TRIGGER THE BLOODSHED – Fuoco incrociato

Pubblicato il 07/07/2008 da
 
Non tutte le nuove band inglesi suonano death-core e stravedono per i primi Job For A Cowboy e tutta la “MySpace Generation”. Basta prendere in esame i Trigger The Bloodshed, giovanissimo quartetto di Bristol che suona un chirurgico e velocissimo death-grind che poco o nulla concede a sonorità alla moda. Il debut “Purgation”, fuori da qualche mese per la label britannica Rising Records, ha generato un gran polverone nella scena locale, tanto che il gruppo ha avuto modo di andare in tour con colossi del genere quali Suffocation e Dying Fetus e, soprattutto, di essere notato dalla storica Metal Blade Records, che ha da poco preso il disco in licenza per alcuni mercati come quello americano e australiano. La parola ora al chitarrista Rob Purnell, che si è messo in contatto con Metalitalia.com raccontandoci il più possibile sulla band da lui capeggiata…
 

PRIMA DI TUTTO, CONGRATULAZIONI PER IL VOSTRO DEBUT ALBUM, UNA VENTATA D’ARIA FRESCA NEL PANORAMA BRITANNICO. COME È STATO ACCOLTO SINO A OGGI?
“Grazie per le belle parole! I responsi sono stati davvero esaltanti: parecchi fan da tutto il mondo hanno già comprato il disco e abbiamo ricevuto complimenti da tante band! La stampa lo ha poi accolto benissimo… abbiamo ottenuto soltanto belle recensioni su tutti i magazine e i siti più importanti del settore e siamo stati persino nominati nella categoria ‘Best Underground Band’ ai Metal Hammer Golden Gods di quest’anno. Un vero onore!”.
 
QUESTA È LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER METALITALIA.COM: VORRESTI INTRODURRE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
“I Trigger The Bloodshed sono nati nel 2006 con l’idea di suonare musica ispirata alle nostre band preferite. Con il passare del tempo abbiamo reso quest’ultima sempre più veloce e violenta, arrivando allo stile che puoi sentire su ‘Purgation’, il nostro primo album. Da un paio di anni suoniamo costantemente in giro per il Regno Unito e questa attività ci ha portato all’attenzione della Rising Records, per la quale abbiamo firmato nel tardo 2007. Il debut album è stato pubblicato da questi ragazzi alcuni mesi fa”.
 
DA DOVE DERIVA LA VOSTRA PASSIONE PER IL DEATH METAL?
“Io e Martyn, l’altro chitarrista, suonavamo in alcuni gruppi metal-core e rock, ma abbiamo sempre avuto una grande passione per il death metal e tutta la musica estrema. Ci è sempre sembrata più onesta e sentita della roba che suonavamo in precedenza e di ciò che i nostri coetanei sono soliti ascoltare. I Trigger The Bloodshed sono nati proprio per soddisfare questo nostro appetito”.
 
REALIZZARE UN FULL-LENGTH DEVE ESSERE STATA UN’ESPERIENZA NUOVA PER TUTTI VOI…
“Assolutamente sì… devo dire che è stata alquanto stressante a tratti. Una volta firmato per la Rising Records abbiamo avuto solo tre mesi di tempo per completare la stesura dell’album prima di entrare in studio. Tra l’altro, quando ci siamo messi a pensare seriamente al disco, ci siamo accorti che il materiale che avevamo preparato in precedenza non soddisfava più i nostri gusti, così abbiamo deciso di ripartire da capo e scrivere tutti i brani in una volta sola. Ma tutta questa pressione alla fine si è rivelata utile… il disco è venuto molto spontaneo e arrabbiato. Dobbiamo ancora perfezionare il nostro sound, ma, avendo lavorato in così breve tempo, non abbiamo avuto modo di venire influenzati da altri e ciò ci ha portato a ottenere uno stile già abbastanza definito. A oggi siamo molto soddisfatti… è un ottimo primo passo per i Trigger The Bloodshed”.
 
QUALI SONO LE VOSTRE ASPETTATIVE NEI RIGUARDI DI “PURGATION”?
“Il disco, come ti accenavo, è già stato molto ben accolto, quindi da quel punto di vista siamo già davvero contenti. Il nostro secondo obiettivo era quella di poter suonare parecchio per promuoverlo e anche sotto questo aspetto non ci possiamo lamentare, visto che dalla sua pubblicazione abbiamo suonato o suoneremo presto in tour con band come Suffocation, Dying Fetus, See You Next Tuesday e Kronos. Vogliamo costruirci un nome all’interno della scena, in modo che il nostro prossimo album possa ottenere responsi ancora maggiori”.
 
