UNANIMATED – Voci Diaboliche

Pubblicato il 23/08/2009 da

 

Non è da tutti tornare sulle scene dopo ben 14 anni di assenza con un album di tutto rispetto come “In The Light Of Darkness”. Sembra proprio che per gli Unanimated tutto quel tempo non sia mai passato: la death-black metal band svedese ci aveva lasciati con un capolavoro come “Ancient God Of Evil” nel 1995 e oggi, come se niente fosse accaduto, è riapparsa riprendendo quasi esattamente le fila di quel discorso. Un come-back insomma apprezzatissimo, che dimostra come il detto “la classe non è acqua” sia ancora oggi più che attuale. Ne abbiamo parlato in un breve colloquio via email con il bassista Richard Cabeza, vera icona della scena estrema scandinava.

 

CONGRATULAZIONI PER IL NUOVO ALBUM… PRESUMO SIATE CONTENTI DI ESSERE TORNATI!
“Grazie! Sì, non hai idea di quanto siamo soddisfatti. Abbiamo aspettato 14 anni per questo momento e siamo davvero contenti di ciò che siamo riusciti a ottenere. L’essere di nuovo insieme dopo tutti questi anni è una sensazione indescrivibile”.

DIREI DI FAR LUCE SU CHE COSA È ACCADUTO IN QUESTI 14 ANNI LONTANI DALLE SCENE. PERCHÈ AVETE IMPIEGATO COSÌ TANTO A TORNARE?
“Siamo stati tutti impegnati in vari tipi di progetti e di band. Io in primis ero nei Dismember, mentre Peter ha suonato a lungo con gli Entombed. Non ci siamo mai considerati un gruppo sciolto, ci eravamo solo presi una pausa… di 14 anni! A dire il vero, io e Jojje avevamo iniziato a comporre qualcosa per gli Unanimated già nel 1998, quando avevo fatto ritorno in Svezia dopo aver suonato per un po’ con i Satyricon. Tuttavia, in quel periodo eravamo più interessati all’alcol e alle droghe e ciò ci impedì di compiere reali progressi… eravamo sempre in un altro mondo. Peter inoltre in quel periodo era davvero impegnatissimo con gli Entombed, mentre Mike si era appena trasferito a Gothenburg. Abbiamo quindi deciso di lasciare perdere. Poi, nel 2007, ne abbiamo riparlato e, una volta suonato al Party San Festival l’estate scorsa, abbiamo definitivamente deciso di tornare in pista e di mettercela tutta”.

COM’ERA L’ATMOSFERA MENTRE STAVATE REGISTRANDO IL NUOVO MATERIALE?
“Le registrazioni sono state molto intense. Ci siamo recati presso i Necromurbus Studios con Tore Stjerna (Watain, Funeral Mist, etc). Per portare tutto a termine abbiamo impiegato circa 15 giorni, poi Tore si è trasferito in Portogallo e là ha mixato tutti i brani. L’atmosfera era fantastisca, si respirava una grande energia. Volevamo dare il massimo e ci siamo spronati sino all’ultimo”.

IL FATTO DI ESSERE CONSIDERATI UN GRUPPO DI CULTO DELLA SCENA DEATH-BLACK SVEDESE VI HA MESSO ADDOSSO DELLA PRESSIONE EXTRA MENTRE SCRIVEVATE I NUOVI BRANI?
“C’era la consapevolezza che il nostro sarebbe stato un album piuttosto atteso, ma non parlerei di pressione vera e propria. Come dicevo, questa volta tutti eravamo dell’idea di dover dare assolutamente il massimo e questo è bastato a farci lavorare con la giusta mentalità”.

E COME SONO STATE LE REAZIONI A “IN THE LIGHT OF DARKNESS” PER ADESSO?
“Ottime… decisamente ben oltre le nostre aspettative. Sia la stampa che i fan sembrano amare il disco. Per noi è molto gratificante, considerato soprattutto il fatto che abbiamo scritto questo materiale prima di tutto per noi stessi. Non puoi immaginare quanta voglia avevamo di dare finalmente alle stampe il nostro terzo album!”.

IL MATERIALE DI “IN THE LIGHT…” SUONA UN POCHINO PIÙ VARIO RISPETTO A QUELLO DEI PRIMI LAVORI. COME AVETE AFFRONTATO IL SONGWRITING QUESTA VOLTA? AVEVATE DEI DETERMINATI OBIETTIVI IN MENTE?
“Abbiamo solamente cercato di scrivere un album che suonasse 100% Unanimated e che fosse prima di tutto onesto. Abbiamo sempre cercato di avere delle buone dinamiche e soprattutto di comporre delle vere e proprie canzoni… forse questa volta ci siamo riusciti più che in passato, ma l’obiettivo del gruppo è questo da sempre”.

LA COMPONENTE SATANICA NEI TESTI E NELLE ATMOSFERE SEMBRA INVECE NON ESSERE CAMBIATA…
“Abbiamo sempre intriso la nostra musica di atmosfere mortifere e oscure, direttamente influenzate da filosofie sataniche. In passato eravamo forse un po’ più diretti, mentre oggi i nostri testi sono maggiormente criptici, ma il concetto alla base rimane lo stesso. Sia però chiaro che non siamo qui per insegnare o per dire alla gente che cosa fare: si tratta semplicemente della nostra visione del mondo e della religione… i testi sono una finestra sulle nostre menti”.

RITIENI CHE LA MUSICA ESTREMA SIA IL VEICOLO GIUSTO PER SCAGLIARSI CONTRO LE COSIDDETTE RELIGIONI ORGANIZZATE?
“È uno dei veicoli… sicuramente quello a noi più congeniale. Non siamo dei grandi oratori, nè degli scrittori, quindi combattiamo queste religioni con la nostra musica”.

È PIÙ IMPORTANTE LA MUSICA O IL MESSAGGIO?
“Per gli Unanimated senz’altro la musica. Il messaggio è importante, ma siamo prima di tutto dei musicisti. Come ti dicevo, per noi i testi hanno un grosso significato, tuttavia non è nostra intenzione fare alcuna predica nè convertire persone al nostro verbo. Siamo prima di tutto una band, che suona e scrive testi per sè stessa”.

OLTRE A “IN THE LIGHT OF DARKNESS”, LA REGAIN RECORDS HA PUBBLICATO ANCHE DELLE RISTAMPE DEI VOSTRI PRIMI DUE ACCLAMATI ALBUM: “IN THE FOREST OF THE DREAMING DEAD” E “ANCIENT GOD OF EVIL”. COME GIUDICHI QUESTA OPERAZIONE?
“Siamo contentissimi, anche perchè la Regain ha solamente finanziato la cura delle ristampe e la successiva messa in stampa…. il re-mastering e le nuove grafiche sono state curate interamente da noi. È stata un’idea nostra e siamo altamente soddisfatti di come il tutto sia venuto: i suoni sono migliori e anche i libretti. Finalmente i nostri nuovi fan hanno la possibilità di ascoltare quel materiale!”.

PER CONCLUDERE, A QUANDO LE PROSSIME DATE LIVE?
“Stiamo programmando qualcosa per l’autunno, non vediamo l’ora di calcare i palchi… tenete gli occhi aperti!”.

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