TRIVIUM – Shogunato

Pubblicato il 25/12/2008 da
 
 
I Trivium ci sono. In molti pensavano a un fuoco di paglia, a dei ragazzini che volevano saltare sul carrozzone del metalcore, o che volevano imitare i Metallica degli Eighties. Anche con un mostro come la Roadrunner alle spalle però, solo pochi sono riusciti a mantenere un trend positivo inarrestabile sia dal punto di vista della qualità (e il loro quarto album “Shogun” ne è la prova tangibile), sia dal punto di vista della quantità (la band è in tour da tempo immemore). Ne parliamo direttamente col frontman e chitarrista della band Matt Heafy, che sul tourbus parcheggiato fuori dal Palasharp mette in pausa la partita a Call Of Duty – World At War per scambiare quattro chiacchiere…

 
 
HO LETTO DA QUALCHE PARTE CHE I TITOLI DEGLI ALBUM DEI TRIVIUM RAPPRESENTANO IN UN CERTO SENSO LO STATO DELLA BAND DURANTE LE REGISTRAZIONI: C’E’ UN FONDO DI VERITA’ ANCHE PER ‘SHOGUN’?
“Questa volta il titolo è stato ispirato dalla musica, è stato scelto perché seguisse la direzione nella quale la musica ci stava portando. L’interpretazione ultima è aperta come sempre e la lasciamo ai nostri fans”.

PERCHE’ AVETE SCELTO DI NON INCLUDERE I TESTI NEL BOOKLET?
“Tutti i testi e i ringraziamenti sono on line. Abbiamo lasciato spazio in questo modo alla grafica e all’artwork. Ogni pezzo ha una rappresentazione artistica che lo riguarda, un’immagine dedicata nel libretto che accompagna il CD”.

NEL DVD CHE ACCOMPAGNA LA SPECIAL EDITION ABBIAMO L’OCCASIONE DI VEDERE UN LATO INEDITO DEI TRIVIUM: SEMBRA VI SIATE DIVERTITI UN SACCO! PERCHE’ SIETE SEMPRE COSI’ SERI SUL PALCO?
“Stasera, in un set di 45 minuti, non c’è molto spazio per ridere e scherzare, preferiamo dedicare ogni singolo minuto alla musica. Nei nostri spettacoli da headliner ci scappa più spesso qualche battuta o qualche scambio divertente col pubblico. In ogni caso, come avrai potuto vedere, non siamo l’incarnazione dello stereotipo del metallaro serioso e musone, siamo ragazzi normali”.

CHI HA AVUTO L’IDEA DI METTERE NEL DVD, E IN PARTE ON LINE, UN TUTORIAL DELLE VOSTRE PARTI CHITARRISTICHE?
“Forse è il nostro manager che ha avuto l’idea, e Corey ne è rimasto talmente entusiasta da volerla concretizzare a tutti i costi. Non ho ancora avuto modo di vedere quei filmati in realtà…”.

…SEMBRI UN PO’ NERVOSO NEL SUONARE DAVANTI ALLA TELECAMERA.
“Lo so, sbagliavo di continuo: quella cinepresa puntata mi ha innervosito moltissimo. Non so nemmeno il perché, ho ripetuto quelle parti un milione di volte durante le registrazioni dell’album (ride, ndR)”.

PERCHE’ VI SIETE SPOSTATI A NASHVILLE, TENNESSEE, PER LE REGISTRAZIONI?
“Abbiamo sempre registrato ad Orlando, con lo stesso produttore negli stessi studi di registrazione, la stessa attrezzatura, la stessa situazione contingente. Sentivamo il bisogno di un cambiamento radicale. Ci è sembrata una buona idea fare una trasferta a Nashville, area incredibilmente ricca dal punto di vista musicale. Certo non sto parlando di metal, la musica tuttavia è ovunque laggiù. In questa località inedita abbiamo potuto concentrarci in maniera esclusiva sul nostro sound”.

SIETE ANCORA IN BUONI RAPPORTI CON JASON SUECOF, DUNQUE…
“Penso che abbiamo registrato con lui più di quanto ha fatto chiunque con qualsiasi produttore sulla Terra! Jason è nostro fratello, abbiamo imparato tutto il possibile gli uni dall’altro, volevamo solo cambiare aria e fare entrambi nuove esperienze. Ora è sempre occupatissimo e non ci vediamo più così spesso, ma probabilmente faremo ancora qualcosa insieme come Capharnaum, forse già alla fine di questo tour”.

‘SHOGUN’ E’ UN TRAGUARDO NELLA VOSTRA DISCOGRAFIA: PER LA PRIMA VOLTA AVETE MISCELATO LE DIVERSE CARATTERISTICHE DEI TRIVIUM PER TROVARE UN SUONO PERSONALE. SEI D’ACCORDO?

