VISION DIVINE – A Beautiful Mind

Pubblicato il 12/07/2007 da
Gruppo alle origini etichettato come un semplice progetto parallelo tra membri di Labyrinth e Rhapsody, i Vision Divine hanno saputo guadagnarsi l’ottima reputazione di cui oggi godono, inanellando, uno dietro l’altro, una serie di album di elevata qualità. I continui terremoti di formazione non hanno fermato questa marcia trionfale ed il gruppo si è ripresentato in gran forma con lo splendido “The 25th Hour”. Un disco che ci introduce nei meandri della mente umana, ma che, come leggerete più avanti, si riferisce in parte alle esperienze del suo principale autore. Abbiamo infatti parlato con Olaf Thorsen del nuovo disco, delle tematiche, delle future mosse della band, di vecchi e nuovi membri e di altro ancora…
CIAO OLAF, INNANZITUTTO COMPLIMENTI PER L’OTTIMO “THE 25TH HOUR”, VOGLIAMO INIZIARE COL DESCRIVERE COME È NATO QUESTO NUOVO CAPITOLO?
“Ciao Alessandro, e grazie per i complimenti. Questo nuovo capitolo è nato come un po’ tutti gli altri album che abbiamo realizzato, lavorando sodo e mettendo giù tanto materiale, fino a ritenerci tutti completamente soddisfatti di quanto avevamo in mano. Si può notare un accostamento lirico con ‘Stream Of Consciousness’, dovuto al ripetersi di alcune situazioni che si sono create intorno alla band che hanno nuovamente portato qualcuno a poter giustificatamente dubitare della nostra possibilità di ‘tenere botta’ per un terzo album consecutivo, anche a seguito di alcuni cambi di line up”.

CREDO INFATTI CHE ABBIATE PRODOTTO UN ALBUM PIÙ IMMEDIATO RISPETTO A “THE PERFECT MACHINE”, PIÙ AFFINE A “STREAM OF CONSCIOUSNESS”, CONCORDI?
“Sì, concordo. Devi anche pensare che ormai siamo al terzo album di fila realizzato comunque con una precisa continuità stilistica, e ad ogni nuovo album cerchiamo di prendere e rielaborare tutto il buono realizzato in precedenza. Ecco perché questo album ti ricorda qualcosa di ‘Stream Of Consciousness’ pur non essendone la copia, anche se io sento comunque diversi accostamenti con ‘The Perfect Machine’ (vedi la pesantezza dei riff di brani come ‘The 25th Hour’ o ‘Alpha & Omega’). L’atmosfera che si era creata intorno a questo nuovo lavoro piano piano mi ha fatto risentire vicino ai tempi in cui realizzammo ‘Stream Of Consciousness’, e da lì mi è venuto naturale dare una sorta di continuità a quell’album”.

ANCHE IN QUESTA OCCASIONE AVETE GODUTO DELL’ESPERIENZA DI TIMO TOLKKI IN FASE DI REGISTRAZIONE. QUANTO HA INFLUITO IL SUO LAVORO SUL NUOVO DISCO?
“Questa è la domanda che mi viene fatta più frequentemente e la risposta è scontata: è ovvio che un produttore influsce sempre sul lavoro di una band, sia esso Timo o mr X. Timo è semplicemente un artista e un amico che si avvicina molto per affinità alle tematiche che trattiamo come Vision Divine. Lui dà molta attenzione ai testi, e vuole che la musica riesca ad integrarsi alla perfezione con le parole, cosa da non sottovalutare mai. Ovviamente questo, unito alla sua professionalità e applicazione, fa sì che questo album suoni molto personale e ‘forte'”.

VENIAMO ORA ALL’INTRIGANTE CONCEPT CHE STA DIETRO A “THE 25TH HOUR”, VUOI SPIEGARCI IN DETTAGLIO DI COSA SI TRATTA ED I SUOI COLLEGAMENTI CON “STREAM OF CONSCIOUSNESS”?
“I collegamenti principali sono il luogo ed il protagonista, che sono gli stessi di ‘Stream’. Quello che cambia è il tempo, dato che qui sono ormai trascorsi quarant’anni dai tempi della prima parte del racconto. Qui troviamo un uomo ormai invecchiato, sempre preda delle sue visioni e della sua follia. Dalle ultime pagine del suo diario personale possiamo quindi leggere delle sue ultime esperienze fatte in vita e della sua ultima battaglia con le visioni di spiriti che continuavano a parlargli nella mente, per rivelargli particolari sempre più connessi con la sua interiorità. Non vorrei ovviamente rivelare qui tutta la storia, ma spero di non essere preso per un arrogante se aggiungo che credo valga la pena ascoltare questo album tendendo di fronte a sé il libretto”.

