WOE UNTO ME – Rinnovamento e slancio in avanti

Pubblicato il 28/08/2021 da

Fattisi notare nell’underground gothic/doom con i primi due ottimi album “A Step Into The Waters Of Forgetfulness” e “Among The Lightened Skies The Voidness Flashed”, i bielorussi Woe Unto Me si presentano nel 2021 sotto spoglie assai diverse da quelle del recente passato. Con l’ingresso di un nuovo vocalist, Igor Kovalyov, la band è andata spostandosi su sonorità che, alle venature intristite di partenza, aggiunge una spinta al progressive moderno, secondo coordinate che non vanno lontanissime da act in principio antitetici alla proposta dei Nostri: parliamo di affinità con Katatonia o Pain Of Salvation, per intenderci, e più in generale di una vena sperimentale della quale l’EP “Spiral-Shaped Hopewreck” rappresenta solo l’antipasto. Infatti, il gruppo è già in stato di lavorazione avanzata di un nuovo album, l’EP serve a tastare il terreno, a dare uno scorcio a quello che è in serbo prossimamente. Ci è parso comunque sufficiente per rintracciare il mastermind Artem Serdyuk e fare il punto della situazione, toccando anche la difficile situazione che sta vivendo la società bielorussa.

“SPIRAL-SHAPED HOPEWRECK” È UNA PUBBLICAZIONE CHE APRE UNA NUOVA ERA PER LA BAND: UN NUOVO CANTANTE, UNO STILE MUSICALE RINNOVATO, RIFERIMENTI CHE VANNO LONTANI DAL FUNERAL E DAL GOTHIC METAL. CHE COSA RAPPRESENTA PER VOI QUESTO EP?
– Hai ragione, per noi è un momento di svolta. Si apre un nuovo capitolo per la band, un passo in avanti, nuove scoperte e progressi. Stiamo espandendo i confini del nostro stile. Ed è anche un esperimento per noi. Non avevamo mai registrato alcuna cover, è la prima volta per noi. Con questo EP stiamo dando un indizio di cosa ci si potrà aspettare da noi in futuro. Volevamo anche mostrare a noi stessi quanto lontano potessimo andare coi nostri esperimenti. Ci siamo accorti che siamo in grado di spostare i nostri limiti, possiamo proseguire nell’esplorazione di altri universi sonori.

L’EP HA UNA STRUTTURA PARTICOLARE: QUATTRO STRUMENTALI, UN INEDITO VERO E PROPRIO, DUE COVER, ENTRAMBE LONTANE DAL VOSTRO GENERE E MOLTO DIVERSE L’UNA DALL’ALTRA. PER LE TRACCE STRUMENTALI, POSSIAMO SUPPORRE VI SIA UN CONCEPT, UN’IDEA COMUNE, CHE LE LEGA?
– L’EP non è legato a un concept, di per sé, ma contiene numerose anticipazioni di quello che verrà trattato nel prossimo album. Tutti i titoli delle tracce di “Spiral-Shaped Hopewreck” costruiscono una frase di senso compiuto che esprime una parte del concept relativo al prossimo full-length, già in preparazione. Lo stesso artwork rimanda a un quadro più grande, con altri elementi grafici ad aggiungersi. Quando l’album uscirà, sarà possibile comprendere meglio quanto sto dicendo. Quanto agli interludi dell’EP, l’idea generale ci è venuta mentre stavamo lavorando al prossimo album. Volevamo tornare a creare un unico grande affresco musicale, come accaduto per il nostro debutto, dove quasi tutte le tracce erano connesse tra di loro. Questa volta volevamo accentuare questo aspetto, così che l’ascoltatore potesse entrare nell’atmosfera del disco con le prime note della prima canzone, e ne uscisse soltanto al termine dell’ultima traccia. Così ci siamo esercitati a farlo già nell’EP, per collegare ogni capitolo in un’unica immagine sonora.

