I Whiskey Ritual sono ormai una realtà consolidata della scena estrema italiana, giunti recentemente al terzo full length con l’ottimo “Blow With The Devil”. Tempo di mainstream e divano, quindi? Nemmeno per sogno: ‘compromesso’ è una parola di cui i Nostri sembrano ignorare il significato, nella musica come nella vita. Come scoprirete facilmente nell’intervista raccolta con i membri della band.
CIAO RAGAZZI, È UN PIACERE POTERVI FARE QUALCHE DOMANDA. PARTIAMO DAL NUOVO “BLOW WITH THE DEVIL”, CHE È IL VOSTRO TERZO ALBUM IN CINQUE ANNI: UN BEL RITMO, VOLETE PROPRIO DIFFONDERE IL VERBO!
“Diciamo che per noi forse è più facile rispetto ad altre band. Non dobbiamo cercare riff progressivi, suoni particolari o altro. Facciamo quello che ci viene, lo abbozziamo e lo registriamo, il tutto sempre condito con le volgarità che ci passano per la testa per sputtanarvi tutti. Marci, sporchi e imbecilli”.
GIÀ “NARCONOMICON” ERA UN ALBUM NOTEVOLE, MA CON QUEST’ULTIMO CI PARE SIA CRESCIUTO IL VOSTRO AFFIATAMENTO E LA CAPACITÀ DI PROPORRE BRANI ‘IN THE FACE’, VOI COSA NE PENSATE? RITROVATE UNA MAGGIOR MATURITÀ, NELLA BAND?
“Secondo me siamo tutti solo più incazzati. Più’ invecchi, più ci sono cose che ti fanno incazzare, più fai album incazzati. Devi dormire per terra, vomitare Negroni e avere la consapevolezza che probabilmente non rientrerai delle spese, per anni e anni, prima di scioglierti in silenzio. Solo così per me puoi fare dischi incazzati che abbiano senso di esistere. Non siamo maturati, siamo consapevoli di cosa facciamo e di chi siamo”.
A PROPOSITO DELLE TEMATICHE SOTTESE ALLE VOSTRE CANZONI, SIETE MOLTO DIRETTI, SFRONTATI, QUASI INDIFFERENTI AD EVENTUALI CRITICHE: QUELLO CHE RACCONTATE NELLE VOSTRE CANZONI È DAVVERO LA VOSTRA VITA?
“Chiunque mi conosca può confermare che quello che scrivo la maggior parte delle volte deriva da cose personali. Le band che parlano di stronzate che non conoscono sono un cancro. Band che parlano di guerra e non hanno mai preso in mano nemmeno un fucile giocattolo, band che parlano di Satana e sbagliano i simboli, band del Sud che fanno testi sul Nord ecc. Tutte le band che rispetto parlano di cose che conoscono bene e che spesso vivono in prima persona”.
NICHILISTI ED ECCESSIVI: UN CONNUBIO NOTEVOLE. TRA LE VOSTRE PIÙ SMACCATE FONTI D’ISPIRAZIONE C’È SICURAMENTE GG ALLIN, CUI AVETE DEDICATO, IN PASSATO, UN TRIBUTE ALBUM. ABBIMO SENTITO FORTE ANCHE L’INFLUENZA DEI DARKTHRONE, O DEI PRIMI BATHORY: CHI ALTRO POTETE CITARE, NEL VOSTRO BACKGROUND?
“Oltre a quelli che hai citato direi Venom, Horned Almighty, Ravencult, Craft, Carphathian Forest, Black Flag, Exploited, Casualties e altra merda punk rock”.
DA DISCRETI APPASSIONATI DI CALCIO NON ABBIAMO POTUTO NON APPREZZARE IL CAMPIONAMENTO DI “YOU’LL NEVER WALK ALONE”, NOTO CORO DELLA CURVA DEL LIVERPOOL, AL TERMINE DI “TOO DRUNK FOR LOVE”. C’È UN MOTIVO PARTICOLARE DIETRO QUESTA SCELTA? O È SOLO IL PIÙ NOTO INNO CALCISTICO E, DA BUONI HOOLIGANS, VI PAREVA IMMANCABILE?
“Non siamo hooligans, diciamo solo che ci affascina il loro mondo e la loro mentalità. Inoltre sogniamo il giorno in cui legioni di stronzi ubriachi metteranno a ferro e fuoco le città e le chiese cantando quell’inno, ma questo solo quando siamo molto avanti con la serata. Questa canzone parla di quando al posto di portarti a letto qualcuna preferisci diventare violento, fare a botte o sfasciarti in macchina.”
