Band fra le più attive e rispettate dell’underground death metal dell’ultimo decennio, gli Undergang sono recentemente tornati con “Aldrig i livet” (Me Saco Un Oso / Dark Descent Records), quinto full-length album che li ha visti dare una rinfrescata alla propria proposta grazie all’aggiunta di un pizzico di melodia e di alcune trame un po’ più elaborate del solito. Indubbiamente, il gruppo danese resta fiero discepolo di realtà come Autopsy, primi Carcass e Rottrevore, ma in questa occasione è difficile non notare un certo affinamento nel songwriting e una maggiore ambizione su vari livelli, elementi che hanno portato i ragazzi di Copenhagen a realizzare uno dei lavori più ispirati e completi della loro discografia. Parliamo di questo e altro con il disponibile chitarrista/cantante David “Torturdød” Mikkelsen, raggiunto via email poche settimane fa!
CONGRATULAZIONI PER “ALDRIG I LIVET”, UN DISCO MOLTO INTERESSANTE. LO TROVO IL VOSTRO LAVORO PIÙ VALIDO ASSIEME AL DEBUT. SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE OPPURE CAMBIERESTE QUALCOSA ORA CHE SONO TRASCORSI DIVERSI MESI DALLE REGISTRAZIONI?
– Grazie, sono felice di sapere che “Aldrig i livet” ti sia piaciuto ed è divertente sentire che ti abbia colpito come il debutto, dato che si tratta di opere abbastanza diverse fra loro, anche se ovviamente è stata la stessa band a creare entrambi. Sono abbastanza contento di come l’album sia venuto nel suo insieme e sono ovviamente orgoglioso di ciò che abbiamo creato insieme come band. Sembra che ci sia voluta una vita per pubblicarlo, quindi è bello averlo finalmente fuori ed essere in grado di condividerlo con le persone che ci apprezzano.
Ci sono sempre cose che col senno di poi avrei voluto fare diversamente, ma guardo sempre alle nostre uscite come a una fotografia della nostra band in quel determinato momento e lo stesso sta già avvenendo con “Aldrig i livet”. Nel complesso penso che suoni come volevamo che suonasse e che catturi il meglio del gruppo al momento della registrazione. Siamo fortunati ad avere le nostre performance in buone mani con Lasse nello studio Ballade e con Greg presso gli Earhammer, con il quale abbiamo lavorato per il terzo album in studio consecutivo. Greg riesce davvero a farci dare il meglio.
TROVO CHE LA VOSTRA MUSICA SIA DIVENTATA PIÙ RICCA E DINAMICA CON L’AGGIUNTA DI UNA SECONDA CHITARRA. CI SONO NUOVI DETTAGLI DA SCOPRIRE E IN GENERALE CREDO CHE ABBIA GIOVATO ALLA LONGEVITÀ DELLA PROPOSTA. PENSI CHE LA FORMAZIONE ATTUALE SIA LA PIÙ COMPETITIVA DELLA STORIA DEGLI UNDERGANG?
– Senza dubbio, gli Undergang non hanno mai suonato meglio e spero che l’attuale line-up duri fino a quando decideremo insieme di sciogliere il gruppo e cessare le attività. Tutti i membri contribuiscono alla stesura delle canzoni e dei testi e inoltre aiutano con gli aspetti pratici della band, quindi si può dire che la macchina sia più oliata che mai. In passato, invece, la maggior parte delle cose erano responsabilità mia e il tutto stava diventando un impegno enorme. Vi è sempre una sorta di leader in ogni gruppo, ma almeno oggi tutti hanno maggiore voce in capitolo e si ha la sensazione di fare parte di una squadra, dove tutti hanno oneri e onori. Ora non potrei immaginare di non avere due chitarre in concerto: Mads, il nostro “nuovo” chitarrista, è inoltre riuscito a fare delle piccole aggiunte anche a molte delle nostre vecchie canzoni, quindi tutto è diventato un po’ più pieno di armonie e di dettagli nel reparto chitarre. Infine, lo stesso Mads e Martin, il nostro bassista, si occupano anche di backing vocals e altre parti vocali, quindi ora ho l’imbarazzo della scelta nell’incorporare nuovi elementi nella nostra proposta. Il nuovo album è sicuramente una buona dimostrazione di ciò che sono gli Undergang in questo periodo.
