Bisogna ammettere che i Turisas sono una band coraggiosa: dopo l’uscita di “Battle Metal”, loro fulgido esordio, sarebbe stato semplice per i finnici proseguire sull’onda del successo di quel disco, ancor più consolidato dalla ventata folk-metal che tuttora sta attraversando l’Europa. Invece, prima con “The Varangian Way” e ora con “Stand Up And Fight”, Mathias ‘Warlord’ Nygard ha portato i suoi compari verso un suono più complesso, elaborato e cinematografico, sicuramente più adatto ai fan dei Blind Guardian che a quelli dei Korpiklaani. E’ proprio il frontman e leader dei Turisas a spiegarci le idee e le sensazioni riguardo all’ultimo lavoro composto da lui e dalla sua formazione…
CIAO, MATHIAS, E BENVENUTO SU METALITALIA.COM! SONO TRASCORSI TRE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DI “THE VARANGIAN WAY”, IL SECONDO PASSO DELLA VOSTRA GRADUALE SCALATA VERSO LA POPOLARITA’. TI VA DI RIASSUMERE COME I TURISAS HANNO TRASCORSO QUESTO LASSO DI TEMPO?
“Chiaramente siamo stati occupatissimi! Abbiamo fatto concerti per quasi tutto il biennio 2007-2009, tra tour europei e americani, tutti con diverse offerte e diverse tipologie di pubblico, dettagli che ci sono stati utili ed interessanti. L’anno scorso abbiamo suonato ad una manciata di grossi festival e abbiamo avuto la fortuna di poter volare in Giappone (due volte), Cina e Australia (per la prima volta), davvero un successone! A dire il vero, però, la maggior parte del 2010 l’abbiamo trascorsa a scrivere e registrare ‘Stand Up And Fight’. Volevamo che suonasse perfetto e prenderci tutto il tempo necessario, e crediamo di esserci riusciti!”.
E ALLORA VENIAMO SUBITO A “STAND UP AND FIGHT”, LA VOSTRA TERZA FATICA. SPESSO SI DICE CHE IL TERZO ALBUM SIA IL PIU’ IMPORTANTE NELLA CARRIERA DI UNA BAND. AVETE SENTITO DELLA PRESSIONE ATTORNO A VOI IN QUALCHE MODO? COME AVETE APPROCCIATO IL LAVORO?
“(ride, ndR) Il ‘difficile terzo album’, sicuro! Guarda, abbiamo provato ad iniziare a scrivere del materiale mentre eravamo in tour ad inizio 2009, ma non veniva fuori niente di buono; allora abbiamo fatto passare l’estate e dopo gli ultimi concerti ci siamo fermati e concentrati sulle idee ed il songwriting. La registrazione vera e propria è stata nel 2010, ma si è trattato di un processo molto ben pre-organizzato. La maggior parte della musica è stata creata da me nel mio studio di Helsinki, per poi spedire agli altri membri i demo sui quali lavorare. Diciamo che lievi accenni di pressione li abbiamo avuti per certe deadline che avevamo, ma a volte anche noi ci siamo auto-imposti di non portare avanti un’idea se non fosse stata migliore del vecchio materiale. Abbiamo voluto essere ambiziosi, sì”.
COMINCIAMO A PARLARE DEL NUOVO DISCO, DUNQUE, DAL TITOLO E DALLA COPERTINA. IL TITOLO E’ FORTE E DIRETTO, MENTRE LA COVER E’ MOLTO CINEMATOGRAFICA E RICORDA I MANIFESTI DEI VECCHI FILM STORICI. CI RACCONTI QUALCOSA DI PIU’ IN MERITO?
“Sì, il modo in cui hai descritto la cover è esattamente il tipo di grafica che andavamo cercando. E’ del tutto voluta la cosa. L’intero album è ispirato ad eventi storici e ha molti elementi, anche musicali, di quei mega-classiconi degli anni Cinquanta-Sessanta, come ad esempio ‘Ben Hur’. E l’artwork doveva riflettere tutto ciò”.
LA PRIMA IMPRESSIONE CHE HO AVUTO ASCOLTANDO “STAND UP AND FIGHT” E’ STATA QUELLA DI UNO SVILUPPO DELLE SONORITA’ DI “THE VARANGIAN WAY”. PIU’ MATURE, PIU’ RAFFINATE, PIU’ COMPLESSE E ANCHE PIU’ VISUALI RISPETTO AL PASSATO. SEI D’ACCORDO CON ME?
“Sì, assolutamente. In origine avevamo pianificato che doveva essere l’esatta ripresa della storia dove era finita con ‘The Varangian Way’, ma poi abbiamo modificato un po’ le cose. Per cui, invece di essere un mero sequel o proseguire quella storia in modo ferrato, ‘Stand Up And Fight’ si è ritrovato ad essere più indipendente e descrive le vicende solamente attraverso collegamenti e rimandi. Il racconto è lì che vi fa l’occhiolino e se uno è interessato lo può approfondire, ma in generale i pezzi hanno un significato più universale e i testi possono essere interpretati sia nel mondo moderno che nell’Impero Bizantino dell’11° secolo”.
