Abbiamo scambiato due chiacchiere con Daniel Neagoe, cantante degli Unfathomable Ruination, death metal band londinese che ha debuttato con un buon album come “Misshapen Congenital Entropy”. La nostra intenzione principale è stata di scandagliare un po’ le motivazioni e le aspirazioni, che paiono di spessore, oltre che ‘indagare’ relativamente al loro processo compositivo, tanto per nostra curiosità quanto per innestarne in voi: se siete amanti delle ‘mazzate in faccia’ date con cognizione di causa e rispetto della tradizione, leggere questa intervista potrebbe mettervi sui loro passi così da trarne, probabilmente, grossa soddisfazione. Vi invitiamo personalmente a reperire il loro disco e verificare di persona quanto segue.
RACCONTACI QUALCOSA SULLA NASCITA DEL GRUPPO: COME VI SIETE INCONTRATI E QUALI ERANO I VOSTRI PRIMI OBBIETTIVI?
“Gli Unfathomable Ruination sono stati formati nel 2010 da Daniel Herrera (chitarra), Tom Carter (basso), Rob Newson (voce) e Doug Anderson (batteria). In seguito Rob e Tom hanno lasciato il gruppo per questioni lavorative, oltre che per concentrarsi su altri progetti, così sono stati sostituiti da Federico Benini (basso) e da me (voce). Con questa formazione abbiamo registrato il nostro debutto, prodotto e registrato da Stefano Morabito (Hour Of Penance, Fleshgod Apocalypse, Vomit The Soul, Inherit Disease) ai 16 Cellar Studios di Roma”.
CI PIACE IL VOSTRO NOME PERCHE’ IN QUALCHE MODO SUONA ‘FIGO’: COME L’AVETE SCELTO?
“E’ stato concepito da Rob e Daniel Herrera, durante il periodo iniziale della band: visto che la nostra musica è implacabile, brutale ed estremamente tecnica, c’era bisogno di un nome più che pertinente”.
PRESENTATE “MISSHAPEN CONGENITAL ENTROPY” AI NOSTRI LETTORI E FATEGLI VENIRE VOGLIA DI ASCOLTARLO.
“L’album è pura pazzia, che è poi il cardine di quello che succederà in tutto il lavoro. Le canzoni assiemano riff tecnici e guitar shredding, drumming velocissimo, bass slapping e vocals gutturali e brutali, nello stile di gruppi come Suffocation, Disgorge (US), Internal Suffering e Origin. Anche il concept che sta dietro il disco è interessante, poiché tutto l’album è costruito su un percorso psicologico/introspettivo, la cui base è fornita dalla sequenza di colpe che il genere umano ha accumulato durante tutta la sua esistenza, una totale cancellazione di tutte le forme di vita, un anticipo della fine di massa. I fanatici del death metal si godranno assolutamente questo lavoro”.
SECONDO NOI ASCOLTARE IL VOSTRO ALBUM E’ COME ESSERE INVESTITI DA UN’ORDA DI BISONTI IMPAZZITI, MA ALLO STESSO TEMPO NESSUNA CANZONE SUONA MAI CAOTICA: COME OTTENETE QUESTO RISULTATO?
“Grazie per le tue parole, significano davvero molto per noi (prego, ndR). Potrei dire, senza essere troppo modesto, che succede perché siamo in gamba. Abbiamo lavorato più che duramente per quest’album e i risultati non ci hanno deluso; al contrario, ci hanno fatto venire voglia di lavorare ancor di più per il materiale futuro, alzando sempre l’asticella e provando sempre a superarci come musicisti. Proviamo continuamente, ci diamo sostegno l’un l’altro, siamo molto attenti a cosa vogliamo esprimere con la nostra musica e a come vogliamo costruire l’intero concept, configurando i testi in maniera coerente alla musica e viceversa”.
COME AVVIENE IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE?
“Scrivere canzoni è sempre un’esperienza fantastica. Solitamente Dan scrive il motivo della canzone: se ne viene fuori con delle idee fantastiche che poi manda a tutti noi. A quel punto ognuno di noi scrive la sua parte, così da avere uno scheletro ben strutturato che, in seguito, rifiniamo provando in studio. Il processo di scrittura in sé rappresenta sempre una possibilità di passare tempo tra noi e mettere insieme i vari pezzi: è come fare un puzzle e poi essere estremamente soddisfatti del risultato finale”.
QUALE ASPETTO DEL FARE MUSICA VI COINVOLGE MAGGIORMENTE?
