TRUCKFIGHTERS – Grasso variopinto

Pubblicato il 01/01/2017 da

L’evoluzione da gruppo prettamente stoner a patrocinatore di un hard rock moderno ad ampio raggio ha giovato ai Truckfighters. Il quinto disco “V” li ha portati presso la corte di una delle label più importanti del circuito heavy metal, la Century Media, condizione che potrebbe aprirgli un pubblico meno settoriale rispetto a quello che li ha apprezzati finora. D’altronde il trio aveva già avuto modo di partecipare a grossi festival metal, sdoganando presso le grandi platee il proprio sound grosso, rumoroso e variegato. Tramite “Universe” del 2014 e quest’ultimo full-length il discorso si è fatto ancora più intrigante e imprevedibile, per cui abbiamo voluto approfondire la questione direttamente con la band, nella persona del chitarrista Niklas ‘Dango’ Källgren, assieme al cantante/bassista Oskar ‘Ozo’ Cedermalm l’anima della formazione.

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CON “V”, COME IL TITOLO AFFERMA DEL RESTO, SIETE APPRODATI AL QUINTO ALBUM. COME DESCRIVERESTI L’EVOLUZIONE COMPIUTA FINORA? DURANTE GLI ANNI AVETE ALLARGATO LE PARTI PIÙ SOFT SENZA PERDERE IN POTENZA E IMPATTO, ATTITUDINE NON COMUNE FRA GLI ENSEMBLE STONER.
“Il processo di evoluzione si svolto in grande naturalezza e te ne puoi accorgere ascoltando in fila uno all’altro i nostri cinque dischi. Potrai sentire chiaramente che si tratta sempre della stessa band, che poco per volta si apre all’esplorazione di nuovi territori. Un paesaggio che si allarga davanti ai tuoi occhi e diventa famigliare man mano che ti inoltri nel ‘continente’ dei Truckfighters. Il nostro sound parte dallo stoner, ma noi suoniamo in uno stile tutto nostro, una specie di hard rock moderno alternativo. Le influenze progressive si sono fatte strada perché stiamo invecchiando (risate, ndR). Non sarebbe divertente se continuassimo a ripeterci all’infinito”.

UNO DEGLI ASPETTI PECULIARI DEL VOSTRO SUONO RIGUARDA LE MELODIE DI BASSO E CHITARRA, CHE RICHIAMANO QUELLE DEI TOOL. SIETE DAVVERO COSÌ INTERESSATI AL GRUPPO DI MAYNARD KEENAN, OPPURE IL PARAGONE SCATURISCE SOPRATTUTTO DA IDEE DEI FAN E DELLA CRITICA?
“In effetti sono un fan dei Tool, e in qualche modo l’ascolto di questa band mi ha portato a far confluire qualcosa di quello che suonano nei Truckfighters”.

AVETE DECISO DI APRIRE IL DISCO CON “CALM BEFORE THE STORM”, MOLTO DISTANTE DALLA TIPICA OPENING TRACK: CHITARRE ARPEGGIATE, VOCE TENUE, UN TOCCO MALINCONICO, TANTI MINUTI PACIFICI PRIMA CHE IRROMPA LA CHITARRA DISTORTA. A COSA DOBBIAMO QUESTA SCELTA?
“Pensiamo sia una grande canzone e un ottimo modo di cominciare il disco. Ci piaceva l’idea di fare qualcosa di inaspettato, ma è ancora più importante che il pezzo introduca perfettamente al mood generale di ‘V’”.

NEGLI ANNI AVETE ESPLORATO UNA COSTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA VOSTRA MUSICA, IN “V” NON C’È UNA SOLA TRACCIA VERAMENTE DIRETTA, COME POTEVA ACCADERE ANCORA IN “UNIVERSE” CON UNA “MIND CONTROL”, PER ESEMPIO. OGNI CANZONE HA UNA DURATA MEDIO-LUNGA E MOLTI CAMBIAMENTI AL SUO INTERNO NEL FEELING, NEGLI STILI E NEGLI ARRANGIAMENTI. QUALE COMPOSIZIONE VI HA DATO PIÙ DIFFICOLTÀ PER ESSERE TERMINATA?
“Tutte quante! Per ognuna è stata una lunga lotta scriverla, registrarla e missarla”.

IN PASSATO AVETE AVUTO DIVERSI PROBLEMI AD AVERE UN BATTERISTA STABILMENTE IN LINE-UP. A COSA È DOVUTO QUESTO CONTINUO TURNOVER NEL RUOLO? ANCHE DANIEL ‘EL DANNO’ ISRAELSSON, DRUMMER IN “V”, NON FA GIÀ PIÙ PARTE DELLA BAND…
“Il problema per un nuovo batterista è quello di adattarsi a suonare con due ragazzi che lo fanno assieme da circa quindici anni: non è semplice che chi entra nel gruppo possa avere per i Truckfighers la stessa devozione, lo stesso interesse che proviamo noi. Non possiamo garantirgli un lauto stipendio, chiunque entri nei Truckfighters deve amare la tipica vita di una rock band. Essere spesso in tour e suonare molti show durante l’anno non è qualcosa che vada bene a tutti. I batteristi che abbiamo avuto se ne sono andati per differenti motivi: Mr. Pezo aveva problemi a gestire alcuni suoi ‘vizi’, Mr. Paco si è fatto male ai polsi, Mr. Poncho è entrato nei Blues Pills, Mr. Pedro non gradiva di stare in tour a lungo. Come vedi, ci sono molteplici aspetti da tenere in considerazione per adattarsi a noi musicalmente e nello stile di vita”.

