“Mind Control” ha permesso agli Uncle Acid & The Deadbeats di andare in tour insieme ai Black Sabbath e di farsi conoscere da un grande numero di estimatori. Una band misteriosa, geniale e particolarmente ispirata che non ama riposarsi sugli allori: per questo motivo il nuovo “The Night Creeper” rappresenta un’ulteriore passo avanti nel sound della formazione inglese, che diventa sempre più complesso, ricco di dettagli e pieno di atmosfere. Ai nostri microfoni, il cantante/chitarrista Kevin Ryan Starr, aka Uncle Acid, racconta la sua ultima fatica in studio.
IL VOSTRO PRECEDENTE DISCO “MIND CONTROL” VI HA APERTO MOLTE PORTE E HA PERMESSO DI FARVI CONOSCERE AD UNA GRANDE FETTA DI PUBBLICO…
“Siamo molto soddisfatti di ‘Mind Control’, un disco che ci ha permesso di farci conoscere come una vera band e che è stato molto apprezzato dal pubblico. Abbiamo scritto le canzoni presenti sul disco principalmente per noi, volevamo semplicemente suonare la musica che più ci piace, senza mettere in conto troppe aspettative. Grazie a ‘Mind Control’ siamo riusciti a suonare dal vivo in un sacco di posti e paesi diversi, supportare grandi band e far conoscere gli Uncle Acid & The Deadbeats. Ovviamente non siamo diventati milionari, non pensare a cifre faraoniche di dischi venduti, ma siamo davvero contenti. Con ‘The Night Creeper’ non ci siamo ripetuti, la nostra musica è evoluta ed il nuovo disco rappresenta un ulteriore passo avanti per la nostra carriera”.
SIETE STATI IN TOUR CON I BLACK SABBATH, I PADRI DELL’HEAVY METAL. COME AVETE VISSUTO QUESTA GRANDE OPPORTUNITA’?
“Non ci sono tante parole da dire, per noi è stato un grandissimo onore poter suonare con una band che ha da sempre rappresentato uno dei nostri più grandi punti di riferimento musicali. Ozzy Osbourne, Tony Iommi e Geezer Butler sono degli eroi per noi , e da sempre siamo fan dei Black Sabbath. Capisci che non capita tutti i giorni che musicisti di questo calibro scelgano una piccola e sconosciuta band e la portino in tour in grandi venue riempite da migliaia di fan. Parlando del tour non posso che fare un bilancio positivo, il pubblico ha molto apprezzato e grazie ai Black Sabbath siamo riusciti a costruire una grande base di fan”.
QUANDO SIETE ENTRATI IN STUDIO A REGISTRARE “THE NIGHT CREEPER”, QUAL E’ STATO IL VOSTRO APPROCCIO?
“Volevamo partire da ‘Mind Control’ e sviluppare le nostre nuove idee per proporre un sound più particolare ed evoluto, non avrebbe avuto senso comporre un disco uguale al precedente”.
I LAVORI AL NUOVO DISCO COME SI SONO SVOLTI?
“I lavori sono iniziati lo scorso anno dopo la fine del nostro tour negli Stati Uniti. Avevamo molte idee in testa e le nuove canzoni sono nate molto velocemente, non abbiamo perso tempo. Subito dopo la stesura dei pezzi ci siamo rinchiusi in studio per dar loro vita e per lavorare sui giusti arrangiamenti. Abbiamo scelto le canzoni da includere nel disco in soli tre giorni, poi siamo tornati a casa per lavorare sulle parti di tastiere e sulle voci”.
AVETE COLLABORATO CON IL PRODUTTORE LIAM WATSON, FAMOSO PER I SUOI LAVORI CON WHITE STRIPES ED ELECTRIC WIZARD, DUE BAND MOLTO DIVERSE DA VOI. COME VI SIETE TROVATI?
“Liam ha fatto un lavoro superbo sul disco. La ragione principale per cui abbiamo scelto di lavorare con lui è perché possiede un dei migliori studi di registrazione al mondo. Liam possiede una fantastica strumentazione analogica ed ha una padronanza maniacale del suo studio, riesce a sfruttarlo al meglio ogni volta. Durante i nostri primi incontri abbiamo discusso insieme del sound che avrebbe dovuto trasmettere al disco, Liam ha saputo tramutare in realtà tutte le nostre idee, la sua bravura si vede anche dai piccoli dettagli, la scelta di un certo amplificatore o il modo di posizionare i microfoni. A disco ultimato non riusciamo davvero a trovare difetti”.
IN EFFETTI “THE NIGHT CREEPER” HA UN SOUND MOLTO ANALOGICO, UN VERO TRIBUTO AL ROCK DEGLI ANNI SETTANTA…
“Sono contento che si senta, crediamo che il sound naturale, non stravolto da una miriade di effetti, sia quello che più calzi al nostro tipo di musica. Le chitarre e le parti di batteria sono state registrate su nastro, per cui la struttura portante del disco possiede suoni tipici della registrazione su nastro. Abbiamo usato anche strumentazione digitale per incidere le parti vocali e le tastiere, penso che alla fine ‘The Night Creeper’ abbia un giusto mix di vecchio e nuovo”.
