VISION DIVINE – Il ritorno dell’angelo

Pubblicato il 17/05/2004 da

Vision Divine, una band che in Italia non ha certo bisogno di presentazioni! Inizialmente visti come un progetto di Olaf Thorsen e Fabio Lione, questi ragazzi hanno invece lavorato con tutte le proprie energie per dimostrare a tutta la scena, italiana e non, che i Vision Divine possono essere etichettati come band a tutti gli effetti. Negli ultimi mesi è innegabile che la notizia dell’abbandono di 3/5 della formazione abbia creato un forte timore sul futuro del gruppo, ma Olaf Thorsen, rimboccatosi le maniche, non solo ha trovato dei sostituti più che degni come Matteo Amoroso (ex Athena), Oleg Smirnoff (Death SS, ex Eldritch) e Michele Luppi, ma ha dato vita ad un disco che per molti si dimostra il miglior lavoro mai partorito dai Vision Divine. Olaf in persona si è concesso a questa lunga intervista, rispondendo ai nostri questiti con cordialità e gentilezza, senza però negarsi il piacere di togliersi qualche “sassolino” dalla scarpa…
PRIMA DI PASSARE A PARLARE DEL VOSTRO NUOVO ALBUM…DALL’ULTIMO DISCO BEN 3/5 DELLA FORMAZIONE NON CI SONO PIÙ. SE I MOTIVI DELL’ABBANDONO DI MCPAULS E STANCIOIU SONO ABBASTANZA CHIARI, HA STUPITO MOLTO LO SPLIT CON FABIO LIONE. IL COMUNICATO STAMPA È STATO PIUTTOSTO ERMETICO…PUOI FARE CHIAREZZA SU QUANTO È SUCCESSO?
“Il comunicato e’ ermetico perchè non c’e’ molto altro da dire: Fabio ha firmato un contratto con un nuovo management per i Rhapsody, e a cose ultimate, nonostante le promesse che gli erano state fatte, questo nuovo management ha reso impossibile ogni nostro tentativo di continuare a lavorare insieme. Non saprei cosa altro aggiungere, a meno che non voglia rischiare di prendermi una bella querela eh eh.”

SEMPRE PARLANDO DELLO SPLIT CON FABIO, TU HAI CITATO LA DUREZZA DEL BUSINESS. NON SEI NUOVO A QUESTE AFFERMAZIONI, È DIFFICILE PER TE ANDARE AVANTI CON LA TUA MUSICA IN QUESTE CONDIZIONI?
“Beh, sara’ capitato anche a te di pensare che la vita e’ dura a volte, ma non per questo ti sei dato una rivoltellata in testa, no? L’ho sempre detto e lo ribadisco: il business e’ una merda e soprattutto ci sono persone che lavorano in questo ambiente che fanno letteralmente accapponare la pelle,perchè oltre ad essere arroganti e disoneste, sono purtroppo anche completamente INCOMPETENTI, quindi fanno danni sotto ogni punto di vista, e devo dire che purtroppo e’ proprio nel nostro genere che c’e’ il piu’ alto numero di questi personaggi, perchè in altri ambienti a mio avviso c’e’ comunque piu’ professionalità. Io non discuto chi mi chiede una percentuale magari anche alta in cambio di un servizio, discuto chi mi ruba denaro pensando di essere piu’ furbo di me con contratti ridicoli senza poi fare comunque nulla di positivo per la band perchè non ne ha nemmeno i mezzi, e credetemi c’e’ piu’ gente di quel che si pensa in questo senso…”

ESISTE ANCORA LA TUA SOCIETA’ LITH MUSIC?
“Certo,esiste ed e’ servita a produrre interamente ‘Stream Of Consciousness’. Con quest’album ci siamo finalmente messi ‘a parte’ dai rischi del business, appunto, e siamo riusciti a controllare interamente il processo di produzione dell’album. Adesso i Vision Divine dipendono esclusivamente da Lith Music, che poi sono io (cioè un membro della band), quindi direi che siamo in una situazione decisamente positiva.”