UNO DEGLI ASPETTI MIGLIORI, DAL MIO PUNTO DI VISTA, DEL SOUND DEI TRUCKFIGHTERS È LA VOCE DI OSKAR. LE TONALITÀ PIÙ MORBIDE SPOSTANO L’ATTENZIONE SU UNA DIMENSIONE LONTANA DA QUELLA USUALE DELLO STONER ROCK. CHE TIPO DI FORMAZIONE HA AVUTO PER L’USO DELLA VOCE E COME HA SVILUPPATO IL RANGE VOCALE E LA VERSATILITÀ?
“Oskar ha cercato di esplorare nuove modalità di utilizzo della voce di pari passo al nostro percorso di scoperta di nuovi suoni. Si sforza di avere un approccio leggermente differente da un album all’altro, anche se penso che per ‘Universe’ e ‘V’ abbia adottato uno stile vocale abbastanza simile. Quindi possiamo dire che abbia trovato un modo di cantare che lo soddisfa e nel quale si sente pienamente a suo agio”.

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AVETE ARCHITETTATO UN GIOCO DIVERTENTE PER I VOSTRI FAN: AVETE CHIESTO DI CANTARE “THE 1”, DALL’ULTIMO DISCO, E DI POSTARE IL VIDEO DELLA PERFORMANCE-KARAOKE SU YOUTUBE E FACEBOOK. POI SELEZIONERETE IL MIGLIORE FRA TUTTI QUELLI CHE SI SONO CIMENTATI NELLA SFIDA E LO INVITERETE A CANTARE CON VOI ON-STAGE. COME HANNO RISPOSTO I FAN ALLA VOSTRA RICHIESTA? AVETE SCOPERTO NUOVI TALENTI VOCALI?
“Mi spiace, ma stiamo ancora aspettando i risultati della nostra iniziativa, per ora non ti posso dire nulla a riguardo!”.

QUALI SONO I PRINCIPI FONDAMENTALI CHE GUIDANO LA VOSTRA MUSICA? QUALI SAREBBERO LE IDEE BASE DIETRO AI DISCHI RILASCIATI IN QUESTI ANNI?
“Avere un suono grasso. Suonare nella maniera più grassa possibile senza perdere il senso logico della musica. Grasso è buono, così cerchiamo di creare musica che sia veramente obesa. Produciamo tutto quanto nel nostro studio personale, i Bombshelter. L’unica regola che abbiamo è che non ci sono regole, se qualcosa suona bene allora può stare in un disco dei Truckfighters. Ad esempio, non credo che per sentire bene il basso si debba spingere sul bottone dei bassi sul proprio stereo! Ritengo anche che la voce sia parte della musica e contribuisca a darle un certo feeling, per cui non deve sovrastare gli altri strumenti”.

QUAL È IL PAESE DOVE AVETE LA MIGLIOR AUDIENCE? QUALI SONO I POSTI DOVE AVETE TRASCORSO I PIÙ BEI MOMENTI DEI VOSTRI TOUR?
“Ce ne sono troppi per nominarne uno solo. Ovunque siamo andati ci siamo trovati bene e abbiamo suonato degli ottimi show”.

SUL VOSTRO SITO UFFICIALE È RIPORTATO UN GIUDIZIO ENTUSIASTA SU DI VOI DA PARTE DI JOSH HOMME DEI QUEENS OF THE STONE AGE. COS’AVETE PENSATO QUANDO HA DEFINITO I TRUCKFIGHTERS “LA MIGLIOR BAND MAI ESISTITA”? CHE TIPO DI RAPPORTI AVETE CON QUESTO FAMOSO MUSICISTA?
“(Risate, ndR) Non credo fosse serio quando ha pronunciato questa frase, ma significa comunque che gli piacciamo, o almeno credo! Non lo conosciamo bene, l’avremo incontrato un paio di volte. Per quello che lo conosco, mi è sembrato un tipo davvero interessante e che non si dà arie da rockstar”.

SIETE SPESSO DEFINITI UNA COMPAGINE STONER ROCK, CHE SE NON VOGLIAMO ADDENTRARCI NEI DETTAGLI, È UN’ETICHETTA CHE CI PUÒ STARE. MA ORA SUONATE IN MODO PIÙ COMPLESSO, NON PENSI CHE ABBIATE ORAMAI SORPASSATO I CONFINI DEL GENERE E VI SIATE ADDENTRATI IN TERRITORI MOLTO PIÙ VASTI?
“Sì, sono d’accordo, non siamo più ‘solamente’ stoner da parecchio, almeno dai tempi di ‘Mania’, il nostro terzo album”.

QUALI SONO LE VOSTRE SPERANZE PER IL CONTRATTO OTTENUTO CON CENTURY MEDIA? QUALI POTREBBERO ESSERE I VOSTRI OBIETTIVI PER IL FUTURO, POTENDO CONTARE SUL SUPPORTO DI  QUESTA IMPORTANTE LABEL?
“Attrarre una platea di ascoltatori più ampia di quella ottenuta finora, può darsi che qualche ‘normale’ metal fan che ci ha sempre trascurato finisca per scoprire il potere del fuzz grazie all’appartenenza al roster della Century Media”.

CHE COSA PUOI DIRCI DELLA VOSTRA CITTÀ NATALE, ÖREBRO? HA QUALCHE PECULIARITÀ CHE VI HA AIUTATO A TROVARE LA VOSTRA STRADA NELL’HARD ROCK E NELLO STONER?
“Non direi, è un posto piccolo e abbastanza idilliaco da un certo punto di vista, piuttosto noioso e senza nulla di spaventoso o pericoloso. Un ottimo luogo in cui crescere”.

 

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