PREVEDI DI AFFRONTARE LO STESSO ARGOMENTO IN UN TERZO DISCO?
“Oddio, NO! (ride, ndR) Scusa se sto ridendo, ma il fatto è che anche ai tempi di ‘Stream’ ero assolutamente convinto che non avrei mai ripreso questo concept che all’epoca oltretutto mi costò non poco in termini di stress, visto che una parte di quegli argomenti mi stavano toccando molto da vicino eppure, come vedi,pochi anni dopo sono qui con il suo continuo. Diciamo che questa volta per tenermi al riparo da un’eventuale nuova tentazione ho già fatto morire il protagonista, e a meno che non faccia come gli autori delle telenovele alla ‘Beautiful’, dove tutti muoiono e poi resuscitano, questa volta sarà piuttosto improbabile che la storia possa continuare”.

MI SEMBRA DI CAPIRE CHE PER TE SONO MOLTO IMPORTANTI LE TEMATICHE A SFONDO PSICOLOGICO, COME SE FOSSERO EFFETTIVAMENTE LEGATE ALLA TUA PERSONA…
“Sì, direi che indirettamente ti ho già risposto nella domanda precedente. Anche se grazie a Dio non posso dire che ‘Stream Of Consciousness’ o questo ‘The 25th Hour’ siano completamente autobiografici, è assolutamente vero che i miei stati d’animo si riversano sempre su quello che scrivo, e quello che vivo finisce inesorabilmente per rimanere impresso su qualche linea dei miei testi”.

SO CHE AVETE REGISTRATO UNA COVER DI “ANOTER DAY” DEI DREAM THEATER PER IL MERCATO GIAPPONESE, VUOI SPIEGARCI COME MAI AVETE SCELTO PROPRIO QUESTO PEZZO?
“Semplicemente perché il nostro produttore, che è anche molto grosso, ci ha minacciato di morte quando ha saputo che stavamo per registrare ‘Still Of The Night’ dei Whitesnake, (ride ndR). Scherzi a parte, quando ha saputo della nostra scelta, in studio ci ha fatto notare come i testi e le atmosfere di questo album stridessero ormai troppo con un brano bellissimo come ‘Still Of The Night’ che però a livello di testi si allontanava veramente troppo dal nostro lavoro. Ci ha quindi suggerito ‘Another Day’ che per tematiche e musica è molto più accostabile a questo album e, dopo averla ascoltata attentamente, abbiamo deciso di accettare ben contenti”.

ANCORA UNA VOLTA SIETE RIUSCITI A COMPORRE UN OTTIMO ALBUM DOPO UN CAMBIO RADICALE DI FORMAZIONE CREDI DI AVER FINALMENTE TROVATO L’ASSETTO IDEALE?
“Sto toccando ferro solo al leggere la tua domanda! Guarda, oggi come oggi non ci penso nemmeno a fare promesse eterne, perché ho capito che la vita di una band non dipende solo da me, ma anche da altre cinque persone che hanno tutte una propria vita e testa. Diciamo che al momento ci stiamo trovando veramente bene, è ormai un anno che suoniamo e lavoriamo stabilmente, ci divertiamo oggi come non mai e lo si vede anche dal fatto che rispetto a prima abbiamo anche aumentato il numero di prove settimanali (ti ricordo che noi viviamo tutti e sei in diverse città distanti anche più di 200 Km l’una dall’altra). Insomma, i concerti e le critiche vanno alla grande, sul palco e in studio ci divertiamo come matti… non vedo il motivo di fare altri terremoti!”.

