I Vexed hanno pubblicato il secondo disco, trasformando il trauma emotivo in un alt-metal tanto denso da essere quasi estenuante, fatto di condanna, risentimento, tormento e veleno. L’impressionante carico emotivo viene vomitato senza filtri da Megan Targett, talento fuoriclasse capace di una furia senza rimorsi, tanto che fa quasi strano vederla calma e sorridente durante la nostra chiacchierata via Zoom.
Megan ci accoglie dopo il turno di lavoro in maniera spontanea nel suo contesto familiare, condiviso col marito e batterista della band Willem Mason-Geraghty, dimostrando nelle parole e nel comportamento quella trasparenza e quella sensibilità che sono probabilmente il punto più brillante e più fragile della sua persona.
PARTIAMO DAGLI INIZI: COME SIETE RIUSCITI A FARE IL PRIMO DISCO E SCHEDULARE IL VOSTRO PRIMO TOUR SENZA AVERE UN BASSISTA?
– Siamo stati fortunati ad avere un produttore molto bravo a suonare il basso (Meyrick De La Fuente, ndR). Per farla molto semplice, ha suonato lui le parti di basso sul disco: prima le ha programmate su base, e poi le ha incise lui stesso alla fine del processo. Per quanto riguarda le date, di solito ci aiuta il nostro caro amico Al Harper, praticamente il nostro bassista ufficiale, che però preferisce fare un passo indietro quando non si tratta di suonare live, perché è un duro lavoro.
PUOI RACCONTARCI BREVEMENTE I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO COME VOCALIST? SBAGLIO SE DICO FRANKIE PALMERI (EMMURE)?
– Non sbagli, Frankie Palmeri è una mia grande influenza come vocalist, è uno dei miei preferiti in assoluto. Amo CJ dei Thy Art Is Murder, lui è fantastico. Ti direi anche David Gunn dei King 810, anche lui è di grande ispirazione per me. Parliamo di gente molto incazzata in generale (ride, ndr)!
IL DISCO E’ INTITOLATO “NEGATIVE ENERGY” E I TEMI CHE TOCCHI SONO MOLTO DURI. TI CONSIDERI UNA PERSONA NEGATIVA O SCRIVERE E’ UNA SORTA DI TERAPIA?
– Non mi considero una persona negativa, cerco sempre di trovare l’aspetto positivo delle cose. A volte però la vita non è così semplice e trovare il lato migliore non è sempre possibile (Megan ha perso il padre nel periodo precedente alla stesura dell’album, ndr). Qui è dove entra in gioco il disco. Abbiamo messo tutta la nostra negatività in musica, è stato molto più facile scrivere in questo modo invece di sforzarsi di trovare speranza e positività. La vita non è sempre bianco o nero. Scrivere è un gran bel modo per sfogare tutta la negatività nei testi.
C’E’ UN MOTIVO PERCHE’ AVETE MESSO I PEZZI PIÙ MELODICI A FINE TRACKLIST?
– Abbiamo pensato che strutturare la tracklist in quella maniera avesse un flusso scorrevole, volevamo iniziare in modo veramente duro e ci è sembrato giusto piazzare più avanti le canzoni melodiche e con voci pulite. Messe nel mezzo avrebbero spezzato lo scorrere della tracklist.
HAI DELLE OTTIME CAPACITA’ NEL CANTARE, TI LIMITI DI PROPOSITO NELLE PARTI PULITE?
– Mi limito sì, in verità cantare pulito non mi piace poi molto, preferisco urlare. Ho usato la voce pulita in questo disco solo nei momenti in cui sentivo fosse strettamente necessario, ovvero quando mi sento davvero molto vulnerabile riguardo a un testo in particolare.
COME AVETE COINVOLTO IL VOCALIST DEGLI ALPHA WOLF IN “LAY DOWN YOUR FLOWERS”?
– Siamo fan degli Alpha Wolf da anni ormai, e lentamente abbiamo sviluppato una sorta di amicizia, sentendoci molto spesso online. Sono ragazzi davvero adorabili, così tra un discorso e un meme abbiamo coltivato un rapporto sempre più stretto. Quando sono arrivati nel Regno Unito siamo ovviamente andati a vedere i loro concerti, così ci siamo conosciuti anche di persona. Sapevo da tempo di voler lavorare con Lochie (Keogh, cantante dal 2018, ndr) ma non sapevo quale fosse il suo parere. Quando gliel’abbiamo chiesto la sua reazione è stata superpositiva.
