSIMA DOMANDA: PARLANDO DEL PROCESSO COMPOSITIVO, QUINDI, TU TI LIMITI A SUONARE PARTI GIÀ DEFINITE, IN QUESTA BAND.
– Sì, assolutamente. È una situazione completamente differente rispetto ad altre band di cui faccio parte. Ci sono gruppi in cui la musica è composta a priori al 100%, altri in cui il processo creativo è più collaborativo, ma nel caso dei Tomahawk si tratta del ‘bambino’ di Duane, la scrittura ha un processo tutto suo.
COMPRENDO. È STRANO, COMUNQUE, COME QUESTO DISCO SIA DA UNA PARTE LA SUMMA DI VENT’ANNI DI CARRIERA, MA ABBIA ANCHE MOLTA CONTINUITÀ COL PRECEDENTE, CHE ERA IL PRIMO IN CUI C’ERI TU A OCCUPARTI DELLE LINEE DI BASSO. QUINDI PENSAVO CI FOSSE UNA MAGGIOR PARTECIPAZIONE ANCHE DA PARTE TUA, ANCHE SE OVVIAMENTE SI SENTE IL PESO DELLO STILE DI DUANE.
– Sì, lui ha uno stile assolutamente unico, e penso che in questo disco ci siano alcune delle sue composizioni migliori. È molto “pop”, secondo me; Mike ha saputo tradurre al meglio certe idee di Duane, che al tempo stesso qui ha avuto un approccio semplice, diretto, eppure ricco di armonie e piccole sorprese qua e là.
SÌ, È INSIEME DIRETTO E RICCO, MOLTO GODIBILE.
– Mi fa piacere ti sia piaciuto!
DUNQUE, VISTO CHE I TOMAHAWK SONO UNA BAND IN CUI SEI UN PO’ MENO COINVOLTO, PARLIAMO DI UN ALTRO DISCO USCITO POCHI MESI FA, E OVVIAMENTE MI RIFERISCO AI MR. BUNGLE. PRIMA DOMANDA: COME VI SIETE RITROVATI A SUONARE ASSIEME?
– È stato quasi per gioco. Qualche anno fa ho avuto quest’idea di ri-registrare “The Raging Wrath Of The Easter Bunny” con Dave Lombardo alla batteria. Sono andato a un concerto a Brooklyn, suonavano i Dead Cross con i Secret Chiefs 3 di supporto, e mentre ero nel backstage con Mike, Trey e Dave ho lanciato la proposta, ed è piaciuta a tutti. Poi è passato almeno un anno prima che ne riparlassimo, ma non ho lasciato cadere la cosa, eravamo tutti d’accordo che quei brani meritassero di essere proposti in una veste adeguata.
QUINDI PIÙ PESANTE, RIDOTTA ALL’OSSO, NIENTE FIATI E ALTRE STRANEZZE?
– (Ride, ndr) mi piace: niente robe strane, sì. Tutta la componente più diretta e godibile, com’era agli esordi della band.
E QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI RISPETTO A QUESTA FORMAZIONE? È PURO DIVERTIMENTO O SI TRATTA DELLA NUOVA LINE-UP UFFICIALE DEI MR. BUNGLE?
– Diciamo che è una versione dei Mr. Bungle, compatibilmente con la situazione ci piacerebbe fare alcuni show selezionati, ne abbiamo già fatti sette qui negli States, con i limiti del periodo. Ma non cancella l’altra formazione con Danny (Heifetz, batterista) e Bär (Clinton McKinnon, polistrumentista). Quella è per me la formazione ufficiale dei Mr. Bungle, questa è una variante “Raging Wrath”. Di tanto in tanto sento ancora i ragazzi, anche se ora vivono in Australia, ma siamo in contatto, vedremo.
INCROCIAMO LE DITA! SAREBBE BELLO RIVEDERVI ANCHE CON QUELLA FORMAZIONE, L’ULTIMA VOLTA È STATO NEL 1999…
– Il nostro ultimo tour, già. Almeno in Europa, poi abbiamo concluso proprio in Australia.
