U.F.O. – Ancora una volta qui

Pubblicato il 01/04/2004 da

Da oltre trent’anni gli UFO deliziano il popolo del rock con canzoni sanguigne che hanno fatto della formazione di Phil Mogg una delle più amate in assoluto nella scena. Gli autori della celebre “Doctor Doctor” a due anni dal discreto “Sharks” tornano con un nuovo album che segna il (definitivo?) divorzio tra la band ed il chitarrista Michael Schenker, personaggio il cui ego da sempre non gli permette una vita di gruppo per tempi eccessivamente prolungati! Il nuovo “You Are Here” vede due inarrivabili entrate, Vinnie Moore e Jason Bonham, musicisti che non necessitano di alcuna presentazione e che hanno portato una grande carica nelle nuove canzoni, autentiche perle rock dal sapore settantiano che non sfigurano comunque a fianco delle hit del nuovo millennio. E’ proprio con il leader Phil Mogg che parliamo di questo atteso come back.
PHIL, IL PRIMO PARTICOLARE CHE BALZA ALL’OCCHIO DEL VOSTRO NUOVO LAVORO E’ LA LINE-UP. ANCORA UNA VOLTA MICHAEL SCHENKER HA DATO FORFAIT…
“Un altro split eheheh! Vedi, già per il precedente ‘Sharks’ non  siamo riusciti ad andare in tour, ma per questo disco era ed è mia intenzione compiere un grande lavoro di promozione, sia in momenti di interviste come questo, sia per quanto riguarda le date live. Questa mia intenzione l’ho subito esposta a Michael, non volevo che per qualche capriccio ci lasciasse a metà tour, e ho fatto presente che volevo un chitarrista in grado di seguirci sia in studio, sia in tutti i concerti che faremo. Michael è un personaggio eccentrico e molto impegnato con i suoi vari progetti, il rischio di registrare un disco, di trovarci senza chitarrista prima ancora di andare in tour o a metà addirittura era concreto! Una band affiatata deve dedicarsi al 100% sulla propria musica, gli UFO devono essere gli UFO, non cinque entità ognuna coinvolta in dieci progetti paralleli. Dopo queste premesse siamo arrivati alla conclusione che la separazione fosse la migliore cosa per entrambi. Le relazioni all’interno di un gruppo sono molto importanti, a livelli non più amatoriali ci si ritrova per forza di cose a lavorare e stare per moltissimo tempo a stretto contatto. E’ difficile scrivere buoni pezzi o calcare un palco insieme a persone con cui i rapporti sono tesi e sottili come un filo di lana.”

SE NON SBAGLIO MICHAEL POSSEDEVA PARTE DEI DIRITTI SUL NOME UFO CHE, DOPO UNA TUA RICHIESTA, PRONTAMENTE DI HA CEDUTO.
“Inizialmente Michael non aveva nessun diritto sul nome UFO. Quando è tornato nella band, era il 1995, come clausola sul suo contratto ha fatto scrivere che la band UFO non sarebbe potuta esistere senza me o senza di lui. Diciamo che in questo modo ha voluto ‘pararsi il culo’ da qualsiasi tipo di licenziamento. Se lui non voleva più dedicarsi agli UFO con tutte le sue energie, non c’erano nemmeno i motivi perché impedisse a noi di andare avanti per la nostra strada! Noi vogliamo soltanto essere una band, vivere da band e agire da band, nel momento in cui le strade di due artisti si dividono è giusto che uno non ponga dei paletti fra le gambe dell’altro. Siamo fortunatamente arrivati alla giusta soluzione.”

PARLAMI ORA DEI “NUOVI” RAGAZZI, VINNIE MOORE ED IL GRANDE JASON BONHAM…
“Vinnie e Jason, oltre ad essere persone simpaticissime e grandi musicisti, hanno soprattutto il merito di aver portato aria nuova in casa UFO. In studio ci siamo subito trovati molto bene, il materiale di ‘You Are Here’ possiede il classico trademark della band, senza disdegnare una lunga serie di influenze rock. La sintonia fra noi è arrivata subito, sembrava suonassimo insieme da anni e le canzoni del nuovo disco sono sicuro non scontenteranno sia i nuovi fans degli UFO, sia i più vecchietti che ci seguono ormai da trent’anni. Jason poi è un grande fan degli UFO, se come batterista non ha certo bisogno di presentazioni, anche dal lato umano io lo conosco da diverso tempo e so che è una persona su cui si può contare. Il vantaggio di avere due musicisti come loro in formazione è che possiedono un’alta preparazione tecnica, ma il loro modo di suonare è capace di trasmettere fortissime emozioni! Per la musica rock come la nostra, più ancora del lato tecnico/virtuoso è importante riuscire ad arrivare al cuore dei fans, e per far questo è assolutamente necessario che il musicista suoni con feeling!”

