WATCHMAKER – In Chaos we trust

Pubblicato il 20/03/2006 da


I Watchmaker sono al terzo album, ma i pronostici sulla longevità della band sono ardui ed incerti. L’autodistruzione sembra essere nei loro intenti più che la sopravvivenza, la loro musica (?) rifugge il concetto di ispirazione e attinge direttamente all’istinto. Grind core, rumore, ferraglia. Difficile dire se i nostri hanno nel caricatore altri cento album o se sono destinati a disintegrarsi domani; nel frattempo è bene avvicinarsi a “Erased From The Memory Of Men” e cercare di dare un senso alla spaventosa mole di volume di cui i Watchmaker sono fieri spacciatori. Ne abbiamo parlato con Brian Livoti…


OGNI VOSTRO ALBUM SEMBRA ESSERE UN PASSO ULTERIORE VERSO IL CAOS, QUASI VOLESTE SUGGERIRCI CHE LA NOSTRA DESTINAZIONE FINALE E’ LA COMPLETA DISGREGAZIONE…

“Direi che è la direzione che abbiamo intrapreso, e non si tratta di una cosa conscia. I Watchmaker e la loro musica sono una reazione al livello di stress che sperimentiamo nelle nostre vite di tutti i giorni. Invecchiando e acquisendo responsabilità cominciamo a sentire la pressione della vita adulta. Se la nostra musica suona più isterica e caotica che in passato è perché noi siamo diventati più isterici e caotici come individui. Diventa sempre più difficile essere una band per noi, quindi ogni disco è una lotta disperata per aggrapparci a qualcosa che vediamo sparire. La musica è ciò che siamo, o la parte più aggressiva di ciò che siamo. Non parliamo per gli altri e non cerchiamo di diffondere nessun messaggio. Stiamo spurgando una massa di aggressività per il nostro bene”.

DAL PUNTO DI VISTA CONCETTUALE LA NEGATIVITA’ SEMBRA ESSERE AL CENTRO DELLA VOSTRA POETICA; AVETE VERAMENTE PERSO OGNI SPERANZA NELL’UMANITA’?
“Facciamo ciò che facciamo e cerchiamo di essere sempre onesti. Non ci concentreremmo sulla negatività semplicemente perché il genere di musica che suoniamo lo richiede. Io e altri due membri dei Watchmaker eravamo in un gruppo chiamato Ladybug Smashers alle superiori. Era un progetto buffo e ridicolo, ma ci divertivamo moltissimo. Quella band rappresentava ciò che eravamo allora. Abbiamo formato i Watchmaker dopo essere stati presi a calci in culo dalla vita adulta e la nostra attitudine è ovviamente cambiata. Eravamo gli stessi membri, ma da qualche parte lungo la strada abbiamo trovato qualcosa che ci ha fatto incazzare. Ciò che senti è la verità e riflette ciò che succede nella mia vita durante le registrazioni. La violenza dei titoli ha un senso metaforico e i pezzi trattano tutti della lotta quotidiana da ‘suburban family man’. Se domani diventassi improvvisamente felice, anche la nostra musica lo diventerebbe. Fino ad allora non posso che predire totale negatività”.

CREDO CHE LA PARTE VISIVA DEI WATCHMAKER SIA MOLTO IMPORTANTE PER TE. LE COPERTINE CHE DISEGNI PER LA BAND SONO SEMPRE STRAORDINARIE. COME LE CONCEPISCI? E’ IMPORTANTE PER TE AVERE IL TOTALE CONTROLLO CREATIVO SU QUESTO ASPETTO DEL PROGETTO?
“Assolutamente sì. Il resto del gruppo non vede la grafica fino a quando non viene consegnata loro come prodotto finito. Si fidano di me e io di loro. Non ci sono dittatori nel nostro gruppo. Tutti contribuiscono a proprio modo e non ci pestiamo i piedi. In realtà quando espandiamo il nostro cerchio e includiamo persone che non hanno famigliarità con il nostro modo di lavorare, può accadere che ci siano delle incomprensioni. Stiamo facendo uno split con i nostri amici Hirudinea per la Bestial Onslaught e, nonostante adori quei ragazzi, ho deciso che non lavorerò mai più con loro per via di tutti i casini che sono successi con la grafica. Troppa gente voleva dire la propria e a me non andava. Voglio lavorare senza qualcuno che mi aliti sul collo dandomi suggerimenti. E’ una cosa che subisco a sufficienza durante il mio lavoro regolare. Disegno e dipingo per fuggire ed è lo stesso motivo per cui suono. Quindi non voglio che nessuno ci metta il naso. La band è un sollievo dallo stress e se mai diventasse un peso la lascerei immediatamente. Per me è una necessità avere il controllo totale”.