E COME AVETE COINVOLTO SCOTT IAN ALLA CHITARRA?
– Penso che Mike lo conoscesse da anni, sai, suonando nei Faith No More si sono incontrati spesso a festival metal e occasioni del genere, e poi l’ho conosciuto anche io, mi pare fossimo in tour coi Tomahawk in Sudamerica. Comunque ci è sembrato che fosse la scelta giusta, ed è venuto fuori che l’idea gli piaceva molto. Conosceva il demo ed era un fan dei Mr. Bungle da sempre, quindi il risultato è stato un match perfetto!
CONFERMO ANCHE DA ASCOLTATORE. CI SONO DELLE PARTI CHE RICORDANO I SUOI S.O.D., COVER COMPRESA, CHE FANNO FARE UN PERFETTO SALTO NEL TEMPO NEL 1986.
– Beh, sai, i primi dischi degli Anthrax e quello degli Stormtroopers Of Death erano per noi I DISCHI di quel periodo, quindi la sintesi è stata ottimale.
IL 2020, INSOMMA, È STATO UN ANNO MOLTO INTENSO PER TE. OLTRE A QUESTI DISCHI GIÀ CITATI HAI ANCHE COLLABORATO AL NUOVO ALBUM DI KING BUZZO (LEADER DEI MELVINS, NDR).
– Esatto, e speravamo anche di girare in tour con quel disco; purtroppo non è stato possibile, vedremo in futuro cosa riusciremo a fare. Non è un periodo facile.
E QUAL È STATO IL TUO CONTRIBUTO A QUESTO DISCO? HAI PARTECIPATO ALLA SCRITTURA O ANCHE QUI HAI SOLO REGISTRATO LE PARTI DI BASSO?
– No, è stato un approccio differente. Inizialmente dovevo solo suonare le mie parti, Buzz aveva registrato pressoché tutte le chitarre e alcune linee vocali, affrontandolo come un disco solista a tutti gli effetti. Quando poi sono andato a Los Angeles per registrare, con il programma di contribuire a un paio di canzoni, a lui sono piaciute molte idee, quindi mi ci sono dedicato maggiormente, e ho scritto tutte le parti di basso. In questo senso è stato collaborativo, perché anche se Buzz aveva definito la struttura di tutti i brani ho cercato di inserire qualcosa di peculiare in tutti i brani, dei contrappunti, senza limitarmi a seguire quello che suonava lui. È stato un processo particolare, diverso da quanto avviene nei Tomahawk. Come dicevo, lì Duane ha già tutto definito, anche per le parti di basso. Ovviamente posso inserire dei tocchi particolari e il mio stile, ma con Buzz ho avuto totale libertà, concedendomi anche un po’ di stranezze qua e là.
ORMAI SONO ANNI CHE COLLABORI ANCHE CON LUI, RICORDO UN TOUR E UN PAIO DI DISCHI COI MELVINS IN FORMAZIONE ALLARGATA IN CUI TI OCCUPAVI DEL CONTRABBASSO. PENSI SIA UN’ESPERIENZA CHE REPLICHERETE?
– È possibile. Penso che ricapiterà di suonare il contrabbasso con i Melvins, e comunque io e Buzz stiamo pensando a un altro disco insieme, ancora più collaborativo. Sperando di poterlo finalmente portare in tour, ma come detto è dura fare programmi, al momento.
PURTROPPO SÌ. TI VORREI CHIEDERE DI UN ALTRO PAIO DI BAND CON CUI COLLABORI E CHE GIÀ ABBIAMO INCIDENTALMENTE CITATO, OSSIA I SECRET CHIEFS 3 E I FANTÔMAS.
– Beh, non ho molte informazioni! I Secret Chiefs 3 sono totalmente il progetto di Trey (Spruance, anche nei Mr. Bungle, ndR) e non sono coinvolto con loro da parecchio tempo. Ero parte della formazione agli inizi, diciamo negli anni Novanta, con occasionali collaborazioni a seguire, ma Trey usa formazioni sempre diverse, cambiando persino il monicker della band in talune occasioni. Quindi, sì: qualche volta Trey mi chiede di collaborare, ma non so esattamente quali siano i suoi progetti a riguardo.
