Buon anniversario Virgin Steele! La band capitanata da David DeFeis festeggia vent’anni di una carriera che, nonostante le dure prove affrontate, oggi si ritrova più solida e forte che mai! Come riconoscimento, ecco sul mercato ‘The Book Of Burning’ e ‘Hymns To Victory’, i due album che ripercorrono la carriera della band a partire dagli esordi. Nonostante inizialmente ci fosse l’intenzione di dar vita a questi dischi con l’aiuto di Jack Starr, chitarrista co-fondatore dei Virgin Steele, questa collaborazione è sfumata per un motivo che sempre più spesso ci troviam odavanti: i soldi! David DeFeis però non ci sta, la sua intenzione è di offrire un prodotto vero, onesto ai suoi fans, questa è l’unica cosa che conta. Il risultato finale del suo lavoro lo riempie d’orgoglio e lo sprona a continuare sulla sua strada, tanto che in cantiere ci sono già due studio album, un Dvd ed un live…DAVID, 20 ANNI DI CARRIERA NON SONO POCHI: COSA PROVI OGGI?
“Mi sento bene, mi sento forte, ma soprattutto mi sento orgoglioso del percorso che ho attraversato in tutti questi anni con la band. Ci sono stati tanti problemi nel passato, che però non hanno saputo fermarci, spronandoci invece ad andare avanti per la nostra strada. Oggi sono contento della carriera dei Virgin Steele perché, specialmente in questi ultimi sei-sette anni, si è rafforzata e continua a conquistare fans. Credimi, non ho nulla di cui lamentarmi, anzi, sono pronto a continuare per altri venti, trenta o cinquant’anni!”
SII SINCERO, VENT’ANNI FA TI SARESTI ASPETTATO DI ARRIVARE SIN QUI?
“Vedi, la maggior parte delle bands inizia questo tipo di avventure per scherzo, come hobby. Ebbene, io non ho mai ritenuto i Virgin Steele un hobby, sin dal primo istante di vita ho considerato la band una priorità e ho sempre lavorato per farla crescere. Bisogna avere le idee chiare per andare avanti, in questo ambiente la fortuna può contare molto, ma se si riesce a sopravvivere lo si deve soprattutto al duro lavoro. Ricordo che avevo una fottuta voglia di dire qualcosa di nuovo con la mia musica, adoravo bands originali e dalla forte personalità come i Led Zeppelin o i Queen, e nel mio piccolo anch’io cercavo, dedicandoci anima e corpo, di fare una musica diversa dal solito. Il segreto sta nel riuscire ad impressionare le persone, a scolpire i tuoi messaggi nella testa di chi ti ascolta. Certo, non sapevo se i Virgin Steele sarebbero durati sei mesi piuttosto che vent’anni, mi concentravo unicamente sulla musica. Col passare del tempo abbiamo capito che c’erano tutte le opportunità per durare, sentivamo che la nostra musica era, e spero sia ancora (ridacchia, ndJR), apprezzata, così siamo arrivati sin qui. Più lavoravamo duro, più la band acquisiva il potenziale necessario a migliorare, è un po’ come succede nella vita di tutti i giorni: se non lavori e non ti applichi in ciò che credi, stai sicuro che non farai molta strada! Certo, anche se si lotta si può fallire, ma almeno la tua coscienza sarà a posto, perché in cuor tuo sai di aver giocato tutto il possibile. Mai arrendersi!”
CAMBIANDO DISCORSO, COME TI E’ VENUTA L’IDEA DI RI-REGISTRARE TUTTI I VECCHI SUCCESSI DEI VIRGIN STEELE?
“Per quanto riguarda ‘The Book Of Burning’ era mia intenzione proporre ai fans i vecchi pezzi della band rifatti con lo spirito attuale! Oggi i Virgin Steele sono una realtà concreta come mai lo siamo stati nel passato. L’idea di un Best Of è interessante, ma era giusto proporli con la line-up di oggi. I vecchi pezzi hanno un grande feeling live, oggi abbiamo speso parecchio tempo nel ri-arrangiarli e ri-registrarli, perché volevamo dare qualcosa di nuovo ai fans. Parlando invece dei brani inediti, alcuni sono molto vecchi, risalenti al periodo di ‘Noble Savage’: le versioni originali non erano finite o non ci soddisfacevano al 100%, così ci abbiamo rimesso le mani sopra e abbiamo dato loro una nuova veste! Molti invece sono più recenti, registrati la scorsa estate: ‘Rain Of Fire’ ad esempio risale a dei demo del ’97 e la scorsa estate è stata registrata nuovamente.”