CREDO CHE UNA DELLE CARATTERISTICHE PIU’ INTERESSANTI DEI WATCHMAKER SIA CHE IL VOSTRO APPROCCIO ALLA MUSICA E’ GENUINAMENTE ISTINTIVO, COME SE SUONASTE CON LE BUDELLA…
“Molto acuto. Ci hanno già detto in passato che suonando tiriamo roba fuori dai nostri intestini e direi che la tua impressione lo conferma. Tutti i nostri album vengono scritti in studio e registrati in un take dal vivo, aggiungiamo solo qualche effetto in seguito. Le voci, la chitarra e la batteria vengono registrate contemporaneamente e vengono lasciate così come sono. L’istinto è fondamentale. Attacchiamo gli strumenti, schiacciamo REC e rompiamo tutto. Non capisco come facciano ad odiarci i nostri detrattori. Non facciamo niente che sia forzato o meditato. Facciamo casino e poi proviamo a trovarci un senso. Non riesco a pensare ad un modo più onesto di fare le cose, soprattutto quando tutti triggerano qualsiasi cosa e usano Pro Tools senza ritegno. Il nostro batterista non aveva idea di cosa fosse un trigger fino a quando non abbiamo suonato con i Vehemence. Il loro batterista stava provando e il nostro si è fermato a guardare chi fosse quel dio della batteria con blocchi di marmo al posto dei piedi. Ci è rimasto male quando si è accorto che era tutto un trucco. Puoi anche usare una di quelle batterie finte per bambini a questo punto! Perché suonare, no? Registra la tua batteria brutale e vai a farti una birra. Alla gente sembra piacere e chi sono io per dire il contrario? Credo semplicemente che noi siamo diversi…”.

OGNI VOLTA CHE ASCOLTO UN VOSTRO DISCO MI CHIEDO COSA FARETE LA PROSSIMA VOLTA; E’ COME SE AD OGNI NUOVO ALBUM RAGGIUNGESTE UNA NUOVA VETTA DI RUMORE E DISORDINE. COSA CI ATTENDE QUESTA ORA?
“Andremo dove ci indicheranno le nostre emozioni e il nostro istinto. E’ ciò che abbiamo fatto finora e che continueremo a fare fino a quando non ci autodistruggeremo. Chi può dire come suonerà il prossimo album? Se avessimo registrato ‘Erased From The Memory Of Man’ il weekend successivo o il giorno successivo sarebbe stato un disco completamente diverso. Niente di ciò che facciamo nasce da una discussione o da un progetto. Facciamo casino per la gioia di farlo e lasciamo che i pezzi cadano dove capita. Credo che continueremo a urlare fino a quando interesserà a noi e a qualcun altro.”

PENSI CHE SARA’ POSSIBILE PER VOI MANTENERE QUESTO RITMO (2 DISCHI IN UN ANNO) E CONTINUARE A FARE BUONA MUSICA? AVRAI IL CORAGGIO DI DIRE “OK, FERMIAMOCI” QUANDO SARA’ NECESSARIO?
“La versione europea di ‘Kill.Fucking.Everyone’ è stata bloccata per un anno perché l’etichetta stava aspettando di trovare un contratto di distribuzione migliore. In realtà non ci sforziamo per il gruppo, quindi anche se si trattasse di fare un album a settimana non sarebbe un problema. Se qualcuno ci pagasse per registrare domani, saremmo lì a fare il nostro compito. Registrare è una figata e non ci stanchiamo mai di farlo, non ce n’è ragione. Non c’è niente di meglio che stare con gli amici e fare casino per un paio di fine settimana. La questione delle scadenze non esiste quando stai facendo qualcosa che ti piace. Questa è la mia fuga dalla realtà e più fuggo, meglio è. Registrerei un album a settimana se potessi. Ma non pagheremmo mai per registrare e trovare una label che abbia voglia di pubblicarci un disco al mese non è semplice. Ora siamo senza contratto, quindi se qualcuno volesse una sveltina, mandateci un assegno e noi ci siamo”.

AVETE ALTRI PROGETTI MUSICALI?
“Mark suona nei Kevorkian’s Angels. Sono il gruppo più colpevolmente sottovalutato della storia. Sono dei pazzi e non gliene frega niente di niente. Nick suona in un gruppo glam. Io e Paul siamo in un gruppo chiamato Breakfight che combina grind e beats anni ’80. Immagina un incrocio tra Spazz e Newcleus. Voci robotizzate e scratching su parti di batteria impazzite. Sono anche stato contattato per registrare le voci per un progetto parallelo dei Toshiro Mifune. Un batterista, un chitarrista e io che caghiamo in giro per la stanza. Roba potente”.

AVETE INSERITO NELL’ALBUM UNA CITAZIONE DA “GRIZZLY MAN”, UN BEL FILM DI WERNER HERZOG CHE, IN SOSTANZA, AFFERMA CHE L’UNIVERSO SI REGGA SULL’AGGRESSIONE E SULL’OMICIDIO. IL CINEMA VI INFLUENZA MOLTO?
“Sono un grande fan di Kurosawa e dei vecchi film di samurai e la Criterion (grandiosa label americana che ristampa capolavori del passato, ndR) sembra volermi accontentare ultimamente. Ho appena visto ‘Harakiri’ di Kobayashi e mi ha entusiasmato. Credo che sia un film che mi ispirerà in futuro, ma non so in che modo. Un film come quello può cambiare per sempre la tua percezione delle cose. Sono sicuro di essere influenzato dal cinema più di quanto realizzi. Credo che tutto ciò che vedo si applichi poi nella mia vita quotidiana senza che io me ne accorga. Ciò che mi piace di ‘Grizzly Man’ è la sua futilità. Chiunque veda il film, sia che sappia come va a finire o meno, intuisce immediatamente ciò che accadrà. Si tratta solo di capire quando il protagonista verrà divorato e quanto sarà orribile. E’ una cosa che funziona per tutti nel mondo. Sembra che tutti si accorgano di quanto tu sia pazzo e come morirai tranne te. Tu continui a fare le cose senza interessarti di quanto ti stai fottendo e di quanto fotti gli altri. Ce ne andremo tutti come il Grizzly Man”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.