Come già detto in fase di recensione, “Hydra”, ultimo lavoro in casa Within Temptation, è un album destinato a dividere e a trovare nuovi fan su più ampi bacini di utenza piuttosto che a raccogliere a se i fan del passato. La band capitanata dalla bella Sharon Den Adel si presenta a noi più che mai convinta del percorso intrapreso dal 2011: i territori catchy e radiofonici calcati nel precedente “The Unforgiving” vengono qui ulteriormente espansi, e sono arricchiti da input provenienti da scene musicali atipiche, quali l’alternative, il grunge e addirittura l’hip hop. A questo punto, era d’obbligo da parte nostra bombardare la bella cantante di domande su queste apparentemente azzardate scelte musicali, dando così alla frontwoman e alla band la possibilità di spiegarci bene le motivazioni dietro questa nuova direzione e di farci capire quanto l’apertura mentale musicale sia importante all’interno dei Within Temptation…
BENE, ECCOCI QUI CON UN NUOVO ALBUM “HYDRA”. ARRIVA DOPO TRE ANNI DAL PRECEDENTE “THE UNFORGIVING”, ANNI NEI QUALI NON SIETE STATI CERTO SILENTI COME BAND! CI RACCONTI QUALCOSA DI QUESTO LASSO DI TEMPO?
“E’ stato sicuramente un periodo pieno di impegni. C’era ovviamente al promozione dell’album precedente, che è iniziata con un tour subito dopo la sua uscita. Poi c’è stata l’organizzazione del concerto del quindicennale della band, che ha portato via molto tempo… ma tra tutti questi impegni siamo riusciti a lavorare abbastanza con continuità alle idee per questo album, infatti abbiamo cominciato con le prime stesure circa due anni fa”.
COME VI SENTITE ORA CHE L’ALBUM È FUORI? SIETE SODDISFATTI?
“E’ un album assai diversificato, che mostra diverse facce, motivo per il quale si intitola ‘Hydra’. Che dirti, non possiamo che essere felici del risultato… è un lavoro che sentiamo come molto valido, che porta un nuovo sound e della nuova aria all’interno della band. Era proprio quello che ci voleva per noi adesso!”.
IL TEMA DELLA DIVERSITÀ SARÀ AL CENTRO DI MOLTE DOMANDE IN QUESTA INTERVISTA. ANCHE NOI ABBIAMO INFATTI RILEVATO UNA CERTA ETEROGENEITÀ SU “HYDRA”. MA DIRESTI CHE È PROPRIO QUESTA CARATTERISTICA L’ARMA SEGRETA DELL’ALBUM?
“Sì, ti direi che è così. E’ sicuramente una caratteristica che salta all’orecchio ad un primo ascolto. Ci sono chitarre molto spesse, dal suono potente ed heavy, ma ci sono anche chitarre pulite o acustiche. Abbiamo poi inserito diversi pezzi dal feeling più orecchiabili, ma sono alternati a poderosi brani che usano molta doppia cassa. Anche a livello di influenze, ci sono molte cose che abbiamo provato ad inserire… stavolta abbiamo un range di influenze davvero molto ampio”.
TRA LE CANZONI COMPOSTE PER “HYDRA”, CE N’È QUALCUNA IN PARTICOLARE DI CUI HAI RICORDI PRECISI DELLA FASE DI COMPOSIZIONE? CI RACCONTI QUALCHE ANEDDOTO?
“E’ difficile risponderti subito perché ogni canzone è sempre come un viaggio un po’ speciale… Però ti posso citare di sicuro ‘Covered By The Roses’, che si è rivelata molto difficile da domare. All’inizio quella canzone doveva essere una sorta di dance song, ma poi è diventata più un up-tempo rock… Insomma, ha cambiato personalità diverse volte, e ti dico che ci sono stati momenti in cui ci eravamo un po’ persi in mezzo a tutte queste trasformazioni! Anche ‘The Whole World Is Watching’ ci ha dato dei grattacapi, però. Contattare Dave Pirner, che volevamo espressamente per questo brano, si è rivelata un’impresa, non lo trovavamo mai! Abbiamo cercato in tutti i modi, per mesi, di contattarlo, e non c’era verso, anche perché Dave non usa alcun social media, nemmeno Facebook. Ma era importante per noi che ci fosse lui su questo brano, è la tipica composizione che deve per forza contenere un duetto con un ospite. Avevamo già deciso che doveva trattarsi di Dave, avevamo trovato quel sound un po’ alla Soul Asylum che non lasciava scelta. Non ci siamo arresi, perché era ovvio che la sua presenza avrebbe dato al brano una dimensione che non avrebbe avuto altrimenti, se l’avessi cantata io da sola. Alla fine ce l’abbiamo fatta”.
