I Trick Or Treat sono, assieme ai Clairvoyants, una delle più note cover band italiane poi convertitesi a band con pezzi originali. Non sempre il passaggio va a buon fine e ancor più raramente porta a buoni risultati. Loro ci sono riusciti: saldamente legati al sound degli Helloween da cui derivano, hanno saputo realizzare tre album di discreta fattura. Non è da tutti, visto che, come lo stesso cantante Alessandro Conti ammette, in Italia si vive molto meglio facendo cover che proponendo materiale proprio. Un’anomalia tipicamente italiana indice di una cultura musicale con qualche lacuna a cui fortunatamente qualcuno prima o poi cerca di sfuggire. È proprio Alessandro Conti, con la sua incredibile similitudine all’idolo dei cantanti power, Michael Kiske (ex-Helloween) e da poco in forze anche nei nuovi Rhapsody di Luca Turilli, uno dei punti di forza della band. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo domenica 16 dicembre in quel del nuovo Factory di Milano in occasione della festa organizzata da Valery Records per suoi dieci anni di attività…
BENE, ALESSANDRO, COME PRIMA COSA VORREI CHE CI DESSI UN COMMENTO CIRCA QUESTO EVENTO CHE CELEBRA I DIECI ANNI DI VALERY RECORDS…
“Niki è un grande e alla Valery ci troviamo molto bene. Spesso ci chiedono perchè non passiamo ad un’etichetta più grande ma noi preferiamo essere uno dei gruppi di punta di Valery, piuttosto che fare da band materasso di qualche etichetta maggiore. Inoltre oggi il peso delle etichette è diminuito rispetto a dieci anni fa. Oggi, con il download da internet, contano più le date live o l’autopromozione che una band riesce a fare. Niki all’epoca del primo album ‘Evil Needs Candy Too’ fu quello che ci offrì il contratto migliore e ci ha sempre dato fiducia. Con lui abbiamo quindi un legame particolare”.
SEI DA POCO TORNATO DAL TOUR CON I LUCA TURILLI’S RHAPSODY. VUOI RACCONTARCI COME È ANDATO?
“È andato tutto bene. Abbiamo fatto venticinque date in un mese e anche Luca è molto soddisfatto”.
COME TI SEI TROVATO A CANTARE I BRANI CHE CON I RHAPSODY OF FIRE CANTA FABIO LIONE?
“Mi sono trovato bene. Abbiamo fatto tre settimane di prove prima dell’inizio del tour, quindi ci siamo preparati bene. Credo di aver fatto più prove con i Rhapsody per questo tour che con i Trick Or Treat in tutta la mia vita (risate, ndR)!. Inoltre sono pezzi che conosco da quando avevo diciotto anni… Abbiamo cercato ad ogni modo di distinguere la scaletta rispetto a quello che faceva Luca con i Rhapsody Of Fire, per questo abbiamo preso diversi pezzi dai suoi dischi solisti, dai primi due album dei Rhapsody e dal nuovo ‘Ascending To Infinity'”.
SUL FRONTE TRICK OR TREAT INVECE SIETE DA POCO USCITI CON IL NUOVO ALBUM “RABBITS’ HILL Pt.1”. VUOI SPIEGARCI SU COSA È BASATO IL CONCEPT DEL LAVORO?
“Si basa su ‘La Collina Dei Conigli’, un romanzo di Richard Adams di cui è anche stato fatto un cartone animato alla fine degli anni Ssttanta. Noi siamo fan sfegatati sia del cartone che del libro. Da sempre volevamo fare un concept su questa opera, solo che non eravamo pronti come ora per farlo”.
DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE HO NOTATO UN PO’ MENO HELLOWEEN E UN PO’ PIÙ ULTIMI EDGUY/AVANTASIA RISPETTO AI DISCHI PRECEDENTI…
“Forse sì! Diciamo che come arrangiamenti abbiamo tentato di seguire più le atmosfere della storia. Per questo trovi varie influenze come ad esempio folk, country, in qualche punto anche gospel e così via. Abbiamo deciso di non porci limiti”.
