Abbiamo avuto la fortuna di incontrare David Vincent in occasione della prima e unica data su suolo italico dei suoi Vltimas, a Parma, in compagnia di Abbath, 1349 e Nuclear (se avete voglia di leggere come è andata, qui il report).
Per chi non li conoscesse (e nemmeno lo stesso David ne sarebbe stupito, come avrete modo di leggere) si tratta del progetto più recente dell’instancabile cowboy del Texas, che ha unito le proprie malefiche forze con quelle di due che proprio gli ultimi arrivati non sono, ovvero Flo Mounier dei Cryptopsy e Rune ‘Blasphemer’ Eriksen (Aura Noir ed ex Mayhem). Ne è scaturito un disco, “Something Wicked Marches In” per certi versi sorprendente (per un approfondimento trovate la relativa recensione). Vi riportiamo l’affabile chiacchierata con il cantante (ex Morbid Angel… ma c’è veramente bisogno di dirlo?) che ci è apparso disponibile e realmente motivato, ben lontano da un semplice mestierante.
Artista: Vltimas | Fotografo: Benedetta Gaiani | Data: 07 febbraio 2020 | Venue: Campus Industry Music | Città: Parma
IL BILL DI QUESTO TOUR E’ MICIDIALE. COME PROCEDE?
– Sta andando veramente bene: la reazione dei fan finora è stata grandiosa e le band si stanno trovando benissimo assieme, quindi possiamo dire che non potremmo veramente chiedere di più!
E’ PASSATO QUASI UN ANNO DALL’USCITA DI “SOMETHING WICKED MARCHES IN”. QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI CON GLI OCCHI DI OGGI? NE SIETE ANCORA SODDISFATTI?
– Oh sì, amiamo questo disco, ma abbiamo notato che non molte persone sono a conoscenza della sua esistenza… la gente si presenta ai concerti e mi dice: ‘come posso aver scoperto solo ieri che David Vincent ha una nuova band?!’. Ci vuole tempo per farsi conoscere, anche perché ormai non sono rimasti molti giornali specializzati e molte persone comunque non li leggono, limitandosi ad un’occhiata veloce alle news sui social media, perciò forse dovremmo fare un lavoro migliore in questo senso. Però quando le persone sentono il disco lo adorano, e quando vedono lo show – wow – lo amano anche di più, perciò…
SE DOVESSI SCEGLIERE SOLO DUE BRANI PER FAR CONOSCERE IL DISCO, QUALI SAREBBERO?
– Oh dio, questa è davvero una domanda difficile… beh, c’è molta diversità all’interno del disco e le mie emozioni in merito cambiano praticamente ogni giorno, però probabilmente direi “Praevalidus” e “Last Ones Alive Win Nothing”.
MOLTI GIUDICANO LE COSIDDETTE ‘ALL STAR BAND’ COME SEMPLICI OPERAZIONI DI MARKETING. QUAL E’ LA TUA OPINIONE IN MERITO? HAI PERCEPITO DEI PREGIUDIZI DA PARTE DELLA CRITICA O DEL PUBBLICO?
– No! Voglio dire, so che ci sono altri gruppi che si costituiscono con questa formula, diciamo, e alcune volte le cose non funzionano molto bene, ma in questo caso è diverso: gli Vltimas sono una vera band e una priorità per ciascuno di noi. Amiamo questo progetto e mettiamo tutto il tempo e l’energia che abbiamo in esso, e ciò sarà evidente quando ascolterete il nuovo disco (in realtà ne abbiamo in serbo più d’uno!).
TUTTI E TRE AVETE DELLE PERSONALITÀ MOLTO FORTI, COME RIUSCITE A NON SCONTRARVI?
– Con l’esperienza impari a rispettare il contributo di tutti, perciò si suggeriscono alcune idee, le si discute, ma sempre in un clima positivo, dato che il sentimento è reciproco e tutti noi sappiamo cosa stiamo facendo. Naturalmente abbiamo modi di intendere le cose differenti a volte, ma andiamo anche molto d’accordo, infatti ogni tanto usciamo anche solo per fare quattro chiacchiere, al di là del discorso musicale, il che è un’ottima cosa.
SE ESCLUDIAMO “ILLUD DIVINUM INSANUM” NON CANTI SU UN ‘AUTENTICO’ ALBUM DEATH METAL DAL 1995. QUAL E’ STATO IL TUO APPROCCIO IN STUDIO? IN CHE MODO TI PRENDI CURA DELLA VOCE OGGIGIORNO?