LA TITLETRACK MOSTRA UNA NUOVA VERSIONE DEI WOE UNTO ME: PROGRESSIVA, CARATTERIZZATA DA MOLTE PARTI ACUSTICHE E GENTILI, PIÙ CLEAN VOCALS CHE GROWL E CHITARRE COMPRESSE, DAL TAGLIO MODERNO. QUALCOSA CHE SUGGERISCE ANALOGIE, ANCOR PIÙ CHE CON GLI USUALI MY DYING BRIDE E ALTRI ACT AFFINI, CON COMPAGINI QUALI KATATONIA, LEPROUS, PAIN OF SALVATION. COME SIETE ARRIVATI A QUESTA IDEA DI SUONO?
– Ciò è avvenuto in modo molto naturale. Già nel disco precedente avevamo introdotto parti acustiche e progressive, ma erano più staccate dalla componente doom. In questo caso, invece, abbiamo cercato di fondere meglio le due anime, quella heavy e quella melodica e pulita. Così crediamo di aver dato più dinamismo ed emozionalità alla musica, creando anche, ci sembra, un certo effetto ‘montagne russe’. Anche l’essere più progressivi fa parte di una naturale evoluzione del nostro approccio alla musica. La nostra musa ci ha condotto a qualcosa di un filo più complicato e diverso dal solito.

RITENGO NOTEVOLE IL LAVORO DEL VOSTRO NUOVO CANTANTE, IGOR KOVALYOV, CHE DÀ UNA FORTE CARATTERIZZAZINE ALLA MUSICA, CON UNA BUONA ESTENSIONE E LINEE VOCALI CHE GUARDANO ALLA MODERNA SCENA PROGRESSIVE. COME SIETE GIUNTI A LUI E QUAL È IL CONTRIBUTO CHE DONA AI WOE UNTO ME?
– Sono d’accordo, la voce di Igor ci ha dato quello che stavamo cercando da sempre. Probabilmente il suo stile vocale è stato anche il motivo principale che ci ha spinto verso in differente indirizzo stilistico, portandoci su sonorità progressive, perché con la sua voce abbiamo l’opportunità e gli strumenti per sperimentare a nostro piacimento. Igor lo conosciamo da qualche anno, l’abbiamo incontrato durante un nostro tour, mentre lui suonava con la sua band Nebulae Come Sweet. Alla fine del tour, abbiamo pensato che sarebbe stato magnifico realizzare musica assieme. Quando ho cominciato a scrivere nuovo materiale per i Woe Unto Me, inconsciamente stavo già pensando a un nuovo cantante per la band. Le linee vocali che stavano apparendo nella mia testa mi stavano dando il chiaro segnale che, per la musica che stavo componendo, necessitavamo di un altro tipo di voce. Igor si è rivelato il tassello mancante del mosaico. Quando abbiamo iniziato a lavorare assieme sul disco, mi ha aiutato tantissimo a concretizzare quanto avevo in mente. Ha portato le idee per il concept lirico e ha dato un contributo fondamentale per arrangiamenti, sample e l’atmosfera generale.

SUONATE DUE COVER IN “SPIRAL-SHAPED HOPEWRECK”: UNA DEI KLONE E UNA DEI MESHUGGAH. DUE PROPOSTE MOLTO DIFFERENTI E DUE VERSIONI, ANCH’ESSE, DI IMPRONTA OPPOSTA. IL PEZZO DEI KLONE NON È LONTANO DALL’ORIGINALE, MENTRE LA SECONDA RICORDA L’INTERPRETAZIONE DEI MESHUGGAH, MA SI STACCA DI PARECCHIO DA ESSA. COME AVETE SCELTO LE COVER E COSA RAPPRESENTANO PER VOI?
– La scelta è avvenuta abbastanza rapidamente. Mentre stavo lavorando al nuovo disco, mi sono completamente immerso in “Le Grand Voyage” dei Klone. Brillante, grande musica, grande suono, una delle migliori performance vocali udite ultimamente. Quando abbiamo deciso di completare l’EP con delle cover, ho suggerito immediatamente di suonare “Sad And Slow” e a tutti quanti nella band l’idea è piaciuta. Per la seconda cover, tieni conto che chiunque nella formazione è fan dei Meshuggah. Eravamo abituati a suonare diverse canzoni loro quando provavamo assieme, diversi anni fa. Per molto tempo abbiamo covato l’idea di suonare una loro cover su una nostra pubblicazione ufficiale, ma dandogli un’atmosfera più doom, rallentando il ritmo e aggiungendo qualche altro elemento negli arrangiamenti, per dargli una dimensione inusuale. Il momento giusto è arrivato con “Lethargica”, perché era quella che meglio si adattava alle idee che avevamo e al nostro stile.

