VIGILHUNTER – Make US power metal great again

Pubblicato il 27/04/2025 da

Può forse sembrare strano che a rinverdire i fasti del US power metal di fine anni Ottanta possa essere una band proveniente da Torino, eppure è esattamente quello che hanno fatto gli italianissimi Vigilhunter grazie al loro omonimo full-length di debutto, da poco pubblicato via High Roller Records.
Il cromatissimo sound portato ai massimi livelli, tanto artistici quanto commerciali, da band quali Queensryche, Crimson Glory o Fifth Angel, rivive in tutto il suo splendore far le note della band nostrana, dimostrando una volta di più come un certo modo di intendere il metal, ai tempi spazzato via dai vari cicloni stilistici abbattutisi sul mercato nel corso degli anni Novanta, possa suonare ancora vivo e vibrante anche ai giorni nostri.
Abbiamo raggiunto il leader, cantante e chitarrista Alexx Panza per farci raccontare tutto riguardo al mondo dei Vigilhunter: a voi il resoconto della chiacchierata.

BENVENUTI SU METALITALIA, RAGAZZI, E COMPLIMENTI PER IL VOSTRO ALBUM DI DEBUTTO. INNANZITUTTO, ESSENDO NUOVI SU QUESTE PAGINE, VOLEVO CHIEDERVI DI FARE UN VELOCE EXCURSUS NELLA VOSTRA STORIA: COME NASCONO I VIGILHUNTER E QUAL È STATO IL PERCORSO CHE VI HA PORTATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO PRIMO LAVORO SULLA LUNGA DISTANZA?
– Ciao e grazie per l’apprezzamento, l’interesse e lo spazio dedicatoci. Vigilhunter è un progetto che nasce tanti anni fa, attorno al 2011, dalla mia volontà di fare musica heavy metal dedita al sound americano di fine anni ’80. Dopo alcuni anni di sala prove e un disco quasi ultimato a livello compositivo, il progetto è finito nel dimenticatoio per alcuni anni per motivi di forza maggiore, fra i quali sopraggiunti impegni e altre priorità.
Dopo qualche tempo, però, mi si è riaccesa la fiamma e ho pensato che sarebbe stato davvero un peccato buttare via tutto quel lavoro dall’ottimo potenziale; ho dunque ricontattato i miei vecchi compagni, Marcello Leocani (batteria) e Mirko Negrino (bassista e parte fondamentale nella composizione dei brani) e, con l’aiuto di Mattia Itala alla chitarra, abbiamo rifinito i pezzi e abbiamo iniziato a lavorare sulle pre-produzioni, per poi arrivare alla registrazione del nostro album di debutto, avvenuta nell’estate del 2024.

VOI VENITE DA TORINO, MA IL VOSTRO SOUND SI RIFÀ NETTAMENTE ALLA SCENA US POWER METAL DEGLI ANNI ’80. POTRESTE PARLARCI IN MODO APPROFONDITO DELLE VOSTRE INFLUENZE E DI QUANTA PERSEVERANZA CI È VOLUTA PER CONCRETIZZARE UN PROGETTO DI QUESTO TIPO IN UN CONTESTO SICURAMENTE NON MOLTO AVVEZZO A QUESTE SONORITÀ?
– I primi brani erano particolarmente influenzati da band come Riot (era “Thundersteel”/”Privilege of Power”) o Vicious Rumors, sonorità comunemente classificate come heavy/power o US power metal; influenze che indubbiamente si possono ritrovare ancora oggi sul nostro disco di debutto, ma con il tempo le composizioni hanno virato verso un sound più power/prog, dove l’elemento prog è più una piccola componente ‘class metal’ che vero e proprio progressive alla Dream Theater, per intenderci.
Gli amanti del metal americano sanno bene che per ‘US power/prog’ si intendono band come Queensryche, Titan Force, Crimson Glory, Savatage o primi Fates Warning, band, per l’appunto, dalle forti componenti ‘class’, ma con un approccio sempre orientato alla canzone più che al mero esercizio tecnico fine a se stesso.
Le band citate sono tra le mie/nostre preferite e questo specifico approccio all’ heavy metal è, purtroppo, molto difficile da trovare nelle band odierne. Vigilhunter vuole ricreare quelle atmosfere e la magia di quel sound e di quell’epoca (fine anni ’80, primi anni ’90).

IL TUO CURRICULUM VANTA ESPERIENZE IMPORTANTI, FRA LE ALTRE, CON HITTEN E JACK STARR’S BURNING STARR; QUANTO DI QUESTE ESPERIENZE È POI CONFLUITO NELLA REALIZZAZIONE DI “VIGILHUNTER”?
– Moltissimo, direi (ride, ndr). È il mio background, e il mio background è ciò che ha costruito il musicista/la persona che sono oggi.
Detto questo, come dicevo prima, il progetto è nato ancora prima di tutte le esperienze sopracitate, e la gran parte dei brani era già composto anni fa; indubbiamente, però, le esperienze fatte in questi anni hanno enormemente elevato il mio livello tecnico, permettendomi inoltre di maturare un approccio più professionale nel fare le cose, aspetti che si sono rivelati fondamentali nel consentirci di realizzare un disco di questa caratura.

