Sono uno dei gruppi più noti nel panorama underground italiano, inossidabili come l’acciaio e sempre fedeli a una sola linea: quella dell’heavy/power metal senza compromessi. I White Skull sono riusciti, dopo qualche anno di incertezze, a reimbroccare una via che sembrava perduta con il nuovo “Will Of The Strong”, album che li ha riportati all’onore delle cronache per una serie di giustissimi motivi. Cinque anni di tour sono serviti non solo ad affilare le armi, ma anche a reincontrare amici di vecchia data e raccogliere lo spirito guerriero che per tanti anni era stato sopito. Così, a distanza di qualche tempo da “Under This Flag”, i nostri stanno ora spingendo il nuovo album nell’ennesimo tour che li vede on the road per tutta l’Italia. Ma una band così importante per questo piccolo panorama ha moltissimo da raccontare: tanti anni portano saggezza e dedizione verso il metal, così come nuove idee per innovarsi senza snaturare le proprie sonorità. È così che abbiamo raggiunto Tony ‘Mad’ Fontò per una chiacchierata sul presente e sul futuro di un gruppo che tiene ancora alta la bandiera di questo paese in un momento di grandi incertezze.
CIAO TONY E BENVENUTO SU METALITALIA.COM. CI RACCONTI COME STA ANDANDO LA PROMOZIONE DI “WILL OF THE STRONG”? SIETE SODDISFATTI DEL LAVORO SVOLTO?
“Ciao e grazie per l’intervista. La promozione del nuovo album sta andando bene, i feedback ricevuti finora sono tutti positivi eccetto qualche caso isolato, i videoclip stanno avendo un numero considerevole di visualizzazioni, pensa che in un solo mese il video di ‘Will Of The Strong’ ha più visualizzazioni di quelle che raccolse ‘Red Devil’ in un anno. Noi siamo pienamente soddisfatti del lavoro svolto e felici di come stanno andando le cose, ora siamo pronti per promuovere il disco con i live show, che sinceramente è la parte che ci piace di più”.
UNA COSA CHE ABBIAMO SUBITO NOTATO, ASCOLTANDO IL DISCO, È STATO COME LE ORCHESTRAZIONI SIANO UN ELEMENTO PREDOMINANTE DELLE COMPOSIZIONI. COME MAI QUESTA SCELTA?
“Quando abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni le abbiamo composte senza le orchestrazioni e la prerogativa era che i brani dovevano funzionare allo stesso modo. In un secondo tempo abbiamo registrato un promo di tre pezzi ed abbiamo affidato ad Alexandros il compito di inserire delle parti di tastiera. Il suo modo di vedere le orchestrazioni ci è piaciuto da subito ed è stato lì che abbiamo deciso di utilizzarle su tutto il disco affidando a lui il compito di donare la giusta epicità ai brani. Da precisare che la avevamo già ultimato le canzoni quando Alexandros ha iniziato la sua opera di arrangiamento e orchestrazione. La scelta è motivata dal fatto che tutti noi volevamo qualcosa di più completo, di più epico, qualcosa che avesse una marcia in più rispetto al passato, ma senza snaturare quello che era il nostro sound”.
ESISTE UN CONCEPT DIETRO A QUESTO ALBUM? LA ‘VOLONTÀ DEI FORTI’ ERA CIÒ CHE VOLEVATE RACCONTARE?
“Il disco vuole sottolineare l’integrità ed il coraggio dei guerrieri. Non è un concept vero e proprio, ma in questo disco ci sono tre canzoni che seguono la saga vichinga, un po’ una continuazione di quello che abbiamo scritto in ‘Tales From The North’, con una prospettiva più moderna. La titletrack parla dei vichinghi mentre ‘I Am Your Queen’ e ‘Shieldmaiden’ raccontano storie di Valchirie. Le rimanenti sette canzoni parlano di donne che hanno lasciato un segno nella storia. Canzoni alle quali ci siamo impegnati a trasmettere il pensiero di queste guerriere e i loro caratteri. Infine ‘Sacrifice’ è un omaggio a tutti quelli che non si sono mai piegati ed hanno accettato le sfide fino a perdere la vita ma non il proprio onore”.
