TRIAL – Verso terre inesplorate

Pubblicato il 20/07/2015 da

L’heavy metal classico di qualità esiste ancora. Non se ne trova in quantità enormi come poteva accadere nei famigerati anni ’80, è vero, però non bisogna fare l’errore di dare questo genere per morto. Cercando con un minimo di pazienza, si scopre che i giovani gruppi di valore esistono e sanno anche osare, sperimentare una propria sintassi del metal senza assomigliare troppo a realtà già ben note. E’ il caso dei Trial e del loro secondo full-length “Vessel”, concentrato iridescente di progressive metal alla Fates Warning, magie di scuola Psychotic Waltz, amore per i Mercyful Fate e la NWOBHM, aderenze al doom epico di Candlemass e Solitude Aeturnus. Un disco maturo e affascinante, imperdibile se si seguono ancora con un minimo di entusiasmo certi suoni apparentemente datati, in realtà attualissimi. Un album di tale livello meritava un approfondimento, e allora non ci siamo fatti scappare l’occasione di un’intervista con il chitarrista Alexander Ellström, conosciuto anche per il suo operato in qualità di bassista negli altrettanto dotati death metaller Ensnared.

TRIAL- foto band 2 - 2015

“VESSEL” È IL VOSTRO SECONDO ALBUM IN OTTO ANNI DI CARRIERA. È UN DISCO DOVE DOOM, PROGRESSIVE E CLASSIC METAL FORMANO UN MIX MOLTO PERSONALE E COLMO D’ENFASI, PIENO DI CANZONI KILLER E MOMENTI CHE È ARDUO RITROVARE ALTROVE NELL’HEAVY METAL MODERNO. QUALI SONO SECONDO TE LE MIGLIORI QUALITÀ DEL NUOVO LAVORO?
“Come hai detto tu, ‘Vessel’ è un album più progressivo del nostro materiale passato, va in una direzione che abbiamo sempre cercato di seguire. Il risultato credo sia dovuto alla nostra costante voglia di evolverci e sviluppare il nostro sound: forti melodie solitarie, combinate con un riffing cupo e piuttosto grezzo permettono a ‘Vessel’ di emergere all’interno della nostra discografia”.

SE DOVESSI PARAGONARE IL NUOVO ALBUM AL PRIMO DISCO “THE PRIMORDIAL TEMPLE” QUALI SAREBBERO LE MAGGIORI DIFFERENZE TRA I DUE?
“’The PrimordialTemple’ è più tradizionale da un certo punto di vista ed è stato concepito con tempistiche più lunghe di ‘Vessel’. Il nostro primo album comprendeva musica creata da quando ci eravamo formati, fino a due settimane prima di entrare in studio nel 2011 per registrare il disco. Per questo puoi sentire molte idee diverse nel nostro esordio, mentre per il suo successore abbiamo scritto tutte le canzoni in un tempo inferiore, durante un periodo molto intenso per noi”.

NELLA VOSTRA MUSICA RINVENIAMO IMPORTANTI INFLUENZE: MERCYFUL FATE, QUEENSRYCHE, IRON MAIDEN, UN PIZZICO DI PSYCHOTIC WALTZ. QUAL È STATA LA BAND PIÙ IMPORTANTE PER LA FORMAZIONE DELLA VOSTRA PERSONALITÀ?
“Direi di gran lunga gli Iron Maiden, seguiti dai Dissection”.

LA STRUTTURA DELLA TRACKLIST NON È MOLTO USUALE: INIZIATE CON UNA CANZONE ABBASTANZA PACIFICA COME “VESSEL”, CONTINUATE CON UN UP-TEMPO (“TO NEW ENDS”), E ALLA TERZA TRACCIA INSERITE UNA COMPOSIZIONE PROGRESSIVA E COMPLESSA QUALE “ECSTASY WALTZ”. DOPO DI CHE, PROSEGUITE CON UN’ALTERNANZA DI TRACCE DIRETTE E ALTRE VARIEGATE E SFUGGENTI, CREANDO UN CERTO STACCO I DIVERSI EPISODI. AVETE LAVORATO IN MODO ATTENTO PER POSIZIONARE OGNI PEZZO IN QUESTA COLLOCAZIONE, AL FINE DI FARGLI MEGLIO ESPRIMERE IL SUO POTENZIALE?
“Quando assembliamo il disco spendiamo tanto tempo per selezionare le tracce che verranno pubblicate e in quale ordine dovranno essere messe. Quando abbiamo operato queste scelte, suoniamo l’album per intero per controllare che le canzoni messe in quell’ordine funzionino: è il test finale, che ci dice se va tutto bene o dobbiamo cambiare qualcosa. È un processo difficile quello per ottenere un album fluido dall’inizio alla fine”.