“HYDRA” HA RIPORTATO AI FAN ANCHE IL GROWL CHE USAVATE UN TEMPO… LA CANZONE “SILVER MOONLIGHT” CONTIENE INFATTI PARTI GROWL CANTATE DA ROBERT. ERA UNA VOSTRA IDEA FIN DAL PRINCIPIO, QUELLA DI RIPROPORRE QUELLO STILE VOCALE ESTREMO, O SEMPLICEMENTE STAVA BENE NEL BRANO?
“Ti dirò, è successo un po’ per caso, non c’era un idea fissa… anche su questa canzone abbiamo lavorato molto con le trasformazioni. Durante la stesura finale della canzone ci sembrava che avesse bisogno anche di una voce maschile per funzionare al meglio, quindi abbiamo provato diverse soluzioni in quel senso. Alla fine quella più convincente si è rivelata proprio il growl di Robert, e così abbiamo tenuto anche quell’ingrediente, già un tempo presente nel nostro songwriting”.
A PROPOSITO DI DUETTI E VOCI DIVERSE DALLE TUE… “PARADISE (WHAT ABOUT US?)” HA FATTO SICURAMENTE NOTIZIA PROPRIO PER IL DUETTO CON LA ‘SYMPHONIC METAL QUEEN’ PER ECCELLENZA, TARJA TURUNEN. COME TI SEI TROVATA CON LEI? E’ STATA UNA BELLA ESPERIENZA? LA CONOSCEVI GIÀ DA TEMPO, MAGARI?
“No, no, mai incontrata prima del video. Ci siamo sentite su Skype a maggio o giugno, mi pare, e in quell’occasione abbiamo parlato della possibilità per lei di cantare su un brano specifico. La canzone in realtà si adattava allo stile vocale di entrambe, sarebbe stata bella e naturale sia cantata da me che tutta da lei, ma alla fine abbiamo pensato che per i fan poteva essere carino sentirci entrambe assieme! E’ successo poi così, infatti, e da quello è partita anche la proposta per girare un video con entrambe noi. Per quanto riguarda lei personalmente, durante l’incontro su Skype mi ha un po’ sorpresa! Non è la diva che qualcuno pensa, è una ragazza invece dolce e gentile. Abbiamo passato dei bei momenti assieme, girando il video, anche se poi le mie tracce vocali registrate sul brano sono state aggiunte definitivamente solo dopo, qua nei nostri studi olandesi, durante la postproduzione”.
ANDIAMO AVANTI CON L’ARGOMENTO COLLABORAZIONI. LA PRESENZA IN “AND WE RUN” DEL RAPPER XZYBIT SULLA CARTA LASCIA FRANCAMENTE UN PO’ PERPLESSI TUTTI. CHE CI DICI SU QUESTO ARTISTA COSÌ DISTANTE DAI TERRENI DELLA NOSTRA SCENA MUSICALE?
“L’idea di questa particolare collaborazione, con un artista hip hop intendo, esisteva già da prima che venisse scritta la canzone che tu dici. Abbiamo cercato a lungo di identificare qualcosa nel materiale che avevamo pronto che andasse bene per questo esperimento, ma non è mai saltato fuori niente di veramente appropriato. Quando abbiamo cominciato a lavorare su ‘And We Run’, tra l’altro una canzone che ancora una volta è partita diversa da come poi è stata registrata, abbiamo pensato che forse era proprio quello il pezzo giusto per coinvolgere un’artista della scena hip hop. Alla fine ha funzionato veramente bene, e la personalità di Xzybit ha contribuito fortemente a definire il pezzo. Oltre ad avere portato input importanti con la sua linea vocale, si è scritto da solo i testi della sua parte, cosa che ha donato un sapore particolare all’intero brano. Possiamo dire che il pezzo gli è calzato come un guanto! Legandoci alla tua ‘accusa’, capisco bene che molti fan al sentire della presenza di un artista come lui su un pezzo metal alzino occhi e braccia al cielo, ma Xzybit stesso ci ha dimostrato che questo brano così particolare poteva funzionare. Anche liricamente non siamo lontani dal suo stile, si parla comunque di cose reali, che avvengono nella vita di tutti i giorni. Lui è un grande artista, comunque, ed è anche simpatico ed energico, veramente forte!”.