Gli Alpha Wolf sono costantemente in tour, quindi lo spazio per registrare il suo contributo è stato davvero ridotto al minimo, ma tra un tour e l’altro – se non sbaglio tra quello americano e quello australiano – ha registrato e mi ha inviato la sua parte. E’ stato molto carino da parte sua visto che si trovava in un periodo parecchio stressante. Probabilmente l’ho pressato troppo e gli ho fatto troppi complimenti, così ha acconsentito per levarmi dalle palle!
HO VISTO CHE AVETE RICEVUTO DELLE BELLE PAROLE ANCHE DA MATT HEAFY DEI TRIVIUM. AVETE PENSATO DI CHIEDERE UN CONTRIBUTO ANCHE A LUI?
– Adoriamo Matt e siamo immensamente riconoscenti per le belle parole che ha speso su di noi. Quando i nostri amici Malevolence hanno pubblicato il loro ultimo disco e abbiamo visto che Matt era nei featuring ci è sembrato ci avessero bruciato l’opportunità in qualche modo: i Malevolence vengono anche loro dal Regno Unito, la nostra proposta è abbastanza simile… Non volevamo essere quelli che “Matt, puoi cantare anche sul nostro disco?”. Ci sembrava di pestare i piedi a qualcun altro, così abbiamo lasciato perdere. In futuro ci piacerebbe moltissimo perché è un musicista eccellente ed una persona adorabile.
HO LETTO CHE HAI SCRITTO I VARI TESTI DEL TUO PRIMO DISCO “CULLING CULTURE” CON DELLE PERSONE SPECIFICHE IN MENTE. HAI UTILIZZATO LO STESSO METODO PER “NEGATIVE ENERGY”?
– In generale il tema di questo disco è il lutto, parlo della perdita di una persona amata. Le canzoni non sono nate quindi pensando a una persona nello specifico, quanto più al processo di cordoglio e di tutte le fasi che si passano con la perdita di una persona. Le canzoni sono state ispirate a determinati fatti che sono accaduti quando si è spento un mio familiare. Penso sia molto diverso da “Culling Culture”, è tutto basato sulle esperienze avvenute in un brutto periodo, che io stessa ho affrontato in prima persona come molti possono affrontare durante la propria vita.
PARLI APERTAMENTE DI ENERGIA NEGATIVA NEI VOSTRI CONFRONTI IN TRACCE COME “ANTI-FETISH” O “WE DON’T TALK ABOUT IT”. QUESTA NEGATIVITA’ TI HA MAI SCORAGGIATO NELL’APRIRTI ALL’INTERNO DEI TUOI TESTI?
– Non ho mai avuto paura ad aprirmi nei miei testi. Sono una persona molto aperta, anzi penso che il mio parlare in continuazione sia tra i miei difetti. Condivido più del dovuto probabilmente. E’ l’unico modo che conosco per affrontare le cose, per elaborarle, quindi non ho problemi nel farlo. Se scrivo di qualcosa è perché la sto processando e ci sto passando in prima persona. Se qualcun altro trae vantaggio dalla mia esperienza bene, se non accade bene lo stesso. Ci ho provato in passato, non mi riesce di scrivere da una prospettiva che non sia la mia. Non potrei assolutamente far parte di una band a tema piratesco o vichingo, sarei terribile!
PRIMA CI HAI RAPPORTO DEL BEL RAPPORTO CHE E’ NATO CON GLI ALPHA WOLF, MA LEGGENDO I TUOI TESTI SEMBRA CHE LA TUA ESPERIENZA SIA STATA ANCHE MOLTO NEGATIVA: CHE RAPPORTO HAI CON I SOCIAL NETWORK?
– In generale non amo molto i social media. Ho un account personale solo su Instagram e lì ho dovuto disattivare i messaggi privati perché ci sono molte persone strane che mi hanno inviato messaggi decisamente inappropriati. Non andiamo d’accordo. In qualche maniera sono anche dei mezzi eccezionali che ti possono connettere a molte persone, il problema è che c’è un lato negativo da cui voglio restare il più lontana possibile. Come band tendiamo a connetterci con le persone attraverso Discord e Patreon, ambienti più sicuri che danno modo di essere circondati da persone che vogliono davvero stare intorno a noi, evitando troll e personaggi estremamente sgarbati.
LA CASA DISCOGRAFICA VI HA CHIESTO DI APRIRE UN ACCOUNT SU TIK TOK? NON DICO SIA SEMPRE PIÙ NECESSARIO MA DI SICURO EFFICIENTE PER PROMUOVERE LA PROPRIA MUSICA AL GIORNO D’OGGI.
– Sì… cazzo (ride, ndr). Ce l’abbiamo, ma sono pessima con quella roba. Non mi piace e non so come usarlo. Ci proviamo, ma mi sento molto vecchia nel farlo.