NELLE VOSTRE CANZONI INSERITE MOLTE PARTI ACUSTICHE, UTILIZZANDOLE NON SOLTANTO COME INTERMEZZI, MA NEL RUOLO DI VERE E PROPRIE LINEE GUIDA. TOCCATE IL VOSTRO APICE IN QUESTO SENSO IN “ECSTASY WALTZ”, DOVE ANDATE AD AVVICINARVI MOLTISSIMO AGLI PSYCHOTIC WALTZ DI “INTO THE EVERFLOW”. PERCHÉ SONO COSÌ IMPORTANTI PER VOI LE CHITARRE ACUSTICHE?
“Quando suoni in acustico riveli emozioni autentiche, perché le chitarre acustiche sono strumenti ‘nudi’, e consentono di avventurarsi in soluzioni impossibili da ottenere con la chitarra elettrica. Per raggiungere il feeling desiderato, mettiamo mano a tutti gli strumenti che possano condurci ad evocare un certo tipo di sensazioni”.

UN ALTRO FATTORE IMPORTANTE NELLA VOSTRA PROPOSTA SONO LE LINEE DI BASSO, SIMILI A QUELLE DI STEVE HARRIS. QUAL È IL RUOLO DEL BASSO NELLA VOSTRA MUSICA? CHI È IL BASSISTA CHE PIÙ HA INFLUENZATO L’USO CHE DI QUESTO STRUMENTO VIENE FATTO NELLA MUSICA DEI TRIAL?
“Steve Harris è stato indubbiamente una delle nostre più grosse influenze, ma ci aggiungerei anche John Entwistle dei The Who. Per noi il basso non è uno strumento secondario, di sottofondo, cerchiamo di introdurre quante più linee melodiche possibile attraverso il basso, perché ci consente di creare un sound unico quando è bene integrato con gli altri strumenti”.

LINUS, IL VOSTRO CANTANTE, RIESCE A RAGGIUNGERE NOTE MOLTO ALTE E A INDULGERE SU QUESTE, UNO STILE CHE HO MOLTO APPREZZATO, OGGIGIORNO NON COSÌ USUALE COME VENTICINQUE-TRENT’ANNI FA, E NON DI FACILE GESTIONE. AL DI LÀ DEL SUO TALENTO NATURALE, QUALI ACCORGIMENTI UTILIZZA AFFINCHÈ LA SUA VOCE RESTI CHIARA, PULITA E POTENTE?
“Si esercita parecchio per mantenere la voce in buone condizioni ed effettua un lungo riscaldamento anche prima delle prove. Poi sta attento ad evitare alcuni cibi e bevande prima di un concerto, perché possono minacciare la sua voce e indebolirla”.

NELLA RECENSIONE DI “VESSEL” MI SONO PERMESSO DI PARAGONARE LA VOSTRA MUSICA A QUELLA DI IN SOLITUDE E ATTIC. COSA NE PENSI DI QUESTE DUE BAND?
“Non abbiamo granché da spartire con gli Attic. Loro cercano di somigliare il più possibile ai Mercyful Fate, non dovrebbe essere l’obiettivo di nessuna band avvicinarsi così tanto a un altro gruppo. Per gli In Solitude il discorso è completamente diverso, hanno esplorato aspetti nuovi del metal e rispetto tantissimo quanto sono riusciti a creare. Posso dire lo stesso per qualsiasi altra band che cerchi di superare i limiti del genere, e innovarlo per quanto possibile. Detto ciò, noi non siamo stati influenzati da nessuno dei due gruppi che mi hai citato, non ci sforziamo di sembrare qualcun altro, in nessuna maniera”.

PUBBLICARE PER HIGH ROLLER “VESSEL” VI CONSENTE SICURAMENTE MAGGIORE VISIBILITÀ CHE NEL RECENTE PASSATO. COME SIETE ARRIVATI ALL’ACCORDO CON QUESTA LABEL? QUALE TIPO DI SUPPORTO È STATA IN GRADO DI FORNIRVI?
“La High Roller ci ha dato una spinta massiccia sotto ogni punto di vista. Abbiamo catturato il loro interesse con l’EP “Malicious Arts” e da quando abbiamo saputo del loro interessamento eravamo desiderosi di entrare in collaborazione con loro. Abbiamo ricevuto un supporto immenso dall’etichetta, gliene saremo sempre grati”.