COME È NATA LA COLLABORAZIONE CON MICHELE LUPPI?
Ho avuto modo di conoscere Michele qualche anno fa, grazie ad un suo promo di stampo squisitamente AOR. All’epoca a causa dei miei impegni non trovammo il modo di collaborare per qualche suo brano, ma da subito avevo intuito che quel cantante aveva un timbro non indifferente, e non esitai a dirglielo direttamente. Negli anni ci siamo ovviamente un po’ persi di vista, anche se occasionalmente abbiamo avuto modo di fare qualche altra chiacchierata telefonica… Beh, dopo il casino della situazione Fabio, proprio durante una di queste telefonate e’ venuta fuori la sua disposizione a provare qualcosa con noi, e direi che sin dal primo momento avevamo capito di aver trovato il nuovo cantante. Il mondo e’ bello perchè e’ strano e anche imprevedibile, infatti nonostante appunto io reputi Michele un grandissimo, inizialmente non avevo nemmeno pensato a lui, probabilmente per il suo background diverso dal nostro (anche se poi ho scoperto nemmeno cosi’ tanto distante).

IL BACKGROUND MUSICALE DI MICHELE È ABBASTANZA LONTANO DA CIÒ CHE I VISION DIVINE HANNO FATTO IN PASSATO. E’ STATO DIFFICILE PER LUI ADATTARSI AL VOSTRO STILE?
“No,affatto! Come ti stavo dicendo prima questo e’ quello che ho pensato anche io inizialmente, e che ha anche rischiato di non farlo nemmeno essere preso in considerazione…devo dire invece che il suo background si amalgama alla perfezione con il nostro e anzi quelle differenze reali sono a mio avviso da essere prese come una benedizione. Ritengo che questa line up sia molto completa, sotto l’aspetto delle differenti influenze, e credo che questo faccia molto bene al nostro sound. Oltretutto, abbiamo scoperto di non essere poi cosi’ distanti a livello di gusti, perchè anche io adoro molte delle band di stampo americano che per lui sono sicuramente piu’ di riferimento, ma che in ogni caso non mancano dallo scaffale mio o anche di altre persone come Oleg…”

PER QUANTO RIGUARDA INVECE MATTEO AMOROSO, LUI È UN BATTERISTA DI STAMPO PROG. LE SUE INFLUENZE HANNO MODIFICATO IL VOSTRO SOUND?
“Matteo, come hai detto tu, e’ un batterista di provenienza molto piu’ prog, e il suo apporto e’ stato non solo molto importante, ma direi che e’ anche stata una delle cose che abbiamo notato maggiormente sin dal primo momento. Infatti, il suo stile è molto differente da quello del suo predecessore, meno aggressivo ma molto piu’ calcolato nella scelta di spezzare i ritmi e poi riunirli con gli altri strumenti…un approccio molto piu’ prog,come hai detto tu,che ha portato sicuramente nuova linfa per questo nuovo lavoro. D’altronde Matteo era gia’ un batterista molto stimato prima di entrare nei VD, e quando l’abbiamo scelto sapevamo esattamente cosa aspettarci. Direi che mi ha anche piacevolmente sorpreso, perchè si e’ applicato molto per adattare il suo stile anche a quello che era lo stile ‘vecchio’ dei VD… credo di non aver mai visto nessuno allenarsi tanto duramente per prendere confidenza con uno stile che in fondo non gli appartiene al 100% e che dopotutto sa bene che noi non gli avremmo chiesto di utilizzare. Un comportamento molto professionale senza dubbio.”

