VOID OF SLEEP – Nuovo ordine mondiale

Pubblicato il 02/01/2016 da

“New World Order”, secondo album dei Void Of Sleep, conferma la bravura della band e la bontà della proposta che con originalità si spinge oltre i confini dello stoner rock. Un’ opera che abbraccia vari stili musicali senza snaturare l’ identità della band. Un compendio di colori cupi e psichedelici che toccano vette qualitative elevate e che musicano un concept lirico maturo, profondo e che pone interrogattivi sulla condizione dell’umanità sempre più schiava di un nuovo ordine mondiale. Abbiamo parlato con Burdo e Gale, chitarristi della band, del nuovo album e di altre cose successe alla formazione negli ultimi tempi.

Void Of Sleep - band - 2013

DA ‘TALES BETWEEN REALITY AND MADNESS” SONO PASSATI SOLO TRE ANNI, UN SETTE POLLICI E TANTI CONCERTI. COME RIUSCITE A MANTENERE IL LIVELLO QUALITATIVO COSI’ ALTO?
Burdo
: “Bè, intanto grazie, è molto lusinghiero sentire un addetto ai lavori pensarla così, credo che il trucco siano 3 cose, divertimento, ispirazione e tanto impegno. Siamo una band underground e suoniamo principalmente perchè è la cosa che ci piace più fare, per cui se trovi una buona ispirazione per comporre musica nuova il gioco è fatto, quando viene a mancare una di queste 3 cose a parer mio si finisce di essere interessanti”.

IN “NEW WORLD ORDER” HO PERCEPITO UN’EVOLUZIONE COMPOSITIVA PIU’ ARIOSA E MENO CUPA RISPETTO AL DEBUTTO ED ALLO STESSO TEMPO CON RITMICHE PIU’ ARTICOLATE CON DERIVE MARCATAMENTE PROG. E’ UN MIO ABBAGLIO?
Burdo
: “Senza dubbio c’è una evoluzione compositiva in ‘New World Order’, abbiamo voluto dare molta importanza agli arrangiamenti e al mood del disco oltre che , come al solito, ai semplici riff; questo ha sicuramente spostato il tiro su lidi più progressivi rispetto a ‘Tales’, non sono d’accordo invece sul fatto del ‘meno cupo’…credo che NWO abbia un’atmosfera ben più cupa e diabolica rispetto allo scorso lavoro”.
Gale: “Sono d’accordo con Burdo, anche secondo me nonostante l’ abbondanza di melodie e come dici tu l’ ariosità di certi momenti all’ interno dell’ album, il mood rimane comunque cupo e probabilmente ci sono parti più pesanti rispetto a ‘TBRAM'”.

LA PRODUZIONE EVIDENZIA IN MODO QUASI PERFETTO IL GROOVE DEI RIFF DI CHITARRA, CHE HANNO UNA PESANTEZZA E ROTONDITA’ CHE PRIMA NON POSSEDEVANO. UN’EVOLUZIONE ANCHE IN QUESTO SENSO…
Burdo:
“La produzione dei suoni è stata un gran lavoro del nostro bassista e produttore Paso, detto questo credo che l’evoluzione sia più in come abbiamo arrangiato e prodotto i pezzi, siamo stati molto più meticolosi e abbiamo fatto diverse pre-produzioni per arrivare a questo e credo che i riff di chitarra risaltino di più grazie a questo”.

PERCHE’ DOVREMMO PREPARARCI AD UN NUOVO ORDINE MONDIALE ORGANIZZATO DALLA MASSONERIA MONDIALE?
Burdo:
“Bè, che dovremmo prepararci a questo non lo dico io… sono parecchi anni che vari leader mondiali ce lo dicono in maniera più o meno criptata, o come dico io occulta. Tutto il concept dell’album può essere interpretabile come meglio credete, però se ti guardi attorno e vedi come girano le cose credo che non sia difficile accorgersi che il male e la sofferenza di molti sono il bene di pochi eletti, oggi contano solo il potere e i soldi, a discapito delle masse povere e ignoranti che vengono messe le une contro le altre e lasciate senza conoscere la verità, questo è quello che abbiamo voluto dire, spesso usando magari delle metafore più epiche, con questo disco”.

