Tra i gruppi del panorama estremo, i Varathron si sono distinti in tutta la loro carriera per la tenacia e l’ardore con cui tengono ben alto lo stendardo del metal più oscuro: trent’anni costellati di album validissimi, un amore radicato per il circuito underground e travagliati cambi di formazione, che però li hanno temprati in maniera eccezionale – come dimostrano le ultime uscite e la carica bestiale sprigionata dai loro live. Per Stefan Necroabyssious e compagni queste tre decadi sembrano essere state necessarie per raggiungere la piena potenza (distruttiva) e il loro live “Glorification Under The Latin Moon” ne è la prova lampante; abbiamo raggiunto il vulcanico mastermind per una densa chiacchierata circa le emozioni racchiuse in quel live, il passato, il presente ed il futuro della band ed il profondo legame tra essa e le scene locali di mezzo mondo (non da ultimo, quella della loro madrepatria). Quello che traspare dalle sue parole sono tizzoni di una fiamma inestinguibile, che dopo trent’anni non ha ancora smesso di bruciare.
BENVENUTI SU METALITALIA! PARLIAMO DELLA VOSTRA UTIMA USCITA, “GLORIFICATION UNDER LATIN MOON”: AVEVATE GIÀ IN MENTE DI REGISTRARE UN LIVE ALBUM QUANDO VI SIETE IMBARCATI NEL “30 YEARS OF DARKNESS TOUR” OPPURE L’AVETE IDEATO AD HOC PER CELEBRARE TRE DECADI DI CARRIERA?
– Ciao e grazie mille per il supporto, innanzitutto. Beh, questo live è un vero specchio della nostra passione sul palco! L’ultima tappa del tour in America Latina è stata São Paulo ed il nostro tour manager Robson, insieme con gli altri ragazzi della squadra, ci ha fatto una sorpresa, organizzando le riprese per quell’ultimo show; penso fosse un omaggio per i nostri fedelissimi fratelli e fan lì. Quella serata è stata una delle migliori della mia vita: la passione genuina ed una certa sensazione di ritualità mi sono dilagati dentro come una cascata ed il feedback che ne abbiamo avuto è stato talmente bello da lasciarci senza parole! Amo davvero quella release anche perchè è stato il nostro primo live album ufficiale.
LA LOCATION DI UN LIVE ALBUM È SPESSO – MA NON SEMPRE – UNA PARTE CENTRALE DELLO SHOW. ABBIAMO LIVE REGISTRATI AI FESTIVAL, NELLE CHIESE, IN POSTI SELVAGGI O NELLA CITTÀ NATALE DELLA BAND. VOI AVERE REGISTRATO A SAO PAOLO, APPUNTO, E QUESTA SCELTA VIENE PRESENTATA COME UNA RECIPROCA DICHIARAZIONE D’AMORE TRA I VARATHRON E I FAN SUDAMERICANI: PUOI DIRCI DI PIÙ IN PROPOSITO E RACCONTARCI COM’È AVVENUTO IL PROCESSO DI LAVORAZIONE PRIMA E DOPO LO SHOW?
– Come ti dicevo, sì: questo album è un ponte tra la scena black ellenica e la grande scena brasiliana. In quel tour ho ricevuto così tanto affetto e rispetto, sia nei confronti della mia band che dell’intera scena greca. Abbiamo suonato in un posto che è come una seconda casa per me, ed è stato davvero bello: il concerto è andato alla grande, tutti i gruppi hanno suonato benissimo, davvero una serata carica di emozioni. Oltre a ciò, credo che sia un po’ un sogno che si avvera suonare in posti del genere.
LA SETLIST PRESENTATA È UN EXCURSUS DELLA VOSTRA CARRIERA, DAI GRANDI CLASSICI FINO AI VOSTRI ULTIMI LAVORI, CON IN PIÙ L’ESECUZIONE DELL’INTERO “HIS MAJESTY AT THE SWAMP” PER LA PRIMA VOLTA. QUANDO E COME AVETE COMINCIATO A PENSARE ALLA COSA? E’ STATO UN ESPERIMENTO UNICO OPPURE UNA PROVA PER – MAGARI – DEI TOUR FUTURI?
