I Vision Divine sono senza dubbio una della più convincenti metal band del panorama italiano e la loro qualità li ha portati sempre più in alto nonostante i continui stravolgimenti di lineup. L’ultimo brivido è stato l’abbandono di Michele Luppi, la cui splendida voce aveva contribuito al successo degli ultimi ottimi studio album. La band ha lasciato tutti i suoi fan con il fiato sospeso ed ha quindi annunciato il rientro in formazione di Fabio Lione, l’ormai famoso cantante dei Rhapsody Of Fire che assieme al chitarrista e mastermind Olaf Thorsen aveva dato vita ai Vision Divine. Dopo alcuni show estivi la band è ora pronta per pubblicare un nuovo capitolo dal titolo ‘9° West Of The Moon’, disco che ci viene presentato dallo stesso disponibilissimo Olaf come un vero e proprio crocevia. In effetti, se finora la band non ha goduto di tutto il successo che si meriterebbe, le premesse per conquistare il grande pubblico adesso ci sono tutte.
CIAO OLAF, DIREI DI INZIARE QUESTA PRESENTAZIONE DEL NUOVO ALBUM DANDO UN’IDEA DEL CONTESTO IN CUI E’ NATO. TI VA DI SPIEGARCI COSA E’ SUCCESSO CON MICHELE?
“Guarda, su quello che è successo vorrei solo dare una spiegazione che purtroppo può suonare politica ma è legata soprattutto ad una mia necessità. Vedi, io ho bisogno di vivere tranquillamente e non si può continuare a parlare del passato, anche se in questo caso è giustissimo dare ai lettori un’idea del contesto in cui il disco è stato realizzato. Diciamo che, come nella vita normale, quando una coppia si separa o quando una band si scioglie o qualcuno viene sostituito, la verità è che evidentemente tra le due entità non c’era affinità d’intenti, di fini, di obiettivi, non c’era più lo stesso modo di intendere la band o i progetti futuri. Vedi, quindi, se uno a caldo può anche mettersi a discutere su chi ha colpa o sua quale sia la verità, ora credo che sia passato il giusto tempo per mandare un segnale di distensione. Io spero che si smetta di parlare di gossip e si inizi a parlare di musica. E’ un messaggio che mando anche a Michele stesso. Sono contento di quello che è stato fatto in passato ma ritengo che non ci fossero più i presupposti per continuare ad impostare il lavoro con gli stessi standard degli anni precedenti”.
PUOI DIRCI INVECE COME E’ AVVENUTO IL RIENTRO IN FORMAZIONE DI FABIO?
“Suona strano ma io e lui, a causa degli impegni personali, non ci vedevamo da tempo e ci siamo ritrovati solo in occasione del decennale della band. Successivamente la situazione è evoluta in maniera abbastanza repentina ma diciamo che dal momento in cui ci siamo resi conto di dover cercare un altro cantante, in realtà sapevamo che quel cantante avrebbe potuto, anzi dovuto, essere Fabio. Questo per ovvi motivi che vanno anche al di là di un discorso puramente musicale. Io infatti sentivo il bisogno di ‘rimanere in famiglia’ e non credo che avrei avuto gli stimoli di cercare ancora una volta un nuovo vocalist. Non perché in giro non ci siano ottimi cantanti e, anzi, ma penso che i Vision Divine, per come sono oggi, avessero proprio bisogno di recuperare Fabio e non creare una terza nuova identità”.
COME E’ STATO RITROVARSI A SUONARE INSIEME DOPO CINQUE ANNI?
“Diciamo che è stata una situazione molto bella e piacevole per tutti ma anche surreale in un certo senso. Per Fabio infatti non è stato semplice rientrare in formazione in questa maniera e, se ricordi, l’annuncio del nuovo cantante non è stato dato subito. Dovevamo infatti ragionare un po’ sul da farsi perché se è vero che Michele e Fabio sono entrambi ottimi cantanti, è altrettanto vero che vocalmente sono molto differenti. Alcuni addirittura hanno pensato che fosse un cambio pianificato a tavolino ma invece non è così, perché in tal caso sarebbe stato meglio far entrare Fabio al momento della registrazione del nuovo disco. Lui invece ha accettato di rientrare in una situazione veramente difficile, con un album in lavorazione e sue sole prove per preparare le date estive ai festival con il 69% della setlist composta da materiale non scritto con lui alla voce. Devo dire che ha fatto veramente un ottimo lavoro e ha dimostrato di avere una grande volontà”.
BENE, PASSIAMO DUNQUE ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO DISCO “9° WEST OF THE MOON”. TI VA DI INTRODURCELO BREVEMENTE?
“Guarda ‘9° West Of The Moon’ è un album molto particolare, strano ed è un disco sul quale punto molto. La gente ha apprezzato molto le nostre ultime uscite, dischi che sono sempre stati all’altezza delle aspettative, quindi questo sarà un album per noi cruciale. Sono convinto che la gente saprà apprezzare questo lavoro”.