– Devo dire che credo di essere fortunato, infatti la mia voce è potente. Naturalmente cerco sempre di bere molta acqua e dormire parecchio, che è davvero importante perché quando devi esibirti ogni giorno è tosta e devi assicurarti che i fan abbiano sempre la performance migliore possibile. E’ una cosa che devo loro perché le persone devono fare una scelta: stare a casa e giocare ai videogiochi o venire a vedere un nostro show, perciò quando scelgono di presenziare ad un concerto degli Vltimas voglio essere certo che assisteranno alla miglior esibizione possibile, e questo vale anche per Flo e Rune.
PERCHE’ NON TI SEI OCCUPATO DELLE PARTI DI BASSO IN STUDIO?
– Avrei dovuto essere io a suonarlo in effetti ma ho avuto una bruttissima ferita provocata dal morso di un serpente e i medici hanno addirittura pensato che avrei potuto perdere la mano (la destra, ndr). Perciò sono andato in studio con una bendatura gigante e mi sarebbe stato impossibile suonare, non riuscivo nemmeno a scrivere al computer, è stato davvero brutto.
VA MEGLIO ADESSO?
– Sì, sta migliorando, ma come puoi vedere anche tu la mano è ancora gonfia e la percepisco anche in maniera differente a livello di sensibilità.
IL DISCO CONTIENE DUE TIPI DI CANZONI: DA UNA PARTE ABBIAMO EPISODI VELOCI E AGGRESSIVI QUALI “PRAEVALIDUS” E “TOTAL DESTROY!”, DALL’ALTRA BRANI PIU’ LUNGHI E COMPLESSI COME “MONOLITH” E “LAST ONES ALIVE WIN NOTHING”; SI TRATTI DI UNA SUDDIVISIONE STUDIATA O LA TRACKLIST HA PRESO FORMA IN MANIERA SPONTANEA?
– E’ stato tutto molto naturale ed organico. Ciascuno di noi nel corso degli anni ha registrato un sacco di dischi perciò non siamo certo dei novellini in termini di songwriting e penso che sia possibile percepire le personalità di ciascuno nelle composizioni, dato che ognuno ha il proprio marchio di fabbrica e sono soddisfatto perché penso che siamo davvero riusciti a catturare tutto questo.
L’ARTWORK È PIENO DI RIFERIMENTI MITOLOGICI E STORICI; QUALE SIGNIFICATO CELA E COM’È COLLEGATO AI TESTI?
– Beh noi guardiamo alla Storia per avere risposte in merito al futuro, anche perché la forza viene dalla conoscenza, perciò tutti i riferimenti che abbiamo usato sono lontani dalla contemporaneità in quanto ora come ora tutto quanto è errore. Non esistono situazioni attuali che non siano già accadute in passato, se escludi ciò che è strettamente legato al progresso scientifico, quindi in linea di massima sappiamo che se fai ‘A’ otterrai ‘B’ e questo è il dato fondamentale che sta dietro la ‘filosofia’ degli Vltimas; si tratta di nutrirsi dal cosiddetto ‘albero della Conoscenza’. Coloro che negano il potere e la saggezza che derivano dalla storia sono condannati a continuare a fare errori e fallire, ma non noi.
PERCIÒ IL ‘QUALCOSA DI MALVAGIO’ CUI ALLUDETE NEL TITOLO POTREBBE ESSERE, DICIAMO, QUESTO GENERE DI ATTITUDINE CIECA E SORDA VERSO GLI INSEGNAMENTI CHE CI DERIVANO DAL PASSATO?
– (Ci pensa, ndR) Si potrebbe vederla anche così, sì, anche se penso più che altro alla nascita del gruppo, siamo noi l’essere malvagio che fa il suo ingresso nel mondo. Può essere entrambe le cose, anche perché non si tratta mai di una sola cosa con me, qualsiasi cosa scrivo può avere mille significati e non mi piace spiegare troppo perché voglio che le persone leggano e si appassionino, decidendo cosa significhino le mie parole per loro.
IL DISCO HA UN EVIDENTE TOCCO ‘TRADIZIONALE’, CHE CHIARAMENTE DERIVA DAI RISPETTIVI BACKGROUND. HAI VISSUTO GLI ANNI ‘80 E ‘90 DA PROTAGONISTA: COME MAI SECONDO TE CONTINUANO AD ESSERE COSÌ FONDAMENTALI ANCORA OGGI?
– Beh, si tratta del periodo storico nel quale il metal estremo è stato creato e definito e quando le persone sono in deficit di nuove idee sono solite copiare ciò che è stato grande, o almeno così penso. Non è così per me, qualsiasi cosa faccio è nuova, cerco sempre di scrivere qualcosa di fresco, che mi rappresenti e a mio avviso è il motivo per il quale non suoniamo come nessun altro gruppo, o almeno, a me sembra che sia così. Mi sapresti dire il nome di una band che suona come noi?
NON SAPREI FARTELO, INFATTI NONOSTANTE VOI TUTTI PROVENIATE DA BAND DI SUCCESSO, QUESTO NUOVO PROGETTO È STORIA A SÈ E NON LA SEMPLICE SOMMA DELLE VOSTRE ESPERIENZE PASSATE.