BRANI COME “WAITING FOR BLOOD” O “MURDER NIGHTS” POSSIEDONO UN’IMPRONTA STONER CHE ACCENTUA LE ATMOSFERE DELLA VOSTRA MUSICA. E’ STATA UNA VOSTRA SCELTA.
“Hai ragione, i due brani che hai citato sono molto atmosferici, ma non abbiamo pianificato a tavolino di dar loro un tocco più stoner o rock. Se prendiamo come esempio ‘Waiting For Blood’, le tastiere sono ridotte al minimo, avremmo potuto utilizzarle in quantità maggiore, ma la canzone avrebbe perso forza ed intensità. Sono i riff ad essere i protagonisti, la loro ripetitività in effetti può dare l’idea di influenze stoner”.
SE NON SBAGLIO, “THE NIGHT CREEPER” E’ UN CONCEPT ALBUM.
“Sì, le canzoni del disco narrano una storia dall’inizio alla fine. Il protagonista del racconto è un serial killer chiamato ‘The Night Creeper’ dalla stampa. Lui commette efferati omicidi, ma non ci tiene ad essere pubblicizzato. La stampa invece continua a scrivere di lui e la gente da una parte è spaventata, dall’altra vuole leggere sempre più materiale inerente l’assassino”.
LA COPERTINA DEL DISCO RITRAE LA SAGOMA DI UN POLIZIOTTO TOTALMENTE NERA, SI POTREBBE INTERPRETARE CHE L’ASSASSINO SIA PROPRIO UN ESPONENTE DELLE FORZE DELL’ORDINE?
“Certo, questa è una chiave di interpretazione molto plausibile. Da una parte si potrebbe pensare alla polizia che brancola nel buio perché non riesce a smascherare il killer, però è lecito supporre che questo criminale in realtà faccia proprio parte della polizia. Abbiamo volutamente scelto questa copertina per aumentare l’alone di mistero ed indurre chi ascolta la nostra musica e legge i testi dei brani a farsi delle domande”.
QUANDO SCRIVI IL TESTO DI UNA CANZONE, VUOI COMUNICARE UN MESSAGGIO BEN PRECISO ALL’ASCOLTATORE O PER TE LA MUSICA E’ PIU’ IMPORTANTE?
“Mi piace pensare che le mie canzoni rappresentino una sorta di fiction, qualcosa di assolutamente irreale e non basato su fatti accaduti, ma che riesca a suscitare interesse nei confronti di chi compra il nostro disco. Non ci sono messaggi nascosti o significati ermetici nelle mie canzoni, si tratta solo di narrazione nuda e cruda”.
CON I VOSTRI PRECEDENTI DISCHI NON AVETE DIFFUSO FOTO IN CHIARO DELLE VOSTRE FACCE, COME A VOLER ALIMENTARE UN ALONE DI MISTERO ATTORNO AGLI UNCLE ACID & THE DEADBEATS. CON “THE NIGHT CREEPER” LE COSE SONO CAMBIATE, PENSI CHE SIA IL MOMENTO GIUSTO DI ESPORVI?
“Alla fine abbiamo capito l’importanza di una buona promozione per permettere alla gente di conoscere la band ed ascoltare la nostra musica. Diversi fan cercavano la nostra musica o articoli su di noi, ma non essendoci in giro le nostre facce diventava difficile riconoscerci. Per poter fare in modo che la nostra musica venga ascoltata da più persone possibile, bisogna scendere a compromessi, abbiamo quindi ‘sacrificato’ quell’alone di mistero che gravava sulla band, ci siamo messi in luce per poter arrivare ad un pubblico più vasto”.
LEE DORRIAN E LA SUA RISE ABOVE HANNO FATTO UN GRANDE LAVORO SU DI VOI.
“Saremo sempre grati a Lee per aver investito così tanto nella band. Ha curato in modo maniacale i nostri dischi, ha realizzato degli splendidi vinili e organizzato un’imponente campagna promozionale che ci ha aperto molte porte. Lee Dorrian ci ha lasciato la più totale libertà artistica, non ha mai imposto paletti sulla nostra musica, al giorno d’oggi è difficile instaurare un rapporto di totale fiducia tra un artista alle prime armi e la sua casa discografica”.
COME VI STATE ORGANIZZANDO PER IL TOUR?
“Suoneremo inizialmente tra ottobre e novembre e terremo anche una data in Italia. Non vediamo l’ora di suonare nel vostro Paese dove il pubblico è molto partecipe. Il successo ottenuto da ‘Mind Control’ ci ha permesso questa volta di suonare da headliner, poi in futuro se ci sarà la possibilità di aggregarsi ad una grossa band tipo i Black Sabbath, non ci tireremo certo indietro”.
COME VEDI QUESTO RITORNO DI FIAMMA DEL ROCK CLASSICO ANNI SETTANTA?
“Non so se sia un trend o meno, mi limito a dire che è un momento davvero fantastico per il rock classico. Credo che la gente si sia stancata di ascoltare band usa e getta, c’è più attenzione verso la musica di qualità. Alla fine si torna sempre alle origini, c’è voglia di rock, c’è voglia di chitarre distorte, non contano più le iper produzioni pompose da classifica”.