Un successo discografico dopo l’altro, sembra che i Volbeat non conoscano battute di arresto, impegnati anche in questa calda estate in una serie di date in festival e non dal ritmo semplicemente indiavolato. Il passaggio in Italia in occasione del Firenze Rocks nel mese di giugno è stata l’occasione ideale per fare quattro chiacchiere faccia a faccia con Jon Larsen, riservato batterista della band danese che non si è sottratto alle nostre domande in merito al passato, al presente e all’imminente futuro (in studio) della sua band, dispensando qualche piccola anticipazione e divertenti retroscena legati alla fama sempre crescente della loro carriera. Poco tempo per troppe domande, vi lasciamo a quanto raccontato per Metalitalia.com dal batterista dei Volbeat..
Artista: Volbeat | Fotografo: Enrico Dal Boni | Data: 15 giugno 2018 | Evento: Firenze Rocks | Venue: Visarno Arena | Città: Firenze
INIZIAMO DA QUESTA SERATA DA OPENER PER GUNS N ROSES: È LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE? COSA PROVATE?
– Si, quella di stasera è la prima data in cui suoneremo sullo stesso palco dei Guns’N’Roses. Durante l’estate avremmo modo di condividere ancora il palco con loro in altre quattro date, alcune in situazioni diverse dai festival in veste di veri e propri co-headliner, ma è comunque incredibile celebrare il momento per la prima volta in assoluto. Stiamo parlando di leggende, è normale provare grandi emozioni prima dell’evento.
COME STA PROCEDENDO IL RESTO DEL TOUR IN EUROPA? CHE DATE FARETE ANCORA?
– Siamo partiti dal Regno Unito, passando per Irlanda ed Inghilterra fino ad arrivare diretti all’Europa continentale in Austria, Svizzera ed Italia, e continueremo a girare un bel po’ fino alla fine di Luglio. Come detto, alterneremo alcune date in grandi festival estivi con altre più mirate ed intime, una formula che apprezziamo molto quando abbiamo molte date in programma.
COSA PUOI DIRCI DELL’ULTIMO TOUR CHE AVETE AFFRONTATO INSIEME AI METALLICA?
– Beh, è stata un’esperienza fantastica, come sempre quando abbiamo avuto a che fare con i ragazzi dei Metallica, e particolarmente interessante, visto che è stato un tour ambientato quasi esclusivamente negli stadi, situazione che i Volbeat conoscono ma non in maniera magistrale come i Metallica. Le nostre strade si sono incrociate ai tempi del tour promozionale di “Death Magnetic”, quando James (Hetfield) ci ha cercato direttamente per chiederci di aprire per loro, e possiamo dire di aver mantenuto con loro una grande intesa nel tempo. L’ultimo tour con loro si è rivelato una bella sfida per noi, per il discorso degli stadi e di tutta la folla presente ad ogni singola serata, ma siamo usciti da questa esperienza più forti che mai, pronti a ripetere questa esperienza in qualsiasi momento.
IL VOSTRO ULTIMO ALBUM PRESENTA QUALCHE CANZONE PIÙ COMPLESSA: COM’È STATO RECEPITO “SEAL THE DEAL” DAI VOSTRI FAN DURANTE I CONCERTI?
– Faccio parte della band, e potrei non essere la persona più obiettiva nel rispondere a questa domanda, ma li abbiamo sperimentati ormai da diverso tempo e devo ammettere onestamente che i nuovi brani sono stati recepiti davvero alla grande dal pubblico, al di là delle varie situazioni e contesti. Sul palco, ci siamo resi conto che molti di loro funzionano forse anche meglio rispetto alle versioni in studio, e sono andati ad unirsi secondo noi in maniera molto organica rispetto al resto della scaletta che proponiamo. Non ci sediamo a tavolino e componiamo musica al solo fine di coinvolgere le persone dal vivo, ma fa comunque molto piacere ricevere il loro entusiasmo quando suoni il tuo materiale per loro, anche di fronte alle canzoni più complesse o meno lineari.
ROB CAGGIANO È ORMAI MEMBRO STABILE DEI VOLBEAT DA ANNI, COME GESTITE LA DISTANZA TRA DI VOI PER I LIVE E PER LA SCRITTURA DELLE CANZONI?
– Di solito ci troviamo con Michael per dare forma a più materiale possibile, di modo da avere qualcosa di almeno abbozzato per una buona parte del songwriting. Lavoriamo alle ultime idee che assimiliamo, dopodichè chiamiamo Rob, che ci raggiunge con un volo ed apporta la sua preziosa esperienza nella rifinitura più precisa delle nuove canzoni. A volte l’input iniziale viene da Michael, a volte e Rob stesso a portare nuove strutture su cui lavorare, è un processo che funziona naturale per noi ed è l’approccio che abbiamo sempre mantenuto da quando Rob è entrato a far parte dei Volbeat. Quel ragazzo è un vero professionista, semplicemente passa da una parte all’altra del pianeta ogniqualvolta la band lo richieda, mostrando una determinazione che ci sprona ogni volta a dare il nostro meglio.
CI SONO VOCI CIRCA UN NUOVO ALBUM GIÀ NEL 2019. CONFERMI? AVETE GIÀ DEL MATERIALE PRONTO?
