I nostri Valerian Swing – ci allarghiamo definendoli ‘nostri’ in quanto stanno tenendo ben alto il nome della scena post-underground-qualcosa italiana anche all’estero – sono giunti, nell’appena terminato 2014, alla pubblicazione del terzo loro sforzo sulla lunga distanza, l’incisivo e (nuovamente) sorprendente “Aurora”. Forte di contaminazioni fra le più disparate, ma stolidamente inquadrato in una visione ‘metal’ della musica, il terzetto emiliano non ha ancora finito di stupire i più attenti cultori del sottobosco moderno e, volendo definirlo in questo modo, alternativo. Anzi, si spera proprio che i ragazzi siano all’inizio! Come potrete leggere dalle risposte dateci dal batterista David, la band si fa notare anche in questa sede, dove sono le parole a definire dei musicisti e non la loro arte: difficile trovare in giro, infatti, interlocutori arguti, sarcastici, concisi ed esaurienti allo stesso tempo. E cos’altro resta, allora, se non andare con un po’ di swing?
CIAO DAVID, UN GRADITO BENVENUTO AI VALERIAN SWING SU METALITALIA.COM, DOVE PERALTRO NON SIETE ANCORA INTERVENUTI IN SEDE D’INTERVISTA, NONOSTANTE I BEI VOTI E LE BELLE PAROLE SEMPRE RICEVUTE. PER CHI NON VI CONOSCESSE, E’ D’OBBLIGO, PURTROPPO PER TE, UNA BREVE PRESENTAZIONE DEL PROGETTO…
“Dal 2000 con furore, senza rivangare periodi più sordidi. Dal principio fummo in tre, poi in quattro, poi in cinque, poi ancora in quattro ed infine in tre. Nuovamente. Ora e per sempre, Alan (basso, ndR), Steve (chitarra e voce occasionale, ndR) ed il sottoscritto. Amen”.
SIETE UNA BAND COSTANTEMENTE IN EVOLUZIONE, CHE NON ABBIAMO QUASI MAI SENTITO ‘FERMA’ SULLE PROPRIE POSIZIONI. COME DESCRIVERESTE I VOSTRI PASSAGGI ‘DI CRESCITA’ DA “DRAINING PLANNING FOR EARS REFLECTORS” AD “AURORA”, PASSANDO PER “A SAILOR LOST AROUND THE EARTH”?
“Immagino che ogni passaggio di sonorità sia dovuto alla maturità musicale che ciascuno di noi nel mentre acquisisce. Non abbiamo mai avuto né voluto alcun tipo di vincolo in quella ch’è una passione che non lede. Se anche in ciò che più ci fa sentire liberi mettessimo catene, allora tanto vale suonare nell’orchestra di Gianni Drudi. In riviera, che gli afflati salmastri fan bene ai bronchi”.
“AURORA” E’ IL NUOVO NATO IN CASA VALERIAN SWING. COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO COMPOSITIVO? QUALI SONO LE IDEE DI BASE, CONCETTUALI E DI SCRITTURA, CHE LO DISTINGUONO?
“Se gli amici decidono di spendere la vacanza a rimorchio in quel di Lloret de Mar, noi la passiamo in una baita, senza acqua calda e gas. Senza la possibilità d’usare telefono ed internet. Trenta minuti di tornanti dal primo mini-market che ti vende i Pan Di Stelle (fake!) a peso d’oro. ‘Aurora’ nasce lì. O almeno la bozza d’’Aurora’ nasce lì. L’idea di base era quella di fare un disco senza orpelli, più diretto e con un impatto sonoro identico al live. Confidiamo d’esserci riusciti. Vedere per credere”.
I VOSTRI BRANI, NON SOLO QUELLI DI “AURORA”, SONO SOLITAMENTE CARATTERIZZATI DA STRUTTURE ATIPICHE. NEL NUOVO LAVORO COLPISCONO IN FRETTA L’UTILIZZO COSTANTE DI GIRI MELODICO-IPNOTICI ALLA CHITARRA E RITMICHE TOTALMENTE SCONNESSE; EPPURE SI FA NOTARE ANCHE UNA CANZONE DAI CONTORNI DOOM COME “CARIDDI”. FIN DOVE ARRIVANO, O SI FERMANO, LE VOSTRE INFLUENZE? E QUALI SONO I VOSTRI ASCOLTI PIU’ SERRATI DEGLI ULTIMI TEMPI?
“Con questa domanda cogli proprio nel segno. Abbiamo ascolti veramente disparatissimi. Il sottoscritto è un incompetente appassionato di Jazz ma non solo: da John Lurie agli Hella, da Miriam Makeba ai Converge passando per Charles Aznavour. Steve invece stravede per Bon Iver, per Apparat. Per i Russian Circles, per i Dillinger Escape Plan, ma soprattutto per Phil Collins. Infine Alan. Alan che non ascolta musica, se non quella che gli viene imposta. Aggiungo pure ch’è il principale arrangiatore dei nostri pezzi, e questo qualcosa vorrà dire”.