VUOI PRESENTARCI I NUOVI MEMBRI E MAGARI SPIEGARCI BREVEMENTE COSA È SUCCESSO CON I VECCHI?
“Non vorrei mettermi a fare un necrologio per ognuno degli ‘ex’, e quindi ti dirò solamente che ognuno ha lasciato per motivi diversi, in alcuni casi anche molto personali e degni del massimo rispetto. Quando qualcuno abbandona una band è sempre un momento delicato, perché si spezzano degli equilibri che sono stati costruiti negli anni e c’è quindi una band da riassestare non al meglio, ma in modo che, se possibile, i cambiamenti portino una nuova ventata di freschezza ed entusiasmo. In questo senso siamo stati molto fortunati. Prima di presentarti brevemente i singoli, ti ricordo che anche se a qualcuno questi possono sembrare ‘nuovi’, è ormai un anno che suoniamo regolarmente concerti con questa line-up ed è sempre con questa formazione che abbiamo affrontato l’intero processo compositivo dell’album quindi io faccio quasi fatica a pensare a loro come ‘nuovi arrivati’. Alessandro Bissa è il nuovo batterista, ma è un professionista molto stimato nella sua zona (è di Brescia). Insegnante dell’Accademia della musica, ha una vera attitudine da band e ci ha sempre colpito la sua dedizione a questo gruppo, sotto ogni aspetto. La sua presenza ci da molta sicurezza sul palco, e questo è fondamentale per un batterista. Oltretutto Alessandro avrebbe dovuto già entrare in formazione subito dopo la registrazione di ‘The Perfect Machine’. Avevamo già fatto anche diverse prove insieme , ma poi degli impegni personali non riuscirono a far combaciare gli impegni. Alessio Lucatti è il nostro nuovo tastierista fin dai tempi della prima data di supporto a ‘The Perfect Machine’ e credo che ormai sia ben conosciuto ai più che ci seguono. E’ molto giovane, ma veramente dotato tecnicamente. Sta crescendo enormemente, e sono anche convinto che abbia ancora enormi margini di miglioramento. Sta facendo una enorme esperienza, come è normale che sia, e vedo che la sta sfruttando al meglio per miliorarsi continuamente. Si è integrato ormai perfettamente, sa che a lui non chiediamo di sostituire Oleg, che ha lasciato un grosso vuoto in tutti, ma gli chiediamo invece di crearsi una sua personalità, cosa in cui sta riuscendo al meglio. Cristiano Bertocchi è sicuramente un bassista che non ha bisogno di presentazioni: con lui ho condiviso tutte le mie esperienze in Labyrinth, e l’ho voluto fortemente con me quando ho saputo del suo split. E’ il bassista italiano con maggior esperienza in assoluto, ed il suo apporto a questa band e’ stato da subito fondamentale, come mi aspettavo”.

COME BAND ESISTETE ORMAI DA NOVE ANNI ED AVETE ALL’ATTIVO CINQUE DISCHI, CREDI CHE CI SIANO I PRESUPPOSTI PER INTRAPRENDERE UN TOUR EUROPEO? COSA PUOI DIRCI A PROPOSITO DELLE FUTURE DATE LIVE?
“Stiamo lavorando in questo senso, proprio in questi giorni. Oggi i Vision Divine raccolgono moltissimi consensi, e riceviamo sempre più richieste per suonare in diversi angoli del mondo. Ovviamente non siamo i Metallica, e dobbiamo sempre valutare quando un tour è realizzabile o meno, ma quest’anno in effetti stiamo ricevendo veramente moltissime richieste, vedremo cosa riusciremo a realizzare. Al momento stiamo valutando la possibilità di suonare un tour in Asia e uno in Sud America, e per l’Europa stiamo trattando un paio di situazioni che sarebbero veramente interessanti”.

NON HAI MAI PENSATO DI RIPROPORRE DAL VIVO ANCHE PEZZI DEI LABYRINTH CHE PORTINO LA TUA FIRMA?
“Mi viene chiesto spesso di suonare una ‘Moonlight’ o una ‘Thunder’, specialmente quando suonammo in Giappone, ma sono molto restio. Non credo che i Vision Divine di oggi abbiano bisogno di attingere a materiale altrui. La nostra carriera al punto in cui è oggi ci pone già il grosso problema di dover scegliere quali brani suonare da ben cinque album, con gente che ci chiede praticamente di tutto. Non potendo suonare concerti di cinque ore, preferisco lasciare fuori materiale di ex band, piuttosto che dover sacrificare brani che la gente stessa ci chiede. Oltretutto, è molta di più la gente che ci chiede di suonare brani dei Vision Divine di quella che magari per nostalgia mi chiede di suonare ‘cover’ di me stesso, e questo mi fa molto piacere”.

HAI IN PROGRAMMA QUALCHE PROGETTO PARALLELO O QUALCHE LAVORO SOLISTA?
“Be’, sì, se non schianto a forza di iperattività spero proprio di riuscire ad entrare in studio a settembre per realizzare il mio primo album solista, che spero comunque di terminare entro la fine di quest’anno. A scanso di equivoci ti dico che non sarà né un album strumentale per onanisti dello strumento, né tantomeno un album vicino alle sonorità della mia band… sono sicuro che stupirà più di una persona, se non altro per il genere proposto”.

OK, GRAZIE MILLE OLAF, SPERO DI VEDERVI PRESTO DAL VIVO!
“Grazie a te , e a presto!”.

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