I Virtual Symmetry sono ormai una realtà consolidata in ambito progressive metal, come conferma il loro nuovo album “Veils Of Illumination”, un disco dove vengono affrontati temi delicati come la ricerca di una crescita spirituale e la ricerca della verità.
Abbiamo sentito il chitarrista Valerio Villa con il quale abbiamo approfondito queste tematiche, ma abbiamo anche parlato dei recenti ed importanti cambi di line-up nonchè dei prossimi progetti della band, soffermandoci ovviamente su tutto quello che è stato il processo compositivo e realizzativo dell’album.
QUALCHE TEMPO DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL VOSTRO ALBUM OMONIMO CI SONO STATI DEI CAMBI IN LINE-UP, DAPPRIMA CON L’USCITA DI ALFONSO MOCERINO CHE – CORREGGIMI SE SBAGLIO – IN QUALCHE MODO ERA PREVEDIBILE, VISTO COME SI ERANO EVOLUTI I RAPPORTI TRA LUI E MARCO PASTORINO IN ALTRE BAND, MA ANCHE QUELLA, UN PO’ PIU’ A SORPRESA, DI MARK BRAVI, CHE SUONAVA CON VOI DA UN BEL PO’ DI TEMPO.
COME SONO ANDATE LE COSE? CI PARLI DEI NUOVI ARRRIVATI? PERALTRO, RICORDO CHE RUBEN PAGANELLI AVEVA GIA’ COLLABORATO CON VOI IN PASSATO.
– Sì, esatto, Alfonso cosi come Mark hanno deciso di dedicarsi ad altri progetti di vita essendo anche in una fascia di età più delicata per certe scelte importanti. Mark è rimasto in ottimi rapporti con noi ed erano già alcuni anni che ci aveva informato della sua volontà di lasciare il progetto per dedicarsi a priorità che in questa fase della sua vita sono più importanti. Cose standard che capitano un po’ a tutte le band.
IL VOSTRO NUOVO ALBUM S’INTITOLA “VEILS OF ILLUMINATION”: COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO COMPOSITIVO? HA COINVOLTO ANCHE I NUOVI MEMBRI?
– Il processo creativo di “Veils Of Illumination” si è sviluppato in diverse fasi, una iniziale dove ho scritto moltissime idee nuove, riff e una traccia generale di quelli che poi sarebbero diventati gli otto brani che compongono l’album. Diciamo che gran parte del materiale dell’album è stato mantenuto ed è stato quasi tutto composto esclusivamente per questo album con possibili ‘scarti’ di idee.
Ho voluto lavorare organicamente per ottenere delle strutture che ci soddisfacessero al 100% contenendo tutti gli elementi che ci contraddistinguono. Gli altri membri della band hanno contribuito ognuno per il suo strumento, Marco Pastorino ha fatto moltissimo del lavoro sulle linee vocali che abbiamo seguito insieme man mano che si sviluppavano le strutture finali dei brani. Ruben è arrivato in una fase della scrittura dove i brani erano già praticamente completi ma ha comunque dato un grande apporto agli arrangiamenti.
Anche Simone Campete ha svolto un lavoro fantastico riguardo alle orchestrazioni poiché, non avendo ancora un tastierista, per me era essenziale dare un corpo agli arrangiamenti già in fase compositiva: per questo inviavo a lui le strutture dei brani completati con chitarre, batterie elettroniche con i groove di base, e a volte delle bozze di tastiere o pianoforti fatti da me, così che potesse lavorarci già per creare un tessuto armonico e di arrangiamento.
COME AVETE LAVORATO INVECE PER LE REGISTRAZIONI? CI SONO STATI CAMBIAMENTI O NOVITA’? OPPURE SEGUITE ORMAI DEGLI SCHEMI CONSOLIDATI?
– Per le registrazioni abbiamo lavorato apportando alcune modifiche rispetto ai precedenti album. In primis, abbiamo registrato le batterie ai Domination Studio di Simone Mularoni a Rimini, curando molto questo aspetto fondamentale e prendendoci il giusto tempo per farlo. Chitarre e bassi, così come le tastiere, li abbiamo registrati presso i nostri studi personali così da poter dedicare tutto il tempo necessario e la cura al dettaglio esecutivo ed espressivo. Le voci le abbiamo invece registrate negli studi di Aldo Lonobile di Truck Me Hard in Piemonte, cosi come avevamo fatto anche per l’album omonimo.
MI HA COLPITO IL FATTO CHE LA COPERTINA DEL DISCO SIA MOLTO ESSENZIALE, INCENTRATA SU COLORI TENUI E MOLTO SEMPLICE DAL PUNTO DI VISTA VISIVO, TANTO CHE NON FAREBBE PENSARE AD UN GRUPPO METAL: QUAL ERA IL VOSTRO OBIETTIVO, CHE HA PORTATO A QUESTA SCELTA?