“Tutto. E’ inutile discutere sui vari aspetti di questo tipo di musica: tutto ciò che la riguarda è impegnativo e richiede coinvolgimento. Diversamente, quale sarebbe lo scopo?”.
QUALE TIPO DI RELAZIONE SUSSISTE TRA IL VOSTRO MODO DI GUARDARE LA REALTA’ E IL MODO IN CUI VI ESPRIMETE MUSICALMENTE?
“Nella nostra musica mettiamo proprio la realtà. I testi, come già detto, sono tutti volti al reale e parlano di come ci relazioniamo intimamente a ciò che ci circonda. L’umanità, in tutti i suoi aspetti, è come un enorme unico soggetto che scuote la Terra e sbalordisce le menti. Da qui in poi, idee e testi fluiscono con naturalezza. Dal punto di vista musicale, l’espressione è in qualche modo ‘virtuosa’, creando musica che non annoi, né faccia premere il tasto stop all’ascoltatore devastato dal mal di testa. Tutti gli elementi presenti nella nostra musica sono pensati per sorprendere, oltre che essere innovativi e convincenti senza dare l’impressione di ascoltare solo della tecnica esecutiva. Come ho detto, il puzzle necessita di essere disposto in maniera progressiva, senza saltare alcun passo o dimenticare l’idea iniziale su cui le canzoni vengono scritte”.
QUESTA DOMANDA POTRA’ SEMBRARVI STRANA, MA LA FACCIAMO COMUNQUE: QUALE CONTRIBUTO PENSATE DI STARE DANDO AL DEATH METAL?
“Siamo tutti appassionati e ambiziosi; non ci piace fare death metal solo per amor di death metal: siamo qui per alzare qualche standard e creare musica ben definita, basata sulle strutture, sui virtuosismi, conoscenza musicale e la passione per ciò che facciamo. Altrimenti perché farlo?”.
QUALI SONO I GRUPPI CHE CONSIDERATE INFLUENTI SU DI VOI COME MUSICISTI?
“Benché possa parlare principalmente a titolo personale, ti dico che alcuni di questi gruppi sono di comune gradimento tra i ragazzi della band: Disgorge (US), Internal Suffering, Suffocation, Dying Fetus, Origin, Decapitated, Hate Eternal, Defeated Sanity, Death, Cannibal Corpse, giusto per enumerare un’insignificante percentuale di quant’altro menzionerei. Io supporto e rispetto tutte le band da cui posso imparare qualcosa, e la lista è piuttosto lunga (ride, ndR)!”.
IL DEATH METAL E’ UN GENERE MUSICALE OSTILE E GARANTISCE POCHE GRATIFICAZIONI ECONOMICHE: PUOI DIRCI SE RIUSCITE A VIVERE DELLA VOSTRA MUSICA OPPURE FATE QUALCHE LAVORO? EVENTUALMENTE QUALI?
“Ah, di certo hai più che ragione dicendo questa cosa. Il death metal è in verità un territorio molto ostile e vivere di questa musica non è affatto facile, molte volte impossibile. Abbiamo dei lavori e ci danno un buon aiuto a mantenere in vita il gruppo. Con la pubblicazione di ‘Misshapen Congenital Entropy’ siamo venuti a sapere del grande supporto da parte dei fan e della ‘death metal community’, quindi posso dire che sta già andando bene e – se tutto va bene – andrà ancora meglio in futuro”.
PENSATE DI FARE UN TOUR PER SUPPORTARE L’ALBUM? VERRETE IN ITALIA?
“Certo, l’attività live è il miglior modo per promuovere la propria musica. Siamo stati confermati per un tour fantastico con leggende come Pyrexia e Beheaded a marzo e, se non sbaglio, verremo a Milano (a Bologna il 13 marzo, a Milano il 14, ndR)! Non vedo l’ora, perché sarà un’esperienza eccezionale!”.
SPERIAMO DAVVERO DI VEDERVI PRESTO, CI PIACEREBBE SENTIRE COME FUNZIONANO LE VOSTRE CANZONI DAL VIVO. SIAMO ALLA CONCLUSIONE: CHIUDETE PURE L’INTERVISTA COME PREFERITE.
“Grazie mille per l’opportunità e per il tempo dedicatoci; supportate l’underground e venite ai nostri concerti. La pazzia è assicurata! Peace! (questa la lasciamo così, tanto si capisce, ndR)”.