COME È NATO “STREAM OF CONSCIOUSNESS”?
“E’ stato un parto travagliato eheh! Abbiamo speso un intero anno tra songwriting arrangiamenti e registrazione. A prescindere dal tempo speso la cosa che mi ha fatto piu’ piacere è stata la calma, il relax con cui abbiamo lavorato a questo album. Erano anni che non ero cosi’ tranquillo, lontano da ogni forma di stress. ‘Stream Of Consciousness’ e’ nato cosi’, trovandoci regolarmente nello studio di Oleg con una chitarra e le sue tastiere, tirando giu’ decine di riffs e di arrangiamenti, stravolgendo di volta in volta quanto fatto la settimana prima, aggiungendo qualcosa, tagliando e cucendo. Il tutto come ti ho gia’ detto senza particolari stress o pressioni. Sapevamo di voler fare il miglior album possibile, e avevamo deciso da subito che non saremmo entrati in studio fino a quando non saremmo stati certi di avere TUTTO un album intero in grado di essere competitivo dal primo all’ultimo minuto. E’ stato molto bello anche il fatto di incontrarci cosi’ in un home studio, lavorando, bevendo qualche caffé ecc, e soprattutto la parte piu’ bella e’ stata quando abbiamo iniziato a lavorare tutti insieme all’album, incontrandoci con Matteo, Michele, il Tower. Sono stati momenti molto divertenti in cui ognuno ha portato qualcosa di se stesso e l’ha lasciata in questo disco che per me ha, infatti, un valore molto forte.”

COME MAI L’IDEA DI UN UNICO BRANO DIVISO IN SINGOLI “CAPITOLI”?
“Beh, questa idea e’ nata proprio durante queste “sessions” a casa di Oleg. Ovviamente, a prescindere dalla tranquillità con cui lavoravamo, eravamo coscienti del fatto che questo album sarebbe stato molto importante,quasi vitale per questo gruppo, e volevamo essere sicuri di fare il nostro massimo, in modo da non avere nessun rimpianto successivamente. Pensando alla line up di questa band, credo risulti chiaro che abbiamo tutti molta esperienza a livello discografico, e proprio da questo motivo ha cominciato ad insinuarsi nella mia mente l’idea che fare un “semplice” classico disco, fatto di 10-11 brani non avrebbe strizzato i nostri cervelli piu’ di tanto… Non so se riusciro’ mai a spiegare questo concetto,ma il fatto e’ che lavorando in questo modo e’ stata per tutti un’esperienza nuova, quasi al limite. Molti di noi avevano gia’ fatto molti dischi, ma nessuno aveva fatto una cosa simile,quindi e’ stato davvero come lavorare a qualcosa di nuovo, e la cosa ci ha stimolati molto .E’ stata una bella esperienza che ci ha insegnato anche molto a livello musicale. Visto anche il successo che ha ottenuto, stiamo valutando se ripeterla in futuro…”

PER IL NUOVO ALBUM AVETE ABBANDONATO I RODGERS STUDIOS. COME MAI QUESTA SCELTA?
“Semplicemente perchè abbiamo cambiato etichetta,ed i Rodgers erano gli studi legati alla Atrheia Records.Con questo album abbiamo deciso di cambiare praticamente tutto, quindi anche la scelta dello studio era una di queste cose. Ci siamo sempre trovati molto bene ai Rodgers, e continuo a sentirmi regolarmente con Dave, il titolare, che e’ anche un grandissimo produttore di Dance per il Giappone. Chissà, magari in futuro potremmo anche ritornarci, perchè di sicuro non ci sono state ragioni personali o musicali dietro questa scelta, ma solo artistiche.”