QUINDI STILISTICAMENTE COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL NUOVO LAVORO?
“Questa è sicuramente la domanda più difficile…Posso dirvi con certezza quello che non dovete aspettarvi, ossia un ritorno ai Vision Divine dei primi due album. Non perché siano album che rinneghiamo, ma perché sono stati scritti dieci anni fa. Ora la band è cambiata, quindi il nuovo disco sarà una naturale evoluzione delle sonorità che abbiamo ricercato nel corso degli anni. Non aspettatevi però nemmeno un disco copia-incolla degli ultimi lavori pubblicati, non solo per via del cambio di cantante ma anche per un discorso prettamente musicale. Con l’ultimo ‘The 25th Hour’ non avevamo esplorato quanto potevamo dal punto di vista delle atmosfere mentre ora lo abbiamo fatto. Aspettatevi un disco molto vario e aggressivo come suoni”.
SI TRATTERA’ DI UN CONCEPT ALBUM?
“No, anche in questo caso abbiamo voluto staccare rispetto agli ultimi tre lavori e abbiamo realizzato un ‘disco a tema’ dove tutti i brani hanno a che fare con un argomento molto personale e delicato che è quello della perdita di un figlio (a questo punto il tono di Olaf si fa quasi malinconico, ndR). Tutti i brani ruotano attorno ad un dialogo tra il padre e questo figlio mai nato”.
E IN QUESTO CONTESTO QUAL E’ IL NESSO CON IL TITOLO DELL’ALBUM?
“Come tutto il resto, ‘9° West Of The Moon’ è un titolo molto personale. Questo figlio mai nato infatti, durante il dialogo con il padre gli dice ‘Se mi vuoi cercare guarda nove gradi a ovest della Luna e io sarò lì’… è una cosa un po’ particolare (e molto sentita, ndR)”.
VUOI QUINDI PRESENTARCI OGNI BRANO DEL NUOVO DISCO?
“Ti descriverò in ordine sparso i brani perché la scaletta definitiva non è ancora stata decisa:
‘Letter To My Child Never Born’: è il pezzo d’apertura e si tratta anche del brano più simile ai Vision Divine degli ultimi anni. Con i suoi nove minuti e mezzo è la canzone più lunga mai scritta da noi.
‘Violet Loneliness’: sarà molto probabilmente il brano su cui la casa discografica punterà di più dal punto di vista della promozione. Abbiamo sempre scritto brani catchy e melodici ma questo stupirà chi è abituato al sound dei Vision Divine.
‘Fading Shadow’: è uno dei pezzi che dà un’idea di come siamo cambiati. Si tratta di un pezzo molto aggressivo e anche complesso dal punto di vista delle strutture, al limite del thrash-progressive, che non tralascia però le melodie.
‘Angels In Disguise’: è una semi-ballad composta inizialmente da Fabio, un pezzo molto bello che abbiamo registrato quasi per ultimo.
‘The Killing Speed Of Time’: quando uscirà il disco sarà il brano che più di ogni altro disorienterà gli ascoltatori. Farete fatica a credere che siamo noi e che è Fabio Lione che canta! E’ un pezzo folle e volutamente estremo con il quale vogliamo suscitare delle particolari emozioni.
‘The Streets Of Laudomia’: Laudomia è una delle città invisibili descritte da Italo Calvino in ‘Le Città Invisibili’. Questa città racchiude altre tre citta: dei vivi, dei morti e dei mai nati. Tutto si ricollega quindi al significato dell’album. E’ un pezzo abbastanza melodico che si avvicina all’hard rock anche se come suoni è distante anni luce.
‘Fly’: brano molto diretto, è a tutti gli effetti un altro potenziale singolo e, un po’ come tutto l’album, ha un sound abbastanza aggressivo.
‘Out In Open Space’: è il pezzo più vicino alla nostra venatura hard rock, elemento che già abbiamo sfruttato nei passati lavori.
‘9° West Of The Moon’: è la traccia che chiude il disco e secondo me è anche il pezzo migliore che io abbia mai realizzato, sia come testi che come musica. E’ una canzone molto molto particolare, quasi indefinibile e alla quale tengo molto.
‘A Touch Of Evil’: è una cover dei Judas Priest, band che per me è stata molto importante nel corso degli anni. Abbiamo fatto cover di A-ha, Dream Theater… questa volta volevamo stare più sul classico”.
COME PRODUTTORE AVETE SCELTO ANCORA UNA VOLTA TIMO TOLKKI. VUOI PARLARCI DEL SUO RUOLO NELLA REALIZZAZIONE DI QUESTO ALBUM?