PARLANDO DEI VECCHI BRANI DI “VIRGIN STEELE” E “GUARDIANS OF THE FLAME”, INIZIALMENTE L’IDEA ERA QUELLA DI UNA COLLABORAZIONE TRA TE E JACK STARR. SUCCESSIVAMENTE TU E JACK SIETE STATI AL CENTRO DI ALCUNE POLEMICHE: CHE E’ SUCCESSO ESATTAMENTE FRA VOI?
“L’origine del nostro diverbio è stata l’idea di fare una nuova release di ‘Virgin Steele’ e ‘Guardians Of The Flame’. Avevamo collaborato insieme per alcune bonus track di ‘Noble Savage’ e ‘Age Of Consent’: tornati dallo scorso tour, a Marzo mi sono messo al lavoro sulla ri-masterizzazione del nostro primo album, tieni conto che io sono in possesso dei masters originali. Eravamo circa all’85-90% dei lavori sul primo disco, che suonava davvero niente male, sicuramente molto meglio rispetto alla versione originale. Qui arrivò il litigio: Jack non era interessato ad una ri-masterizzazione, ma la sua intenzione era di fare una bieca copia su cd del master originale! Non contento, voleva intascarsi i soldi del budget che ci era stato dato per pagare le spese del nuovo mixaggio!! Mi prende forse per scemo? Io non volevo fare un bootleg di me stesso, ma era mia intenzione proporre un lavoro nuovo e di qualità, cosa che un nuovo missaggio avrebbe dato ai vecchi album. Jack si è messo anche in contatto con i vecchi membri della band per questa sua assurda pretesa: ebbene, della gente che ha militato nei Virgin Steele per meno di due anni, che diritto ha di imporre pretese? Jack è stato assolutamente non professionale con il suo comportamento, ed io con persone del genere non voglio avere nulla da spartire!”
JACK STARR NON LA PENSA ESATTAMENTE COSI’, ANZI, DICE CHE PER NON PAGARGLI I DIRITTI VOI AVETE SPACCIATO “T HE BOOK OF BURNING” COME UN DISCO DI COVERS. PER SUPPORTARE LA SUA TESI HA FATTO CIRCOLARE ANCHE UN DOCUMENTO INVIATOGLI DAL MANAGER DELLA SANCTUARY (etichetta che ha inglobato la Noise), CHE AFFERMAVA IL CONCETTO DI COVER ALBUM…
“Beh, Jack è uno stronzo! Non si tratta affatto di covers, ma di canzoni che ho scritto di mio pugno, alcune insieme a lui ed altre insieme ad Edward Pursino, ma tutte portano la firma dei Virgin Steele. Che senso ha fare cover di mie canzoni? Dai, è solo una presa in giro nei miei confronti, ma soprattutto verso i fans della band, ed io non tollero un atteggiamento del genere.”
PARLIAMO ORA DI “HYMNS TO VICTORY”, ALBUM IN CUI TUTTE LE CANZONI GODONO DI NUOVI ARRANGIAMENTI, RE-MIXAGGI…
“Tutto il lavoro che va dai nuovi arrangiamenti sino alla registrazione è stato svolto la scorsa estate. Quando proposi alla label il progetto di un’antologia dei nostri migliori brani, volevo realizzare qualcosa mai fatto prima. E’ banale proporre ai fans un album di canzoni già presenti nei vecchi dischi, per di più se non si discostano di una virgola dalle versioni originali, così ho pensato di dare una veste più potente, più nitida ai pezzi. Ho poi applicato dei remix e aggiunto delle parti inedite ai brani, è stato un duro lavoro ma ne è valsa la pena. Prendi ad esempio la canzone ‘Saturday Night’: è stata scritta durante la registrazione di ‘Noble Savage’, ma ai tempi non mi aveva soddisfatto per come suonava. L’ho ripresa in mano per rielaborarla in chiave più moderna, un nuovo mixaggio, ed ecco un pezzo degno dei Virgin Steele. ‘The Mists Of Avalon’ invece è stata registrata live in studio, praticamente è riuscita al primo colpo senza l’aiuto di sovraincisioni o altro…l’unica cosa di cui mi sono dovuto preoccupare è il mixaggio.”
OK DAVID, PERO’ NON TI PERDONO PER ESSERTI “DIMENTICATO” DI INSERIRE IN SCALETTA UN BRANO COME “VENI, VIDI, VICI”!
