VIRUS – Una dissonanza vi catturerà

Pubblicato il 25/09/2016 da

Ci sono innumerevoli modi per essere folli e sperimentali suonando heavy metal. I Virus, emanazione di Carl-Michael Eide, colonna portante dei Ved Buens Ende nella loro fugace, e illuminante, apparizione nell’estremismo surreale degli anni ’90, si sono distinti fin dagli esordi per uno stile poco codificato e privo di riferimenti certi. Un metodo di scrittura basato su dissonanze insistite e ripetizioni ipnotiche, derivato dal prog rock più eccentrico, ne ha plasmato tutti i capitoli discografici, l’ultimo dei quali ha riaperto le porte su un mondo colorato e intangibile, dove ogni cosa ha una forma impropria e tutto si muove e velocità spastiche ma controllate. Un album non facile, “Memento Collider”, di quelli che impegnano e rendono schiavi un po’ per volta, perché a forza di ripassarselo nelle orecchie a giri chitarristici e ritmici così anomali ci si fa l’abitudine, comprendendoli appieno ed entrandoci in simbiosi. Del pazzo ma rigoroso universo in cui nuotano, camminano, si nutrono i Virus abbiano parlato amabilmente con Carl-Michael Eide stesso (qui conosciuto sotto lo pseudonimo di Czral), un artista con una visione chiara di cosa pretendere dalla propria musica e che sa estrarre da essa tutto quanto di buono abbia da offrire.

Virus - immagine band - 2016

LA MUSICA DEI VIRUS È DA SEMPRE BASATA SULLA DISSONANZA E “MEMENTO COLLIDER” NON FA ECCEZIONE ALLA REGOLA, MOSTRANDO UN SUONO DOVE BASSO E BATTERIA FUNGONO DA GUIDA E LE CHITARRE HANNO UN RUOLO SECONDARIO, DI ARRANGIAMENTO. OGNI NOTA È SUONATA CON L’IDEA CHE SIA QUALCOSA DI DIFFERENTE DAL ‘NORMALE’ METAL. QUAL È IL PUNTO DI PARTENZA DEL VOSTRO METODO DI COMPOSIZIONE?
“Non abbiamo mai avuto l’obiettivo di essere diversi dagli altri. Quello che siamo intenzionati a creare deve essere qualcosa di genuino e non definibile in un genere ben determinato. I Virus non appartengono ad alcuna categoria precisa, sono al più descrivibili come una forma di rock. Abbiamo la nostra eredità metal, certo, il che significa piegarci verso il lato cupo e pesante delle cose, ma restiamo distaccati da quello che si potrebbe definire ‘dark rock’, termine a nostro giudizio avente un significato molto labile e fumoso. Le persone cercano disperatamente di darci una definizione precisa, troviamo la cosa molto divertente. Il nostro modo di porci, se così lo si può definire, è quello di restare i musicisti che siamo, di non snaturarci, cercando di rimanere nel solco del suono per cui i Virus si sono distinti in questi anni”.

“MEMENTO COLLIDER” ARRIVA A CINQUE ANNI DA “THE AGENT THAT SHAPES THE DESERT”. COME AVETE IMPIEGATO IL TEMPO FRA LE DUE RELEASE? AVETE SCOPERTO ED ESPLORATO NUOVI ASPETTI DEL VOSTRO STILE IN QUESTI ANNI?
“Abbiamo trovato il nostro suono abbastanza in fretta, già all’epoca di ‘Carheart’ (il loro primo full-length, ndR). Ci siamo accorti che avevamo tra le mani qualcosa di veramente speciale, per cui abbiamo deciso di non apportare chissà quali cambiamenti col passare degli anni. C’è molto spazio per sperimentare all’interno del tipo di suono che abbiamo codificato. E visto che si tratta di qualcosa che è solo nostro, possiamo decidere di svilupparlo secondo le regole che decidiamo noi stessi. Quello che differisce dal passato nel nostro ultimo album è che siamo stati ancora più meticolosi e perfezionisti del solito. Volevamo che il materiale ‘maturasse’ al meglio prima di entrare in studio e inciderlo. Lo abbiamo quindi provato a lungo, analizzato in ogni aspetto e modificato dove necessario. Abbiamo provato anche la resa dei nuovi brani in concerto prima di chiuderci in studio, quindi abbiamo rifinito gli arrangiamenti e le lyrics. Anche i titoli delle canzoni sono stati esaminati scrupolosamente prima che potessero considerarsi definitivi”.

