VAMPIRE – Dopo Mezzanotte

Pubblicato il 13/09/2020 da

Il nuovo “Rex” ha confermato una volta per tutte quanto i Vampire siano poco inclini a farsi catalogare facilmente. L’impronta death e thrash metal che aveva caratterizzato i loro fortunati esordi sta infatti lasciando sempre più campo a influenze di un passato più remoto, con l’ombra di Mercyful Fate, King Diamond e altri maestri classic metal a farsi sempre più incombente dietro l’operato della formazione svedese. La formula architettata dal gruppo, basata spesso su un netto contrasto fra ritmiche arrembanti e una spiccata finezza a livello chitarristico, ha ormai dato vita a varie opere di notevole impatto, lontane per indole e suoni a quanto ultimamente viene prodotto nell’underground death metal, e il succitato “Rex”, rilasciato da Century Media Records a giugno, è senz’altro quella più ambiziosa fra queste. Ne parliamo con il chitarrista Black String e il cantante/ex batterista Hand of Doom, raggiunti per un breve botta e risposta via email.

IL SUONO DEI VAMPIRE È SEMPRE MENO DEFINIBILE COME DEATH METAL, NONOSTANTE È INDUBBIO CHE LE VOSTRE RADICI RISIEDANO IN QUEL GENERE. DOPO UN DEBUT ALBUM PARTICOLARMENTE DIRETTO, AVETE INIZIATO A METTERE IN PRIMO PIANO INFLUENZE HEAVY METAL, TANTO CHE CERTI BRANI DEL SECONDO ALBUM “WITH PRIMEVAL FORCE” E DEL NUOVO “REX” HANNO PRESO UNA PIEGA ESTREMAMENTE EPICA E MELODICA. COME VEDETE L’EVOLUZIONE DEL VOSTRO STILE IN QUESTI ANNI?
Black String: – Quando abbiamo iniziato, nel 2011, sia io che Hand of Doom arrivavamo da anni trascorsi lontano dal death metal. Mi sentivo un po’ arrugginito come chitarrista e anche lui non era particolarmente esperto come batterista. Ciononostante, siamo riusciti a comporre quattro canzoni dal taglio piuttosto primitivo, puntando su orecchiabilità e istinto, e, per nostra sorpresa, tanta gente ha subito apprezzato ciò che stavamo facendo. Il debut album ha portato avanti quello stile, avvicinandosi a qualcosa di più epico con pezzi come “The Fen” e “The Bestial Abyss”. Personalmente ho sempre amato questo tipo di musica emotiva ed eroica, anche se non sempre ho avuto modo di registrarla nella mia carriera di musicista. È stato l’EP “Cimmerian Shade”, nel 2015, a rappresentare una svolta: qui ho iniziato a svelare tutte le mie influenze heavy metal. Su “With Primeval Force” ho quindi ampliato ulteriormente il discorso, mentre sul nuovo “Rex” puoi chiaramente sentire che non abbiamo più intenzione di nasconderci in questo senso. È il nostro terzo album e mostra definitivamente chi siamo.

QUESTA VENA MOLTO CLASSICA VI DIFFERENZIA DAL RESTO DEL PANORAMA UNDERGROUND DEATH METAL. ORMAI, COME ATTITUDINE, SEMBRATE PIÙ VICINI A GRUPPI COME IN SOLITUDE O, ANDANDO INDIETRO NEL TEMPO, MERCYFUL FATE. ANCHE VOI VI VEDETE COSÌ?
Black String: – Sì, certamente. Quando abbiamo avviato i Vampire ero molto coinvolto nella scena heavy metal svedese di quel periodo. Parlo di band come Portrait, In Solitude, Enforcer, Helvetets Port, Ram… inoltre potrei citare The Devil’s Blood e Ghost fra i miei ascolti di quel periodo. Dopo la pubblicazione del debut album è stato bellissimo unirsi a Morbus Chron e Tribulation per alcuni concerti. Entrambi i gruppi avevano appena rilasciato i loro fantastici secondi album, ovvero “The Formulas of Death” e “Sweven”. Li cito perché penso che i Mercyful Fate e il classic metal in generale siano influenze che ci accomunano. È in quanto realizzato da King Diamond e soci che vanno rintracciate le nostre vere radici e fonti di ispirazione, ben più che nel vecchio suono death metal svedese, nonostante sia innegabile che sia noi che Tribulation e Morbus Chron abbiano anche elementi death metal.

VI È UN’INFLUENZA CHE RITENETE IMPORTANTE E CHE FORSE NON SEMPRE VIENE COLTA DA CHI VI ASCOLTA?
Black String: – Mi sento di citare i cechi Root. Sono una band che considero imprescindibile nella mia formazione musicale degli ultimi vent’anni. I loro primi sei album mettono in mostra un’evoluzione fantastica, da black metal grezzo a un suono dark metal veramente ingegnoso e ricco di sfaccettature.

DA COSA VI LASCIATE GUIDARE QUANDO INIZIATE A COMPORRE? VI ISPIRA L’ASCOLTO DI UN DISCO O È PIÙ UNA QUESTIONE DI STATO D’ANIMO?
Black String: – Dipende. Su “Rex” puoi sentire riff decisamente ‘metal’, così come parti più intricate, aperture epiche e anche dei momenti molto soffusi. Penso che questo album più degli altri abbia risentito dei miei sbalzi di umore e degli stati d’animo che avevo quando imbracciavo la chitarra.

