VEKTOR – Odissea nello Spazio

Pubblicato il 10/01/2016 da

Usciti dai radar della scena mondiale proprio all’apice del clamoroso successo scatenato dalla band in seguito all’uscita di “Black Future” prima, e “Outer Isolation” poi, i Vektor tornano in Europa in giro di ricognizione proprio a ridosso dell’uscita del nuovo ed attesissimo full “Terminal Redux”, ennesimo passo in avanti in una carriera fin ora priva di sbavature ed anzi lanciata a folle velocità verso un riconoscimento artistico ed una fama parimenti meritata ed in espansione. La data italiana di Prato ha rappresentato il punto di incontro tra Metalitalia.com ed il frontman della band David DiSanto, giovane mastermind dei Vektor che pur con tono dimesso ed un carisma riservato e poco espansivo, ha risposto senza indugi a tutte le nostre domande, partendo dalla musica della sua band ed arrivando a tematiche ben più ampie e complesse, passando attraverso la sua infanzia e le sue passioni cinematografiche: poche battute introduttive quindi, e largo alle parole dei Vektor!

Vektor - Band - 2015

BENTORNATI RAGAZZI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! TERZA DATA ITALIANA STASERA E SESTA DATA IN ASSOLUTO DI QUESTO NUOVO TOUR EUROPEO DA HEADLINER. PRIMO COMMENTO A CALDO DI QUESTO INIZIO DI TOUR? CHE ARIA AVETE RESPIRATO NELLE DATE FRANCESI IN QUESTI GIORNI DI FUOCO PER LA FRANCIA?
“Buonasera a voi tutti, amici italiani! Il tour è iniziato davvero alla grande, la prima data a Nantes ha registrato subito il primo sold-out ed anche a Parigi le cose sono state grandiose, nonostante tutti i casini che stanno succedendo da quelle parti. Il pubblico è stato fenomenale, abbiamo percepito la volontà di superare la paura per gli eventi terroristici e godersi senza pensieri lo spettacolo per cui sono venuti al locale; abbiamo trovato, soprattutto per la data parigina, un po’ più di sicurezza del solito, ma niente di particolarmente sconvolgente rispetto alla normale routine di sempre, mentre non sono mancati moshpit, pogo e casino sotto palco!”.

“TERMINAL REDUX” USCIRÀ UFFICIALMENTE IL 11 MARZO 2016 TRAMITE EARACHE RECORDS. SI TRATTA DEL PRIMO FULL DOPO “OUTER ISOLATION”, USCITO CINQUE ANNI FA PER HEAVY ARTILLERY RECORDS. FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE, E VEDIAMO COSA È SUCCESSO NELL’ARCO DEGLI ULTIMI ANNI, PER QUANTO RIGUARDA LA SCRITTURA DEL NUOVO ALBUM, IL CAMBIO DI ETICHETTA E TUTTO IL RESTO…
“La novità più significativa che abbiamo vissuto è stato sicuramente il nostro spostamento da Phoenix, in Arizona, attraverso tutti gli Stati Uniti fino a Philadelphia, in Pennsylvania, dove ci siamo trasferiti tutti quanti nell’ultimo anno: abbiamo preso questa decisione cercando di espandere la nostra fanbase sulla costa Est del Paese, dove il nostro seguito è di molto inferiore rispetto alla parte Ovest, cercando di suonare più spesso da quelle parti e facendo più tour nella parte orientale dell’America. È stata una scelta davvero benefica per noi, che non vivendo esattamente nella stessa città prima, avevamo difficoltà nell’incontrarci per le prove ed organizzare il lavoro della band; il nuovo album invece è nato in un clima molto più continuativo e coeso, frutto di un confronto continuo tra di noi in fase di scrittura. Per quanto riguarda il cambio di etichetta discografica invece, diciamo che si è trattato di un passaggio davvero naturale ed indolore, se così possiamo dire, per noi: avevamo un contratto per tre uscite discografiche con Heavy Artillery Records, che ha deciso però di chiudere i battenti e sospendere la propria attività, cedendo il proprio materiale ad Earache Records: a noi mancava ancora una pubblicazione con Heavy Artillery, ed abbiamo semplicemente prolungato il contratto che avevamo, adattandolo per l’occasione ad Earache Records, che rimane a tutt’oggi sicuramente una delle migliori label metal con cui poter collaborare ad alti livelli”.