SI PERCEPISCE UN’ATMOSFERA GENERALE DI DELIRIO NEL CORSO DI “MEMENTO COLLIDER”: SI FORMANO IMMAGINI E SCENE NELLA VOSTRA MENTE CHE VI DANNO L’ISPIRAZIONE PER LA COMPOSIZIONE DEI PEZZI? RICERCATE SENSAZIONI BIZZARRE MENTRE SUONATE?
“Succede piuttosto il contrario. La musica fa scaturire scene particolari e causa l’ispirazione necessaria per scrivere i testi. In effetti la nostra è musica molto filmica, così è corretto parlare di vere e proprie ‘scene’ che si materializzano durante lo scorrimento del suono. Le canzoni dei Virus nascono nascono dai riff, o da un pattern di batteria o da una linea di basso. La musica arriva per prima, successivamente arrivano le lyrics e il concept che è sottostante l’album. Dal suono nasce tutto il resto, come fosse un unico organismo che si sviluppa dal seme originario. Sono sempre stato impegnato in forme sonore con un forte potere evocativo”.

SIETE MOLTI INTERESSATI ALL’ALLITTERAZIONE, A MOVIMENTI CIRCOLARI CHE SI RIPETONO E CRESCONO ALL’INTERNO DEI SINGOLI PEZZI. PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE PER VOI AVERE UNO SVILUPPO IPNOTICO, COME FOSSE UNA SPECIE DI MANTRA, IN UNO STILE COME IL VOSTRO, COMPLESSO E PIENO DI MELODIE OBLIQUE E PATTERN IRREGOLARI?
“Sono un fan della musica ambient ed elettronica e mi piace ricreare quel tipo di atmosfera meditativa ed ipnotica anche all’interno della musica dei Virus. In altre circostanze preferiamo portarci su andamenti groove e strani passaggi dark rock, seguendo una struttura più tradizionale e affine alla forma canzone”.

PARLANDO DEI CONTENUTI DI “MEMENTO COLLIDER”, NELLA RECENSIONE HO CERCATO DI RICAPITOLARE QUANTO EVOCATE CON QUESTA METAFORA: ‘SEMBRA DI OSSERVARE UN COMPLICATO GIOCO DI SPECCHI DEFORMANTI, CHE METTENDO AL CENTRO UN OGGETTO DI FORMA CONOSCIUTA, A FORZA DI RIFLESSI, NE STRAVOLGE L’IMMAGINE DI PARTENZA. SALVO POI RIPROPORRE A RITROSO LO STESSO SCHEMA DI RIFLESSIONI RECIPROCHE E TORNARE ALLO STATO INIZIAL’”. POTREBBE ESSERE UNA BUONA DESCRIZIONE DELLA VOSTRA MUSICA?
“Assolutamente sì. Ma ci sono anche molti altre differenti percezioni della nostra musica. Ogni sfumatura emotiva fra il cupo e il malinconico, fra l’essere su di giri e la pazzia. Non siamo qua per addentrarci in descrizioni più dettagliate, dovrebbe essere chi ci ascolta a farlo. Noi offriamo la nostra musica, non l’analizziamo né la percepiamo, non c’è alcun ‘piano’ dietro di essa”.