– Cerchiamo sempre di trovare dei temi e degli aspetti grafici che rendano unico un album e soprattutto che lo rendano differente dal resto degli album del nostro genere: d’altronde, ogni album ha un suo tema o comunque un suo filo conduttore anche se non propriamente deve essere un concept e, visti gli argomenti trattati da “Veils Of Illumination” ovvero argomenti che riguardano la crescita spirituale, il raggiungimento di stati più profondi di esistenza e la ricerca delle verità, abbiamo voluto qualcosa che li rappresentasse proprio cercando l’essenzialità e la semplicità.
In questo caso dei veli che librano su un campo chiaro quasi di luce come a rappresentare la luce che abbiamo dentro o un’entità eterea. La cover è stata accolta davvero alla grande dal pubblico, il quale riconosce una differenza rispetto agli standard del genere. E’ stata realizzata dallo studio Kilo e in particolare dal nostro caro amico Khyrian Balmelli, con il quale abbiamo già realizzato anche la cover del nostro ultimo album omonimo. Amiamo molto il design essenziale.
TRA LE VOSTRE INFLUENZE POSSIAMO RICONOSCERE SICURAMENTE BAND METAL PROG (DREAM THEATER IN PRIMIS), MA PENSO SI POSSANO INDICARE ANCHE INFLUENZE PROVENIENTI DA ALTRI GENERI, NON NECESSARIAMENTE IN AMBITO METAL, COSA PUOI DIRCI A RIGUARDO?
– Su questo potremmo parlare per ore e ore ma sicuramente tutto ciò che è musica e, non solo, tutto ciò che è arte ci influenza.
Nel genere ovviamente Dream Theater, Fates Warning, Queensryche, Steve Vai, Symphony X, Shadows Gallery, etc. etc. e tutte quelle band che hanno reso il progressive metal e il progressive rock quello che è oggi.
Ma anche fusion, ambient, musica elettronica, musica da film sono tutti input creativi per noi fondamentali. Ognuno di noi tra l’altro proviene da background musicali diversi e questo contribuisce a creare un suono nostro che è dato dall’insieme di differenti approcci.
NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE INTRODUCETE NELLA VOSTRA MUSICA ELEMENTI ‘CINEMATIC’, UN TERMINE CHE DI QUESTI TEMPI SEMBRA MOLTO DI MODA: SEI APPASSIONATO DI MUSICA CINEMATOGRAFICA?
– La musica da film e la musica pensata per il cinema è una forma d’arte concepita per seguire ed enfatizzare un aspetto emotivo. Per questo la musica cinematica si associa perfettamente con un genere come il progressive rock-metal emozionale come il nostro.
Gli argomenti trattati nel nostro genere e le emozioni che vogliamo evocare con tali argomenti nell’ascoltatore sono molto simili a quelle che vengono evocate guardando un film. E’ un modo di valorizzare ed enfatizzare le strutture per generare emozioni tramite l’uso di arrangiamenti, armonie, ambientazioni che facciano vivere una storia emozionante a chi ascolta proprio come se stesse guardano un film.
PENSI CHE QUESTA MODALITA’ ESPRESSIVA POTRA’ TROVARE SEMPRE PIU’ SPAZIO NELLA VOSTRA MUSICA?
– Sì, penso di sì, perché è proprio parte integrante del nostro modo di esprimerci e di arricchire le strutture dei nostri brani e album: pensiamo che nei prossimi lavori la utilizzeremo anche in altre modalità cercando sempre nuovi arrangiamenti.
I BRANI CHE COMPONGONO IL DISCO HANNO UNA DURATA MEDIAMENTE PIUTTOSTO LUNGA: QUALI SONO I VANTAGGI DI QUESTA FORMULA PIUTTOSTO CHE FAR RICORSO A PEZZI DI DURATA PIU’ CONTENUTA E PIU’ DIRETTI? PENSI CHE POSSA PERMETTERVI DI OFFRIRE MAGGIORI POSSIBILITA’ ESPRESSIVE? QUAL E’ IL VOSTRO OBIETTIVO QUNADO INCIDETE UN BRANO?
– Sinceramente non pensiamo mai a priori alla durata dei singoli brani ma a ciò che devono esprimere e lasciamo sempre spazio libero alla creatività, anche perchè il genere lo consente, trattandosi di un genere che è caratterizzato anche da questo aspetto e dove le lunghe durate fortunatamente non sono un tabù. Tra l’altro, lavorando molto sullo sviluppo organico e lineare delle strutture e molto in fase di arrangiamento, cerchiamo di inserire sempre dei ‘colpi’ di scena che riducono molto la percezione delle strutture e della loro durata.