“ULTIMATE ARTIFICIER”, PRIMA NUOVA CANZONE PUBBLICATA DA “TERMINAL REDUX”, PRESENTA UNO STILE FLUIDO E MOLTO DINAMICO, TRADEMARK ORMAI TIPICO PER I VEKTOR: COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL RESTO DEL NUOVO ALBUM?
“Beh, fondamentalmente, il nuovo album sarà molto più…questo!! (ride, ndA) Voglio dire che ‘Ultimate Artificier’ contiene al suo interno molta dell’essenza che anima tutto il nuovo lavoro: c’è del thrash più veloce, più oscuro, ma anche molte più parti cosmiche, spaziali, ambient in un certo senso, che accrescono di molto la profondità e la complessità stessa delle canzoni. E poi c’è l’utilizzo della voce pulita in due canzoni, una novità assoluta per me, accompagnato dalle backing vocals di due bravissime coriste che abbiamo conosciuto proprio a Philadelphia, che hanno donato ad alcuni momenti dell’album una vena ‘pinkfloydiana’ che continuo ad adorare anche a distanza di diverso tempo dalle registrazioni. Si tratta in definitiva di un’unione tra il primo, furioso materiale di ‘Black Future’ e momenti più sofisticati, una sorta di ‘Dark Nebula’ (canzone del primo album tra le più sperimentali della band, ndA) a cui sono stati aggiunti elementi nuovi per il songwriting dei Vektor”.

NON CREDETE CHE TUTTO QUESTO TEMPO TRA UN ALBUM ED UN ALTRO ABBIA POTUTO IN PARTE RALLENTARE L’INTERESSE INTORNO AI VEKTOR CHE SI È SCATENATO DOPO L’USCITA DI “OUTER ISOLATION”?
“Vedi, abbiamo sempre riposto una cura maniacale nel materiale che scriviamo e pubblichiamo, assicurandoci che ogni secondo della composizione rispecchi appieno lo spirito della band e quello che vogliamo trasmettere con la nostra musica. Fino ad ‘Outer Isolation’ il nostro modus operandi sembra essere stato apprezzato, ed abbiamo deciso di continuare quindi su questa stessa strada, concentrandoci al massimo nel poter realizzare qualcosa che superasse non solo le aspettative dei fans, ma anche le nostre stesse ambizioni iniziali. Naturalmente, un lavoro di questo tipo ha richiesto un lasso di tempo considerevolmente lungo, che ci ha momentaneamente allontanato dai riflettori della scena metal, ma abbiamo compiuto questa scelta in modo premeditato, decisi a non sacrificare la qualità della nostra proposta per mantenere alto l’hype intorno al nome Vektor: la qualità paga sempre e rimane immortale, mentre la fama, così come arriva, è destinata inesorabilmente a passare, rappresentando un parametro poco affidabile nel valutare il valore artistico di qualsiasi band e della musica che compone”.

LA PRIMA PARTE DEL 2016 VI VEDRÀ IMPEGNATI IN UN TOUR AMERICANO DI SPALLA AI VOIVOD, PASSATI DA POCO ANCHE DALL’ITALIA. ASCOLTANDO LA VOSTRA MUSICA ED OSSERVANDO IL VOSTRO IMMAGINARIO, È IMPOSSIBILE NON NOTARE L’INFLUENZA CHE LA BAND DI AWAY HA AVUTO SU DI VOI: COSA PROVATE A CONDIVIDERE QUESTA ESPERIENZA CON LORO? AVETE MAI AVUTO MODO PRIMA DI INCONTRARE I VOIVOD SUL VOSTRO PERCORSO?
“Oh beh, cos’altro potrei dire se non che si tratta di un sogno che diventa finalmente realtà! I Voivod sono stati da sempre tra le nostre ispirazioni nonché una delle mie band preferite di tutti i tempi, naturale che l’eccitazione per il tour che affronteremo insieme sia ormai alle stelle! È buffo perché sono stati gli stessi Voivod che, dopo averci scoperto grazie al continuo passaparola di molti fan che le due band hanno in comune, hanno pensato al tutto e ci hanno contattato, senza ancora conoscersi in alcun modo. Ci siamo poi incontrati all’Hellfest in Francia quest’estate, ed abbiamo finito per fare baldoria insieme nel backstage: noi non sapevamo ancora del loro tour americano nel 2016, e sono stati loro a chiederci di accompagnarli e suonare con loro: puoi immaginarti le nostre reazioni, abbiamo accettato senza nemmeno consultare il nostro manager, si trattava di un’occasione troppo preziosa per poter rifiutare”!