IL SOUND DI “STREAM OF CONSCIOUSNESS” È PIÙ HARD ROCK RISPETTO AL VOSTRO PASSATO. CONCORDI? QUANTO È STATO DETERMINANTE IL CONTRIBUTO DEI NUOVI MEMBRI NELLA STESURA DEI BRANI?
“Importantissimo, of course! Sono d’accordo con te, ed in ogni caso darei ragione a chiunque purche’ finalmente io non legga piu’ di accostamenti con gli Stratovarius come in passato Ahah! Battute a parte,credo che questo album sia in generale il nostro lavoro piu’ completo,e vedo anche dai risultati che sta ottenendo a livello di critica che e’ l’album che piu’ degli altri ci sta dando una nostra identità ben definita. I nuovi membri ovviamente sono “responsabili” di questo cambiamento, perchè ci hanno messo molto del loro, che e’ molto diverso da quello che ci hanno messo i loro predecessori,ma direi anche che un cambiamento era quello che avevamo precisamente in testa appena cominciato a lavorare a questo album. Volevamo scrollarci di dosso l’etichetta di “power band”, non perchè non ci piaccia il power, ma perchè ho sempre ritenuto che considerarci solo power fosse un po’ riduttivo per il nostro tipo di musica.”

L’ANGELO IN COPERTINA TI ASSOMIGLIA IN MANIERA IMPRESSIONANTE. POSSIAMO FORSE INTENDERE CHE I BRANI HANNO UNA SORTA DI CONNOTAZIONE AUTOBIOGRAFICA?
“Ah! Se ne stanno accorgendo tutti,mannaggia! E vabbe’ lo ammetto…sono io! Ci tengo pero’ a dire a mia discolpa che non e’ stata una cosa calcolata. Quando abbiamo realizzato le foto promozionali e quelle per il libretto infatti, avevamo scelto una location perfetta anche per realizzare la foto che poi, elaborata, avrebbe dovuto finire in copertina e che adesso appunto potete vedere. Il problema e’ nato quando il fotografo ha avuto bisogno di qualcuno che si prestasse a posare per realizzare la foto da utilizzare poi come modello per la realizzazione della cover. Sono stato fregato,perchè ovviamente mi era stato garantito che alla fine non sarei mai apparso sul lavoro finale! Invece alla fine il lavoro era venuto talmente bene che nessuno ha voluto ricambiare il tutto, rischiando di sciupare il risultato. Anche se me ne vergogno devo dire che in realtà hanno fatto una cover molto bella. Quanto alla tua domanda sulla possibile autobiografia, beh, sicuramente la storia non può esserlo interamente, ma di sicuro ho preso spunto da quelle che sono le mie sensazioni riguardo questo grande enigma che e’ il senso della vita. Con i Vision Divine ho sempre cercato di affrontare degli argomenti di questo genere, che credo siano un’altra delle caratteristiche che rendono i Vision Divine “particolari”. Ci sono anche dei riferimenti molto personali, qua e là, ma sono sempre ben amalgamati nella storia del concept, e quindi difficilmente isolabili.”

OLAF, TEMPO FA MI DICESTI CHE ERA IN CANTIERE LA COVER DI “18 AND LIFE” DEGLI SKID ROW PER IL NUOVO ALBUM. COME MAI HAI ABBANDONATO L’IDEA?
“Che memoria, complimenti! Si e’ vero, avevamo in cantiere quella cover,ma ovviamente la struttura di brano singolo che ha preso questo album non ha reso possibile l’inserimento di covers. Avevamo pensato anche a ‘The Way’ degli Stryper, ma poi non c’e’ stato modo. Guarda, prima o poi credo che realizzeremo un album con tutte le cover provate e poi scartare eheh.”

FABIO LIONE E MICHELE LUPPI SONO DUE CANTANTI MOLTO DIVERSI. MI POTRESTI FARE UNA SORTA DI “PARAGONE” FRA LORO?
“Non è semplice,e credo nemmeno molto giusto. Sono 2 cantanti molto diversi,come hai detto tu,e quindi i paragoni muoiono sul nascere. Oltretutto Michele non ha assolutamente tentato di imitare il lavoro svolto da Fabio,quindi il paragone o il confronto sono cose che almeno a me riescono veramente molto difficili.Diciamo che Fabio ha un timbro molto piu’ basso,a livello di registro,e che Michele e’ piu’ spostato in alto. Detto questo,come si può fare un confronto tra una viola e un violino ?Non sarebbe giusto per nessuno dei 2.Hanno anche un background molto diverso,il che li allontana ulteriormente. Di sicuro la cosa che li accomuna entrambi e’ il fatto di avere un timbro vocale spettacolarmente pulito, e questa, a prescindere poi dalla tecnica o dagli studi, e’ una cosa per cui devono essere entrambi grati ai loro genitori eheh…Per quanto mi riguarda posso solo essere contento di avere avuto la possibilità di lavorare con tutti e 2, e lascerei il resto alle singole scelte personali di chi ascolta,che ovviamente avrà i propri gusti.”