I VIRUS SONO UNA SORTA DI PROSECUZIONE DEI VED BUENS ENDE. QUALI SONO LE DIFFERENZE FRA QUESTE DUE BAND? HAI QUALCHE RIMPIANTO LEGATO AI VED BUENS ENDE E AL LORO PREMATURO SPLIT?
“Gli unici collegamenti fra Virus e Ved Buens Ende risiedono nel mio stile di canto e in alcune parti di chitarra. Per il resto sono due band completamente diverse. Attualmente non ho alcun rimpianto per lo split dei Ved Buens Ende, essi appartengono a un preciso periodo della mia vita: avevo vent’anni quando abbiamo registrato il primo demo, ora ne ho quarantadue, non potrei più dedicarmi a quel tipo di musica”.

I MUSICISTI COINVOLTI NEI VIRUS SONO GLI STESSI DAGLI ESORDI. QUAL È LA COMUNE VISIONE MUSICALE CHE VI CONSENTE DI PROSEGUIRE ASSIEME QUESTA AVVENTURA? COME DI DIVIDETE ILLAVORO DI CREAZIONE DI NUOVA MUSICA ALL’INTERNO DELLA BAND?
“Io mi occupo di solito dei riff di chitarra, quindi lavoriamo sugli arrangiamenti in sala prove. La nostra comune ‘visione’, se così possiamo chiamarla, è il feeling che otteniamo quando suoniamo assieme e raggiungiamo un certo groove. Un groove tipico dei Virus. È come se ci mettessimo a viaggiare in questa dimensione che ci siamo creati da soli, e il paesaggio rivela se stesso un po’ per volta, con noi stessi che ci ritroviamo spesso sorpresi da quello che stiamo vedendo/sentendo. È questo che ci tiene assieme e ci consente di andare avanti. Siamo inspirati dalla musica in sé”.

SIETE SPESSO CONSIDERATI UN GRUPPO AVANT-GARDE METAL, MA SIETE MOLTO DIFFERENTI DA ACT QUALI , AD ESEMPIO, GLI ARCTURUS, I SOLEFALD O I DODHEIMSGARD, VI È UNA FORTE VENA PROGRESSIVE ROCK NELLA VOSTRA MUSICA. A VOLTE, VI PARAGONO  AI RUSH CHE INCROCIANO IL JAZZ, ASSUMONO ALLUCINOGENI E PERDONO COMPLETAMENTE LA RAGIONE! COME VEDETE LA MUSICA DEI VIRUS RISPETTO ALLE FORMAZIONI CHE HO CITATO?
“Penso che la miglior definizione che si possa dare alla nostra proposta è quella di ‘spherical rock’. Personalmente ritengo il termine ‘avant-garde’ abbastanza sciocco e poco significativo. L’attinenza della nostra musica con la scena norvegese credo non vi sia più già da molto tempo, mentre le altre band che hai citato sono sicuramente molto più metal di noi”.

QUAL È IL GRUPPO NON-METAL CHE PIÙ SI AVVICINA AL VOSTRO APPROCCIO MUSICALE?
“Domanda difficile. Siamo ispirati da una grande quantità di musica diversa. Tutto quello che va dalla psichedelia turca degli anni ’70 all’ambient, dai Voivod ai primi Venom e David Bowie. è arduo nominarti, su tutti, una sola band o artista. Qualsiasi fosse la mia risposta, sbaglierei”.

COME È NATO E SI È EVOLUTO IL TUO MODO DI CANTARE? SUONA COME UNA PRESA IN GIRO, UN ESPERIMENTO DIVERTENTE, UN IRRIVERENTE CONTRAPPUNTO AGLI ALTRI STRUMENTI.
“Mio padre lavorava in teatro. È stato un attore, poi direttore, ha lavorato per il teatro nazionale norvegese. Egli è anche un musicista e un cantante e l’ho visto esibirsi spesso quando ero più giovane: pertanto, ritengo di aver assorbito molto da lui. Il mio cantato ha sfumature molto teatrali, devo averle certamente ereditate proprio da mio padre”.