AVETE DEDICATO DUE CANZONI A DUE FIGURE FEMMINILI STORICHE: EVA PERÓN E GRACE O’MALLEY. CI PARLI DI QUESTI DUE BRANI E DI COME VI È VENUTA QUESTA IDEA?
“Non sono due le figure femminili storiche realmente esistite all’interno dell’album, sono ben sette, alle due citate da te c’è da aggiungere Giovanna D’Arco, l’indiana d’America Lozen, le Night Witches russe (pilote donna russe che nella seconda guerra mondiale sferrarono violenti attacchi aerei contro le linee tedesche), la cinese Wang Cong’er e la nostrana Matilda di Canossa. L’idea quindi di Evita e Grace fanno parte del disegno intero dell’album, tutti i testi sono stati scritti da Federica dopo un accurato studio storico dei personaggi citati”.
COME È STATO LAVORARE CON ALEXANDROS, PER LA PRIMA VOLTA ALLA PROVA DELLO STUDIO CON VOI? LA SUA PRESENZA HA GENERATO NUOVE IDEE NEL VOSTRO SONGWRITING?
“In parte ti ho già risposto, comunque Alexandros si è integrato subito nella band e ci fa piacere che abbia accettato di essere uno di noi. Il songwriting non è cambiato, come ti dicevo prima lui non ha portato idee per la composizione dei brani, ma il suo apporto è stato fondamentale per aver dato al disco un sound finale completo e ricco, ha messo una cornice preziosa ad un bel quadro. Per farti capire l’accuratezza del suo lavoro ti racconto questa cosa: in sede di mixaggio mi son divertito a fare degli esperimenti per trovare il giusto equilibrio tra le parti, ho fatto suonare i brani senza orchestrazioni e tutto funzionava, poi ho provato il contrario solo le orchestrazioni con batteria e voce, il risultato è stato sorprendente, tutto girava alla grande”.
CI RACCONTI QUALCOSA DEL VIDEO UFFICIALE CHE AVETE RILASCIATO BASATO SULLA TITLETRACK? DOVE È STATO REGISTRATO E QUALE ERA LA VOSTRA IDEA?
“L’idea del video è nata dalla collaborazione con Emiliano Giuliante regista, scenografo e coordinatore di tutto, già al lavoro su ‘Red Devil’. Ci siamo recati a Vetralla (VT) dove Emiliano e i suoi amici del Ragnarock Kombat Elite avevano riprodotto un accampamento vichingo. Oltre alle tende avevano portato anche spade, asce, scudi, stendardi e altre mille cose, tutte rigorosamente riproduzioni fedeli dell’epoca vichinga. Qui il gruppo di rievocazione ha dato vita al villaggio e a un combattimento. Le riprese son durate una giornata circa, ma quelle di notte son state le più emozionanti. Abbiamo scritto la storia con Emiliano e poi ci siamo affidati a lui, a quanto pare l’impresa è riuscita alla grande. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno preso parte al video, sia per il duro lavoro, sia per l’ospitalità!”.
SONO PASSATI BEN CINQUE ANNI DA “UNDER THIS FLAG”: SCRIVERE QUESTO NUOVO DISCO È STATO UN PROCESSO LUNGO O SEMPLICEMENTE AVETE ASPETTATO DI ESSERE ISPIRATI?
“Niente di tutto ciò… Non ci sono particolari ragioni, dopo l’uscita di ‘Under This Flag’ abbiamo iniziato il tour. Dopo circa un anno abbiamo iniziato a comporre le nuove canzoni, ma il processo si è un po’ rallentato per poter soddisfare le richieste dei live. Un piccolo periodo di fermo ce lo siamo presi per chi aveva bisogno di risolvere dei problemi personali, risolti i quali ci siamo imbarcati nel ‘Best Of Tour’, alla fine del quale i pezzi erano pronti. Terminato il ‘Best Of Tour’ abbiamo iniziato la pre-produzione e poi il processo di registrazione”.