– Sicuramente di qui alla fine dell’anno avremo il tempo per cominciare a pensare al nuovo album ed è quindi verosimile pensare ad una sua ipotetica uscita nel 2019, ma sono onesto nell’ammettere che non abbiamo alcuna fretta nel mettere in piedi un nuovo lavoro solo perché siamo costretti a farlo: le agenzie promozionali, l’etichetta e tutto lo staff non hanno messo nessuna pressione a riguardo, ed intendiamo sfruttare la situazione a nostro vantaggio includendo solamente quel materiale che consideriamo davvero eccitante e meritevole nel nuovo disco. Finite le date estive, avremo qualche mese per metterci in sesto, considerando gli ultimi mesi dell’anno come i migliori per entrare in studio. In genere, cerchiamo di arrivare alla registrazione più preparati che possiamo, ma conosciamo ormai bene i mille intoppi e le mille sfide che l’esperienza in studio rivela ogni volta, con nuovi arrangiamenti, migliorie dell’ultimo momento e cose così. Siamo molto scrupolosi a riguardo, e non ci mancherà il tempo per curare ogni dettaglio.
NEGLI ANNI AVETE PRESENTATO MOLTE COVER RIVISITATE NEL VOSTRO STILE, COME SCEGLIETE I BRANI DA COVERIZZARE DI VOLTA IN VOLTA?
-Il più delle volte, abbiamo iniziato a suonare alcune cover per puro caso, semplicemente cazzeggiando tra amici durante le prove o in qualche soundcheck, finendo per registrare in studio la nostra versione. “I Only Wanna Be With You” è venuta fuori così e si è rivelata fonte di grande successo per il nostro nome, praticamente a caso! Al di là di questo, non ci piace avere addosso l’etichetta di cover band, non ci siamo formati suonando dieci cover e due pezzi originali: abbiamo sempre avuto la nostra identità come Volbeat, e l’incognita cover può essere presente come no. Generalmente, partendo dalla linea vocale, è Michael che propone quale canzone reinterpretare secondo il nostro stile ma considerandolo pur sempre come uno svago divertente nella nostra discografia.
AVETE UN BACKGROUND ESTREMO COME MUSICISTI, TU PER IL TUO PASSATO NEI MORATORIUM E MICHAEL PER QUELLO NEI DOMINUS: ASCOLTATE ANCORA METAL ESTREMO? COSA TI PIACE?
– Wow, qua facciamo un bel salto indietro nel tempo! Stiamo parlando di diversi anni fa, quando la mia collezione di vinili era piena di death metal old-school, adoravo quella roba e con i Moratorium cercavamo di essere più oscuri e brutali possibili. Col tempo ho seguito altre strade, ma i capisaldi del metal estremo rimangono ancora un culto per me: dai Darkthrone ai Napalm Death, l’ABC della musica underground scorre ancora nel mio sangue. Recentemente, abbiamo ascoltato molto le brasiliane Nervosa, Michael va pazzo per il loro thrash, mentre io apprezzo molto i Jungle Rot, altra band molto interessante da tenere d’occhio.
TU E MICHAEL SIETE I SOLI MEMBRI STORICI DAL 2001: QUALE È IL SEGRETO DI QUESTA UNIONE COSÌ STABILE NEL TEMPO?
-Se dovessi riassumere tutti questi anni insieme a Michael utilizzerei una sola parola: rispetto. Rispetto reciproco, rispetto ognuno per le proprie parti e per il ruolo dell’altro, una fondamentale regola non scritta che ci ha sempre permesso di procedere a testa alta verso il prossimo ambizioso obbiettivo o incontro ad una nuova temibile sfida. Fu Michael a propormi di iniziare insieme a lui il progetto dei Volbeat, proprio dalle ceneri dei Dominus, ed io accettai entusiasta, anche perché all’epoca non avevo altre band in cui suonare! I nostri intenti sono stati da subito coesi, così come le nostre posizioni: lui è il capitano di questa nave, il frontman sul palco là davanti, e l’anima creativa della band dietro le quinte e cercare di cambiare questo sarebbe stato da subito insensato a mio parere. Quando crei un’idea, un obiettivo comune insieme ad un’altra persona, non servono grandi parole per decidere il da farsi, e questa pragmatica e rispettosa filosofia ci ha permesso di raccogliere grandi soddisfazioni insieme.
CI SONO DEI MOMENTI CHE CONSIDERI ‘STORICI’, PARTICOLARMENTE IMPORTANTI PER LA BAND ED IL SUO SUCCESSO?
-Se dovessi pensarci adesso, ci sarebbero decine di momenti che considero fondamentali per i Volbeat, ma sicuramente la prima data completamente sold out, ai tempi delle nostre prime demo, fu una reazione, un interesse verso di noi che mi ha davvero sbalordito. Ci saranno state circa duecento persone, ma per noi era come se fossero duemila, tutte venute per noi. Anche siglare un contratto con Mascot Records è stato un momento decisivo, dopo aver inviato decine di demo a tutte le etichette per sentirsi dire: “Grande materiale, ma non sappiamo cosa fare di questo genere indefinito”! i ragazzi della Mascot invece hanno creduto nella nostra proposta, permettendoci finalmente di partire con la nostra carriera. Infine, vincere il primo disco d’oro rappresenta una delle soddisfazioni più grandi per me, sia come uomo che come musicista: una ricompensa favolosa per tutto il percorso che abbiamo affrontato, per tutti gli sforzi e gli insuccessi, per ogni singolo concerto, prova o registrazione che i Volbeat hanno realizzato fino a lì.
DA BATTERISTA, QUALI CONSIDERI LE CANZONI Più RAPPRESENTATIVE DEL TUO STILE NELLA DISCOGRAFIA DEI VOLBEAT?
-Ho sempre indicato come “Pool Of Booze, Booze, Booza” la nostra impronta digitale, la canzone che meglio di tutte definisce lo spirito che ha dato vita a questa band, sia musicalmente che a livello di testi! Anche “I Only Wanna Be With You” è stata una bella sfida, un modo un po’ differente per me di suonare lo strumento, e poi infine ti cito “Seal The Deal”, perché è quella che meglio di tutte indica cosa siano in grado di fare oggi i Volbeat quando fanno sul serio!