VORRESTE DESCRIVERE LA GENESI DI “NEW WORLD ORDER”? IN QUANTO TEMPO E’ STATO COMPOSTO?
Burdo:
“Il disco è stato scritto e composto in 2 anni, con una battuta d’arresto per via di un furto che ci ha fatto ritardare un po sulla tabella di marcia. Non c’è stato un vero e proprio modus operandi per questo disco, abbiamo iniziato a jammare insieme in sala prove, abbiamo attraversato anche periodi abbastanza sterili i primi tempi, poi fortunatamente è venuta fuori l’idea del concept, ognuno di noi ha trovato le proprie ispirazioni e dopo aver trovato il modo più adatto di lavorare sui pezzi direi che nell’ultimo anno abbiamo composto il 70% del disco”.
Gale: “In effetti i lavori sono cominciati circa due anni fa, dopo l’ uscita di ‘Tales…’ ed all’ inizio non eravamo soddisfatti di come stavamo lavorando. Io sono convinto che inconsciamente avevamo una sorta di ansia da prestazione, il doversi confrontare con un debutto così riuscito ti porta a ad essere molto critico con te stesso ed anche a ‘temere’ il giudizio esterno, non che sia una cosa fondamentale ma è innegabile che ogni musicista che scrive musica vuole che le sue composizioni piacciano al pubblico, anche se di nicchia. Tutto questo per dire che abbiamo avuto un periodo poco prolifico però negli ultimi mesi ci siamo messi sotto ed abbiamo lavorato alla grande ed ora siamo estremamente soddisfatti di come l’ album sia venuto”.

QUALCHE ANNO FA SIETE STATI OGGETTO DI UN FURTO DELLA VOSTRA STRUMENTAZIONE DOPO UN CONCERTO. QUANTO E’ STATO DIFFICILE RIPRENDERE SENZA AVERE PIU’ NULLA?
Burdo:
“Bè, è stato parecchio frustrante all’inizio; anche perchè dovemmo interrompere le sessions di composizione del disco per occuparci del crowdfunding e trovare il modo di sistemare la situazione. Incredibilmente però dopo questo ritardo siamo riusciti, dopo esserci ricomprati o fatti prestare parte della strumentazione, a ritrovare subito nuova linfa e ispirazione”.

CHE RAPPORTI AVETE CON IL ROCK AMERICANO DEGLI ANNI SETTANTA? HO SENTITO QUALCHE INFLUENZA DI GRAND FUNK RAILROAD. E CON LA PSICHEDELIA INGLESE DI FINE ANNI SESSANTA? E CON IL PROG DEGLI ANNI SETTANTA?
Gale:
“Qualche disco dai Grand Funk lo aveva mio babbo, ma io non li ho mai ascoltati, ad essere sincero, quindi non credo che abbiano influenzato il mio sound. Ho sempre preferito le band inglesi. Parlando di psichedelia, sicuramente Pink Floyd. Il prog settantiano invece lo amo, King Crimson e Jethro Tull sono tra le mie band preferite di sempre, e sempre grazie ai vinili di mio babbo. Poi non posso non citare i Black Sabbath, che sono la più grande fonte d’ ispirazione per me”.
Burdo: “Personalmente sono un grande fan del Prog Rock dei 70’s; ho un fratello maggiore che faceva girare vinili di Genesis, King Crimson, Pink Floyd e Jethro Tull (per citarne qualcuno) fin da quando ero piccolo, diciamo che ce l’ho sempre avuto in testa, la psychedelica la conosco sempre grazie ai primi Pink Floyd ma anche agli Hawkwind…sono più carente sul classic rock americano stile G.F.R.”.