VORREI TORNARE A “AMONG THE LIGHTENED SKIES THE VOIDNESS FLASHED”: IN QUEL CASO, PERCHÈ AVETE DECISO DI PUBBLICARE UN DOPPIO ALBUM COSÌ DIVERSO NELLE SUE DUE PARTI, CON LA PRIMA VICINO AL FUNERAL E AL GOTHIC METAL, MENTRE LA SECONDA RIVOLTA VERSONO SONORITÀ ELETTROCACUSTICHE?
– Volevamo realizzare un album acustico, avevamo già parecchie idee su come avrebbe dovuto suonare e alcuni pezzi allo stato grezzo. Poi ci siamo accorti che non sarebbe stata la cosa migliore mischiare un’atmosfera doom con la luminosità dell’acustico, così abbiamo deciso di separare le due cose e avere due CD distinti, uno per il nostro materiale più heavy, l’altro per quello più tranquillo. La nostra label voleva che uscissero due album separati, ma in quanto a liriche, concept e percezione anche visuale delle tematiche trattate, ci siamo resi conto che i due CD erano inseparabili e sarebbe stato sbagliato farli uscire staccati l’uno dall’altro.

SUONARE EXTREME METAL IN BIELORUSSIA QUALE TIPO DI SFIDE PROPONE AI MUSICISTI? QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFICOLTÀ, CHE TIPO DI AUDIENCE E DI GENERI HANNO LA MAGGIORE POPOLARITÀ NEL VOSTRO PAESE?
– Ci sono molte difficoltà da affrontare, non vi è dubbio. Molti locali hanno dovuto chiudere, il governo ha creato condizioni difficili per i business privati, per tanti è diventato complicato sopravvivere. In diverse città oramai non ci sono nemmeno più posti dedicati alla musica dal vivo. Fino a sette/otto anni fa una band bielorussa era in grado di organizzare un tour all’interno del paese e si trovavano agevolmente locali ben attrezzati, con ottime dotazioni tecniche e ben organizzati. Adesso sarebbe impossibile fare una cosa simile. Se penso a un posto dove sia possibile suonare in buoni condizioni, mi viene in mente solo la capitale, Minsk. E pure qui le venue disponibili si sono ridotte considerevolmente. Il secondo, enorme, problema, è la censura. Per organizzare e suonare un concerto necessiti del permesso del governo. Controllano la tua musica, i testi e la tua personalità, verificano se qualcuno all’interno della band ha preso parte alle proteste contro le elezioni presidenziali falsificate che abbiamo dovuto subire, oppure è stato arrestato durante le proteste, o ancora, ha qualche legame con l’opposizione. Se trovano qualcosa che non gli piace dopo questi controlli, al tuo gruppo viene proibito di prendere parte a qualsiasi show. Per quanto riguarda i generi più popolari, penso siano il pagan e il folk metal, poco dietro il black metal. In terza posizione, ci metto i generi legati all’hardcore, come il deathcore e il metalcore.

HO SCOPERTO LA VOSTRA MUSICA DURANTE IL BRUTAL ASSAULT 2019. FU UNA PERFORMANCE MOLTO INCISIVA, DOVE RICHIAMAVATE IL PARTICOLARE TONO LUTTUOSO DEI MY DYING BRIDE, DIMOSTRANDO UNA FORTE SENSIBILITÀ MELODICA. COME GIUDICHI IN GENERALE IL VOSTRO IMPATTO LIVE E QUAL È IL FEELING CHE CERCATE DI SUSCITARE NELL’AUDIENCE?
– Dal mio punto di vista i Woe Unto Me stanno crescendo sempre più come live band, una crescita di cui mi accorgo da un concerto all’altro, in ogni tour che facciamo. Prendiamo questo impegno molto seriamente. Ci focalizziamo su noi stessi per essere degli ottimi performer dal vivo, utilizziamo anche dei video che siano sincronizzati con la musica suonata. Ogni cosa è fatta allo scopo di lasciare un’impressione indimenticabile su chi è venuto a vederci. I concerti ai festival e quelli nei club sono per loro natura differenti, forse per capirci appieno devi assistere a un nostro show in entrambe le situazioni. Il nostro obiettivo è di non lasciare nessuno indifferente a quello che suoniamo.