QUALI SONO LE INFLUENZE, OVVIE E MENO OVVIE, DEGLI UNDERGANG OGGIGIORNO? LE PARTI MELODICHE SONO COSTRUITE IN MODO MOLTO INTELLIGENTE, AD ESEMPIO, E SEMBRA CHE IL RAGGIO DI AZIONE DEL GRUPPO SI SIA PARECCHIO AMPLIATO.
– Sono dell’idea che le cose non siano cambiate così tanto rispetto al passato, in materia di influenze. Di certo con il passare del tempo siamo riusciti a trovare un nostro stile e a limitare le similitudini con chi ci ha sempre ispirato, ma certe influenze saranno sempre presenti e visibili di tanto in tanto. Dopo tutto, mi è sempre piaciuto strizzare l’occhio a certi gruppi nel corso di un determinato passaggio o una certa canzone, visto che siamo prima di tutto dei fan del death metal e solo in seguito dei musicisti.
Per quanto riguarda le influenze che potrebbero essere meno scontate di altre, almeno per chi tende ad ascoltare solo death metal, posso dire che ogni tanto nelle mie armonie può emergere un gusto mutuato da gruppi come Alice in Chains, Meat Puppets e Nirvana. D’altronde, sono cresciuto negli anni Novanta, quando certo alternative rock dominava gli ascolti di tanti, e personalmente mi capita ancora di ascoltare quella musica, visto che è stata grazie ad essa che mi sono avvicinato prima al rock e poi al death metal. Altre parti di chitarra pulite tendono invece a venire influenzate dai Dystopia. Non si tratta di band sconosciute, ma forse questi nomi potrebbero risultare inaspettati a coloro che non ci conoscono di persona. Ascoltiamo tanta musica oltre al death metal e ogni tanto spunti di diversi generi possono farsi largo all’interno di ciò che suoniamo.
È DIFFICILE COMPORRE MUSICA ORIGINALE QUANDO SI È IN UNA BAND CHE TENDE ANCHE A OMAGGIARE IL PASSATO?
– Non abbiamo mai voluto inventare qualcosa di nuovo. Il death metal esiste già in moltissime interessanti forme: il nostro obiettivo è sempre stato semplicemente fare parte di questo movimento e comporre brani che fossero divertenti da suonare. Ciò che proponiamo è una miscela dei tanti aspetti del death metal che amiamo: cerchiamo di fondere questi ultimi con la nostra personalità, senza avere la pretesa di realizzare qualcosa di veramente originale. Vogliamo soltanto dare il nostro contributo e aggiungere qualcosa di buono al grande repertorio death metal. Di certo, ciò che suoniamo è profondamente influenzato alla base dalle band che amiamo: poi cerchiamo di renderlo più personale, come del resto fanno tanti altri gruppi. Tutto sommato, ci reputiamo ancora una death metal band conservatrice e ‘ignorante’, quindi non avrete mai qualcosa di lontanissimo dal death metal da parte nostra. Se avremo il bisogno di esprimerci tramite altre sonorità, avvieremo un progetto parallelo.
ESISTONO DEI DISCHI DEL VOSTRO GENERE CHE REPUTATE UNA SORTA DI PERSONALE ARCHETIPO? IL COSIDDETTO ‘DISCO PERFETTO’? RESTANDO IN TEMA, CHE COSA RENDE QUESTO GENERE DI DEATH METAL SEMPRE DEGNO DI ATTENZIONE PER VOI? SI TRATTA DI UN VECCHIO AMORE NOSTALGICO O DI UNA TAVOLOZZA CHE DEVE ANCORA ESSERE PORTATA AL MASSIMO DEL PROPRIO POTENZIALE?
– Il mio perfetto disco death metal potrebbe idealmente collocarsi fra “Symphonies of Sickness” e “Mental Funeral”. La produzione di quei dischi è perfetta secondo me e nelle mie orecchie entrambi risuonano sempre come qualcosa a cui ambire quando si tratta di comporre e suonare death metal. Ovviamente sia Carcass che Autopsy sono due grandi influenze per gli Undergang!
Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda, trovo che vi sia ancora molto margine per realizzare qualcosa di personale nel death metal, anche lasciandosi influenzare dai soliti grandi nomi. Infatti, a oltre trent’anni dalla nascita del genere, continuano a uscire ottimi demo e album, segno che il filone è tutto fuorché morto. Secondo me l’originalità non deve essere cercata per forza: la personalità di una band può emergere anche quando le influenze sono chiare e quando qualcosa suona simile a quanto realizzato da un altro gruppo. Personalmente sono sempre alla ricerca di nuovi gruppi e, al tempo stesso, non perdo mai occasione di ripassare i classici che mi hanno fatto innamorare del genere. Il death metal è fantastico e continua a essere più vivo che mai ai miei occhi.
TORNANDO AL NUOVO DISCO, HO PERCEPITO MAGGIORE MATURITÀ E CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI MEZZI TANTO NELLA MUSICA QUANTO NELL’ESECUZIONE E NELLA PRODUZIONE DEL LAVORO…
– Ti ringrazio molto, anche se di nuovo devo sottolineare come da parte nostra non ci sia stato alcun nuovo approccio. Forse con il passare degli anni stiamo migliorando come musicisti, dato che suoniamo molto dal vivo. Inoltre, avere Greg degli Earhammer studios curare il mixaggio e il mastering ci aiuta sempre parecchio. Ci fidiamo ciecamente del suo operato.
SEI STATO COINVOLTO IN UNA LUNGA SERIE DI GRUPPI E COLLABORAZIONI NEGLI ULTIMI ANNI: PHERENELITH, HYPERDONTIA, WORMRIDDEN… PENSI CHE ESSERE TANTO IMPEGNATO SIA IMPORTANTE NELL’OTTICA DI CRESCERE COME MUSICISTA?
– Il motivo per cui sono e sono stato coinvolto in vari progetti è essenzialmente perché amo passare del tempo in compagnia di persone amiche, magari facendo qualcosa di più costruttivo di bere e dire stronzate. L’amicizia è sempre stata alla base di queste esperienze, ma devo dire di avere anche imparato qualcosa ogni volta che mi sono ritrovato a suonare con qualcuno. A volte ho dovuto cambiare il mio modo di suonare la chitarra per venire incontro alle esigenze di un determinato gruppo e ciò ha portato a una crescita delle mie conoscenze e del mio livello tecnico, cose che poi ho riversato negli Undergang.
PARLIAMO ANCORA DI “ALDRIG I LIVET”: COSA AVETE AFFRONTATO NEI TESTI DELLE NUOVE CANZONI?
– Più o meno lo stesso di cui ci siamo sempre occupati: morte, cannibalismo, malattie, suicidio, torture e altre cose carine. Ho sempre trovato che i testi death metal fossero generalmente più incisivi quando scritti come se fossero delle piccole storie sulla morte e questa è la linea che abbiamo sempre adottato con gli Undergang. Di solito cerco di incorporare molto umorismo nero nei testi e nei titoli delle canzoni, così almeno gli ascoltatori danesi possono cogliere alcune cose che potrebbero farli ridere un po’, oltre a trovare il tutto disgustoso. Ho sempre amato l’umorismo e le esagerazioni nei testi di band come Carcass e Autopsy e ho quindi cercato di incorporare un po’ di questi elementi anche nei nostri testi. Lo stesso vale ovviamente pure per i versi che Mads e Martin hanno scritto per “Aldrig i livet”. Comunque, anche se alcuni titoli e testi potrebbero essere un po’ sciocchi, non pensate che non siamo seri riguardo alla nostra musica. Pensiamo solo che debba esserci una componente divertente in quello che facciamo, altrimenti la band potrebbe finire per apparire come un lavoro come un altro.
I VOSTRI TESTI SONO SEMPRE STATI IN DANESE, LA VOSTRA LINGUA MADRE. VI È UNA RAGIONE PARTICOLARE DIETRO QUESTA VOSTRA SCELTA? PENSATE CHE SIA UN ELEMENTO CAPACE DI DISTINGUERVI ALL’INTERNO DEL PANORAMA?