COME CI SI SENTE AD AVERE UN PRODUTTORE NELLA BAND?
Burdo:
“Bè… indubbiamente bene! Ovviamente è un grosso vantaggio, non hai bisogno di spiegare quello che vorresti ad uno sconosciuto, Paso è il nostro bassista e compone ed assiste alla nascita di tutto assieme a noi, e tra l’altro, non diteglielo che poi si esalta, ma è molto bravo”.

NON PENSATE CHE QUESTO PROLIFERARE DI BAND CHE SI CIMENTANO CON SONORITA’ SIMILI ALLA VOSTRA STIA DIVENTANDO UNA MODA? CI SONO TANTISSIMI GRUPPI CHE INFICIANO LA QUALITA’ DI UN MOVIMENTO CHE E’ NATO PER SPONTANEA E SINCERA PASSIONE ED ORA STA DIVENTANDO UN TREND…
Burdo:
“Noi onestamente non ci curiamo molto delle mode: a volte le mode possono aiutare un movimento a farsi conoscere dalle masse, ovviamente questo avviene quando sotto c’è anche molta sostanza. Noi non ci sentiamo di appartenere ad un genere ben preciso, cerchiamo di comporre un disco alla volta e di farci guidare da ciò che ci ispira… se ci pensi non abbiamo mai fatto un dico prettamente stoner, doom o sludge. Siamo dei bastardi, nel senso vero del termine, cioè contaminati da tutti questi generi ma anche da altri, in oltre siamo troppo vecchi per seguire delle mode”.
Gale: “Sì, è vero, c’è un trend di band stoner, sludge e doom, e purtroppo la maggior parte sono band che hanno poco da dire. Ad esempio nello stoner ci sono centinaia di cloni dei Kyuss. Ok, tutti amiamo i Kyuss e tu li puoi riproporre anche in modo figo, fatto bene, ma rimani sempre un clone dei Kyuss. A noi non interessa essere un clone, a noi interessa fare la musica che ci piace e cercare di farla a nel modo più ‘personale’ possibile, e questo non significa andare a ricercare per forza una originalità, imporsi fare questo o quello; noi scriviamo musica mescolando le nostre influenze personali e fortunatamente quello che viene fuori è un sound ibrido che però è molto personale”.

LA COPERTINA COSA RAPPRESENTA?
Burdo:
“La copertina è stata partorita dal nostro amico grafico e musicista Simone Bertozzi; dopo avergli spiegato il concept dell’album questo è stato il risultato. E’ una grafica riassuntiva di ciò che c’è nel disco, carica di simboli e messaggi nascosti. L’effige principale e centrale raffigura un Massone di alto grado che domina sulle folle oppresse ispirato dal Demonio in persona”.

ESSERE UNA BAND ITALIANA IN ITALIA ED ESSERLO ALL’ESTERO? DIFFERENZE…
Burdo:
“Essere una band al giorno d’oggi è difficile un po’ ovunque. Suonano tutti ed è difficile emergere dalla media. Forse in Italia è ancora più difficile perchè nessuno investe sull’underground, nonostante ci siano diverse band di qualità che meriterebbero”.

COME VI STATE MUOVENDO A LIVELLO PROMOZIONALE? SIETE SODDISFATTI DEL LAVORO SVOLTO DALL’ AURAL MUSIC?
Burdo:
“Aural Music ha fatto un ottimo lavoro con ‘Tales’ e sta facendo parecchio anche per ‘NWO’; la parte più difficile è procurarsi date significative ed importanti: al nostro livello sarebbe importante per poter fare il cosiddetto salto di qualità riuscire a fare un discreto tour promozionale, ma dall’italia tutto ciò e faticoso da organizzare senza rischiare di pagare debiti per parecchi anni. Ci stiamo lavorando e un po’ di show stanno uscendo fuori in Italia; poi in Europa probabilmente la prossima primavera”.

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