NONOSTANTE L’ALBUM SIA CARATTERIZZATO DA UN NOTEVOLE APPEAL MELODICO, SI DENOTA IN ESSO ANCHE UN GRADIENTE METALLICO COSTANTEMENTE ELEVATO: SI STRATTA DI UNA PRECISA SCELTA IN FASE DI COMPOSIZIONE PRIMA E DI PRODUZIONE POI, O SI TRATTA DI UN ASPETTO SVILUPPATOSI IN MODO DEL TUTTO AUTONOMO E NATURALE?
– La melodia, la dinamica e l’energia sono elementi che caratterizzano e definiscono profondamente il sound USPM che cerchiamo di ricreare con questo progetto. La varietà è fondamentale per la longevità di un disco: gli consente di ‘invecchiare’ bene e di essere sempre interessante nel lungo termine.
Riguardo alla nostra componente più prettamente metallica, “Shadow Rider” e “Outburst of Rage” sono indubbiamente brani più ‘in-your-face’ di “The Downfall” o “Titan Glory”, così come “Sacrifice For Love” ha un mood diverso e apporta dinamica al disco in toto.

LA CONCRETIZZAZIONE DEL PROGETTO VIGILHUNTER, REALIZZATASI DOPO IL LUNGO PERIODO DI STANDBY SUCCESSIVO ALLA PUBBLICAZIONE DELLA DEMO VERSION DI “SHADOW RIDER”, AVVENUTA ALCUNI ANNI ORSONO, È STATA INTRAPRESA NELL’OTTICA DI UN IMPEGNO A LUNGO TERMINE? QUALI SARANNO LE PROSSIME MOSSE DELLA BAND? CI SONO PROGETTI PER PROMUOVERE L’ALBUM DAL VIVO ?
– Ti posso dire che al momento siamo ‘on fire’ e stiamo già componendo i primi pezzi per il prossimo album. La band nasce come un progetto da studio ma, nel caso si dovesse generare particolare interesse a seguito dell’uscita del disco, saremmo disposti a valutare anche potenziali proposte per esibizioni dal vivo. Si tratterebbe, però, di qualcosa di esclusivo e selezionato; non saremo mai una touring band.

LE LIRICHE DELL’ALBUM SI SPOSANO ALLA PERFEZIONE CON LE ATMOSFERE EVOCATE DAL COMPARTO STRUMENTALE: C’È UN IMMAGINARIO PARTICOLARE CUI LA BAND INTENDE RIFARSI? QUALI SONO LE VOSTRE FONTI D’ISPIRAZIONE, IN TAL SENSO ?
– Ti ringrazio molto. I testi dei Vigilhunter son sicuramente i testi di cui vado più fiero tra quelli che ho scritto. In realtà tutti i pezzi nascono dai riff di chitarra e vengono messi giù inizialmente in versione prettamente strumentale. Successivamente, come hai sottolineato, scrivo qualunque cosa il pezzo e la sua atmosfera mi porti a scrivere.

LE RADICI STILISTICHE DELLA VOSTRA PROPOSTA AFFONDANO NEI GLORIOSI ANNI ’80, MA VOI SIETE UN PO’ GIOVANI PER AVER VISSUTO IN DIRETTA QUELL’EPOCA: C’È QUALCOSA DI QUEL PERIODO CHE AVRESTE VOLUTO VIVERE SULLA VOSTRA PELLE? COME SIETE ARRIVATI AD APPASSIONARVI A QUESTO MODO DI INTENDERE IL METAL ?
– Siamo indubbiamente anacronistici e siamo tutti da sempre enormemente affascinati da quegli anni. Sono tanti gli aspetti romantici di quei tempi che mi sarebbe piaciuto vivere: ad esempio l’emozione di compilare un cedolino cartaceo per ordinare il merchandise ad una band, inviandolo dall’altra parte del mondo in una lettera con denaro contante, un francobollo, e speriamo in bene (ride, ndr); oppure l’emozione di andare in un negozio di dischi e comprare per la prima volta un disco di una sconosciuta band come gli “Iron Maiden”, tornare a casa e dire “Cosa cavolo è ‘sta roba?!”.
Il metal old-school, oltre ad essere l’unico metal (ride nuovamente, ndr), è stata la costante della nostra vita, e penso che a trent’anni suonati pure la mamma si sia ormai convinta del fatto che forse non si tratta più di ‘una fase passeggera’.