“DEATH METAL” È SENZ’ALTRO LA VOSTRA CATEGORIA MUSICALE DI APPARTENENZA, PERO CREDO SIA GIUSTO SOTTOLINEARE COME VOI MESCOLIATE VARIE SCUOLE DI QUESTO GENERE…
“Sono d’accordo! Ascoltiamo tantissima musica e questo ci aiuta a sviluppare uno stile abbastanza imprevedibile, che incorpora elementi old school e influenze più moderne. Insomma, nel death metal ci piace proprio tutto, dai Suffocation sino ai Beneath The Massacre. La brutalità e la pesantezza di gruppi come Deicide e Dying Fetus ci affascinano molto, ma apprezziamo anche le evoluzioni tecniche dei vari Necrophagist e Origin. In termini di influenze non ci poniamo limiti, fermo restando che non vogliamo allontanarci dai canoni di violenza ed estremismo cari al death metal”.
 
CI SONO PERSONE CHE DICONO CHE TUTTO È GIÀ STATO FATTO IN QUESTO CAMPO… CHE NE PENSI?
“Non sono d’accordo! Credo che esisteranno sempre nuovi modi di esprimersi con la musica. Magari non sarà possibile inventare rivoluzioni radicali come accadeva anni fa, tuttavia è ancora possibile suonare con originalità. Ci saranno sempre persone pronte a spingere oltre i limiti della musica… sarà poi da vedere se in termini di estremismo, musicalità o tecnica”.
 
SU UN PAIO DI TRACCE DI “PURGATION” COMPARE IN VESTE DI GUEST SARAH JEZEBEL DEVA, EX CANTANTE DEI CRADLE OF FILTH. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LEI?
“Il proprietario della nostra etichetta, Mark Daghorn, è un buon amico di Sarah. Quando ha ascoltato alcune parti del nostro disco ha pensato che la sua voce potesse aggiungere qualcosa di interessante e così abbiamo dato il via a questa collaborazione. Ha davvero fatto un ottimo lavoro, noi non saremmo mai riusciti a concepire qualcosa di simile. È stato un vero onore lavorare con lei”.
 
DA DOVE DERIVA IL TITOLO “PURGATION”? DI COSA PARLANO I VOSTRI TESTI?
“Il disco è una sorta di concept sull’annientamento delle persone che con la loro presenza e le loro azioni mettono a repentaglio le nostre vite e l’esistenza di questo mondo. Nei testi parliamo di chi sono e di cosa fanno queste persone e di come liberarci di esse”.
 
COME HAI ACCENNATO, LA BAND È SPESSO IN TOUR… DA DOVE NASCE QUESTO DESIDERIO DI ESSERE SEMPRE ON THE ROAD?
“È il modo migliore per promuovere la nostra musica… suonare live è molto importante per noi. Un gruppo dimostra di essere vero solo se suona dal vivo. A volte ci mancano le nostre case e soprattutto i nostri letti, ma non c’è nulla di meglio che sfogare tutta la nostra rabbia on stage ogni sera”.
 
LA SCENA BRITANNICA È PERÒ PIENA DI METAL-CORE BAND AL MOMENTO E VOI SPESSO SUONATE INSIEME A QUESTE ULTIME. È DIFFICILE RIUSCIRE A ESSERE APPREZZATI DAL LORO PUBBLICO?
“Effettivamente, i responsi migliori li abbiamo ottenuti quando abbiamo suonato di fronte a un pubblico prettamente death metal. Ma, come hai accennato, oggi la scena locale è colma di gruppi metal-core e hardcore, quindi capita spesso di essere inseriti in bill che c’entrano poco con la nostra proposta. A noi piace suonare con tutti e davanti a chiunque, ma i fan metal-core spesso non comprendono del tutto ciò che proponiamo… è troppo veloce e frenetica per loro”.
 
CI SONO CHANCE DI POTERVI VEDERE DAL VIVO ANCHE NEL RESTO D’EUROPA?
“Sì, se tutto va come previsto, saremo in tour in Europa verso la fine dell’anno con Cryptopsy e Beneath The Massacre. Prima di questo tour, terremo anche alcune date oltre confine con i See You Next Tuesday”.
 
COME SOPRAVVIVETE DURANTE LE LUNGHE GIORNATE ON THE ROAD?
“Cerchiamo di dormire il più possibile… suonare ogni sera per diverse settimane consecutive può portarti al collasso. Se non dormi sei finito. Poi in viaggio ascoltiamo sempre i Metallica, non c’è musica migliore della loro mentre stai guidando!”.
 
STATE GIÀ PENSANDO AL SUCCESSORE DI “PURGATION”?
“Sì, metà del prossimo album è già stata composta! Il materiale è un po’ diverso da quello presente in ‘Purgation’: aspettatevi un sound più pesante, oscuro e old school”.
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