SO CHE AVETE GIÀ INIZIATO A SUONARE DAL VIVO. COME SONO I RESPONSI VERSO LA NUOVA LINE-UP?
“Ottimi! Non ci aspettavamo che la gente ci accogliesse cosi’ bene. In fondo siamo una band nuova per metà,e questo comporta qualche problema, da un punto di vista dell’affiatamento. Sinceramente sono rimasto stupito nel vedere che fin da subito ci troviamo molto bene assieme,e sinceramente chi ci ha visto credo abbia notato che ci divertiamo anche molto. Concerto dopo concerto siamo sempre piu’ affiatati,e adesso direi che la macchina comincia ad essere oliata a dovere. Per noi l’aspetto live era molto importante,ed e’ per questo che abbiamo deciso di uscire subito assieme alla release dell’album,perchè ci tenevamo a dimostrare che siamo una band VERA, una band che suona quello che registra e che veramente tutti i nuovi arrivati sono qui perchè se lo meritano…se passiamo dalle vostre parti veniteci a trovare ok?”

PER “STREAM OF CONSCIOUSNESS” VI SIETE ACCASATI PRESSO L’ITALIANA SCARLET. COSA VI HA FATTO PROPENDERE PER UNA LABEL ITALIANA PIUTTOSTO CHE UNA STRANIERA?
“Mmm, beh, in realtà nella tua domanda ci sta tutta la storia. Abbiamo scelto Scarlet per l’Italia perchè ritengo che ad oggi Scarlet sia la migliore etichetta metal che abbiamo in territorio nazionale. Ho sempre detto anche in passato che logicamente cerco sempre di scegliere la migliore situazione possibile per la mia band (come d’altronde credo cerchino di fare un po’ tutti), e ad oggi la Scarlet e’ stata la scelta migliore che potessimo fare, perchè lavorano molto professionalmente, perchè sono anche persone simpatiche (che non guasta mai), perchè capiscono di musica (e non e’ cosi’ automatico come si potrebbe pensare) e soprattutto perchè per farci firmare ci hanno praticamente minacciati, e questo non fa mai schifo per una band…Quanto all’etichetta straniera e’ anche vero che per l’estero abbiamo scelto Metal Blade,quindi come vedi nella tua domanda c’era gia’ tutta la risposta appunto. Il motivo di questo “split” dei Paesi e’ dovuto al fatto che purtroppo in alcuni di questi in passato abbiamo pagato molto lo scotto di essere considerati una Project band,quindi per quest’album avevamo bisogno di recuperare il terreno perduto a livello d’immagine,e la Metal Blade decisamente e’ una di quelle etichette che ti fa avere una marcia in piu’ sotto questo aspetto. Oltretutto li conosco molto bene e ho visto come hanno sempre lavorato per Labyrinth in passato e non posso che essere felice del fatto che mi abbiano voluto ancora con loro.”