“SASSO SPASSO” ESCE DECISAMENTE DAL SEMINATO… TRATTASI DI UN MOTIVO PRESO DAL FILM O È QUALCOSA DI ORIGINALE?
“‘Sasso Spasso’ nel libro è il gioco che fanno i conigli per passare il tempo e semplicemente si tratta di indovinare sotto quale zampa il coniglio nasconde un sasso. Siccome Leo (bassista, ndR) durante i live fa sempre un assolo di basso per spezzare un po’, abbiamo deciso di dargli carta bianca ed è uscito con questo interessante break”.
CHI HA COMPOSTO GLI ALTRI BRANI?
“Questo disco è stato composto da tutti, anche se forse chi ha scritto più materiale è Cabri (Luca, chitarrista, ndr). Mentre per gli album precedenti ognuno aveva scritto i suoi pezzi, in questo caso abbiamo composto assieme in saletta un po’ più alla vecchia maniera”.
LAVORARE CON LUCA TURILLI TI HA APERTO NUOVI ORIZZONTI ANCHE DAL PUNTO DI VISTA DELL’UTILIZZO DELLA TUA VOCE?
“Con Luca su ‘Ascending To Infinity’ ho variato parecchio con la voce, più che con i Trick Or Treat, ma ad ogni modo su ‘Rabbits’ Hill Pt.1′ ci sono più variazioni rispetto a quanto ho fatto con i precedenti ‘Evil Needs Candy Too’ e ‘Tin Soldiers’. Certo, le maggiori variazioni presenti sul nuovo album sono anche frutto del lavoro con Luca ma sono legate alle variazioni del concept su cui si basa il disco. Doveva esserci più varietà e questo è il motivo per cui abbiamo anche chiamato dei coristi. Mentre sui dischi precedenti i cori li registravo io, sul nuovo abbiamo ingaggiato Damnagoras degli Elvenking, Fabio Dessi degli Arthemis e Sonia Piacentini per dare un po’ più di spessore e colore alle voci”.
SULL’ALBUM È PRESENTE IN VESTE DI OSPITE L’EX CANTANTE DI ANGRA E SHAMAN, ANDRÈ MATOS. COME È NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
“Matos è uno dei nostri eroi di gioventù e quindi abbiamo deciso di contattarlo. Lui ha accettato e ha registrato ‘Prince With 1000 Enemies’, dove è presente in duetto con me sulla versione standard dell’album e da solo invece sull’edizione giapponese”.
AVETE AVUTO MODO DI TROVARVI O AVETE SCAMBIATO MATERIALE VIA INTERNET?
“No, assolutamente via internet, o il dispendio economico sarebbe stato enorme”.
SUGLI ALBUM PRECEDENTI AVETE AVUTO ALTRI OSPITI D’ECCEZIONE COME MICHELE LUPPI, ORA NEI SECRET SPHERE, O l’EX HELLOWEEN MICHAEL KISKE. CHI MANCA SULLA VOSTRA LISTA DELLE COLLABORAZIONI?
“C’era un cantante in particolare che per questo disco doveva cantare con me ‘Rabbit’s Hill’, ma purtroppo era occupato in studio. Non ti dico niente perchè magari in futuro…”
NELLA RECENTE INTERVISTA RILASCIATA PER I LUCA TURILLI’S RHAPSODY MI HAI RACCONTATO DEI TUOI STUDI ALLA CORALE DI MODENA. ATTUALMENTE CHE TIPO DI ACCORGIMENTI USI PER MANTENERE LA VOCE PRECISA, PULITA E PRATICAMENTE IMPECCABILE IN OGNI OCCASIONE?
“Faccio esercizi e poi nei periodi come nel recente tour in cui canto due ore a sera, l’esercizio è quello e devo solo stare concentrato nel cantare in maniera corretta per evitare di perdere la voce il giorno successivo”.
CI SONO INFATTI CANTANTI CHE PARTONO CARICHISSIMI NELLE PRIME DATE E POI VIA VIA PERDONO CON IL PROCEDERE DEL TOUR…
“A me per fortuna non è successo e posso dire che alla venticinquesima data del tour ero più in forma che alla prima. Questo perchè quando trovi la tua routine, la tua giusta dimensione, è come farsi una corsetta ogni mattina: dopo un mese sei più allenato”.