QUESTO È IL VOSTRO DECIMO ALBUM. SE TI GUARDI ALLE SPALLE PENSI CHE IL SOUND DEI WHITE SKULL SIA CAMBIATO MOLTO RISPETTO AGLI INIZI?
“Certo che si. La normale evoluzione della band, suonare tanti anni assieme, cambiare i nostri ascolti e il ricambio di alcuni musicisti sono tutti fattori che portano a una continua evoluzione del sound, se poi ci aggiungi che noi siamo sempre alla ricerca di qualcosa e poco statici il gioco è fatto. Posso concludere dicendo che pur restando fedeli al classico abbiamo introdotto degli ammodernamenti senza snaturare le nostre origini”.
PENSI CHE I TEMPI POSSANO ESSERE MATURI PER REGISTRARE UN LIVE ALBUM/DVD? SE SI, IN CHE CONTESTO VI PIACEREBBE FARLO?
“Si, i tempi sono maturi e se ci sarà occasione lo faremo durante il tour, ma come ben sai sono operazioni molto costose. Però ci piacerebbe lasciare qualcosa di noi ai nostri fan oltre ai nostri album”.
SIETE UNO DEI POCHI GRUPPI DELLA SCENA POWER METAL ITALIANA CHE NON HANNO MAI MOLLATO. COSA VI SPINGE AD ANDARE AVANTI IN UN MONDO CHE CAMBIA COSÌ IN FRETTA?
“Sostanzialmente l’amore per la musica che suoniamo, l’amore per essere on stage. La nostra carriera è stata ricca di soddisfazioni ma allo stesso tempo ricca di sacrifici”.
COME VEDI LA SCENA ITALIANA MODERNA? SOPRATTUTTO IL PUBBLICO: TI SEMBRA CHE L’HEAVY METAL ATTRAGGA ANCORA NUOVI FAN?
“La scena italiana è in continua evoluzione, ci sono vecchie band che continuano, qualcuno che ritorna e nuove nascite; i musicisti, le band e la voglia di fare non mancano, ma purtroppo viviamo in un paese non facile per lo sviluppo di questo genere, anche se posso aggiungere che rispetto ad una volta alcuni promoter cercano di spingere anche le band italiane, si organizzano più eventi che aiutano la promozione delle band di casa nostra. Per quanto riguarda il pubblico vedo facce nuove ai concerti e vedo facce nuove approcciarsi all’heavy metal, ma rispetto ad una volta credo siano molto meno. In generale sono proprio i metallari ad essere molti meno”.
IN QUESTI ANNI AVETE CALCATO LE SCENE CON PARECCHI ARTISTI, MA CI SALTA ALLA MENTE UNA BAND IN PARTICOLARE: I GRAVE DIGGER, AI QUALI SIETE LEGATI DA MOLTO TEMPO. COME È STATO LAVORARE CON CHRIS E GLI ALTRI, DOPO QUASI 15 ANNI DALLA PRIMA VOLTA, IN OCCASIONE DEL TOUR DI “RETURN OF THE REAPER”? VI VEDREMO DI NUOVO SULLO STESSO PALCO IN FUTURO?
“La collaborazione con Chris è stata una bella esperienza, che ci portò in Nuclear Blast, ho un bel ricordo di quel periodo e siamo rimasti in ottima amicizia, con lui e con il resto della band. L’ultima volta che abbiamo suonato assieme è stato alla Rock’n Roll Arena di Romagnano Sesia un paio di anni fa, quest’anno non credo suoneremo con loro nelle date italiane, ma non mancherò di andarlo a trovare”.
I WHITE SKULL suoneranno nella prima giornata del Metalitalia.com Festival 2017, prevista per il 9 settembre al Live Club di Trezzo sull’Adda (MI). Info e biglietti su www.metalitalia-festival.com.