VILE – Reborn through flames

Pubblicato il 19/12/2005 da
 
Certo che non deve essere facile continuare a produrre dischi di qualità elevata quando praticamente ogni anno si è costretti a cercare nuovi musicisti e a rifondare la lineup! Colin Davis, il mastermind dei death metaller statunitensi Vile, è sicuramente un tipo determinato e dotato di molta pazienza… in molti infatti, al posto suo, avrebbero gettato la spugna da un pezzo! Invece i Vile continuano ad esistere e soprattutto continuano a sfornare lavori validi: uno su tutti, il recente “The New Age Of Chaos”, album che proietta il gruppo in una dimensione sempre più personale e lontana dai clichè del death metal made in USA. Il succitato Colin ha risposto alle nostre domande in un’intervista svolta via email…
 
 

 
CIAO COLIN! CONGRATULAZIONI PER L’ULTIMO ALBUM DEI VILE… LO CONSIDERO UN BEL PASSO IN AVANTI DA “DEPOPULATE”.
“Sì, mi trovi d’accordo, ‘The New Age Of Chaos’ è un album molto più curato del suo predecessore. Il songwriting è più maturo, la produzione è migliore e il nostro stile si è fatto più personale. Volevo provare a fare qualcosa di diverso con questo disco, volevo introdurre influenze nuove e credo di aver raggiunto il mio obiettivo. Da una parte puoi sentire del classico death metal statunitense, dall’altra dei passaggi più moderni. Ci sono sezioni velocissime ma, al tempo stesso, non abbiamo paura di rallentare. Si tratta di un disco molto vario e carico di groove”.

NEI NUOVI BRANI HO RINTRACCIATO INFLUENZE CHE VANNO DAGLI IMMOLATION A CERTE BLACK METAL BAND… CHE NE DICI?
“Sì, è vero. Amo molto gli Immolation e da qualche anno vado pazzo per il black metal più tecnico e melodico… adoro soprattutto i Dimmu Borgir”.

QUESTA VOLTA HAI COMPOSTO L’ALBUM DA SOLO… COME TI SEI TROVATO?
“Direi bene… non volevo che la lineup dei Vile subisse ulteriori stravolgimenti, ma il ritrovarmi da solo mi ha permesso di comporre tutto ciò che volevo e di dar sfogo alla mia creatività. In passato troppo spesso mi ero trovato a dover litigare con gli altri membri della band o ad arrabbiarmi perchè ciò che stavano componendo non aveva nulla a che fare con la mia visione del sound dei Vile. Non voglio essere visto come un dittatore, ma io sono il fondatore del gruppo e voglio dunque che i Vile propongano sempre della musica che mi soddisfi”.

E’ DIFFICILE TROVARE DELLE PERSONE CHE FACCIANO AL CASO TUO?
“Purtroppo sembra di sì… ultimamemte trovo solo gente dalle idee confuse o ragazzi bravi ma che hanno una famiglia o un lavoro impegnativo… io necessito di persone che possano dedicarsi alla band con una certa costanza. Ora comunque sto lavorando con dei ragazzi nuovi e tutto sembra stia andando bene… sto già componendo nuovi brani e sto dando agli altri la possibilità di interpretarli e rielaborarli come vogliono. Sto adottando il procedimento che usava Chuck negli ultimi album dei Death”.

COME SEI RIUSCITO A COINVOLGERE JACK GIBSON DEGLI EXODUS?
“Jack è un mio buon amico, mi è bastato chiedergli di darmi una mano e lui ha accettato di buon grado. Apprezza la mia musica ed è un ottimo bassista… spero possa rimanere nei Vile a lungo”.

DI COSA PARLANO I TESTI DI “THE NEW AGE OF CHAOS”?
“Sono tutti basati sulle guerre di religione, sull’Islam e sui recenti attentati terroristici. Alcuni di essi narrano storie che sono frutto della mia fantasia, altri invece avvenimenti reali che ho appreso dai giornali”.

IN COSA CREDI CHE I VILE DIFFERISCANO DALLE ALTRE CENTINAIA DI DEATH METAL BAND AMERICANE?
“Credo che la qualità delle nostre uscite sia molto alta. Curo sempre in maniera maniacale ogni aspetto di un nostro album: l’esecuzione, la produzione, il songwriting, il feeling. Non siamo dei geni, non realizziamo musica rivoluzionaria, ma ogni cosa che pubblichiamo è sempre altamente professionale e rappresenta il meglio che possiamo offrire in quel determinato periodo. Un album dei Vile è sempre estremo, vario e groovy… questo mix penso che sia in grado di soddisfare ogni ascoltatore di death metal. Non ho mai pubblicato qualcosa di cui non ero convinto al 100%… per questo motivo sono tutt’ora molto contento di ogni cosa che ho fatto in carriera”.

QUAL’E’ LA TUA OPINIONE SULL’ATTUALE SCENA DEATH METAL?
“La trovo generalmente buona. Il problema è che oggi, grazie alle moderne tecnologie, tutti o quasi sono in grado di realizzare un bel disco. Poi però, quando si tratta di suonare live, molti non sono neanche capaci di stare sul palco!”.

CI SONO DEI TOUR ALL’ORIZZONTE?
“Certo! Nel 2006 verremo in Europa per ben due volte: la prima tra marzo e aprile con gli Impaled, la seconda in autunno… ho ancora un bellissoimo ricordo del nostro tour europeo nel 2003. Ho poi intenzione di suonare molto negli USA… spero che il tour che ho in mente possa aver luogo verso l’estate. Il mio sogno è quello di suonare assieme ai Dimmu Borgir, prima o poi conto di riuscirci!”.

GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA, COLIN…
“Grazie a te per il supporto… spero di vedere tutti i nostri fan on the road l’anno prossimo!”

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