È STATO IL TOUR PIÙ LUNGO DA TE MAI FATTO, IMMAGINO.
“Sì, perchè con i Trick Or Treat abbiamo fatto quello di spalla a Helloween e Stratovarius, ma erano solo undici date e suonavamo mezzora, mentre con Luca abbiam fatto due ore di show”.
CHE RICORDI HAI DEL TOUR CON HELLOWEEN E STRATOVARIUS?
“Bellissimi ricordi sicuramente, per noi era la realizzazione di un sogno. Ci siamo divertiti un sacco e inoltre rispetto al tour con Luca io avevo molte meno responsabilità”.
CON TRICK OR TREAT AVETE IN PROGRAMMA DELLE DATE?
“Stiamo cercando di organizzare delle date ma non c’è ancora nulla di certo, perchè sul fronte Rhapsody si sta cercando di chiudere il tour in Sud America, Nord Europa e Asia”.
TORNANDO A “RABBITS’ HILL Pt.1”, HAI DISEGNATO TU LA COPERTINA, GIUSTO?
“Sì, fare il disegnatore è il mio lavoro di giorno. Faccio il designer, illustratore, grafica pubblicitaria e cose del genere”.
HAI FATTO LAVORI ANCHE PER ALTRE BAND?
“Sì, ad esempio Hell In The Club o Pino Scotto”.
IN ITALIA IN EFFETTI È DIFFICILISSIMO RIUSCIRE A VIVERE DI SOLA MUSICA…
“È un limbo… Qualcosa prendi ma hai tanto da spendere, quindi sì, è molto difficile”.
ANCHE UN ARTISTA PIUTTOSTO AFFERMATO COME LUCA TURILLI MI HA DETTO LA STESSA COSA.
“Sì, in scala è uguale. Se i Trick Or Treat prendono 1000 e spendono 1000 per i Rhapsody è uguale ma con numeri maggiori, perchè la band ha sì più introiti ma anche aspettative e spese molto superiori”.
IN UN MOMENTO DI CRISI COME QUESTO IMMAGINO SIA ANCHE PEGGIO CHE IN PASSATO...
“Con i concerti va ancora bene, ma non so per quanto durerà. Nei prossimi due, tre anni molte delle band che adesso sono quasi famose smetteranno o faranno un passo indietro e suoneranno solo per divertimento”.
I TRICK OR TREAT SONO PARTITI COME COVER BAND DEGLI HELLOWEEN E POI SONO EVOLUTI A VERA BAND CON MATERIALE PROPRIO.
“Sì, abbiamo fatto il passo in tempo: quando siamo partiti avevamo vent’anni e per noi suonare in una coverband era figo. Nel 2002 anche se facevi cover dei Marduk trovavi tre date al mese e noi nell’arco di un anno suonammo all’Alcatraz e nei posti più fighi d’Italia. Dopo un po’ però ci siamo detti ‘basta’ e ora abbiamo tre album all’attivo. Certo, come coverband si guadagna meglio…”
IN EFFETTI IN ITALIA I LOCALI TENDONO A TRATTARE MEGLIO LE COVERBAND CHE LE BAND CON MATERIALE ORIGINALE…
“Non è colpa tanto dei locali che si son anche rotti il cazzo di proporre sempre tributi… e non lo è nemmeno di chi va a vedere le band tributo. La colpa è semmai di chi non va a vedere le band con pezzi originali e non lascia così alternative ai locali. Noi siamo tra i pochi fortunati che nel passaggio da cover band a band con pezzi propri non hanno risentito quasi nulla. Tutti i locali che ci hanno dato fiducia prima, hanno continuato a darci fiducia e tutta la gente che ci seguiva prima ha continuato a seguirci. Ora abbiamo più seguito di prima ma quello che cambia è il motivo per cui abbiamo seguito: prima perchè facevamo bene i pezzi dei ‘Keeper’, adesso per via dei nostri album. È tutta un’altra cosa”.