– Si, è vero, abbiamo suonato “His Majesty At The Swamp” per intero. Non so se ripeteremo nel futuro prossimo questa proposta oppure no, ma volevamo assolutamente farlo in quel tour. I Varathron si sono formati nel 1988 e stavolta era la prima in cui ci trovavamo a fare un tour così grande nell’America Latina. Ho stretto amicizia con un sacco di gruppi, zine, persone ed etichette durante i primi anni di carriera ed ho avuto modo di incontrarli di persona solo l’anno scorso. Quando ricevi così tanto affetto e supporto come puoi ricambiare se non con un ‘regalo’ del genere? Per questo motivo abbiamo scelto di suonare lì il nostro primo album per intero.
SICURAMENTE NON SIETE GLI STESSI (SIA COME BAND CHE SINGOLI INDIVIDUI) DI QUANDO AVETE REGISTRATO “HIS MAJESTY…” NEL 1993. E’ STATO DAVVERO BELLO ASCOLTARE IN QUEL LIVE COME AVETE SUONATO IL VOSTRO PRIMO ALBUM, CON UN IMPATTO ANCORA PIÙ POTENTE – MA NON MENO MALVAGIO. COME VI SIETE SENTITI A QUESTO PROPOSITO E COME, SECONDO TE, I VARATHRON HANNO AFFRONTATO IL CAMBIAMENTO DELLE MAREE DURANTE QUESTI ANNI?
– Sono ancora un pazzo furioso ed abbiamo suonato quell’album con ancora più passione! Nel 2020, credo che i Varathron siano più potenti e vivi che mai e la nostra formazione sia la più forte in termini di resa e coesione; mi sono lasciato il passato, tutti i cazzo di cambi di line-up e di sessionisti alle spalle in questi anni, quindi penso che adesso siamo immortali!
TRENT’ANNI SONO DAVVERO UN SACCO DI TEMPO PER UN ESSERE UMANO; PER UNA BAND VUOL DIRE DAVVERO UNA GRAN CARRIERA!
IN UN MOMENTO DELICATO PER LA MUSICA METAL, IN CUI COSÌ TANTI CAMBIAMENTI E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE GIOCANO DI VOLTA IN VOLTA A FAVORE O SFAVORE DELL’INTERO GENERE, ALCUNE FORMAZIONI PERDONO L’ENTUSIASMO, ALTRE NON HANNO PIÙ VOGLIA DI COMUNICARE ALCUNCHÈ A NESSUNO, ALTRE ANCORA SCRIVONO MUSICA SOLO PER SE STESSE… MA VOI SIETE ANCORA QUI. QUANTO È STATO DIFFICILE PORTARE AVANTI IL TUO GRUPPO DURANTE QUESTI ANNI?
– Quanto è vero quello che dici. I Varathron sono ancora vivi perchè ho sacrificato davvero molto nella mia vita, in termini personali e lavorativi. La mia passione è quella di sempre, anzi, forse ora è ancora maggiore, e te lo dico perchè oltre ai Varathron ho altre tre band: Katavasia (di cui è uscito il debut “Magnus Venator”), Funeral Storm e Zaratus (di cui uscirà presto il primo album per Van Records). La maggior parte delle persone lasciano le band o la musica, ma per me questi gruppi sono la mia vita, continuerò fino alla morte.
LO STUDIO E L’ESPLORAZIONE DEL MALE E DELLA MITOLOGIA AD ESSO COLLEGATA, UNA RABBIA ED UNA VIOLENZA ESPRESSE IN MUSICA A LIVELLO QUASI FISICO, LA FASCINAZIONE PER L’OCCULTISMO E ATMOSFERE OSCURE SONO SOLO ALCUNE DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE PECULIARE DELLA COSIDDETTA ‘ SCENA ELLENICA’, CHE AVETE CONTRIBUITO A CREARE E DIFFONDERE, INSIEME CON ROTTING CHRIST, KAWIR, NECROMANTIA E ALTRI. È MOLTO DI PIÙ DI UN MERO SOTTOGENERE O DI UNA TENDENZA, ED È QUALCOSA CHE (DA QUANTO HO POTUTO CONSTATARE) INCLUDE MOLTO DI PIÙ CHE SOLTANTO LA MUSICA: È COME SE FOSSE UNA CHIAMATA CHE ATTRAVERSA LA STORIA (ANTICA E MODERNA) DELLA GRECIA, LA SUA CULTURA, LA LETTERATURA, PERSINO – PERCHÈ NO? – LA RELIGIONE E, CHIARAMENTE, LA MUSICA. SEI D’ACCORDO CON QUESTA AFFERMAZIONE E PERCHÈ?