LA PRIMA VOLTA CHE HO SENTITO IL RIFF DI “ANTI-FETISH” MI E’ VENUTO IN MENTE QUELLO DI “OUT OF STYLE” DEI LIMP BIZKIT. C’E’ DEL NU-METAL DA QUALCHE PARTE NEL VOSTRO DNA DI MUSICISTI?
– Penso ci sia del nu-metal, sì. Personalmente non lo ascolto molto, ma mi capita di apprezzare molte band di quel genere. I Limp Bizkit sono sempre stati un’influenza per il mio modo di scrivere. Adoro i Korn, adoro i primi Slipknot, il nu-metal è nel nostro codice genetico. Pensando a quando abbiamo scritto “Anti-Fetish” posso assicurarti che alla prima stesura quel riff non era assolutamente in quel modo, ci abbiamo lavorato parecchio aggiungendo suoni e ‘screech’, poi ad un certo punto abbiamo usato un pedale whammy e abbiamo cominciato a fare rumori stupidi… finché è nato quello che sentite ora. E’ molto molto meglio dell’originale.
USATE SEMPRE LO STESSO METODO PER SCRIVERE? VI CAPITA SPESSO DI DISCUTERE SU UNA CANZONE, O DI LITIGARE?
– Abbiamo un metodo molto collaborativo ma siamo molto pacati, raggiungiamo sempre un compromesso per far sì che tutti noi possiamo essere contenti del risultato. Non abbiamo mai litigato, torniamo su una canzone un milione di volte per essere sicuri di essere tutti sullo stesso piano, tutti ugualmente soddisfatti.
MENTRE MOLTI SNOBBANO QUESTO CANALE VOI AVETE PUBBLICATO MOLTI VIDEOCLIP DI OTTIMA FATTURA: PENSI CHE IL VIDEO MUSICALE SIA ANCORA UN BUON MODO PER ESPRIMERSI E PER PROMUOVERE LA PROPRIA MUSICA?
– Da quando non esiste più MTV e non è emersa una valida alternativa la situazione è cambiata. Ora canali come Tik Tok o Instagram sono più appetibili per le persone, ma senza i video musicali noi non avremmo dei contenuti per alimentare i nostri canali su quelle piattaforme. Penso che i video musicali siano ancora importanti, specialmente per chi, come me, odia Tik Tok e non vuole usarlo. Coi video ti puoi esprimere artisticamente ad un livello aggiuntivo rispetto alla musica. Capisco che molte band non siano interessate, per noi penso resterà sempre così, aiuta e aggiunge una storia alla canzone.
LA VOSTRA PARTENZA E’ STATA SEGNATA DA BREXIT E PANDEMIA: QUANTO SIETE STATI RALLENTATI DA QUESTI EVENTI EPOCALI?
– Dovevamo andare in tour coi Whitechapel ma il Covid ha cancellato tutto. Tutti i festival che avevamo in programma sono saltati. Quando piano piano si è ripreso a suonare i big hanno avuto la priorità sulle band minori… quindi l’impatto su una band come la nostra, al debutto, è stato davvero pensante.
Parlando di Brexit, tocchi un altro tasto dolente: andare in tour è diventato davvero molto molto difficile, per andare in Europa o nel resto del mondo bisogna compilare pile e pile di scartoffie, bisogna esser sicuri di aver il permesso di tutte le persone giuste, è diventato un vero e proprio incubo. Mi dispiace per ogni singola band del Regno Unito che vuole andare in tour: prima bastava saltare sul proprio furgoncino, ora è tutto difficile e tutto davvero costoso. Potrei parlare per anni di quanto odi il mio governo, ma penso abbiate chiaro il succo del discorso.
COSA AVETE IN PENTOLA PER IL FUTURO PROSSIMO?
– Ora stiamo pensando ovviamente alla pubblicazione del disco. Volevamo fare un tour ma abbiamo preferito aspettare la fine della stagione dei festival, quindi suoneremo quasi esclusivamente all’interno di queste grandi manifestazioni. Aspettatevi degli annunci per quest’inverno.
HO VISTO CHE SIETE NEL CARTELLONE DELLO ‘UK TECH FEST’, UN EVENTO CHE VI STA MOLTO A CUORE…
– Prima è stato un punto di ritrovo importantissimo, poi è diventato anche il nostro primo concerto in assoluto. I promoter di quell’evento hanno sempre creduto nei Vexed e ci hanno sempre supportato, quindi ci sentiamo intimamente connessi e nutriamo un amore infinito per la famiglia del UK Tech Fest. Sarà anche il primo concerto dopo l’uscita del disco, quindi siamo oltremodo esaltati all’idea.