“Heheh non mi sono affatto dimenticato! ‘Hymns To Victory’, per quanto riguarda la track list, è risultato molto più difficile rispetto a ‘The Book Of Burning’. Decidere quali canzoni inserire e quali escludere è stato un dramma per me, praticamente è come chiedere ad un padre quale figlio scegliere! ‘Veni, Vidi, Vici’ è un pezzo che adoro e quasi sempre lo ripropongo in sede live, ma devi tener presente che la sua durata va oltre i dieci minuti. Capisci quindi che è un brano troppo lungo da inserire in un disco singolo… già ho optato per tenere ‘Emalaith’ che dura oltre nove minuti, se fossi andato avanti così ‘Hymns…’ sarebbe stato composto da cinque canzoni eheheh!”
IN QUESTI DUE ALBUM E’ RACCHIUSA E SINTETIZZATA LA STORIA DEI VIRGIN STEELE, MA QUAL E’ LA CANZONE A CUI SEI PIU’ LEGATO?
“Questa domanda mi mette sempre in difficoltà…ci sono diverse canzoni a cui sono legato. Per quanto riguarda il songwriting direi ‘Kingdom Of The Fearless’ perché unisce perfettamente influenze classiche a riffs heavy metal. C’è poi ‘Emalaith’ e un sacco di altri brani, alcuni che adoro ascoltare, altri che mi piace suonare dal vivo. Sono rimasto soddisfatto dalla versione acustica di ‘The Burning Of Rome’ che proponiamo nei nostri concerti…che dire, non so riassumerti tutto in un singolo pezzo!”
CHE MI DICI DEL TOUR IN CUI PORTERETE UNO SPETTACOLO DI OLTRE TRE ORE INCENTRATO SULLA SAGA DI ATREUS?
“Più che di tour si tratta di alcune date che vorrei fare in occasioni speciali…ci stiamo ancora lavorando, tempo pochi giorni e saprò dirti qualcosa di più preciso!”
RIMANENDO IN TEMA DI TOUR, LE SCORSE DATE LE AVETE FATTE INSIEME AGLI HAMMERFAL…
“So già cosa vuoi chiedermi, ti domandi perché abbiamo suonato meno di loro vero?”
ESATTAMENTE…
“Moltissimi fans mi hanno scritto indignati per il poco tempo a noi concesso in quel tour. La verità è che all’inizio mi parlarono di un tour da co-headliners in cui il tempo a disposizione era lo stesso, circa un’ora e emzza, sia per noi che per gli Hammerfall. Alla fine così non è stato e ci siamo trovati davanti ad una scelta: o mollare tutto e tornarcene a casa con la coda tra le gambe, oppure suonare meno tempo e far vedere di che pasta siamo fatti. La scelta ovvia è stata la seconda, abbiamo avuto così la possibilità di girare per un sacco di paesi, conoscere tanta gente e soddisfare i nostri fans! Una volta che i metal kids sono soddisfatti lo siamo anche noi, è questo che conta. Voglio però precisare che tale disguido non è assolutamente da imputarsi ai ragazzi degli Hammerfall: loro non centrano nulla, anzi sono dei ragazzi simpaticissimi e molto disponibili!”
ORA, AVETE FATTO UN ALBUM CON I VOSTRI VECCHI PEZZI REMIXATI, AVETE FATTO UN BEST OF, A QUANDO UN LIVE ALBUM?
“Non appena riusciremo a definire i particolari del prossimo tour, è nostra intenzione registrare le date e fare un Dvd live di quegli eventi! Anche un disco dal vivo non mi dispiacerebbe, ho diverse idee che mi frullano in testa, dobbiamo decidere se fare prima il live o dedicarci innanzitutto al prossimo studio album…”
BEH, VISTO CHE HAI TIRATO FUORI L’ARGOMENTO, PARLAMI DEL NUOVO STUDIO ALBUM…
“Questa volta è mia intenzione fare le cose con calma. Se ci pensi, dal 1994 con ‘Marriage part 1’ abbiamo fatto ben otto dischi, siamo molto sopra la media rispetto ad un sacco di bands! Ora voglio prendere tutto il tempo necessario per dedicarmi al nuovo disco, anche se dovessi aspettare sei mesi in più non ci sarebbero problemi. Ho già diverso materiale pronto, alcune canzoni sono già terminate, ma voglio prendermi tutto il tempo necessario a fare un lavoro soddisfacente al 100%. Ti parlerò dei prossimi due studio albums (alla faccia del riposo! NdJR): il primo non sarà un concept album stile ‘House Of Atreus’, ma assomiglierà più a ‘Noble Savage’, dove alcuni pezzi sono correlati, senza però trattare una vera e propria storia. Il secondo disco sarà una nuova opera che farò in Germania ed ovviamente si baserà su di un concept ben preciso.”
