WINGER – Miles and Miles Away

Pubblicato il 09/10/2009 da

 

Vent’anni di grande classe e dischi strepitosi sono il miglior biglietto da visita per gli americani Winger. Il loro nuovo album, “Karma”, conferma ancora una volta il buono stato di salute di una band che ha saputo scrivere pagine importanti della storia dell’hard rock. Il cantante/bassista Kip Winger, sanguigno e coinvolgente sul palco, ai microfoni si dimostra una persona riservata e riflessiva, seria ma dalle idee ben chiare per quanto concerne l’attività del suo gruppo. Non spreca parole ma, quando parla, lo fa con una chiarezza che non tutti possono vantare.

 

KIP, DOPO TREDICI ANNI DI PAUSA E L’ARRIVO DI “IV” NEL 2006, COME VIVI LA SECONDA GIOVINEZZA DEI TUOI WINGER?
“La verità è che non provo nessuna particolare emozione in merito. Potrà sembrare strano a te o alla maggior parte dei nostri fan, ma la realtà è che i Winger non si sono mai sciolti. Ognuno di noi si è dedicato alla propria musica ed ai propri progetti, fino a quando è arrivata la possibilità di scrivere un altro disco tutti insieme. E’ comunque fantastico essere di nuovo on the road con Reb Beach e gli altri ragazzi perché quando suoniamo insieme viviamo la stessa magia dei vecchi tempi, stiamo bene insieme come persone e ci rispettiamo molto”.

COME NASCE QUINDI IL NUOVO “KARMA”?

“Volevamo scrivere un disco che riprendesse le sonorità classiche del passato insieme al sound dei nostri ultimi due lavori in studio. Ci sono molti più up tempo e abbiamo lavorato per creare melodie immediate in canzoni dall’anima fottutamente rock. La maggior parte del materiale è stata scritta in circa tre settimane, mentre per la produzione sono serviti sei mesi di lavoro. Siamo consci di vivere nel 2009 e non abbiamo mai voluto abbandonarci ai ricordi per registrare musica di vent’anni fa. Il processo di songwriting si è svolto in tutta naturalezza, siamo partiti dal nostro passato per comporre un disco comunque attuale e dalle sonorità fresche e frizzanti. Ovviamente dobbiamo fare i conti con chi siamo, la nostra alchimia si vede nei vecchi dischi, noi siamo bravi a comporre questo tipo di musica. Se avessi lavorato a ‘Karma’ insieme al bassista dei Mr. Big ed al batterista degli Extreme, il risultato sarebbe stato totalmente diverso”.

IN OLTRE VENT’ANNI DI CARRIERA, IL NUCLEO DEI WINGER E’ RIMASTO SEMPRE LO STESSO, CON TE E REB BEACH AL TIMONE DI COMANDO. QUAL E’ IL SEGRETO DI QUESTO SODALIZIO CHE MOLTE ALTRE BAND INVIDIANO?
“Nessun segreto, semplicemente ci piace suonare insieme. Oltre a rispettarci come persone, quando ci ritroviamo a suonare si crea subito sintonia fra di noi e sappiamo esattamente ciò che vogliamo fare. Sin da giovane andavo a vedere i concerti delle mie band preferite e capivo se in loro c’era qualcosa di speciale. Ammiravo il fatto che la line-up di alcune di queste perdurava negli anni senza scossoni. Solo in questo caso si può parlare di vera band. Anche se i Winger si chiamano con il mio nome, non significa che siano un mio progetto. Al contrario, formazioni anche famose che ad ogni disco cambiano due o tre membri, non si possono definire vere band. Per trovare l’affinità occorre tempo, occorre conoscersi, occorre vivere a stretto contatto. Se non si vive in questa maniera, allora ci si trova davanti a dei bravi session man”.

SO CHE INTRAPRENDERETE UN TOUR EUROPEO CON SVARIATE DATE, TRA CUI L’ITALIA… “
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Sì, abbiamo un nuovo disco in uscita e Reb in questo periodo è libero dai suoi impegni con i Whitesnake, per cui cercheremo di suonare il più possibile e sfruttare il momento. L’Italia è un paese che mi piace molto, ci sono stato poco tempo fa ed i fan mi hanno accolto molto bene”.

DIVERSI MESI FA SEI INFATTI APPRODATO IN ITALIA IN VESTE SOLISTA, SOLO TU E LA TUA CHITARRA ACUSTICA.

“La mia veste solista mi catapulta in una dimensione totalmente diversa da quella dei Winger. Suono in locali più piccoli e si crea un feeling molto intimo con i fan. Cerco di coinvolgerli il più possibile, in Italia ad esempio chiamavo dei ragazzi dal pubblico sul palco a cantare insieme a me i cori di ‘Miles Away’”.

IN MERITO A “MILES AWAY”, PROBABILMENTE IL VOSTRO BRANO PIU’ FAMOSO, CREDI CHE SCRIVERE UNA BALLAD DI SUCCESSO SIA PIU’ DIFFICILE RISPETTO A DAR VITA AD UN BRANO DI ROCK CLASSICO?

“Per quanto mi riguarda non credo si possa parlare di maggior difficoltà. Certo, una ballad deve avere una melodia vincente in grado di colpire dritto al cuore dell’ascoltatore, ma quando si è ispirati si può comporre allo stesso modo un grande brano rock”.

NELL’ERA DEL METAL MODERNO, CREDI CI SIA ANCORA IL GIUSTO POSTO PER UNA BAND COME I WINGER?
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Certamente. Noi siamo una rock band e suoniamo rock, un genere che non morirà mai. In oltre vent’anni abbiamo vissuto periodi più e meno fortunati, ma la passione per il nostro tipo di musica non è mai morta, fortunatamente ci sono ancora molti fan che ci supportano”.

OGGI PER VOI E’ PIU’ DIFFICILE VIVERE DI MUSICA RISPETTO AL PASSATO?
“I Winger non sono mai stati una band talmente famosa da riempire gli stadi, abbiamo sempre lavorato sodo per poterci mantenere con la nostra passione. Non è mai stato facile…”.

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