Piccoli estremisti sonori crescono. I War From A Harlot’s Mouth sono una delle realtà più interessanti uscita dalla scena estrema negli ultimi tempi. I nostri sono tutti piuttosto giovani ma già possiedono una capacità tecnica davvero invidiabile ed il loro “Transmetropolitan” è li a dimostrarlo. Provenienti da Berlino, la band rivendica le proprie radici hardcore ed elogia apertamente la propria libertà artistica che gli permette di suonare quello che più aggrada loro. L’album, pur non essendo esente da pecche, ha evidenziato delle potenzialità impressionanti, unite ad uno sforzo lirico decisamente particolare ed accattivante. Ora vedremo se i ragazzi riusciranno a farsi largo tra le miriadi di giovani band dedite al culto dei Dillinger Escape Plan. Nel frattempo lasciamo loro la parola.
VUOI INIZIARE RACCONTANDOCI QUALCOSA DELLE VOSTRE PRECEDENTI ESPERIENZE E DELLA NASCITA DELLA BAND?
Simon: “Tutti noi suonavamo in band hardcore e metal prima di fondare I WFAHM. Abbiamo iniziato questo progetto con due finalità: la prima è divertirci, la seconda è di suonare finalmente della musica più vicina alle nostre influenze. Questo non ci era davvero possibile con I nostri precedenti gruppi. Quindi Steffen, io ed un altro amico abbiamo dato vita ai WFAHM. Filip e Daniel si sono uniti a noi successivamente in qualità di bassista e secondo chitarrista”.
QUAL’È IL SIGNIFICATO DEL VOSTRO NOME?
Simon: “E’ una cosa piuttosto semplice per essere onesti (ride ndR). Ha a che fare con una persona falsa, ecco tutto (ride ndR)”.
COSA SI CELA DIETRO IL TITOLO DELL’ALBUM E L’ARTWORK?
Filip: “L’artwork è stato curato da un ragazzo chiamato BastiBasti ed è strettamente correlato con il titolo e il contenuto lirico dell’album. Nelle tracce parliamo di vita sociale nelle grandi città e delle nostre differenti visioni di tutto ciò. Il titolo è ispirato ad un fumetto con lo stesso nome”.
HAI ACCENNATO AI TESTI: PUOI APPROFONDIRE IL DISCORSO?
Simon: “Come detto poc’anzi, i testi descrivono la nostra visione della vita cittadina. Poche tracce hanno un diverso contenuto: ‘Fighting Wars With Keyboards’ parla di coloro che sentenziano anonimamente e combattono battaglie virtuali sulle varie message boards. E’ sempre facile nascondersi dietro una maschera virtuale ed insultare altre persone che la pensano diversamente piuttosto che affrontarle faccia a faccia”.
L’ALBUM HA UN OTTIMO SUONO: COME È ANDATO IL LAVORO IN FASE DI PRODUZIONE?
Filip: “Abbiamo registrato l’album nello stesso studio dove avevamo inciso il primo demo: si chiama ‘Daily Hero Recordings’ e si trova a Berlino. Lo abbiamo scelto perchè sapevamo che li avremmo potuto ottenere esattamente ciò che volevamo. Ed infatti così è stato, infatti siamo molto soddisfatti del risultato finale. Avevamo già pronte tutte le tracce, quindi siamo stati in grado di concentrarci solo sulla registrazione e sul sound. Le parti jazzate ad esempio richiedevano un suono più pulito ed acustico. Gran parte delle linee vocali e delle ritmiche sono state cambiate in fase di registrazione”.
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE MAGGIORI?
Simon: “Per la musica che suoniamo direi inevitabilmente The Dillinger Escape Plan, Ion Dissonance e Cryptopsy”.
Filip: “Di sicuro siamo tutti cresciuti ascoltando I classici Judas Priest, Iron Maiden e Metallica (ride ndR). Poi ad essere onesti I nostri interessi musicali sono molteplici e ci piacciono molto la musica classica, l’hip hop, il death e certamente il jazz”.
COME VI ORGANIZZATE PER IL SONGWRITING? OGNUNO LAVORA PER SÈ OPPUR EÈ UNO SFORZO COLLETTIVO?
Filip: “Le idee sono buttate giù singolarmente e poi vengono lavorate collettivamente. Le stesse canzoni cambiano durante questo processo e prendono forma definitive mentre si jamma tutti insieme. A volte capita che proviamo live una canzone già pronta ma, se non sentiamo il giusto feeling, alla fine apportiamo comunque delle modifiche”.
COSA FATE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?
Daniel: “Steffen e Filip studiano, Simon e Paul sono musicisti non retribuiti a tempo pieno e io faccio l’optometrista”.
COSA CI SI DEVE ASPETTARE DA UN VOSTRO SPETTACOLO DAL VIVO?
Daniel: “Energia pura e tanto sex appeal! (ride ndR)”.
Simon: “Aspettatevi un sacco di impegno: Credo sia lampante che siamo davvero addentro a cio che stiamo facendo”.
AVETE DA CONSIGLIARE QUALCHE GIOVANE BAND TEDESCA CHE VI PIACE PARTICOLARMENTE?
Daniel: “Cosa ne dite dei Time Has Come?”.
Simon: “Forse direi Poostew, Mortal Agony e un sacco di band non necessariamente collegate con la scena death grind”.
SIETE SODDISFATTI DEL FEEDBACK CHE STATE OTTENENDO? CHE OBIETTIVI VOLETE RAGGIUNGERE IN FUTURO?
Filip: “Sono estremamente soddisfatto delle prime reazioni che abbiamo suscitato. Sicuramente ognuno di noi sa benissimo cosa si sarebbe potuto fare in modo migliore sull’album, ma siamo comunque soddisfatti ed è questo che conta. Speriamo che il prossimo album ci permetta di agire più in profondità e di fondere meglio I diversi stili musicali che ci contraddistinguono”.
COME MAI AVETE DECISO DI DEDICARVI ALLA MUSICA ESTREMA, COSA VI ATTRAE DI TUTTO CIÒ?
Simon: “E’ una sorta di garanzia di libertà di fare tutto quello che vogliamo. Per noi la musica estrema è un ottimo mezzo di sperimentazione”…
Filip: “…e così facendo ci sbarazziamo della nostra aggressività in eccesso (ride ndR)”.
Simon: “Il vantaggio della musica estrema e sperimentale è quello di non essere rinchiuso in strutture che definirei radio-friendly”.