VORREI CHIEDERVI UN APPROFONDIMENTO ANCHE SUL TESTO DI “HENRY ROLLINS”; SEMBRA STRANO VEDER CITARE COSÌ DIRETTAMENTE UN SIMBOLO DELLA MENTALITÀ STRAIGHT-EDGE DA PARTE DI UN GRUPPO COME IL VOSTRO…
“La canzone cita Henry Rollins per un passaggio in particolare. Henry durante un tour con i Black Flag, ne aveva così per il cazzo della sua band che preferiva starsene nel bagagliaio in mezzo agli strumenti durante i viaggi in van, piuttosto che stare con il resto della band, con cui condivideva solo il palco. A me Henry non piace oggi mentre legge poesie e probabilmente prende antidepressivi, ma quando era così bastardo da chiudersi dietro un furgone e andare in giro con gente che odiava, solo per poter fare quello che voleva e avere un pezzo di pane, ecco, lì Henry era uno di noi”.
RECENTEMENTE È COMPARSA UNA VOSTRA INTERVISTA ANCHE SU ZERO TOLERANCE: COM’È IL VOSTRO SEGUITO ALL’ESTERO?
“Abbastanza buono direi, finché ci pagano la benzina e l’ostello possiamo continuare a dire a noi stessi che in fondo non lo facciamo per i soldi. Il problema sarà quando guadagneremo un milione di dollari a data, probabilmente qualcuno morirà la sera stessa”.
DA QUELLO CHE HO POTUTO VEDERE LA VOSTRA ATTIVITÀ LIVE SI È UN PO’ RIDOTTA NELL’ULTIMO ANNO. ERAVATE SOLO ESTREMAMENTE IMPEGNATI CON L’ALBUM? VE LO CHIEDO PERCHÉ QUALCHE ANNO FA ERAVATE STATI COINVOLTI IN UNA POLEMICA PER PRESUNTE SIMPATIE “DESTRORSE”: AVETE AVUTO ALTRI PROBLEMI A RIGUARDO? VOLETE COMMENTARE QUELL’EPISODIO?
“Purtroppo in passato ci è capitato di prendere troppo seriamente le cose. Pensavamo a rispondere agli insulti, a gestire presunte posizioni politiche nei testi, a mandare comunicati per spiegare le nostre idee. Poi abbiamo capito che la cosa migliore era rispondere come dei ritardati : ‘Non ce ne frega un cazzo’. Quindi con lo stesso sguardo da idioti di una qualsiasi Hair Metal Band degli anni ’80 io vi dico: ‘Non ce ne frega un cazzo’.“
COS’È, SECONDO VOI IL BLACK METAL NEL 2015? VI SENTITE PARTE DELLA SCENA?
“Il Black Metal è stato, sarà ed è Black Metal. Da quando è nato a oggi. Questa è la sua forza. Il fatto che poi dagli inizi si siano prese direzioni diverse con la stessa attitudine non cambia certo questa cosa. Chi ama i Dark Funeral avrà una band più alla Dark Funeral e cercherà quel tipo di black metal, altri faranno lo stesso con Burzum, altri con Hellhammer e primi Bathory. Il concetto però è che nel 2015 non c’è e non ci deve essere un nuovo tipo di black metal. E comunque vige la regola che non sei tu a far parte di una scena, sono gli altri a metterti al tuo posto”.
E QUALI BAND, IN ITALIA O ALL’ESTERO, SENTITE A VOI AFFINI?
“Tolte a quelle citate sopra per motivi diversi : Turbonegro, Okkultokrati, Peste Noire”.
A PROPOSITO DI ALTRE BAND, SIETE QUASI TUTTI IMPEGNATI SU DIVERSI FRONTI, IN PRIMIS I FORGOTTEN TOMB; E CON QUASI TUTTE LE ALTRE VOSTRE BAND AVETE PUBBLICATO LAVORI RECENTEMENTE. RITENETE I WHISKEY RITUAL IL VOSTRO PRINCIPALE IMPEGNO MUSICALE?
“Dopo i trent’anni la verità è che non esistono band principali e band secondarie, il tempo libero si accorcia e per poterti dedicare a ben due band occorre molta dedizione. Credo che Whiskey Ritual faccia parte della nostra vita perché ci fa vomitare tutta la merda che mangiamo. E’ la nostra arma contro di voi”.
COME VI VEDETE DA QUI A CINQUE ANNI? NON VALE RISPONDERE “MORTI DI OVERDOSE”.
“Tra 5 anni mi vedo sposato, con due figli, un amico grasso che mangia pizza con me davanti a Netflix e mi chiede di raccontargli di quella volta che un tipo in Belgio mi ha messo delle anfetamine da farmacia nel cocktail”.
QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI PER L’IMMEDIATO FUTURO?
“Speriamo di andare all’estero a suonare perché ci sono più fighe che ascoltano merda”.
GRAZIE DEL VOSTRO TEMPO, SPERIAMO DI VEDERVI PRESTO DAL VIVO!
“Se ci vediamo in giro paghi tu!”