– Questa domanda ci viene fatta spesso – e capisco bene il perché – ma purtroppo non vi è alcun motivo speciale dietro questa decisione. Quando abbiamo fondato il gruppo non ci aspettavamo che molte persone si interessassero a noi: al massimo pensavamo che qualche nostro amico avrebbe apprezzato, quindi è stato spontaneo scegliere un nome in danese. Una volta fatto ciò, ci è venuto poi naturale iniziare a scrivere i testi nella nostra lingua. Non potevamo immaginare che di lì a poco la nostra musica avrebbe iniziato a destare interesse fuori dai nostri confini, tanto da diventare più popolare all’estero che in patria. Dunque eccoci qui, una dozzina d’anni dopo, con ancora dei testi in danese per un pubblico che non riesce a capire nulla e che, in molti casi, nemmeno riesce a pronunciare i titoli dei brani. Il tutto può forse apparire anche ingiusto nei confronti di coloro che all’estero amano la band. Capisco che per una realtà ormai di caratura internazionale avere dei testi in una lingua che solo una piccola percentuale della popolazione mondiale riesce a parlare e capire abbia pro e contro: io stesso non sono un grande fan di quei gruppi che cantano in una lingua che non sia l’inglese, ma ormai le cose vanno così. Dopo tutto, è anche vero che il death metal è un genere nel quale spesso è difficile capire che cosa venga cantato, quindi dubito che gli stessi danesi siano subito in grado di capire cosa sto dicendo (ride, ndR).
RESTANDO SUL DISCORSO TESTI E SULL’IMPRONTA HORROR E GORE ALLA BASE DI ESSI, VI SONO DELLE PELLICOLE CHE TI SENTIRESTI DI RACCOMANDARCI?
– Pur essendo un grandissimo horror fan, dubito di potere consigliare film che un qualsiasi amante del genere non conosca già. Fra I miei preferiti di sempre, posso citare “ReAnimator”, “The Thing”, “Brain Dead / Dead Alive” e “Cemetery Man / Dellamorte Dellamore”. Forse i lettori non avranno molta familiarità con la produzione danese, dalla quale abbiamo tratto alcuni sample per i nostri album, quindi consiglio “Nattevagten”, “Riget” e “Sidste Time”.
SIETE RIUSCITI A TENERE ALCUNI CONCERTI NELLA SECONDA METÀ DEL 2020. COME SONO ANDATI? COME PENSI CHE SI EVOLVERÀ QUESTA SITUAZIONE? PREVEDI CHE I CONCERTI CONTINUERANNO A ESSERE UN MIRAGGIO A CAUSA DEL COVID-19?
– Allora, credo che la Danimarca sia stata una delle prime nazioni ad adottare certe restrizioni e a fare lavorare la gente da casa, quindi il virus è stato gestito quasi subito in modo da evitare che il sistema sanitario collassasse. Ciò ha comportato che, dopo qualche incertezza, nel luglio dello scorso anno venisse dato l’ok per riprendere gli spettacoli dal vivo, pur con precauzioni e restrizioni in continuo aggiornamento. Grazie ai miei buoni rapporti con alcuni locali di Copenhagen, sono stato in grado di organizzare alcuni show fra luglio e dicembre 2020. Devo dire che ci siamo divertiti, nonostante la gente sia stata costretta a restare seduta e la capienza dei locali sia stata drasticamente ridotta. Copenhagen ha una piccola scena death metal che sta vivendo un buon momento e mi ha fatto piacere dare modo di esibirsi ad alcuni gruppi del posto in questa temporanea fine del mondo. Come Undergang abbiamo tenuto quattro concerti in quel periodo, tre in città e uno ad Aarhus. Prima che le restrizioni tornassero a essere severe per Natale, siamo riusciti anche a organizzare il release party di “Aldrig i livet”, che è stato fantastico. Il paese è tornato nel lockdown solo un paio di giorni dopo, quindi abbiamo fatto appena in tempo. Ora si parla di concerti slittati almeno al tardo 2021: cerco di non farmi troppe illusioni e vivo alla giornata, anche se muoio dalla voglia di potere viaggiare di nuovo e suonare in giro.
GRAZIE DAVID. HAI UN ULTIMO MESSAGGIO PER I NOSTRI LETTORI?
– Innanzitutto, grazie per l’interesse negli Undergang, è sempre un piacere! Supportate l’underground death metal, leggete fanzine e comprate album e merchandise dalle band e dalle etichette che vi piacciono: è l’unico modo per supportare gli artisti in questi tempi difficili che stiamo vivendo.