L’USO PARSIMONIOSO CHE FATE DELLA VOCE DI STEVE E’ DA CONSIDERARE ALLA PARI DI QUELLO DI UNO STRUMENTO D’ARRANGIAMENTO, O MI SBAGLIO? COME DECIDETE DOVE E QUANDO INSERIRLA? E SOPRATTUTTO COSA ESPRIMERE IN COSI’ POCHI VERSI?
“Prima d’ogni cosa ci consideriamo una band strumentale, ma non è detto che questo varrà per sempre. Proprio per il grande rispetto e stima reciproca che ci lega, buongusto (relativo) che condividiamo, non ci vietiamo l’utilizzo di nulla di cui per giunta siamo in possesso. Chiaro che essendo uno strumento ‘sconosciuto (la voce, ndR) lo centelliniamo, provando a capire cosa questo può aggiungere o togliere alla composizione d’un brano: la voce catalizza l’attenzione e tende a virare l’ascolto. Solo durante gli arrangiamenti finali abbiamo scelto d’inserirla, intuendo che in quei determinati punti conferiva sfumature interessanti a parti strumentali ridondanti”.
A DIFFERENZA DI “CARIDDI”, PIU’ CUPO E INTROSPETTIVO, “SCILLA” E’ FORSE IL PEZZO PIU’ ORECCHIABILE DEL DISCO, CON UN CHIARO FEELING HARDCORE-PUNK CHE PERSONALMENTE HO GRADITO POCO, MA CHE ALLO STESSO TEMPO ME LO FA CONSIDERARE COME UNA TRACCIA DI PUNTA SIA DI “AURORA” CHE DAL VIVO. COSA MI DICI RIGUARDO QUESTO EPISODIO?
“Certe volte capita che la pecora nera della famiglia diventi il figliol prodigo e ‘Scilla’ fa parte di questa categoria. Combattutissimi se dargli tutta questa rilevanza, oppure eliminarla dalla tracklist, salta in mente J. Lo.: alla fine lei ha fatto del suo punto debole l’arma definitiva. Insomma, grazie a ‘Let’s Get Loud’ per ispirarci ancora oggi”.
AVETE LAVORATO ANCORA CON MATT BAYLES, NOME CHE DI CERTO NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI, ADDIRITTURA FACENDOLO VENIRE IN ITALIA A CASA VOSTRA. RACCONTACI UN PO’ COME SI LAVORA AL FIANCO DI UN PERSONAGGIO CHE HA AVUTO MODO DI CONTRIBUIRE ALLA CREAZIONE DI DISCHI DI CARATURA MONDIALE…
“Matt è Matt: un appassionato di calcio dalla personalità debordante e talvolta bipolare. Al secondo disco è sceso con il ricatto: vedere Juve-Napoli. Poc’importa se noi l’abbiamo pure farcito di tigelle e salumi. Detto questo, per i due giorni successivi alla partita fu magia. Poi ritornano le nevrosi e per l’ennesima volta capisci che le persone non cambiano. Nemmeno dopo Juve-Napoli. Nemmeno dopo le tigelle”.
LA VOSTRA MUSICA, NONOSTANTE ABBIA UN APPROCCIO PREVALENTEMENTE FISICO E DINAMICO, CERCA SPESSO E VOLENTIERI ANCHE L’INTROSPEZIONE E L’ATMOSFERA. MA QUALI SONO I SENTIMENTI DA ESPRIMERE CHE PIU’ AVETE A CUORE? COSA DEVE VEICOLARE MAGGIORMENTE, PER VOI, LA MUSICA DEI VALERIAN SWING?
“Non so voi, ma a me le spiagge nudiste non sono mai piaciute. Non tanto per la spiattellata fisicità, bensì per l’imbarazzo che da parte mia si celerebbe dietro una conversazione fatta con questi presupposti. Questa domanda scopre un punto che deve rimanere coperto da hg di cotone. Faccio fatica a denudarmi in pubblico, con estranei. Perdonate l’eccessivo pudore, ma vivere nel XXI° secolo mi fa cagare”.
DAL VIVO RENDETE MOLTISSIMO E TRASPORTATE PARECCHIO FISICAMENTE L’ASCOLTATORE, SIA NELLE PARTI PIU’ HARDCORE-ORIENTED, SIA IN QUELLE INTROSPETTIVE. IMMAGINO PER VOI SIA IMPORTANTISSIMO ESIBIRSI DAL VIVO, COME PER TUTTE LE REALTA’ UNDERGROUND E NON D’OGGIGIORNO. COME VI MUOVETE IN TALE AMBITO? VI ORGANIZZATE DA SOLI O IN APPOGGIO AD UNA BOOKING AGENCY?
“Dopo anni spesi affogando nel fango, ora c’è una leggerissima inversione di rotta. Al momento annoveriamo un paio di persone che ci aiutano a organizzare concerti in Patria ed Europa. Onestamente un enorme sollievo, non tanto questo traguardo, bensì poterlo raggiungere con persone amiche”.
PERFETTO, E’ TUTTO DAVID! GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITA’, TI LASCIO CHIUDERE L’INTERVISTA A TUO PIACIMENTO…
“Klaatu barada nikto!”.