Una riscoperta dei vecchi amori adolescenziali e, al tempo stesso, un omaggio al proprio padre scomparso, per anni spalla e punto di riferimento in una vita comunque ricca di successi e soddisfazioni. Questo, in sintesi, il concept alla base dei Vallenfyre, il progetto death-doom di recente inaugurato da Gregor Mackintosh dei Paradise Lost. Il debut album “A Fragile King” ha sorpreso un po’ tutti e Metalitalia.com non ha potuto assolutamente fare a meno di scambiare quattro chiacchiere con il musicista britannico, che in questa nuova avventura (nella quale è accompagnato da vecchi amici e membri di My Dying Bride, Doom ed At The Gates) ha a tutti gli effetti deciso di aprire sè stesso…
PRATICAMENTE OVUNQUE IL SOUND DEI VALLENFYRE STA VENENDO DESCRITTO COME UN INCROCIO TRA LE ATMOSFERE CUPE E LE CADENZE DI CELTIC FROST E PRIMI PARADISE LOST E L’AGGRESSIVITÀ DEL VECCHIO DEATH METAL EUROPEO ALLA NIHILIST/ENTOMBED. SEI D’ACCORDO O VORRESTI SOTTOLINEARE ALTRO?
“Sì, sono abbastanza d’accordo, anche se credo che sia possibile sentire anche l’influenza delle scene crust e grind. Sostanzialmente, ho cercato di includere tutte le mie influenze del periodo che va dal ’84 al ’91”.
VI È UNA CANZONE DELL’ALBUM ALLA QUALE TI SENTI LEGATO IN PARTICOLARE?
“Mi sono divertito molto nel comporre ‘As The World Collapses’ e ‘The Grim Irony’, anche se il pezzo più personale del disco è ‘Seeds’. In sede di registrazione, invece, mi sono appassionato ad ‘Humanity Wept'”.
È STATO DIFFICILE ASSEMBLARE UNA VERA LINEUP PER QUESTO PROGETTO? HAI SOTTOPOSTO L’ALBUM COMPLETO AGLI ALTRI RAGAZZI O HAI LAVORATO AL MATERIALE MENTRE CERCAVI MUSICISTI?
“Avevo già metà dell’album pronta quando ho deciso di chiedere a qualche amico di darmi una mano. Sono entrati a far parte del progetto in momenti diversi e il materiale è stato completato solo una volta concretizzata la lineup”.
QUANDO LA CENTURY MEDIA HA ANNUNCIATO DI AVER MESSO SOTTO CONTRATTO I VALLENFYRE, LE VOSTRE IDENTITÀ NON SONO STATE RIVELATE SUBITO. DI CHI È STATA QUESTA IDEA? QUALCUNO È COMUNQUE RIUSCITO A RICONOSCERVI DALLA FOTO PROMOZIONALE?
“È stata una nostra idea. Soprattutto Scoots ha premuto per rimanere anonimi il più a lungo possibile. Volevamo che fosse la musica a parlare, senza che le nostre identità e il nostro background interferissero nel giudizio degli ascoltatori. Qualcuno probabilmente non ci avrebbe mai dato una chance se avesse saputo subito di chi si trattava. Comunque, no, nessuno ci ha riconosciuto”.
QUANTO HAI IMPIEGATO PER COMPORRE L’ALBUM? HAI EFFETTIVAMENTE CERCATO DI MANTENERE QUESTA TUA IDEA UN SEGRETO?
“Ho iniziato a scrivere delle parole attorno al natale del 2009. Non si trattava propriamente di testi, ma con il tempo lo sono diventati e quindi la cosa mi ha fatto pensare a della musica. Ho impiegato poi circa un anno per comporre quest’ultima. Inizialmente non ero sicuro di volerla pubblicare, ma poi con gli altri ragazzi abbiamo deciso di provarci, anche se, come dicevo, all’inizio abbiamo voluto che nessuno sapesse chi ci fosse dietro”.
È ORMAI NOTO CHE IL PROGETTO È NATO COME DIRETTA CONSEGUENZA ALLA MORTE DI TUO PADRE. NON SO SE STAI PENSANDO A UN SECONDO ALBUM, MA CREDI CHE SARÁ DIFFICILE RIUSCIRE A COMPORRE DI NUOVO MUSICA DI QUESTO TIPO, VISTO CHE L’ISPIRAZIONE PER “A FRAGILE KING” TI È VENUTA IN UN MOMENTO COSÌ PARTICOLARE DELLA TUA VITA?
“Per ora non stiamo pensando a un successore. Magari, se tra un paio d’anni siamo ancora tutti vivi e ispirati, potremmo pensarci. Ovviamente il contenuto lirico dovrà essere differente…”.
PENSI CHE QUESTO ALBUM FINIRÀ PER INFLUENZARE IL PROSSIMO ALBUM DEI PARADISE LOST? OPPURE, PROPRIO PERCHÈ SI TRATTA DI UN LAVORO MOLTO AGGRESSIVO, DOBBIAMO ASPETTARCI QUALCOSA DI MELODICO DALLA PROSSIMA USCITA TARGATA PARADISE LOST?
