L’album d’esordio degli ellenici epic metaller Triumpher è stato accolto con una votazione altissima sulle nostre pagine, ed oltre a essere solo uno dei prodotti di pregevole qualità provenienti dalla Grecia usciti nel 2023, è anche un papabile candidato all’immancabile posizione di ‘disco dell’anno’ per chi scrive.
Abbiamo perciò ritenuto opportuno metterci in contatto con quella che è a tutti gli effetti una autentica promessa recente del metal old-school, e nello specifico col leader e compositore principale Antonis Vailas, di modo da farci raccontare in poche parole quelle che sono le origini, le ispirazioni e le mire di una band di cui, ci auguriamo, si farà un gran parlare nel prossimo futuro; non foss’altro per la loro indiscutibile capacità di produrre brani ad alto contenuto di epicità metallica, ma per la loro tendenza a farlo mescolando più spunti musicali accomunati dalla suddetta caratteristica: che si tratti di heavy/power in piena tradizione Manowar, o di autentico black metal sulla falsariga di gente come i Bathory, seppur chiaramente in misura minore, onde evitare di perdere del tutto una sorta di appartenenza musicale definita. Buona lettura!
CIAO ANTONIS! PRIMA DI PARLARE DELL’ALBUM, TI ANDREBBE DI PARLARCI DELLA STORIA DEL PROGETTO TRIUMPHER, DOPO CHE I SABOTER (BAND PRECEDENTE DEI MEMBRI PRINCIPALI,NDR) HANNO CESSATO DI ESISTERE?
– Ciao a tutti! Bello parlare con voi ragazzi, grazie per l’invito! Prima di tutto ci teniamo a indicare che i Saboter non hanno cambiato nome come risulta all’interno di molti articoli (e di Metal Archives), bensì si sono effettivamente sciolti. Saboter era il progetto personale del mio buon amico Nikos Markoutsakis, in cui anche io ero coinvolto, seppur in misura minore, soprattutto sul versante compositivo.
Così, dopo che la suddetta band ha cessato le attività, ho deciso di guardare avanti prendendo un impegno con le mie visioni musicali, di costruire una band riconducibile al concetto di epic metal con tutte le mie influenze, ed è così che nel 2019 è nato il progetto Triumpher.
INIZIAMO A PARLARE DEL VOSTRO PRIMO ALBUM “STORMING THE WALLS”. È SICURAMENTE UN CLASSICO PRODOTTO HEAVY METAL, MA RISULTA A DIR POCO CARICO DI DIVERSI ELEMENTI E INFLUENZE. COME DESCRIVERESTI IL TUO APPROCCIO AL SONGWRITING?
– Come ho detto sopra, ci tenevo a fare una miscela di tutte le mie influenze, dal metal estremo all’heavy metal classico, ma con un approccio che si potesse ricondurre al sottogruppo di formazioni epic metal, in generale. Così ho iniziato a scrivere partendo da questo presupposto e ho accuratamente messo insieme tutti i singoli elementi. Anche il mio chitarrista Christopher Tsakiropoulos mi ha aiutato molto in questo progetto, arrivando a dare vita a ben due pezzi, ovvero “Divus De Mortuus” ed “Epitaphios”, dedicandosi nel contempo a quasi tutte le parti di chitarra solista presenti nell’album, ad eccezioni di alcune parentesi che sono state scritte da Apostolos Papadimitriou (secondo chitarrista accreditato all’interno dell’album) e George Emmanuel, che è anche il produttore dell’album.
L’ALBUM INIZIA CON UN PEZZO NON PARTICOLARMENTE VELOCE, COME “JOURNEY/EUROPA VICTRIX”, MA IN SEGUITO DIVENTA UNA VERA E PROPRIA ESPLOSIONE CON “THE THUNDERER”. ERA TUA INTENZIONE CHE L’ALBUM SUONASSE OSCURO E VELOCE ALLO STESSO TEMPO, IN BASE AL MOMENTO PRESO IN ANALISI?
– La mia volontà e il mio piano son sempre state di compiere un’autentica escalation nel flusso che rappresenta lo scorrere dell’album, da epico e classico a più oscuro e veloce, per poi chiudere con una traccia che potesse di fatto risultare come una sorta di inno.
QUALI SONO, PARLANDO DI GRANDI BAND, I MIGLIORI ESEMPI DI ‘IDOLI’ CHE HANNO INFLUENZATO LA MUSICA DEI TRIUMPHER?