DAVID, HAI PASSATO UN BREVE PERIODO IN GALERA QUALCHE TEMPO FA, A SEGUITO DI ALCUNI PROBLEMI CON DEI MEMBRI DELLA COMUNITÀ CRISTIANA: TI VA DI FARE CHIAREZZA SULL’ACCADUTO? CREDI CHE QUESTO EPISODIO ABBIA CAMBIATO IL TUO APPROCCIO ALLA VITA, E QUINDI ALLA MUSICA?
“Accidenti, sono ormai marchiato a fuoco per questo!! (ride) Apparte gli scherzi, come potrai immaginare sono una persona dalla mentalità alquanto scientifica, ed ho sempre trovato assurdo tutto questo fanatismo legato alla religione e alla fede: mi considero comunque una persona dalla mentalità aperta ed in genere non spreco il mio tempo dietro a queste cose, ma quella volta le cose sono andate un po’ diversamente. Eravamo ad un grande festival metal in America (si riferisce allo Scion Rock Fest, ndA) ed erano presenti questi estremisti cristiani che non facevano altro che importunare e provocare tutte le persone presenti, impedendo loro di godersi il concerto come si deve. Ad un certo punto hanno persino invaso un’area riservata del festival, ed è lì che istintivamente, ho tirato loro una birra gridando: ‘Andatevene di qui, non ci potete stare, qua nessuno vi vuole!’. Ero ubriaco certo, ma anche loro hanno avuto le loro colpe in questa vicenda. Mi sono fatto un po’ di tempo al fresco comunque, e posso assicurarti che essere l’unico capellone in galera non è proprio uno spasso, anche se alla fine fortunatamente non è mi è successo niente di grave! Tutti i miei amici, la mia famiglia, mia moglie erano molto preoccupati in quel momento, mi dispiace per questo, e credo che la prossima volta affronterò la situazione in maniera differente, se mai ce ne dovesse essere bisogno. Musicalmente comunque, non credo che questo episodio abbia avuto alcuna ripercussione considerevole o che abbia in qualche modo modificato il mio modo di concepire e creare musica”.

COME MUSICISTI POSSEDETE DELLE OTTIME CAPACITÀ TECNICHE, INDUBBIE COMPETENZE TEORICHE ED UNA CREATIVITÀ FUORI DAL COMUNE: QUALE DI QUESTI TRE ASPETTI CREDETE SIA STATO PIÙ IMPORTANTE NEL DIFFONDERE IL NOME DEI VEKTOR NEL MONDO, E QUALE RITENETE QUELLO PIÙ IMPORTANTE PER VOI COME BAND?
“La difficoltà più grande, secondo me, è trascendere questo tipo di approccio, fondere tutte queste capacità ed utilizzarle per riuscire a creare qualcosa di innovativo, originale e mai sentito prima: questo, in definitiva, è l’elemento che riteniamo più importante quando scriviamo musica come Vektor. Siamo soliti scrivere molto, per poi scartare gran parte del materiale perché troppo simile a questo o quell’altro gruppo, è un continuo processo di taglia e cuci che ci porta a stravolgere le canzoni molte volte, prima di arrivare al risultato finale che riteniamo migliore. Non mi piace scrivere qualcosa che sia tecnico per il solo gusto di esserlo, o qualcosa di complesso e cervellotico ma poco efficace. Suoniamo la musica che ci piace e che ci piacerebbe sentire su un album, e troppa tecnica finisce quasi sempre per suonare come qualcosa di rumoroso e poco altro: noi invece, stiamo ben attenti a non perdere l’anima rock che ha dato vita a tutto questo anni e anni fa”.

UNA VOSTRA CARATTERISTICA È L’USO DELL’ACCORDATURA IN F STANDARD, UN TONO SOPRA L’ACCORDATURA IN E STANDARD. COME MAI QUESTA SCELTA?
“Credo che potrebbe trattarsi di un fattore limitante per tutti quelli che puntano solo e soltanto sulla pesantezza del suono e la bassezza quasi cacofonica delle accordature, ma fortunatamente non è il nostro caso questo. La verità? Siamo accordati in F perché io…non avevo un accordatore (ride)! Ricordo che ci trovavamo in studio per registrare l’album ‘Nucleus’, nel 2003 o giù di lì, io avevo già preparato tutto il materiale da registrare senza mai accordarmi, ed una volta utilizzato l’accordatore prima di iniziare a registrare ho detto: ‘Hey, che succede? Qua è tutto sbagliato, dovrebbe suonare tutto un po’ più acuto’, e da lì la scelta dell’accordatura più alta. La utilizziamo ormai da molto tempo quindi, e posso dirti che secondo me permette di distinguere meglio le sfumature dei riff ed anche i passaggi più contorti delle canzoni non perdono mai musicalità grazie a questo piccolo espediente. Oggi il trend è quello di utilizzare sette, otto, dieci corde e via dicendo, ma in questo modo si perde totalmente la musicalità della canzone e si finisce per utilizzare la chitarra quale ‘semplice’ motore ritmico, al pari del basso e della batteria, e questo non ci piace”.