SU CERTI BRANI DI “YOU ARE HERE” L’INFLUENZA DI UNA BAND COME I LED ZEPPELIN SI FA SENTIRE IN DIVERSI FRANGENTI. MERITO DEL FIGLIO DEL “BONZO”?
“Non credo, le canzoni sono nate in modo molto naturale, anche se tutti hanno dato il proprio contributo, la matrice di base è la classica degli UFO. Non ci siamo mai fermati a pensare a come dovessero suonare i pezzi, noi siamo una rock band, i Led Zeppelin erano e sono una delle migliori rock band del mondo…il rock si suona così! Sono molto soddisfatto di come suona il disco, possiede le giuste atmosfere e la produzione è sicuramente l’ideale per la nostra musica.”

DI COSA PARLANO I BRANI DI “YOU ARE HERE”?
“Le canzoni tirano fuori molte sfaccettature delle sensazioni umane: malinconia, tristezza, ma anche allegria! E’ difficile per me parlarti in modo più specifico dei brani. Come per ogni pezzo rock che si rispetti, è l’ascoltatore a doverlo interpretare e trovare una chiave di lettura.”

E PER QUANTO RIGUARDA IL TITOLO “YOU ARE HERE”?
“Il titolo sta a significare che dovunque ti trovi, puoi sempre arrivare a dire ‘tu sei qui’! Per esempio, se ti ritrovi in qualche grande città, come Milano, Londra o New York, prima o poi incapperai in una mappa o in quei manifesti appesi al muro con disegnata la freccetta che dice ‘tu sei esattamente qui’! Potresti interpretarlo come il miglior posto in cui potresti essere in questo momento.”

STATE PER TORNARE S SUONARE IN ITALIA (L’INTERVISTA SI E’ SVOLTA PRIMA DEL TOUR NDA), SE NON ERRO NON SEI NUOVO DEL NOSTRO PAESE. CHE RICORDI HAI?
“Io adoro l’Italia, ci sono passato sin dagli anni settanta e mi ricordo con grande affetto la calata a Rimini! Non vedo l’ora di suonare di nuovo da voi, il pubblico vostro è uno dei più caldi di tutta Europa.”

E DEI GLORIOSI ANNI SETTANTA E OTTANTA COSA TI PIACE RICORDARE?
“Le grandi arene e i soldi possono bastare eh eh (scoppia a ridere, nda)? Scherzi a parte, quegli anni hanno sicuramente rappresentato un periodo irripetibile per la storia del rock, ma non mi piace vivere dei ricordi passati. Mi guardo indietro con felicità, ma ora quello che mi preme è il presente ed il futuro, l’importante è che gli UFO siano oggi ancora qui a calcare i palchi di tutta Europa! Tra la fine dei seventies fino a metà degli anni ’80, specialmente in America quando l’hard rock era in voga, abbiamo spesso suonato in grandi arene, oggi abbiamo la possibilità si suonare in posti più piccoli e riavvicinarsi ai fans, sentirli così vicino a noi è una cosa che ai tempi non potevamo realizzare.”

COME INQUADRI LA MUSICA DEGLI UFO NEL 2004? C’E’ ANCORA SPAZIO PER DEGLI ARZILLI “VECCHIETTI” COME VOI?
“Da quanti anni c’è il blues? Un genere non facile che da tempo immemore gode di alti e bassi, ma è riuscito a costruirsi una cerchia di estimatori in grado di mantenere il genere vivo nel tempo. Il nostro rock deriva proprio dal blues, non morirà mai, potrà essere illuminato od offuscato, ma nessuno riuscirà mai a sopprimere la musica rock. Sinceramente, dopo più di trent’anni di carriera, non mi pongo più certi problemi, fino a quando avrò voglia di suonare e fino a quando qualcuno mi ascolterà, io sarò sempre pronto a far dischi, senza preoccuparmi di cosa sia meglio suonare per vendere dieci copie in più.”

SIAMO ALLA FINE, UN SALUTO?
“Vi ringrazio per l’intervista e spero che vi piaccia il nostro nuovo ‘You Are Here’! Ci vediamo presto in Italia!”

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