“La sua parte è stata decisamente fondamentale. E’ stato con noi sin dalla fase di pre-produzione e, come per i precedenti due dischi, ne è rimasto molto coinvolto. Si è rivelato un ottimo amico, un ottimo collaboratore e un gran professionista. Non ha solo curato che il disco suonasse bene, ma ha anche lavorato per far sì che valorizzassimo le atmosfere. E’ stato fondamentale per me avere accanto una persona con una simile esperienza e che fosse anche in grado di vedere le cose ‘dall’esterno’”.
TU SEI IL PRINCIPALE COMPOSITORE, CHI ALTRO HA PARTECIPATO ALLA SCRITTURA DEI PEZZI E IN CHE MODO?
“Sono stato aiutato molto negli arrangiamenti da Alessio Lucatti, il nostro tastierista. All’epoca del suo ingresso nella band aveva solo ventitré anni e con poca esperienza in studio, ma ora è maturato molto. Mi sono dunque affidato a lui per vari aspetti perché, nella musica che scrivo, il tastierista ricopre un ruolo fondamentale. Anche Fabio e Federico Puleri hanno fatto la loro parte e questo è in linea con il mio pensiero riguardo al fatto che i Vision Divine non debbano passare come la mia band personale. Siamo una band a tutti gli effetti e io sono solo quello che manovra il timone della nave”.
PUOI DESCRIVERCI INVECE LA COPERTINA DI “9° WEST OF THE MOON”?
“E’ stata realizzata da Davide Nadalin con un’elaborazione grafica e in essa c’è ancora l’angelo. La cosa carina è che si tratta della riproposizione in tre dimensioni dell’angelo che compare sulla copertina del nostro primo album. In questo caso abbiamo giocato un po’ sul rientro di Fabio Lione”.
CI SAI DIRE QUALCOSA RIGUARDO ALLA DATA DI PUBBLICAZIONE DI “9° WEST OF THE MOON” E ALL’ETICHETTA PER CUI USCIRA’?
“Per ovvi motivi non posso ancora dirti nulla riguardo alla casa discografica ma devo dire che c’è stato un grande interesse verso di noi da parte delle etichette. Ritengo che la Scarlet Records abbia fatto un ottimo lavoro con i precedenti lavori ma in questo caso volevamo fermarci un attimo e valutare attentamente il da farsi. Abbiamo preso la nostra decisione ma non posso ancora rivelarla. La pubblicazione avverrà invece tra febbraio e marzo 2009”.
CHE PIANI AVETE PER IL PERIODO SUCCESSIVO ALLA PUBBLICAZIONE? FARETE FINALMENTE UN TOUR EUROPEO?
“Come al solito i Vision Divine suoneranno da headliner in Sud America e Asia, con Giappone, Cina Taiwan e forse un altro paio di paesi. In Europa stiamo valutando il da farsi. Ora viviamo una situazione interna che ci permetterebbe di fare un tour europeo ma poi entrano in gioco anche altri fattori strettamente legati al business e nei quali noi non c’entriamo nulla. In Europa ci sono regole decisamente antipatiche piuttosto che in altri paesi. Ci sono anche scale meritocratiche o legate al paese di provenienza per le quali una band italiana ha sempre qualche problema in più delle altre quando cerca di organizzare qualcosa a sé stante. Quindi sarà difficile organizzare un intero tour europeo da headliner. Posso però dire che non svenderemo mai il nome dei Vision Divine per suonare a tutti i costi… magari con cinque pezzi in setlist e senza sound check”.
CHE PUOI DIRCI INVECE RIGUARDO AL TUO ALBUM SOLISTA?
“Il mio album doveva uscire, questo sì, ma la mia priorità sono i Vision Divine e se c’è un problema che li riguarda, prima di ogni altra cosa mi dedico a quello. Una volta nuovamente sistemate le cose spero che troverò il tempo anche per il mio lavoro solista. ‘The Killing Speed Of Time’, il brano molto spiazzante di cui parlavo prima, è preso dal mio solo album e quindi ti dà un’idea di quello che poi realizzerò con il mio progetto personale”.
OK OLAF, GRAZIE MILLE DI QUESTE ANTICIPAZIONI. LASCIO A TE LE ULTIME BATTUTE.
“Bene, mi permetto di sfruttare l’ospitalità di Metalitalia.com per ringraziare di cuore tutti quelli che negli anni ci hanno sostenuto. Ho ricevuto delle e-mail o delle lettere con apprezzamenti che andavano ben oltre le mie aspettative. Mi hanno fatto capire quanto una piccola band italiana sia arrivata a contare nei cuori di diversi fan e per questo non finirò mai di ringraziarli. Ciao a tutti voi!”.
Non ci resta che sperare in un nuovo grande album. Se così sarà, sotto la spinta di un nuovo contratto discografico e con un frontman ormai di fama mondiale, i Vision Divine avranno tutte le carte in regola per conquistare il grande pubblico. Non resta che attendere (ndr).