UNISON THEORY – Sangue tra i ghiacci

Pubblicato il 20/06/2017 da

La band capitolina si è fatta notare sul finire dello scorso anno con un piacevolissimo concept album, “Arctos”, improntato su una combo tra death e thrash con alcune divagazioni neoclassiche che ci hanno davvero stuzzicato. A causa di divergenze di impegni, oggi troviamo una band orfana del proprio frontman, ma che è riuscita immediatamente a rimettersi in carregiata grazie alla nuova leva Luigi Valenti, il quale sembrerebbe aver dato nuova linfa al gruppo. Prendendo anche spunto dall’interessante concept attorno al quale l’album ruota, abbiamo contattato gli Unison Theory per farci togliere qualche curiosità, sia riguardo il background dei singoli, ma anche dei loro interessi e sogni. Ed eccoci finiti a chiacchierare di romanzi d’avventura, di futuro, di chitarristi e musica classica, e del loro inaspettato amore per i Symphony X.

CIAO RAGAZZI! CHI SONO GLI UNISON THEORY E DA DOVE PROVENGONO MUSICALMENTE?
“Ciao a tutti e grazie per lo spazio dedicatoci! Gli Unison Theory sono essenzialmente una band dedita ad un ‘modern’ death metal che prende spunto da grandi band del genere come Revocation, Obscura o Meshuggah con, se vogliamo, un pizzico di epicità in più e strizzando l’occhio anche a band di altri generi come il progressive metal in primis. Alcuni ci definiscono perfino metalcore e non ce ne spieghiamo ancora il motivo”.

ABBIAMO APPRESO LA RECENTE NEWS DELLA DIPARTITA DEL VOSTRO CANTANTE ALEXANDER STARTSEV, PRONTAMENTE SOSTITUITO DA LUIGI VALENTI (EX-BLOODTRUTH) FINO ALLE FINE DELL’ANNO. QUALI SONO STATI I MOTIVI DELL’ALLONTANAMENTO?
“Sì, purtroppo Alexander ha deciso di abbandonare il progetto ad inizio marzo per via dei suoi impegni personali con lo studio. Cambiando città, per lui gli spostamenti per i live della band erano diventati veramente una cosa difficile da gestire ed in più, essendo concentrato nei suoi studi, giustamente ha preso una decisione ardua ma inevitabile che abbiamo accettato molto serenamente”.

COME AVETE TROVATO LUIGI? PENSATE CHE RESTERA’ IN FORMAZIONE IN PIANTA STABILE DOPO QUESTO PERIODO INIZIALE?
“Luigi è un amico, oltre che un cantante bravissimo. Il suo lavoro nei Bloodtruth è stato veramente notevole e siamo contenti che abbia accettato di far parte degli Unison Theory anche solo come live session. Ci troviamo molto bene con lui, sia a livello musicale che a livello umano, e speriamo di condividere con lui più esperienze possibili quindi mai dire mai”.

SAPPIAMO CHE IL VOSTRO PRINCIPALE CHITARRISTA E COMPOSITORE E’ OMAR, NONCHE’ MEMBRO FONDATORE. QUALI SONO I CHITARRISTI E I MUSICISTI IN GENERALE DAI QUALI TRAI ISPIRAZIONE PER LE TUE COMPOSIZIONI?
“Tra i chitarristi, in primis Michael Romeo, Muhammed Suicmez e Fredrik Thordendal. In generale, tra i compositori i quali mi ispiro di più quando scrivo la mia musica, faccio un bel passo indietro nel tempo citando Bach, Chopin e Mozart”.

PARLANDO ADESSO DEL VOSTRO LAVORO, COME MAI AVETE SCELTO LA STRADA DEL CONCEPT ALBUM PER PRESENTARVI AL GRANDE PUBBLICO? E PERCHE’ AVETE OPTATO PROPRIO PER QUEST’OPERA DI JAMES ROLLINS?
“Da quando abbiamo cominciato a lavorare su ‘Arctos’ abbiamo da subito optato per la via del concept album. La musica che stavamo componendo si sposava benissimo con l’idea di un concept e ‘Artico’ di James Rollins, scrittore di libri di avventura che consigliamo a chiunque non lo conoscesse, c’è sembrato perfetto come trama per descrivere i brani dell’album”.

AVETE MODELLATO LA STRUTTURA DELLE VOSTRE CANZONI PER MEGLIO ADATTARSI ALLO SPIRITO DEL LIBRO, IN QUALCHE MODO?
“In realtà no. Gran parte dei brani presenti nel disco erano già stati scritti da Omar diverso tempo prima di pensare alla creazione dell’album nella sua interezza. Dobbiamo ammettere che è stato tutto più naturale del previsto: quando abbiamo inviato le pre-produzioni ad Alexander e lui ha composto i testi dei brani, una volta ascoltato l’album completo ci sembrava la perfetta colonna sonora del libro, in un certo senso”.

CHI HA CURATO IL VOSTRO SPLENDIDO ARTWORK?
“L’artwork è opera di Daniele Gasparini, proprietario di Skie Graphic. Lavorare con lui è stato incredibilmente semplice; gli abbiamo spiegato a grandi linee il tipo progetto che stavamo portando avanti e come volessimo riprodurlo graficamente, e lui è riuscito in pochissimo tempo a centrare l’idea con un artwork secondo noi semplice ma di grande impatto visivo”.

PENSATE DI CONTINUARE A BATTERE LA STRADA DEL CONCEPT PER IL VOSTRO SECONDO ALBUM OPPURE DOVREMO ASPETTARCI QUALCOSA DI DIVERSO? QUALI TEMATICHE VI PIACEREBBE TRATTARE NEI VOSTRI TESTI IN FUTURO?
“Assolutamente sì. L’idea del concept album ci piace tantissimo soprattutto quando ci troviamo a dover impostare una storia a corollario delle nostre creazioni. Non è un lavoro facilissimo, però adesso che abbiamo già attraversato con ‘Arctos’ questo tipo d’esperienza, probabilmente siamo più preparati a sfide come questa. Pensavamo a qualcosa sull’Antico Egitto, chissà”.

COME DESCRIVERESTE LE VOSTRE PERFORMANCE LIVE A CHI NON VI HA MAI VISTO?
“Cerchiamo di riprodurre in maniera più fedele possibile il disco, senza troppi errori o sbavature. Come frontman, Alexander sul palco era inarrestabile e vero motore scenico di ogni performance. Sicuramente anche con Luigi dietro il microfono vorremmo lasciare intatta quest’idea di live per chi tornerà a vederci o per chi appunto ci vedrà per la prima volta”.

CON CHI SOGNATE DI POTERVI ESIBIRE, QUALORA POTESTE SCEGLIERE?
“Anche se non propriamente parte del nostro universo musicale, per noi sarebbe un sogno condividere il palco con i Symphony X. E’ una band che amiamo alla follia e che, in un modo o nell’altro, è stata quella marcia in più che ha permesso agli Unison Theory di arrivare a scrivere un disco. Ci piacerebbe anche suonare con i Necrophagist un giorno, ma a quanto pare non sembra così facile”.

QUALI SONO LE MIGLIORI BAND CON LE QUALI AVETE SUONATO CHE VI SENTITE DI CONSIGLIARE?

“Revocation al 100%. Abbiamo avuto l’onore di suonare insieme a loro ed agli Obscura qualche mese fa e sono veramente incredibili oltre che professionisti e persone impeccabili. Tra gli altri poi, sicuramente Fleshgod Apocalypse ed Hour of Penance, ma non credo siano band che abbiano bisogno di troppe presentazioni”.

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