DAI TUOI ESORDI L’EPIC METAL SINFONICO E’ PARECCHIO CAMBIATO: TI PIACE LA SUA VERSIONE ATTUALE?
“Al giorno d’oggi ci sono molte più bands che propongono questo tipo di sound. Spesso i Virgin Steele vengono citati come fonte d’ispirazione e io ovviamente ne sono fiero: l’unica cosa in cui credo è che la sopravvivenza di queste bands dipenda unicamente dalla serietà con cui lavorano! Per ottenere risultati bisogna impegnarsi. Al giorno d’oggi è relativamente facile firmare un deal, ma è altrettanto facile perderlo…non bisogna riposare sugli allori.”
ANCHE VOI, SE NON SBAGLIO, AVETE AVUTO NON POCHI PROBLEMI…SPECIE A LIVELLO DI MANAGEMENT.
“Già, ed è per questo che da diversi anni sono io ad occuparmi dei Virgin Steele anche a livello manageriale! Gli errori del passato, l’esserci fidati di persone che non lavoravano per il bene della band, alla fine è servito a darci una certa esperienza, che ora metto a frutto da solo. Il poter essere indipendenti e scrivere musica in piena libertà è un lusso che non tutti si possono permettere.“
HAI MAI PENSATO DI METTERE IN PIEDI UN SIDE PROJECT DOVE SUONARE QUALCOSA DI DIFFERENTE DALLA MUSICA DEI VIRGIN STEELE?“
“Sì, ho alcune idee che forse…probabilmente potrebbero andare bene per un progetto esterno ai Virgin Steele. Chissà, forse un giorno farò una cosa di questo tipo, ma tieni presente che ora i Virgin Steele mi danno una grande libertà nel song writing, posso esprimere tutte le mie idee con la band, quindi non sento così forte la necessità di dedicarmi ad altro. Proprio in questo periodo mi sto costruendo uno studio di registrazione in casa, poi avrò tutto il tempo e i mezzi possibili per sbizzarrirmi a scrivere e registrare canzoni! Staremo a vedere…”
CHE PERIODO DELLA TUA CARRIERA RICORDI CON PIU0’ AMAREZZA?
“Sicuramente il periodo compreso tra ‘Age Of Consent’ e ‘Life Among The Ruins’. Abbiamo cambiato l’intero management, ci siamo separati dal nostro bassista, facevamo pochissime date negli States…non è stato un periodo facile. Non abbiamo mai pensato di scioglierci definitivamente, ma dovevamo prendere un periodo di pausa in cui riflettere. Sono così tornato all’università, ho preso il diploma in composizione e ho avuto la possibilità di crescere come persona e come musicista. Siamo poi tornati più forti che mai!”
HAI SEMPRE AVUTO UN OCCHIO DI RIGUARDO NEL SCEGLIERE LE COPERTINE DEI VOSTRI DISCHI: SECONDO TE, QUANTO E’ IMPORTANTE PER I FANS L’IMPATTO VISIVO DI UN PRODOTTO?
“I fans sono attenti all’ascolto ma anche all’impatto visivo di un disco. E’ innegabile che avere tra le mani un prodotto con una bella copertina e un booklet curato fa la sua bella figura! Ovviamente la musica è la cosa più importante, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Quando scelgo le copertine dei nostri dischi, voglio che esse rappresentino parte delle buone qualità racchiuse nella nostra musica. Mi piace pensare che grazie alla cover ci si possa fare un’idea di come suoni un disco.”
HAI MAI PENSATO, VISTE LE TUE ORIGINI ITALIANE, DI REGISTRARE UNA CANZONE NELLA NOSTRA LINGUA?
“Una canzone in italiano? E’ una cosa davvero interessante, ci avevo già pensato: la mia idea era di fare un ep, magari limitato al mercato italiano, con qualche canzone in lingua madre. Chissà, forse un giorno un progetto come questo potrebbe vedere la luce.”
DAVID, SIAMO PURTROPPO GIUNTI AL TERMINE DELL’INTERVISTA: HAI QUALCOSA DA AGGIUNGERE?
“Voglio solo ringraziare tutti i fans italiani, sono molto legato a voi sia per le mie origini, ma soprattutto per il calore che ci dimostrate sempre quando veniamo a suonare dalle vostre parti. Inoltre adoro bere il vostro vino, che è tra i migliori del mondo! Speriamo di vederci presto in occasione del prossimo tour!”