IN ITALIA SI STA MUOVENDO QUALCOSA NELLA SCENA METAL SECONDO TE? IN CASO NEGATIVO DARESTI LA COLPA PIÙ ALLE BAND O ALLE LABELS/PROMOTERS?
“In Italia si sta sicuramente muovendo qualcosa a livello qualitativo,nel senso che oggi ci sono molte piu’ bands che suonano in maniera decente, e la tecnologia permette anche di far uscire molti piu’ albums con un sound migliore rispetto al passato. Detto questo credo che di positivo non ci sia praticamente altro. Se e’ vero che oggi ci sono molte piu’ bands che 5 anni fa,e’ anche vero che la qualità e’ scesa di molto da un punto di vista dell’originalità’. Non so di chi possa essere la colpa, ma forse dovremmo tutti farci un esamino di coscienza, gruppi, labels e promoters. Magari adesso leggendo queste 2 righe qualcuno verrà fuori dicendo ‘Olaf e’ uno sparamerda’, ma ragazzi, svegliamoci! Basta mettere il naso fuori per capire come stanno le cose oggi. In Italia ci sono bands che prendono MEGAVOTI perchè magari qua si vuole promuovere il metal italiano ( o magari perchè dietro c’e’ chi ti compra pagine di pubblicita’) , ma poi all’estero e’ un bagno di sangue. In Germania ormai siamo diventati la nazione tiro al bersaglio, e in fondo la colpa e’ anche nostra, che da anni non facciamo uscire altro che “NUOVI DEI DEL METALLO, NUOVE SENSAZIONI MONDIALI” salvo poi fare magre figure all’estero… Intendiamoci, io sono anche quello che pero’ ha sempre sostenuto che in realtà abbiamo delle bands in grado di aprire in 4 altre band straniere che all’estero sono troppo idolatrate, e in questo senso purtroppo abbiamo solo da imparare dai tedeschi riguardo come si promuove una band, come la si fa crescere ecc.!”

C’È QUALCHE COSA DEL TUO PASSATO MUSICALE CHE OGGI CAMBIERESTI?
“Assolutamente no! Non lo dico per ipocrisia o per faciloneria,ma sono veramente orgoglioso di tutto quello che ho fatto. Certo delle cose non sono andate a finire come avrei voluto, ma questo non è dipeso da me quindi non potrei cambiare niente nemmeno se lo volessi. Il fatto che mi sia fidato di alcune persone e che la scelta si sia rivelata poi infelice fa parte della vita e’ non e’ possibile pensare che avrei potuto fare di meglio…Forse pensando ad oggi la cosa che sicuramente avrei potuto e dovuto fare e’ troncare con quelle situazioni che mi hanno logorato per anni molto prima di quando io l’ho poi realmente fatto,ma anche questa e’ una cosa che non si puo’ dire se non con il senno di poi.”

OLAF, COME CHITARRISTA HAI PARTECIPATO A BRANI EUROBEAT (LA DANCE GIAPPONESE). CHE NE PENSI DI QUEL TIPO DI MUSICA?
“Shhhh Zitto! Vuoi che si senta qualcuno!? Scherzi a parte mi sono divertito a 1000! Per chi pensa che Eurobeat significhi solo dance da 4 soldi dico solo che ho registrato dei riffs tra i piu’ cattivi che io abbia mai fatto,e in pezzo, dopo un assolo di un minuto mi sono sentito dire: ‘E basta? Di piu’ di piu’, piu’ veloce’ . Ovviamente la base di quel genere e’ la forte melodia, ma gente come Dave Rodgers appunto, che e’ il numero 1 al mondo in questo genere, ha trovato il modo di amalgamare qualche ‘Metallarata’ con quel genere, e il risultato in Giappone e’ stato in alcuni casi eccezionale.”

SEMPRE ANNI FA ERA IN CANTIERE UN TUO PROGETTO CON DAVE LOMBARDO DEGLI SLAYER E KIKO LOURIERO DEGLI ANGRA. RIUSCIREMO MAI A POTERLO ASCOLTARE?
“Non credo proprio… Purtroppo credo sia facile immaginare che le persone che hai nominato sono musicisti molto impegnati. Mi sono divertito tantissimo con Kiko, che ho avuto modo di conoscere molto bene per una settimana e con il quale ho veramente imparato molto scrivendo una decina di idee . Mi spiace che non se ne sia fatto nulla perchè il materiale era veramente fuori di testa, un incrocio tra trash, samba e melodia il tutto mescolato a sparate di chitarra e solismi a volte forse anche un po’ al limite, ma insomma era solo un mezzo provino.Sono sicuro che il risultato finale sarebbe stato eccellente, e non ho problemi a dire che di tutti i musicisti io mi sentivo il piu’ piccolo, quasi fossi passato di li’ per caso.”