AVETE SEMPRE MANTENUTO UNA VISIONE PESSIMISTICA SUL FUTURO DELL’UMANITÀ, DESTINATA ALL’ESTINZIONE PER COLPA DEI SUOI STESSI ECCESSI: LA SITUAZIONE POLITICA ED AMBIENTALE DI OGGI SEMBRA EFFETTIVAMENTE DARVI RAGIONE DEL RESTO. COME COMMENTATE I RECENTI SVILUPPI CHE STANNO ACCADENDO IN EUROPA ED IN TUTTO IL RESTO DEL MONDO?
“Credo che uno dei più grandi problemi sociali oggi sia rappresentato dalla questione dei rifugiati di guerra e dai perseguitati per motivi religiosi (ancora!), che bussano alle porte dei paesi europei e rischiano, loro malgrado, di far crollare definitivamente i già labili equilibri di questi paesi, creando un clima di tensione generale che alimenta ulteriormente il preoccupante fenomeno dell’odio religioso, di quello razziale e del terrorismo. Loro vorrebbero aiuto, ma è anche vero che non ci sono risorse sufficienti per poter soccorrere chiunque, mentre un ristretto gruppo di folli nel Medio Oriente minaccia senza distinzione qualsiasi società non si uniformi al loro assurdo modo di pensare. Siamo ancora qua a morire per la religione, mentre oltre duemila anni fa gli antichi Greci, pur con tutti i loro dei e le loro superstizioni, riuscivano a rilassarsi, versando un bicchiere di vino e parlando civilmente di politica, filosofia o teologia: cosa è andato storto secondo te da quei tempi ad oggi nell’evoluzione della nostra civiltà (sorride,ndA)? Io non saprei dirlo, so solo che la fame di potere e soldi ci ha portato ormai verso una situazione irrecuperabile da cui non torneremo indietro, che necessita di una soluzione drastica che stravolga la vita e l’operato dell’uomo”.

DA DOVE PROVIENE LA PASSIONE PER TEMATICHE SCI-FI E SPAZIALI CHE TRASMETTETE ATTRAVERSO LE VOSTRE CANZONI?
“Fin da quando ero bambino, mio padre mi ha fatto vedere una quantità incredibile di film con queste tematiche, partendo naturalmente dai grandi classici come ‘Blade Runner’ o la prima fondamentale trilogia di ‘Guerre Stellari’ ed arrivando via via a prodotti più ricercati e di nicchia. Da adolescente ero un vero divoratore di B-movie sci-fi, ero sempre incuriosito ed affascinato da questo tipo di pellicole, anche se spesso la qualità del film lasciava davvero a desiderare, concedevo una possibilità a tutto quello che riguardava astronavi, missioni interstellari e lo spazio in generale. Poi sono cresciuto e..niente è cambiato! Sono in estasi per l’uscita de ‘Il risveglio della Forza’ ad esempio, pensa che ho fatto in modo da non avere impegni con i Vektor in quei giorni per poter tornare a casa e guardarmi il film al cinema non appena possibile!”.

QUALI SONO I PIANI DEI VEKTOR NON APPENA TORNATI DAL TOUR AMERICANO DI INIZIO ANNO? AVETE QUALCOSA IN PROGRAMMA PER LA SECONDA PARTE DEL 2016?
“Certamente, stiamo pianificando il nostro ritorno in Europa per Agosto, non possiamo ancora confermare nulla ufficialmente, ma stiamo ricevendo delle ottime offerte, per cui credo che da fine Luglio/ inizio Agosto saremo ancora dalle vostre parti. Per allora ‘Terminal Redux’ sarà già uscito da qualche tempo ed anche se suoneremo alcune delle vecchie canzoni, sono molto curioso di vedere quale sarà la reazione dei fan europei in merito al nuovo materiale presentato live. Adoro tutto quello che abbiamo composto e registrato insieme, non ho alcun rimpianto su quanto fatto fino ad oggi, ma credo che le nuove canzoni siano davvero valide, e spero riusciranno a portare il nome dei Vektor su un livello ancora mai raggiunto dalla band in questi anni”.

TRE PAROLE PER CONCLUDERE L’INTERVISTA DAVID?
“Sci-fi or Die!”.

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