MOLTE DELLE BAND STORICHE CHE HANNO CONTRIBUITO A PLASMARE L’AMBITO STILISTICO IN CUI GRAVITANO I VIGILHUNTER SONO ANCORA ATTIVE E SFERRAGLIANTI, ALCUNE DOPO LUNGHI PERIODI PIÙ SPERIMENTALI O LUNGHI MOMENTI DI PAUSA: C’È QUALCHE VECCHIA GLORIA CHE SEGUITE CON PARTICOLARE INTERESSE?
– Molte delle nostre band preferite hanno cambiato, chi più o chi meno, il loro sound, durante gli anni. Da avido acquirente discografico continuo a comprare i dischi di molte di queste band, nonostante spesso lo faccia con basse aspettative e ricavandone poche sorprese. Ciononostante, è sempre un piacere vedere le vecchie glorie reinterpretare live i pezzi che han marchiato la mia vita.
Su due piedi mi vengono in mente i Satan, band storica che, sorprendentemente, continua a sfornare dischi di ottima fattura e di livello incredibilmente paragonabile ai vecchi lavori. Anche gli ultimi due dischi de Judas Priest mi hanno colpito in positivo, e anche i Riot V producono sempre dischi di qualità. Per quanto riguarda dischi particolarmente degni di nota di vecchie glorie appartenenti al genere affine ai Vigilhunter, al momento, fatico a nominarne, ahimè.

RELATIVAMENTE ALLE NUOVE LEVE, C’È QUALCHE BAND CHE TROVATE PARTICOLARMENTE VALIDA, FRA QUELLE MAGGIORMENTE AFFINI ALLA VOSTRA PROPOSTA?
– Band valide ce ne sono parecchie al giorno d’oggi, nonostante, come detto prima, poche band ripropongano, nello specifico, il sound che proponiamo con i Vigilhunter. I tedeschi Iron Fate han tirato fuori un ottimo disco con “Crimson Messiah”, album di ispirazione fortemente ‘Queensryche’, mentre gli americani Sumerlands hanno pubblicato indubbiamente uno dei miei dischi preferiti degli ultimi anni con “Dreamkiller”: non a caso Arthur Rizk (loro chitarrista e compositore) è stato scelto come ingegnere per il mastering del disco dei Vigilhunter.

REVIVAL A PARTE, LE ULTIME TENDENZE DEL METAL MAINSTREAM HANNO VISTO SPESSO IL PURO RIFFING ACCANTONATO IN FAVORE DI ALTRE COMPONENTI (ORCHESTRAZIONI, IMPONENTI COSTRUZIONI CORALI, DIVERSI APPROCCI AL GROOVE): COME VI RELAZIONATE A QUESTO MODO DI FARE METAL? C’È QUALCOSA CHE TROVATE INTERESSANTE, IN QUESTI NUOVI STILI?
– Ad ognuno il suo: il mondo è bello perché vario no? Indubbiamente da che mondo è mondo il metal è prevalentemente caratterizzato dal guitar riffing, ma non per forza! Anche nel nostro mondo, pensando a dischi come “Parallels” o “Perfect Simmetry” dei Fates Warning, nonostante la chitarra sia pur sempre un elemento chiave, alla parte ritmica viene riservato un ruolo molto centrale, mettendo in primo piano il basso e la batteria. Sound differenti per proposte differenti, tutto qui.

LO US POWER METAL NON È SICURAMENTE UN GENERE PARTICOLARMENTE PRATICATO, IN ITALIA: CHE RAPPORTI AVETE CON LA SCENA TRICOLORE? C’È QUALCHE BAND IN PARTICOLARE CON LA QUALE AVETE STRETTO LEGAMI DI AMICIZIA E RECIPROCO SUPPORTO?
– Fare metal in Italia non è mai stato facile, siamo tutti consci di questo, ma è la scena da cui tutti noi siamo nati e posso dire di aver stretto rapporti di grande amicizia con una enorme fetta della ‘scena’ nostrana, da nord a sud: “you know who you are”, e probabilmente essendo una scena piccolina, “everyone knows who everyone is” (ride,ndr).
Non voglio mettermi a citare tutte le band in quanto sono troppe e me ne perderei diverse ma, volendo nominare alcune band di amici che stanno facendo molto bene, penso che Vulture Vengeance e Witchunter si stiano muovendo ottimamente anche fuori dai confini nazionali, cosa che poi è un must, al giorno d’oggi. Dobbiamo approfittare dei lati positivi del mondo iperglobalizzato in cui viviamo.

PICCOLA CHIOSA PROMOZIONALE; LASCIATE UN MESSAGGIO AI NOSTRI LETTORI: PER QUALE MOTIVO UN METALHEAD DOVREBBE ASCOLTARE CON ATTENZIONE “VIGILHUNTER” ?
– Innanzitutto ringrazio ancora la redazione di Metalitalia per questa intervista che mi ha tenuto occupato in questo lungo e noiosissimo viaggio in van da Pensacola a Orlando in tour con la mia band principale, Hitten.
Voglio ringraziare i lettori per l’attenzione, se siete arrivati fino a questo punto, e spero di aver suscitato la vostra curiosità nel caso non conosciate il nostro progetto. Se siete fan delle band citate in questa intervista, vi garantisco che non rimarrete delusi dalla nostra proposta; nel caso invece non siate familiari a questa sonorità, vi consiglio vivamente di andare a riprendere i vecchi capolavori del genere (oltre, ovviamente, al disco dei Vigilhunter) e di immergervi nelle atmosfere e nella classe offerta dai solchi di questo album che hanno marchiato a vita le nostre anime.

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