UN FAN VIENE DA TE E TI DICE:”HEY, 3 MESI FA HO SCARICATO IL TUO DISCO DA INTERNET ED È BELLISSIMO”! TU TI ARRABBI O SARESTI “FELICE”?
“Sarei ben felice di procurargli una frattura scomposta alla scapola con esposizione ossea ahah! Parlando seriamente,mi e’ appena successo durante i concerti,e in generale chi lo dice lo fa dopo aver appena acquistato il nuovo album allo stand ,e allora viene per chiederti l’autografo o semplicemente fare i complimenti.Beh in questo caso e’ ovvio che non mi incazzo, ci mancherebbe. Io non sono contrario al download come principio,anzi! Credo che con tutte le uscite necessarie internet sarebbe un grandissimo mezzo per “testare” prima un album e poter verificare di non sputtanare gli unici 15-20 euro a disposizione. Il problema sorge quando saltano fuori i soliti furbi che credono di essere degli intelligentoni, scaricando mp3 e copertine e pensando cosi’ di risparmiare qualche soldo alla faccia nostra. Beh, qualcuno spieghi a queste persone che prima di tutto stanno RUBANDO, e anche che quello che fanno danneggia tutti,anche loro stessi,perchè continuando cosi’ le cose ben presto le band minori spariranno letteralmente dalla scena e presto non avranno altro da scaricarsi se non Britney Spears o i Metallica ,ed i pochi cd ancora in vendita magari costeranno una fortuna. Questa gente non capisce che dietro ad un album e una copertina c’e’ gente come noi che ci ha speso del proprio, che ci ha messo un intero anno e che certo non guadagna quei 15 euro che puo’ costare il cd. Se chi ascolta questa musica non supporta il movimento, come potete pretendere che ci sia una crescita,anche delle bands? Se i cd non vendono piu’ non ci sono piu’ labels interessate a promuovere nuove bands o a investire sul futuro di altre. Diventa solo una gara al massacro, dove si spera di superare un tot minimo o morire…Pensateci bene perchè chi legge questo e’ proprio su internet.”

QUANTO È IMPORTANTE PER I VISION DIVINE IL RAPPORTO CON I FANS?
“Molto importante,importantissimo. In questi 2 anni di silenzio (discografico),soprattutto dopo la mia uscita dai Labyrinth, ho ricevuto tantissime mail da parte di persone che non ho mai avuto il piacere di conoscere ma che mi hanno scritto come se fossi un amico… Ho cercato di ringraziare tutti ,nel possibile, e chi non ho raggiunto spero possa leggere queste poche righe per capire quanto noi teniamo a tutti loro. Oltretutto anche sul nostro sito www.visiondivine.com siamo sempre presenti anche noi e rispondiamo di persona quando interpellati. Venite a trovarci,mi raccomando!”

OLAF, HAI “RIPRESO” I CONTATTI CON I LABYRINTH? TORNERESTI MAI INDIETRO SULLA TUA SCELTA DI ABBANDONARLI?
“No,non li ho ripresi, e a dire il vero si sono praticamente interrotti il giorno stesso in cui ho abbandonato il gruppo, non perchè abbiamo litigato, ma perchè semplicemente da allora non ho piu’ sentito nessuno, e la cosa mi dispiace molto. Non so cosa dirti del loro presente perchè non conosco il nuovo sostituto, anche se ho gia’ avuto modo di dire che sono convintissimo sia un ottimo chitarrista. Quanto alla tua ultima domanda, non tornerei mai indietro, anzi forse sarebbe piu’ corretto affermare che non tornerò mai indietro per diverse ragioni, e comunque credo che stia piu’ che bene ad entrambi cosi’…”

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