LE SEZIONI SINFONICHE ED ORCHESTRALI, SEBBENE SIANO SEMPRE STATE PRESENTI NEI TURISAS, STANNO ACQUISENDO IMPORTANZA DISCO DOPO DISCO. SEMBRA QUASI CHE STIATE CERCANDO DI SCRIVERE UN MUSICAL O UNA COLONNA SONORA…
“Come ti dicevo prima, il disco ha caratteristiche molto ‘filmiche’, che è poi quello che volevamo ottenere. E’ stato un durissimo lavoro comporre tutti quei substrati di arrangiamento, stili vocali, cori, orchestrazioni… Ci siamo trovati ad utilizzare i servigi di tanti musicisti di valore che fanno parte della scena classica finlandese, molto meglio chiaramente che usare i soliti sample per ottenere una qualità migliore di suono. Gli elementi progressivi e bombastici che rilevi in qualche canzone sono le cose che ci sono riuscite meglio, credo!”.
PARLIAMO UN PO’ DEI TESTI ORA: ABBIAMO GIA’ DETTO CHE RACCONTANO PIU’ O MENO COME PROSEGUE LA STORIA DEI VARANGIANI, LA STIRPE DI VICHINGHI DI ORIGINE RUSSA CHE SI TROVA DOPO PERIPEZIE A COSTANTINOPOLI. COME TI SEI DOCUMENTATO PER ANDARE AVANTI?
“Be’, come ti ho già accennato sopra, è vero che ci sono elementi condivisi con ‘The Varangian Way’, ma è tutto molto lasciato all’ascoltatore. Il disco precedente terminava con l’arrivo del protagonista e del suo gruppo a Costantinopoli e ‘Stand Up And Fight’ ha proprio a che fare con quello che succede in seguito, prendendosi però anche dei bei sbalzi temporali! Il tema principale è la formazione e l’allargamento dei grandi Imperi, però tutto è equamente associabile all’Impero Bizantino così come all’Unione Sovietica. Sono avido di letture che riguardano questi argomenti, ne vengo affascinato!”.
VENIAMO AD UNA DOMANDA SCOMODINA: CONSIDERO “BATTLE METAL”, IL VOSTRO DEBUTTO, UNO DEI MIGLIORI ESEMPI DI FOLK-METAL SCANDINAVO DELL’ULTIMO DECENNIO. LA FEROCIA E L’IMMEDIATEZZA CHE PERMEAVANO QUEL DISCO SEMBRANO OGGI UN PO’ PERSE. AVETE MAI AVUTO CRITICHE NEGATIVE PER LA VOSTRA EVOLUZIONE SONORA?
“Credo ci sarà sempre qualche fan che ha adorato ‘Battle Metal’ e che vorrebbe che lo riproponessimo all’infinito. Purtroppo non è così che siamo, ci consideriamo musicisti e artisti che devono evolversi ed esplorare nuove idee. Confidiamo ovviamente che la grande maggioranza dei nostri fan stia dalla nostra parte!”.
LE VOSTRE ESIBIZIONI SONO BEN CONOSCIUTE, PIENE DI ENERGIA E DIVERTIMENTO. MA ORA LE CANZONI DA SUONARE SONO SEMPRE PIU’ COMPLESSE, CON ORCHESTRA, PARTI CORALI E COSI’ VIA. AVETE GIA PENSATO A COME POTERLE RIPROPORRE DAL VIVO? E PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE SUI FESTIVAL ESTIVI DI QUEST’ANNO?
“Certamente che ci abbiamo pensato e ce ne stiamo occupando proprio in questi giorni! Abbiamo già provato a suonare dal vivo alcuni pezzi nuovi qui in Finlandia e tutto quello che occorre per farli funzionare anche sul palco, oltre all’alternarli con del materiale più datato, è qualche piccolo ri-arrangiamento e forse una veste leggermente più aggressiva. Del resto abbiamo davanti un anno impegnativo sul fronte tour: saremo in giro per tutto il mondo, parteciperemo a diversi festival estivi europei e ti posso annunciare che stiamo raggiungendo accordi per poter venire in Italia entro la fine del 2011!”.
ECCO UNA GRAN BELLA NOTIZIA! PER FINIRE, MI PIACEREBBE SAPERE LA TUA OPINIONE SUL TREND FOLK-METAL CHE SI E’ SVILUPPATO IN QUESTI ANNI. I TURISAS SONO SICURAMENTE FRA LE BAND PIU’ ORIGINALI CHE HANNO FATTO CAPOLINO NELLA SCENA, MA CHE NE PENSI DI QUESTO PROLIFERARE DI GRUPPI SIMILI?
“E’ vero, sembra proprio che ci sia moltissima gente che segua questo tipo di sonorità, e possiamo dire di trovarci di fronte ad un trend. Ci sono tanti tour in giro che accorpano band folk-metal e sarei proprio curioso di scoprire dove porterà tutta questa abbondanza. Come ogni filone che si rispetti, anche nel folk ci sono gruppi validissimi e altri veramente pessimi. Io dico buona fortuna a tutti, però credo anche che i Turisas siano abbastanza al di fuori di tutto ciò”.
PERFETTO, MATHIAS, ABBIAMO FINITO. A TE L’ONORE DI TERMINARE L’INTERVISTA COME PREFERISCI…
“Be’, grazie mille per aver letto l’intervista! Spero l’album vi sia piaciuto e ovviamente ci si vede on the road!”.