COME AVETE VISSUTO QUESTO PERIODO DI FORTI RESTRIZIONI AGLI SPOSTAMENTI? COME HANNO INFLUENZATO QUESTI MOMENTI LA VOSTRA CREATIVITÀ, SPINGENDOLA VERSO UNA DIFFERENTE INTERPRETAZION DEL VOSTRO SOUND?
– Beh, le restrizioni che subiamo in Bielorussia sono un po’ differenti da quelle vissute negli altri paesi. Da noi il governo sta cercando in tutti i modi di ostacolare gli spostamenti verso l’esterno del paese, così da poter impedire alle persone di partire. È in atto una nuova ‘cortina di ferro’. Attualmente, un cittadino bielorusso può espatriare solo una volta ogni sei mesi e soltanto se ha un visto di lavoro. E, come probabilmente saprai, tutti i voli dalla Bielorussia all’Unione Europea e dall’Unione Europea verso la Bielorussia sono vietati in questo momento, perché il nostro governo ha di fatto dirottato un aereo commerciale, costringendolo ad atterrare nel suo territorio, presumibilmente con il pretesto di un allarme bomba, per arrestare un giornalista dissidente a bordo. Quindi ora se un cittadino della Bielorussia vuole andare nei paesi dell’Unione Europea senza un visto di lavoro, l’unico modo per farlo è andare a Mosca e prendere un aereo da Mosca verso un paese UE. Come puoi immaginare è una pratica assai costosa. Quindi, praticamente, la maggior parte delle persone è rinchiusa in questo paese.
All’interno del paese non abbiamo grosse restrizioni riguardo alla situazione pandemica, anche le mascherine non sono obbligatorie. Tutti i negozi, i bar, i ristoranti, i cinema, i mercati, tutto funziona regolarmente. Quindi le restrizioni che abbiamo con l’attraversamento delle frontiere sono legate a ragioni politiche, non mediche. Le statistiche ufficiali sulla pandemia non riflettono la situazione reale, la vaccinazione della popolazione ordinaria sta procedendo molto lentamente e il governo non ha intenzione di acquistare vaccini certificati nell’UE. Fondamentalmente, siamo in uno stato di polizia, in questo momento, con un’assoluta mancanza di diritti. Le forze di sicurezza dello stato stanno facendo qualunque cosa alla popolazione, qualsiasi siano gli ordini che gli arrivano. Le persone sospettate di aver preso parte alle proteste o di aver mostrato il loro atteggiamento indossando, o semplicemente portando simboli dell’opposizione, come la bandiera bianco-rosso-bianca ad esempio, o anche semplicemente indossando abiti di determinati colori (bianco con rosso) vengono arrestate, rapite dalle loro case dalla polizia, quindi incarcerati o sottoposti a pesanti multe.
Noi come band non abbiamo mai voluto essere associati a nessuna visione politica, la nostra musica e i nostri testi non riguardano la politica. Ma ovviamente questa situazione colpisce seriamente ognuno di noi e le nostre famiglie e amici. Quindi, prendendo in considerazione tutto questo clima di terrore, non penso che ci dia ispirazione in questo momento, anzi. Questa situazione è ingiusta e sbagliata, tante persone ne soffrono, ci colpisce in modo negativo, provocando stati di depressione e apatia in larghi strati della popolazione… Anche se sono sicuro che tutti stanno facendo del loro meglio per combattere questi stati d’animo, senza arrendersi.