E più o meno è la stessa cosa con i Fantômas, che sono il progetto di Mike. È parecchio tempo che non parliamo di scrivere un nuovo disco, o tantomeno di fare tour, e come saprai Mike è sempre impegnato in mille progetti.
Sicuramente faremo altre date coi Bungle, e spero che accada anche per i Tomahawk, così come ti dicevo che vorremmo fare un tour con Buzz e ho in ballo un po’ di cose con John Zorn e altri progetti minori in cui sono coinvolto qui a New York. Però non vedo molte prospettive, al momento, per i Fantômas, mi spiace dirtelo.
VIVI A BROOKLYN DA UN PO’ DI ANNI, GIUSTO? QUINDI SEI IN CONTATTO COSTANTE CON JOHN ZORN, IMMAGINO.
– Sì, abbiamo giusto in programma una session di registrazione a breve, uscirà anche un disco. Io provo a tenere aggiornata la mia discografia sul mio sito, se siete interessati a seguire i milioni di progetti a cui prendo parte, (risate, ndr).
SE POSSO FARE UNA BATTUTA, SEMBRI QUASI TIMIDO A PARLARE DEI TUOI PROGETTI, MA SEI DECISAMENTE UN NOME RILEVANTE DELLA SCENA.
– Beh, grazie. Fa piacere sentirlo!
CI PUOI CITARE ALTRI PROGETTI CHE STAI SEGUENDO? CLINIC, MAGARI, O ALTRI MODI PER OCCUPARE IL TEMPO IN ERA COVID?
– Non faccio molte clinic, ma ho dato un po’ di lezioni private online, ultimamente, e sto scrivendo musica per i miei progetti solisti. Sto portando avanti il mio gruppo Trio Convulsant, di cui spero di pubblicare il nuovo disco quest’anno, poi ho un progetto con un musicista elettronico olandese, The SpermChurch, e dovrei occuparmi io stesso della release del disco.
TI TIENI DECISAMENTE OCCUPATO! DA APPASSIONATO DI MUSICA ED EX BASSISTA, TI RITENGO UNO DEI BASSISTI PIÙ INFLUENTI A PARTIRE DAGLI ANNI NOVANTA, E ANCORA ATTIVI, OVVIAMENTE. CHI CITERESTI COME TUOI MAESTRI?
– Uh, che domandona. Ce ne sono talmente tanti! Sono cresciuto con i ‘soliti noti’: Jaco Pastorius, Stanley Clarke, Bobby Vega, che era il bassista di Sly And The Family Stone, … per il contrabbasso mi hanno influenzato Charles Mingus, Ray Brown, Ron Carter, tutti i nomi che puoi immaginare. Ascolto veramente di tutto, ci sono anche bassisti più giovani che apprezzo moltissimo, per esempio Devin Hoff o Eric Revis, che mi capita anche di vedere dal vivo. Sono tanti, i nomi che mi vengono in mente.
VEDO CHE CITI UN SACCO DI FUNKY, JAZZ E BLACK MUSIC, COME DEL RESTO SI NOTA NEL TUO MODO DI SUONARE.
– Assolutamente. Sono cose che ascolto tuttora parecchio.
E VEDI, INFINE, GIOVANI BASSISTI IN CUI RICONOSCI LA TUA INFLUENZA, O ALCUNI ELEMENTI DEL TUO STILE?
– Non saprei. Sento molti musicisti bravi, che fanno bene le loro cose. Non so se posso dire di ritrovare il mio stile, non saprei nemmeno definire quale sia, il mio stile, lo definirei abbastanza ‘amorfo’.
SUONI À LA TREVOR DUNN, DICIAMO.
– Esatto (ride, ndr). Ed è quello che mi piace negli altri musicisti, quando sento che hanno un loro stile personale.