– Assolutamente si. La scena metal greca ha questo sound così speciale da renderla una delle più notevoli al mondo. Credo che l’unicità della nostra cultura, della nostra storia antica, le nostre esperienze racchiuse nelle tradizioni ed innumerevoli monumenti facciano risuonare la nostra interiorità in maniera differente rispetto al resto del mondo; questo ovviamente si riflette nel nostro modo di pensare, di percepire le cose – ed in ultimo anche nella musica.
PUOI RACCONTARCI QUALCOSA A PROPOSITO DELLA TUA ‘CHIAMATA’ E DEL LEGAME CHE È SCATURITO TRA LA MUSICA ED IL RESTO DELLA TUA VITA?
– Il legame tra me e la musica è molto forte. Ho cominciato ad ascoltare heavy metal nel 1978 e non ho mai smesso. Quando ero studente ho approfondito altri generi, come l’hard rock, il prog, la musica psichedelica ed il rock più classico, l’hardcore, la musica goth e chiaramente thrash e death metal. Il mio amore per le sonorità più classiche è evidente anche in quello che compongo per i Varathron: la musica è metà della mia vita, davvero.
“GLORIFICATION UNDER LATIN MOON” VEDRÀ LA LUCE (l’intervista risale alla fine di settembre, ndr) IN UN MONDO DIVORATO DALLA PANDEMIA: I CONCERTI SONO RIMANDATI, ANNULLATI OPPURE SI SOVLGONO CON MILLE LIMITAZIONI DOVUTE ALLE MISURE SANITARIE, DOVE POSSIBILE. DA UN LATO UN LIVE ALBUM PUÒ ESSERE UNA ‘CONSOLAZIONE’ PER I FAN, DALL’ALTRO NESSUNO SA QUANDO I CONCERTI (ED IL RESTO DELLA VITA) TORNERANNO ALLA NORMALITÀ. SPERO CHE CIASCUNO DI VOI STIA BENE E NON ABBIA AVUTO PROBLEMI NEGLI SCORSI MESI. COSA PENSI DI TUTTA QUESTA SITUAZIONE? QUESTA CRISI HA FATTO TEMERE PER IL TUO FUTURO COME MUSICISTA?
– Si, è un gran bel problema per un po’ tutti, immagino. Penso che gran parte delle band nel mondo siano preoccupate per il proprio futuro musicale, che è molto incerto e strettamente collegato a quello che succederà. Noi stiamo bene e speriamo che ciascuno di voi lo sia, come speriamo di tornare presto alla normalità e al fare tour. Il nostro live esce in un momento davvero strano e difficile e credo che possa far ‘viaggiare’ i fan in un universo di memorie che – speriamo! – tornino di nuovo ad essere realtà!
STATE PENSANDO ALL’EVENTUALITÀ DI TENERE UN CONCERTO IN STREAMING OPPURE RIMANETE LEALI ALLA DEFINIZIONE PIÙ CLASSICA DEL TERMINE, CON UN SACCO DI GENTE CHE POGA, SUDA E TUTTO IL RESTO?
– Sono e rimarrò una persona saldamente ancorata agli show ‘classici’, con pogo, headbanging e urla, tante urla! Torneremo!
ED A PROPOSITO DEL FUTURO? VOI SEMBRATE AVERE PIÙ ENERGIA CHE MAI (ED È CIÒ CHE ILLUMINA LA VOSTRA ULTIMA RELEASE) PERCIÒ, FIN DOVE RIESCI A VEDERE, DOVE CONDURRÀ IL PERCORSO DEI VARATHRON?
– Non penso che finirò mai le mie energie, anzi: attualmente con gli altri stiamo lavorando a delle nuove canzoni per un nuovo album dei Varathron. Seguiamo il percorso tracciato da “Patriarchs” e procediamo verso il Tempio del sacrificio supremo (non sappiamo se sia una metafora o ad esempio un possibile titolo per un album futuro, ndr).
Oltre a ciò, per fortuna ricominciano ad arrivare nuove proposte di tour e speriamo per il meglio; non da ultimo con gli altri gruppi di cui ti parlavo prima stiamo facendo uscire un sacco di materiale, quindi preparatevi all’invasione, tenete alta la fiamma nera e soprattutto rimanete al sicuro in questo periodo!