HAI TOCCATO UN PUNTO IMPORTANTE. I FAN DEL METAL SI MOSTRANO SPESSO PIUTTOSTO CONSERVATIVI, MANTENENDO UNA MENTALITÀ CHIUSA VERSO CONTAMINAZIONI ESTERNE COME QUESTA. MA VOI AVETE DIMOSTRATO PIÙ VOLTE DI NON CREDE A SIMILI COSTRIZIONI. L’APERTURA MENTALE IN CAMPO MUSICALE È UNA CARATTERISTICA IMPORTANTE PER I WITHIN TEMPTATION?
“L’apertura mentale è fondamentale per noi! La collaborazione con Xzybit è però solo un esempio, e spero che non sia l’unico parlando di noi. Quella che definisci apertura mentale riflette però anche i diversi gusti che abbiamo noi all’interno dei Within Temptation… io stessa non vengo veramente da lidi heavy, quando mi ci sono avvicinata la prima volta giungevo da un periodo fortemente influenzato dal grunge! E’ chiaro come poi tutti questi input alla fine finiscano per impastarsi naturalmente nella nostra musica”.
TUTTE QUESTE COLLABORAZIONI E INPUT ESTERNI LI TROVI IMPORTANTI PER LO SVILUPPO DELLE TUE ABILITÀ MUSICALI?
“No, non è solo per quello che facciamo molte collaborazioni. Si tratta spesso di scelte puramente artistiche. Sono proprio i brani che hanno bisogno di questi input esterni per poter spiccare veramente. Non che non siano già di valore, o che non possano essere belli anche sono cantati da una sola persona, ma la presenza di altri musicisti da loro qualcosa in più. Un ‘sapore’ mi piace dire, diverso, che rende il brano unico. Ma si tratta di un’aggiunta, diciamo. E’ come aggiungere un ingrediente in più a una ricetta, o dei colori in più ad un quadro… rendono il tutto più ricco, ma non cambiano il concetto di base. E poi è veramente divertente collaborare con altre persone, la maggior parte delle volte, quindi c’è anche quell’aspetto. E’ poi anche vero che hai sempre qualcosa da imparare da un altro artista, e quindi c’è sempre uno scambio e un arricchimento. Le collaborazioni sono un aspetto importante per noi, sia dal punto di vista artistico che da quello sociale, diciamo, e ti permettono di raggiungere bacini d’utenza più vasti, con i fan degli altri artisti”.
VORREI DEDICARE LE ULTIME DOMANDE ALL’ASPETTO TOUR E CONCERTI. AVETE GIÀ UN’IDEA DI COME FUNZIONERANNO DAL VIVO QUESTI BRANI?
“No, non abbiamo ancora un’idea ben definita di come suoneranno. Abbiamo suonato e provato le nostre parti, ma le sessioni in cui mettiamo tutto assieme per il concerto devono ancora partire, probabilmente in gennaio e febbraio”.
VENIAMO AD UN PUNTO DOLENTE… L’ITALIA È STATA LASCIATA FUORI DAL VOSTRO TOUR! AVREMO POSSIBILITÀ DI VEDERVI NEL BEL PAESE, PRIMA O POI, MAGARI CON UN FESTIVAL ESTIVO?
“Ci spero tanto. Sicuramente, come dici tu, durante un festival estivo può essere un occasione. In realtà ci piacerebbe molto suonare ancora da voi, ci siamo sempre trovati bene, ma organizzare un tour risponde ad esigenze di management che non si possono ignorare. Ma quella che parte in febbraio (il tour è poi stato rischedulato dopo questa intervista, ndR) è una prima parte del tour, ma c’è l’intenzione di aggiungere delle date con la quale coprire i paesi rimasti esclusi. Vedremo!”.