– No, esatto. Naturalmente io suono… come me! Blasphemer lo stesso, e anche Flo, ma nessuno di noi cerca di copiare ciò che ha fatto in passato. Siamo tre personalità forti che si sono unite per creare un sound nuovo con il portato di esperienze passate che abbiamo alle spalle.
COSA PENSI DELLA SCENA METAL ESTREMA CONTEMPORANEA?
– Senti, mi piace la buona musica, al di là dei generi e non so più esattamente cosa significhi la parola ‘scena’, sicuramente non è più ciò che era. Non implica più scambiarsi le cassette e le fanzine, e ci sono talmente tanti gruppi che è impossibile prestare attenzione a tutti quanti. Quando ascolto la musica lo faccio dalla mia playlist, ma non sento mai cose simili a quelle che faccio. Preferisco musica diversa dal genere che suono perché non voglio esserne influenzato, nemmeno a livello inconscio. Guardiamo dentro a noi stessi per cercare l’ispirazione, non guardiamo ciò che fanno gli altri. Auguro alle altre band di fare bene, ma onestamente non mi interessa più di tanto, sono focalizzato su quello che scrivo io.
COSA C’È ATTUALMENTE SULLA TUA PLAYLIST QUINDI?
– Beh, diamo un’occhiata (cerca nel cellulare, ndr): le ultime cose che ho ascoltato sono Motorhead, Rebel Meets Rebel, un po’ di country, Joe Bonamassa… lo adoro! Poi, vediamo: Waylon Jennings, David Allan Coe, cose molto diverse.
PARLACI DEL TUO PROGETTO COUNTRY, COME VANNO LE COSE?
– Si tratta di qualcosa che volevo fare, e che è importante per me ma non è il mio main focus… voglio dire, I’m a metal guy e lo sarò sempre ma si tratta di qualcosa che mi diverte davvero. Magari faccio solo un paio di date all’anno, occasioni speciali, nella zona di Austin – non ho mai fatto un vero tour – ma ti dico che ci sarà presto un nuovo disco, spero già quest’anno, sempre se ne avrò il tempo perché non è semplice scrivere ed essere sempre in tour. A volte è anche importante poter andare a casa e rilassarsi semplicemente per ricaricare le batterie. Ma abbiamo iniziato a scrivere il secondo album, anche se non c’è ancora niente di registrato. Di solito ci incontriamo quattro o cinque volte, non ci scambiamo mai file, ci piace sederci e discutere le cose assieme perché il feeling è completamente diverso e ne vale la pena nonostante sia un bel casino dato che viviamo tutti in stati diversi. E’ costoso, perciò gli altri di solito si trasferiscono da me per un paio di settimane ogni volta e lavoriamo tutto il giorno. Abbiamo circa quattordici o quindici canzoni, non ancora complete.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI CHE SIGNIFICATO HA SUONARE DEATH METAL PER TE?
– Ma è death metal questo?
IO DIREI DI SÌ, MA NON MI SEMBRI DELLA STESSA IDEA…
– Non saprei se definire gli Vltimas death metal. Non saprei davvero, voglio dire… quando penso al death metal, se devo dirti una band che definisce questo genere, o per lo meno il death americano, dico Cannibal Corpse, è in assoluto la prima band che mi viene in mente. In termini di genere: Cannibal Corpse = death metal.
BEH, NON TE LO DICO PERCHE’ MI TROVO QUA ORA, MA PERCHÈ È UN’ASSOCIAZIONE MENTALE AUTOMATICA, IO DIREI MORBID ANGEL.
– Ok, sì, capisco. Sì, nei Morbid Angel c’era sicuramente una grossa dose di death metal bello schietto, ma c’era anche molto altro. Però se mi chiedi come mi sento nel suonare musica, beh, adoro farlo, è la mia vita. Amo scrivere canzoni, suonare e salire sul palco; non mi piace prendere l’aereo ma si tratta dell’unico aspetto negativo, perciò tutto sommato è un buon affare.
A QUALE DISCO , TRA QUELLI CHE HAI SCRITTO, SEI PIÙ ATTACCATO E PERCHÈ?
– Attualmente è questo. Certo, ogni giorno il mio umore e le mie sensazioni cambiano e poi è come dover scegliere tra il vino bianco e quello rosso!
ULTIMA DOMANDA: QUALI SONO I VOSTRI PIANI FUTURI?
– Continuare a produrre. A breve saremo in Russia per circa una settimana, poi torneremo a casa, dopodichè ho un giorno libero e poi cominciano le prove per i festival in programma con gli I Am Morbid, e poi ancora ci rimetteremo immediatamente a scrivere. In pratica sono sempre di corsa!