AVETE REALIZZATO UN VIDEO PER “ROGUE FOSSIL”, FILMATO CHE HA CARATTERISTICHE ABBASTANZA PARTICOLARI E IN LINEA CON QUELLI CHE SONO I VOSTRI STILEMI SONORI: È UNA COLLEZIONE DI DIPINTI DI COSTIN CHIOREANU CHE SI ACCAVALLANO E SI INTERSECANO NEL CORSO DELLE DIVERSE SCENE DI UN CARTONE ANIMATO, CON UN EFFETTO ABBASTANZA BUFFO E BIZZARRO. PERCHÉ AVETE SCELTO COSTIN CHIOREANU PER LA REALIZZAZIONE DEL VIDEO E QUALÈ L’IDEA DI BASE DIETRO LO SVILUPPO DELLE IMMAGINI?
“Conosciamo Costin da qualche tempo e ci siamo avvalsi della sua arte per diverse magliette e poster negli anni scorsi. Sapevo che era bravo nel creare animazioni. Per quanto riguarda l’ispirazione, mi sono ricordato di un film animato francese che avevo visto un paio d’anni fa. Si intitolava ‘Un Pianeta Fantastico’, ho pensato che ci sarebbe stato bene un video di quel genere per accompagnare ‘Rogue Fossil’. Poco dopo averla completata ne ho parlato con Costin e ci siamo messi al lavoro. Nel film che avevo visto avevo colto un tratto, uno stile, simile a quello di Chioreanu e mi ero già immaginato quale sarebbe stato il risultato finale. Il video che ha realizzato è spettacolare!”.

NON SUONATE SPESSO DAL VIVO, MA AVETE TENUTO UNO SHOW SPECIALE DURANTE L’ULTIMO BLASTFEST. NELL’OCCASIONE AVETE SUONATO UN SET MOLTO CALMO, SOFT, QUALCOSA DI MOLTO DIFFERENTE DA QUELLO CHE SIAMO ABITUATI A UDIRE E PERCEPIRE DURANTE UN CONCERTO METAL. QUAL È IL TUO GIUDIZIO SU QUELLO SHOW? COME AVETE VISSUTO L’EVENTO?
“L’avvicinamento al concerto è stato piuttosto snervante, a causa di un’infezione polmonare che mi ha tormentato per qualche tempo. Ho tossito tantissimo per settimane ed ero così esasperato che stavo per decidere di annullare la nostra partecipazione al Blastfest. Stranamente, a volte, quando sei costretto ad esibirti il tuo corpo, per non so quale motivo, decide di ubbidire alla tua volontà e di non darti problemi nonostante le difficoltà del momento. Così ho potuto cantare senza tossire né avere problemi vocali. Però questo problema si è allungato come un’ombra sopra di noi prima e durante lo spettacolo, rendendoci parecchio nervosi, anche se ce l’abbiamo fatta a portare a termine regolarmente il set. Non è stato piacevole in ogni caso dover vivere il festival in questa maniera”.

UNA VOLTA RESO DISPONIBILE “MEMENTO COLLIDER” VI SIETE GIÀ MESSI ALL’OPERA PER IL SUO SUCCESSORE. POSSIAMO VEDERLO COME UN PROSEGUIMENTO DEL DISCORSO INTRAPRESO SULL’ULTIMO ALBUM, OPPURE STATE ESPLORANDO AMBITI E DIREZIONI DIVERSE DELLA VOSTRA MUSICA? CHE COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DA VOI PER L’IMMEDIATO FUTURO?
“Non so ancora dirti che forma prenderà il nuovo materiale, è troppo presto per dirlo. Dobbiamo prenderci il tempo necessario per ponderare i prossimi passi e verificare cosa riusciremo a tirare fuori da noi stessi. Certamente non ci metteremo fretta. Probabilmente ci vorrà qualche anno prima di completare tutto il lavoro che abbiamo iniziato. Magari durante questo tempo esploreremo nuove dimensioni sonore, magari resteremo ancorati a quello che abbiamo prodotto di recente. L’unica cosa certa è che lavoreremo con calma e metteremo la massima attenzione e impegno su ogni aspetto dell’album, come abbiamo fatto del resto per ‘Memento Collider’”.

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