“Penso che siamo sempre rimasti fedeli al nostro suono, ma con questo capitolo siamo stati in grado di catturare tutto il meglio della nostra produzione e sintetizzarlo con le nostre migliori caratteristiche. Suona come Trivium finalmente, e ti posso assicurare che in futuro sarà ancora meglio”.

 
VI DA’ FASTIDIO ESSERE PARAGONATI AI METALLICA?
“Non è mai un problema esser paragonati alla migliore metal band del mondo. Se è un complimento bene, lo portiamo a casa, altrimenti ‘fanculo, non vogliamo imitare i Metallica”.

GLI INTRECCI E LE PARTI DI CHITARRA MIGLIORANO DI ALBUM IN ALBUM: TU E COREY SCRIVETE ASSIEME?
“Certo che sì, c’è un rapporto molto collaborativo. Tutti e quattro i componenti del gruppo scrivono e lavorano agli arrangiamenti, ed è questo probabilmente che ha reso ‘Shogun’ tanto coeso; è per il lavoro che è stato fatto in maniera collettiva dalla band. Per ‘Into The Mouth Of Hell’ io ho composto il riff principale, ho mostrato a Corey la parte ritmica e ci abbiamo lavorato assieme nei camerini. Lo stesso è accaduto per ‘Of Prometheus…’ e per altre canzoni”.

RIUSCITE QUINDI A COMPORRE ANCHE QUANDO SIETE IN TOUR?
“Sì, ovunque ci troviamo. Abbiamo scritto per un anno e mezzo circa, per poi raccogliere il materiale in una demo in circa sei mesi e registrare il tutto in nove settimane; infine il mixaggio é durato un mese e mezzo. Molte canzoni sono state completate mentre eravamo in tour”.

PERCHE’ AVETE SCELTO COME BONUS-TRACK LA COVER DI ‘IRON MAIDEN’?
“La canzone è stata registrata per il tributo agli Iron Maiden del magazine Kerrang!. Qualsiasi canzone con Bruce Dickinson io avessi scelto, sarei rimasto fregato, perché non sarei mai riuscito a cantarla degnamente. Volevamo una canzone che non solo fosse un anthem dei Maiden, ma che fosse anche un perfetto tributo da parte di tutti i Trivium. Visto che Kerrang! è distribuito solo in Inghilterra, abbiamo poi pensato di includerla come bonus-track nell’edizione speciale dell’album”.

A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA SENTITE FINALMENTE CHE LA STRADA E’ IN DISCESA?
“Non è mai stato tutto tanto facile. Abbiamo una road crew stupenda che ci aiuta in ogni modo possibile prima, durante e dopo lo show, abbiamo dei bus decenti e possiamo anche mangiare e bere in maniera degna di tal nome. Ma non è stato come schioccare le dita: sommando tutte le vendite di tutti i nostri CD siamo arrivati quasi al milione di copie, con quasi 500 date nel curriculum. E’ stato necessario moltissimo lavoro per arrivare a questi livelli”.

TUTTI SANNO CHE IL PUBBLICO DEGLI SLAYER E’ IL PEGGIORE DEL MONDO: COME VI PORRETE DAVANTI A QUESTI SCALMANATI E COM’E’ ANDATA FINO AD OGGI?
“Ho fatto parte più e più volte di quel pubblico, quindi so benissimo a cosa andiamo incontro! D’altra parte è un piacere immenso e un onore. Ad oggi la cosa peggiore è stata un ragazzino quattordicenne che ci ha tirato un bicchiere sul palco, ma andiamo, è un ragazzino, ci abbiamo riso sopra. In realtà il pubblico ci è sembrato molto ricettivo – speriamo non siano le ultime parole famose prima di salire sul palco e venire sommerso di ortaggi stasera!”.

AVETE RICEVUTO PERO’ DEI COMPLIMENTI DA KERRY KING IN PERSONA, UN PERSONAGGIO CHE NON SI SCOMODA MOLTO FACILMENTE!
“L’ho incontrato un paio di volte prima di questo tour, non è cattivo come lo dipingono. Lui e Corey vanno molto d’accordo, metal e vodka capisci? Kerry è sempre stato uno dei nostri idoli, non ci pare vero”.

COSA BOLLE IN PENTOLA PER IL FUTURO PROSSIMO?
“Tour costanti. Faremo delle date da headliner in Inghilterra, Irlanda e Russia, un grosso tour negli U.S., Giappone, Australia e i festival europei, e poi si spera un tour da headliner in Europa… un sacco di lavoro”.

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