In “Veils Of illumination”, comunque, abbiamo composto brani tendenzialmente un po’ più brevi e diretti rispetto ad altri album anche perché più andiamo avanti, più naturalmente tendiamo a enfatizzare solo gli elementi essenziali che ci caratterizzano, senza mai rinunciare ad inserire ciò che ci piace e ciò che riteniamo essere importante per lo sviluppo dei brani stessi.
Il nostro obiettivo, quando scriviamo un brano, è sempre quello di creare emozioni e spesso più emozioni differenti all’interno di un’unica composizione, perchè è ciò che in primis piace a noi quando ascoltiamo musica. Lo viviamo come un viaggio più o meno lungo, ma che deve sempre essere ricco di ambientazioni e di differenti paesaggi.
CON RIFERIMENTO AI TESTI, QUALI SONO LE PRINCIPALI TEMATICHE CHE VI HANNO ISPIRATO?
– Quest’album ha come tema di fondo l’illuminazione e la crescita spirituale che si può raggiungere in differenti modalità e ogni brano tratta una di queste possibili ‘strade’. La via dell’amore, quella dell’arte, quella che passa attraverso alle sfide e alle battaglie della vita fino a quella degli otto nobili sentieri del buddismo con la suite finale “Eightfold Path”.
In sintesi, l’album vuole comunicare che ogni individuo può raggiungere una condizione spirituale migliore e un’illuminazione tramite un approccio virtuoso e tramite differenti sentieri e modalità appunto come espresso dai titoli e dai testi dell’album.
COME DI CONSUETO, SONO PRESENTI NEL DISCO ANCHE ALCUNI GUEST, CE NE PUOI ACCENNARE?
– In quest’ album, cosi come nel precedente omonimo, rispetto ad altri album del passato, abbiamo cercato di non coinvolgere particolari guest o nomi celebri del panorama prog metal ma abbiamo comunque deciso di far partecipare la persona che ha seguito la stesura dei testi: in questo caso si tratta di una bravissima artista, Roberta Rizzo, una carissima amica che segue da vicino la band fin dagli esordi.
Roberta è un’artista poliedrica, cantante, chitarrista, batterista e ha svolto un lavoro magnifico sulla stesura dei testi basandosi su alcune mie linee guida e a lei abbiamo fatto registrare un paio di interventi vocali sul brano “Blades Of Inner Battles” e nella suite “Eightfold Path”. Ci tengo anche a menzionare l’amico e fantastico orchestratore Simone Campete, il quale ha curato tutti gli arrangiamenti di orchestra dell’album.
COME SI E’ EVOLUTA LA TUA VISIONE MUSICALE RISPETTO AGLI ESORDI? COSA REPUTI POSSA ESSERE CAMBIATO NEL TUO MODO DI COMPORRE E NEL TUO MODO DI PROPORRE LE TUE IDEE E LA TUA MUSICA?
– Penso che, guardando al passato, ciò che posso dire su questo aspetto è che con l’esperienza sono riuscito a capire cosa caratterizza di più le nostre composizioni e quali sono i nostri punti forti e credo che negli ultimi lavori siamo riusciti a sintetizzare al meglio questi elementi e ad inserirne di nuovi, che abbiamo realizzato nel tempo essere parte del nostro universo. Ogni album per noi è sempre una nuova avventura creativa e un nuovo campo di gioco dove poter sperimentare ed evolverci.
QUALI SONO I TUOI PROSSIMI OBIETTIVI COME MUSICISTA, QUALCOSA CHE FINORA NON HAI FATTO MA CHE UN GIORNO TI PIACEREBBE REALIZZARE?
– In questo momento siamo molto appagati sia dai nostri lavori in studio che dai recenti tour che abbiamo affrontato e il sogno che sicuramente sia io che tutti i membri della band abbiamo e che vogliamo realizzare è un tour come headliner: stiamo già lavorando su alcune idee per poterlo realizzare perché pensiamo sia l’apice della realizzazione per un artista vedere persone in giro per il mondo che si radunano entusiaste per godere della tua musica e di un tuo show.
SIETE IN GIRO CON GLI EVERGREY PER UN BEL TOUR EUROPEO, MA PENSI CHE CI SARA’ LA POSSIBILITA’ DI VEDERVI IN ITALIA, EVENTUALMENTE ANCHE CON SHOW CHE VI VEDANO COME HEADLINER?
– Assolutamente sì, venerdi 14 febbraio, dalle ore 20,00, al Legend Club di Milano! In quest’occasione presenteremo il nostro nuovo album e faremo uno show esclusivo dove parteciperanno anche altre band in apertura e questo sarà già un piccolo passo per realizzare il sogno di cui sopra. Invitiamo davvero tutti a partecipare a questo evento di progressive metal esclusivo perché sarà la primissima data italiana, e l’unica dopo il tour europeo che ha toccato quasi tutte le nazioni ma non l’Italia.