A VOLTE NELL’EUROPA OCCIDENTALE RISCHIAMO DI SOTTOVALUTARE QUANTO ARRIVA DALL’EST EUROPA, A CAUSA DI SCARSA PROMOZIONE E, FORSE, POCA VOLONTÀ DI SCOPRIRE QUALCOSA CHE IN DIVERSI CASI APPARE ANCORA COME ABBASTANZA ‘ESOTICO’. PENSI VI SIANO DELLE PECULIARITÀ DELLE BAND ESTEUROPEE CHE LE POSSANO DISTINGUERE SUL MERCATO? PERSONALMENTE, PENSO CHE CI SIA UN PECULIARE VELO DI TRISTEZZA E DEPRESSIONE IN MOLTE REALTÀ ESTEUROPEE, QUALCOSA DI MOLTO FORTE NEL DOOM, NEL DEPRESSIVE BLACK METAL E IN ALCUNE FORME DI POST-METAL.
– A dire il vero non ci ho mai pensato e non ho mai provato ad analizzare quello che mi stai dicendo, probabilmente perché sono nato qui e alcuni aspetti che sottolinei mi sembravano normali e naturali, per cui non ho cercato di confrontare le peculiarità della musica metal dell’Est Europa con quella di altri paesi. Ma penso che tu abbia ragione, mi sembra che in termini di atmosfera ci siano un sacco di band dell’Europa dell’Est che sono molto valide nel depressive black metal e nel black metal in generale, e pure nel doom e nel post-metal. Sono abbastanza sicuro che il tenore di vita giochi un ruolo significativo. Sai, pressione sociale, problemi di benessere, come puoi vedere riguardo alla Bielorussia, problemi legati alla situazione politica ed economica, condizioni generali in cui vivono le persone… Ci sono tante difficoltà che, forse, in altre parti di Europa si avvertono meno. Gli stati di depressione, ansia, inquietudine, angoscia possono spesso essere compagni costanti delle persone più sensibili, che non riescono a chiudere gli occhi vedendo tutta l’ingiustizia e l’illegalità che li circonda. Molti di questi paesi sono stati per lungo tempo sotto il terrore del regime comunista e della dittatura e questo colpisce ancora la mentalità e la personalità della gente. E come puoi vedere, in alcuni paesi questi regimi esistono ancora, possono cambiare nome, possono cambiare slogan, ma l’essenza rimane la stessa. Ecco perché probabilmente tutto questo trova il suo naturale riflesso nella musica che arriva dalla nostra area geografica.

AL DI FUORI DEI WOE UNTO ME SO CHE AVETE MOLTEPLICI ALTRI PROGETTI. SU QUALI STATE LAVORANDO ATTUALMENTE E QUALI PIANI AVETE PER ESSI?
– Sì, io personalmente suono in molti gruppi, cerco di dedicare un po’ del mio tempo a ognuno di loro, ciò è avvenuto specialmente durante i momenti più critici della pandemia, quando avevo più tempo a disposizione. Ho una band progressive death metal, i Deathbringer, con la quale ho registrato un secondo full-length dopo molti anni di silenzio. Anche se siamo tutti originari della Bielorussia, la maggior parte dei suoi membri adesso risiede in Polonia. C’è stato un lungo break da ogni attività della band, ma adesso siamo di nuovo in prima linea! Il nuovo materiale è molto tecnico e brutale, adesso ci sitiamo concentrando nel cercare un buon contratto con una casa discografica che possa diffondere il nuovo full-length. Sono abbastanza ottimista, le cose si stanno muovendo bene. Sono impegnato anche in un’altra formazione technical death metal, i Disloyal, una storica realtà polacca. Con loro ho appena registrato il quinto disco, intitolato “Divine Miasmata”. Siamo al missaggio, dovremmo farlo uscire il prossimo anno. Infine ci sono gli Amentia, bielorussi. Anche in questo caso rimaniamo nel death metal, con un taglio progressive e avanguardistico. Finora siamo andati avanti come studio project, senza date live. Il nuovo materiale è pronto, dovremmo registrare il quarto album nel corso del 2022.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.