SENTITE UNA RESPONSABILITÀ SPECIALE NELL’ESSERE UNA DELLE POCHE BAND DI METAL CLASSICO DELLA SCENA MODERNA? OGGI È DURA TROVARE FORMAZIONI COME LA VOSTRA, PUBBLICO E CRITICA TENDONO A PORRE L’ATTENZIONE SU DIFFERENTI FORME DI METAL.
“Non direi, non ci vediamo nemmeno così addentro al cosiddetto ‘scenario’ classic metal. La nostra musica si è evoluta nel tempo in un modo che faccio anch’io fatica a descrivere in poche parole”.

COLLEGANDOMI ALLE DOMANDE PRECEDENTI, IN SVEZIA È PRESENTE UN’OASI DI GIOVANI HEAVY METAL BAND DI VALORE: OLTRE A VOI, CITO TRA GLI ALTRI PORTRAIT, RAM, WOLF, ENFORCER… QUAL È LA TUA TEORIA SUL FATTO CHE DALLE VOSTRE PARTI CI SONO PIÙ BAND CLASSIC METAL CHE NEL RESTO D’EUROPA? TRA QUELLI COMPARSI NEGLI ULTIMI ANNI, QUAL È SECONDO TE IL GRUPPO MIGLIORE?
“Non saprei darti una risposta certa sul perché ci sia questa concentrazione di musicisti heavy metal, però credo sia essenzialmente una questione di mentalità. Non ho un nome da indicarti sugli altri, alcuni degli act che hai nominato sono validi, altri meno”.

TU E ANDREAS JOHNSSON SUONATE ANCHE NEGLI ENSNARED. COSA AVETE PORTATO DA QUESTA BAND NEI TRIAL, E VICEVERSA?
“Cerchiamo di mantenere queste due entità nettamente separate, cercando di mettere in ognuna lo stesso impegno e la stessa dedizione”.

I VOSTRI TESTI SEMBRANO AVERE TUTTI DEI PUNTI COMUNI, MA NON È SEMPLICE CAPIRE SE VI SIA UN CONCEPT ALLE SPALLE: NELLE LYRICS C’È MISTERO, UN’OSCURITÀ MAGICA E PERICOLOSA, UNA SORTA DI RIFLESSIONE SUL SIGNIFICATO DELLA VITA ATTRAVERSO UNA SUA VISIONE IN SENSO MAGICO. VI SONO INOLTRE DIVERSE METAFORE E FIGURE ALLEGORICHE. CHI SI OCCUPA DEI TESTI? QUANTO SONO IMPORTANTI NEL SENTIRE ARTISTICO DEI TRIAL?
“Per noi i testi sono importanti tanto quanto la musica. Si sono evoluti in qualcosa di speciale, ora riusciamo a scrivere cose che sarebbero state impensabili anche solo due anni fa. C’è stata una grossa svolta in tempi recenti, abbiamo iniziato ad approcciare i testi secondo una prospettiva inedita. Su ‘Vessel’ siamo stati impegnati nella scrittura delle lyrics: io, Andreas Johnsson e Martin Svensson”.

SONO UN GRANDE FAN DI COSTIN CHIOREANU, E QUINDI NON HO POTUTO CHE APPREZZARE L’ARTWORK DEL VOSTRO ULTIMO DISCO. PER QUANTO RIGUARDA LA COVER, È UN DIPINTO ASTRATTO E COMPOSTO DA FIGURE CHE APPAIONO SU DIVERSI LIVELLI, INCLUDENDO I MOLTEPLICI E STRANI SIGNIFICATI DELLA VOSTRA MUSICA. SECONDO TE, QUAL È IL PRINCIPALE PUNTO D’INCONTRO FRA IMMAGINI, MUSICA E PAROLE?
“Punti in comune a tutti e tre questi elementi che compongono ‘Vessel’ sono la spiritualità e la tensione al raggiungimento di qualcosa di inesplorato, sia ciò che sta nascosto nei testi, rivelato nella musica o interpretato dall’arte di Costin”.

ALLA FINE DELLA REGISTRAZIONE DEL DISCO TI SEI SENTITO: STANCO, SODDISFATTO, NERVOSO, O UN MIX DI QUESTI TRE STATI D’ANIMO?
“Ero esausto quando abbiamo chiuso il lavoro, è l’effetto che subisci quando metti il cuore in un progetto. Allo stesso tempo ti senti esaltato ed orgoglioso di quanto hai creato, anche se per arrivare al risultato definitivo il sentiero è sempre lungo e difficile”.

QUALI SONO ORA I VOSTRI PROGRAMMI?
“Abbiamo voglia di suonare live ed eventualmente di buttarci in un tour. Quindi tenete gli occhi aperti per le nostre date future!”.

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