– I Manowar hanno senz’altro giocato un grande ruolo nella musica e nell’ispirazione dei Triumpher, soprattutto nella sua parte più classicamente epica, mentre ci terrei a menzionare gente del calibro di Bathory, Emperor e Nevermore, nonché alcune vibrazioni degli Slayer nelle parti più veloci e oscure. Inoltre, un’altra delle mie influenze principali e che ha giocato un ruolo enorme arriva dal compositore Vangelis Papathanasiou, con la sua incredibile proposta a base di musica orchestrale.
L’EPIC METAL È SEMPRE STATO UN GENERE CON DIVERSE TECNICHE DI APPROCCIO. PENSI CHE QUELLO SCELTO DA VOI SIA IL MODO IN CUI UN ALBUM DI AUTENTICO METALLO EPICO DOVREBBE SUONARE NEL 2023?
– Sì, sono d’accordo che ci sono molti modi diversi di avvicinarsi e/o di suonare qualsiasi tipo di metal, ma ritengo sia un discorso utilizzabile parlando di musica in generale. Non direi nello specifico che questo è il modo in cui dovrebbe suonare un album epic metal a tutto tondo; piuttosto, direi che questo è il modo in cui ho immaginato che questo album dovesse suonare, anche perché volevo aggiungere alcuni tocchi di musicalità ed estetica molto più oscura, rispetto al classico epic metal che conosciamo da ormai parecchi anni.
COSA SI POTREBBE FARE PER FAR DI NUOVO PROSPERARE QUESTO GENERE SECONDO TE?
– Mi piacerebbe che venisse dato maggior potere alle nuove band che vogliono sperimentare con approcci epic metal o in generale dai tratti battaglieri, per cercare di pensare in modo epico, e non solo suonare in modo epico. Se ciò accadesse, l’epic metal potrebbe prosperare in una maniera che definirei monumentale, anche oggi.
IL CONCETTO DI ‘EPICA’ È, DI FATTO, NATO IN GRECIA, E NON È UN CASO CHE I METALLARI GRECI SIANO ALQUANTO PROPENSI AD APPREZZARE QUESTO GENERE DI PROPOSTE. PENSI CHE LA TUA CULTURA ABBIA INFLUENZATO I TUOI GUSTI E IL TUO STILE?
– Eh beh, qui domandi e nel contempo affermi l’ovvio. Naturalmente sono fortemente influenzato dalla cultura, dalla storia e dalla mitologia greca, anche perché sono cresciuto leggendo Omero e la storia militare di Erodoto, per non parlare della poesia e della filosofia greca e romana.
LA CANZONE “EPITAPHIOS” SUONA PIUTTOSTO VICINA A UN PEZZO BLACK METAL CON TUTTI I CRISMI. QUESTO GENERE HA AVUTO UNA SORTA DI INFLUENZA SULLE TUE SCELTE MUSICALI?
– Sì, il black metal è un genere che mi piace molto e ci tenevo particolarmente a incorporarlo nella mia musica, così da poter portare avanti il lato più oscuro dell’epica applicata alla musica metal. “Epitaphios”, insieme a “The Tomb” e “Divus De Mortuus”, rappresentano le parentesi in cui si percepisce maggiormente l’oscurità all’interno della tracklist.
ANCHE SE TRIUMPHER È UN NOME RECENTE ALL’INTERNO DELLA SCENA, TUTTI I MEMBRI HANNO IL LORO BACKGROUND PERSONALE ALL’INTERNO DI ALTRI PROGETTI. ANCHE QUESTO HA AVUTO UN EFFETTO SULLE VOSTRE DOTI ODIERNE E SUL SOUND SCELTO PER L’ALBUM?
– Sì, anzi direi che sarebbe pressoché impossibile che una band trovi parte della propria essenza nelle esperienze pregresse dei vari membri coinvolti. Inoltre, ritengo che questo crei degli interessantissimi spunti di discussione su cui dibattere, nonché delle autentiche storie di vita ed estro artistico da narrare.
ULTIMA DOMANDA. GIUSTO PER DIVERTIMENTO… COME IMMAGINERESTI UNA DATA DEI TRIUMPHER, IN APERTURA AD UN CONCERTO DEI MANOWAR?
– Credo che potrebbe rappresentare uno degli onori più grandi in assoluto, se giungesse una proposta o una possibilità simile, nonché il momento più elevato ed emozionante della nostra carriera. Teniamo le dita incrociate, sperando che sogni come questo possano divenire presto delle solide realtà.