“Il nuovo album dei Paradise Lost sarà probabilmente più melodico di ‘Faith Divides Us…’, ma non so dirti se sia una diretta conseguenza della mia esperienza con i Vallenfyre”.
HAI SENTITO GLI ALTRI RAGAZZI DEI PARADISE LOST? COSA NE PENSANO DI QUESTO TUO PROGETTO?
“Al di là di Adrian, che è coinvolto nella band e quindi non fa testo, quello più interessato mi è parso essere Steve. Nick non ascolta molto death metal oggigiorno, ma mi ha detto che il disco ‘non è male, per quello che è’… e credo sia un complimento (ride, ndR)! Aaron invece non ha proprio mai ascoltato questo genere di sonorità, nemmeno agli esordi dei Paradise Lost”.
CHIUDIAMO QUESTA PARENTESI DEDICATA AI PARADISE LOST CHIEDENDOTI COME PROCEDONO I LAVORI SUL VOSTRO NUOVO ALBUM…
“Va tutto per il meglio, sto per completare gli ultimi due pezzi per il disco. Iniziamo a registrare a novembre e credo che la pubblicazione avrà luogo in primavera”.
QUANDO COMPONI UN BRANO, SEI SOLITO PARTIRE DA UN’IDEA PER L’INTERO BRANO O INIZI CON UN RIFF E POI CERCHI DI LEGARNE ALTRI DANDO AL TUTTO UN SENSO COMPIUTO? SCRIVI PRIMA LA MUSICA O LE PAROLE?
“Un po’ entrambi… come ti dicevo, per alcuni pezzi di ‘A Fragile King’ sono partito da delle parole, mentre per altri sono arrivati prima i riff. Comunque solitamente mi piace pensare a che tipo di canzone voglio realizzare prima di imbracciare uno strumento”.
PENSI CHE LA MUSICA DEI VALLENFYRE POSSA OGGI OTTENERE LO STESSO SUCCESSO CHE AVREBBE POTUTO RISCUOTERE UNA QUINDICINA DI ANNI FA?
“Non ne ho idea, però mi sto rendendo conto che, soprattutto negli Stati Uniti, c’è una grossa richiesta per musica di questo tipo. Non essendoci internet all’epoca, o per semplici questioni anagrafiche, moltissima gente di quelle parti si è persa la prima esplosione death e grind europea e ha una conoscenza soltanto vaga di quanto accadde qui negli anni ’90. I Vallenfyre sono stati accolti quasi come una rivelazione oltreoceano e la cosa ci ha sorpreso molto”.
PENSI CHE VI SIA UN COLLEGAMENTO TRA LA MANIERA IN CUI UNA PERSONA VEDE IL MONDO E IL TIPO DI MUSICA CHE QUEST’ULTIMA COMPONE?
“È possibile. Sono una persona molto cinica e probabilmente le mie idee differiscono di parecchio da quelle dell’uomo medio che incontro per la strada. Forse questo mio modo di essere si riflette nella mia musica, ma non è qualcosa di cui sono cosciente”.
TI REPUTI UN ARTISTA O UN INTRATTENITORE?
“L’arte è qualcosa di cerebrale e dipende in maniera estrema dal gusto soggettivo. L’intrattenimento è più effimero… piace alle masse, ma quanto dura? Personalmente tendo a considerarmi più un artista che un intrattenitore, se non altro perchè ciò che creo è solitamente qualcosa che viene apprezzato da pochi. E questi sono soliti affezionarsi e seguire ciò che faccio anche più in là. Non lo so… è una bella domanda, ma mi è venuto il mal di testa!”.
I VALLENFYRE HANNO IN PROGRAMMA DI SUONARE LIVE? TI OCCUPERAI SOLO DELLA VOCE DAL VIVO, ORA CHE AVETE DUE CHITARRISTI?
“Assolutamente, questa musica è fatta per suonare live. Sfortunatamente siamo impegnati su altri fronti in questo momento, ma nel 2012 terremo degli show e parteciperemo a dei festival. Sempre che ci sia richiesta per noi, ovviamente. Sì, dal vivo farò il frontman e lascerò le chitarre agli altri”.
CHE COSA STAI ASCOLTANDO IN QUESTI GIORNI? TI VA DI ILLUSTRARCI LA TUA PLAYLIST?
“Allora, in ordine sparso:
Celtic Frost – ‘Morbid Tales’: perchè è uno dei migliori album di sempre.
Skitsystem – ‘Stigmata’: la vecchia band di Adrian. Amo tutto il loro materiale, ma ultimamente sto ascoltando questo.
Terrorizer – ‘World Downfall’: un classico del grind, a volte un po’ sottovalutato.
Black Breath – ‘Heavy Breathing’: un album recente che spacca davvero”.