PENSATE CHE VI SIA UNA CANZONE SU “REX” CHE RAPPRESENTI A PIENO CIÒ CHE SONO DIVENTATI I VAMPIRE?
Black String: – Tendo ad ascoltare “Serafim” più spesso delle altre, se non altro perché c’è voluto parecchio tempo per completarla, tanto che ad un certo punto ho dubitato che riuscisse ad entrare nel disco. Sono sorpreso di quanto sia diventata epica: ha un carattere unico e ultimamente ne sono innamorato.

LA LINE-UP DEI VAMPIRE CONTINUA AD APPARIRE MOLTO SOLIDA: È DAL 2014 CHE NON CAMBIATE MEMBRI. PENSATE CHE QUESTA STABILITÀ ABBIA UN IMPATTO SU QUELLO CHE FATE?
Black String: – Penso proprio di sì. Credo che il gruppo sia arrivato al sound che proponiamo oggi quando abbiamo iniziato a provare certe canzoni di “With Primeval Force”: in quel periodo abbiamo finalmente capito che tipo di musica volevamo proporre e tutti i membri hanno condiviso questa direzione.

TUTTI I VOSTRI ALBUM DURANO POCO MENO DI QUARANTA MINUTI. PENSO CHE SIA UNA DURATA PERFETTA PER QUELLO CHE PROPONETE, MA MI CHIEDEVO SE QUESTA FOSSE UNA COINCIDENZA O MENO…
Black String: – Non si tratta di una coincidenza. Cerchiamo di evitare di confezionare dischi troppo lunghi ed estenuanti. Tuttavia è anche il semplice risultato del nostro songwriting: non credo saremmo capaci di comporre un album molto più lungo vista la natura dei nostri brani.

A LIVELLO DI TESTI, QUALI TEMI AVETE AFFRONTATO QUESTA VOLTA? VI È UN MESSAGGIO ALLA BASE DI “REX”?
Hand of Doom: – Un tema ricorrente nei testi di questo album è la vanità dello sforzo umano in presenza di poteri che non riusciamo a cogliere o addirittura a riconoscere. Per quanto vago possa sembrare, è qualcosa a cui tutti i testi si collegano, in un modo o nell’altro. La maggior parte dei testi delle canzoni di questo album e del precedente non sono esattamente lineari ed è come se avessero vari strati. Lo strato superiore riguarda principalmente la forma, e qui puoi dire che i nostri testi siano molto metal, in quanto ruotano attorno ad un vocabolario e a un tipo di espressione tipici di questo genere. Fantasmi, tombe e battaglie. Vi è poi una verità sotto tutte queste parole e queste frasi roboanti: le espressioni che utilizzo non sono messe insieme solo per avere qualcosa da cantare, ma anche perché ho qualcosa da dire. Qui puoi vedere la verità storica, la verità psicologica o semplicemente la verità poetica: qualcosa suona vero perché suona bene. Questi testi in realtà parlano del mondo e di come si possa essere qualcuno nel mondo. Nel terzo strato, puoi infine occasionalmente trovare opinioni o commenti, e il testo di “Melek-Taus” ne è un esempio, come lo era “Midnight Trial” nel nostro ultimo album. Dopo aver fatto interviste per il nuovo album durante l’ultimo mese, ho scoperto che è molto facile entrare nei dettagli e dire troppo sui testi, quindi mi fermo qui. La morale è che i nostri testi non dovrebbero essere visti solo come testi metal, in quanto essi nascondono occasionalmente un secondo messaggio, anche se quest’ultimo non è sempre immediatamente chiaro.

QUALI SONO LE VOSTRE SPERANZE PER “REX”? LA SUA PUBBLICAZIONE È AVVENUTA IN UN MOMENTO MOLTO DIFFICILE.
Black String: – Spero solo che possa essere ascoltato da più persone possibile. Non possiamo partire e suonare dal vivo, quindi non posso fare altro che augurarmi che la nostra musica raggiunga almeno gli stereo della gente.

SENTITE DI AVERE UN LEGAME PARTICOLARE CON I FAN? L’ATTACCAMENTO CHE ESSI HANNO NEI VOSTRI CONFRONTI FINISCE MAI PER RAPPRESENTARE UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO? VI SENTITE SOTTO PRESSIONE QUANDO COMPONETE MUSICA?
Black String: – Compongo per piacere personale, ma ovviamente mi rende felice sapere che il risultato venga apprezzato dagli altri della band. I fan sono un discorso diverso. Ho recentemente realizzato che alcuni di essi pretendono cose da noi, come se avessero il diritto di chiedere e ottenere qualcosa di specifico da un gruppo. Per me è un atteggiamento molto bizzarro. La cosa, comunque, non mi preoccupa: è impossibile accontentare tutti, quindi sarebbe stupido anche solo provarci. Piuttosto, mi interessa conoscere le ragioni di chi ci critica. Sono sempre aperto a questo tipo di dialogo.

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