WOLVERINE – Voglia Di Emozionare

Pubblicato il 23/10/2011 da

Problemi personali, amore per la musica, voglia di comunicare e trasmettere emozioni: queste sono alcune delle cose emerse da questa interessante chiacchierata fatta con il cantante degli svedesi Wolverine Stefan Zell. “Communication Lost” è il quarto album di una delle realtà più sorprendenti e sottovalutate della scena progressive europea e, dopo cinque anni di silenzio discografico e la pressochè totale scomparsa dalle scene, noi di Metalitalia.com non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione di intervistare la band, tra l’altro protagonista di un lavoro molto emozionante.

CIAO STEFAN, COME STAI? LA PRIMA COSA CHE VORREI CHIEDERTI E’ COME MAI SONO PASSATI CINQUE ANNI DALL’USCITA DI “STILL” A QUELLA DEL NUOVO ALBUM? COSA E’ SUCCESSO?
“Ciao, sto molto bene, grazie! Le ragioni per cui abbiamo impiegato così tanto tempo per fare uscire ‘Communication Lost’ sono molteplici. Subito dopo l’uscita di ‘Still’ abbiamo iniziato a comporre del nuovo materiale, ma a quel punto ad ognuno di noi si sono presentati problemi che vanno al di fuori della sfera musicale e che hanno rallentato il processo di composizione del disco. Io posso parlarti per me e devo dirti che ho passato davvero un brutto periodo. Nel 2008 è nata mia figlia con seri problemi al cuore e puoi ben immaginare come sia difficile fronteggiare una situazione del genere per una famiglia. La piccola aveva bisogno di essere operata, ma i medici intendevano aspettare un po’. Nel frattempo avevo deciso anche di lasciare il mio lavoro per concentrarmi sugli studi e, con tutte queste cose per la testa, era davvero difficile riuscire a pensare alla band e così decisi di lasciare. Poi, nel momento in cui mia figlia venne operata e tutto si risolse per il meglio chiesi ai miei compagni se fossi stato ancora il benvenuto nella band e loro, che nel frattempo avevano registrato un paio di tracce demo con un altro cantante, mi riaccolsero subito a braccia aperte. Tornare a lavorare con i ragazzi mi ha fatto molto bene ed ora la cosa che più desidero per il mio futuro e di non dover più abbandonare la musica”.

IN DIECI ANNI DI CARRIERA AVETE PUBBLICATO “SOLO” QUATTRO DISCHI, COSA RENDE COSI’ DIFFICOLTOSA LA PRODUZIONE DI NUOVO MATERIALE AD INTERVALLI PIU’ REGOLARI?
“I Wolverine sono solo un hobby, non abbiamo mai guadagnato un centesimo con la nostra musica. Scriviamo solo roba che ci soddisfi totalmente e decidiamo di pubblicarla solo nel momento in cui siamo sicuri che non era possibile ottenere di meglio. Vogliamo essere orgogliosi della musica che produciamo e io sono fiero di ogni album che abbiamo registrato. Credo che i Wolverine abbiano prodotto sempre musica di qualità, ma questo non è bastato a farci vivere l’esperienza di un tour vero e proprio; non essendoci l’interesse di nessun promoter a proporci un’esperienza del genere non abbiamo mai avuto la necessità di avere sempre musica nuova da portare in giro e abbiamo quindi scelto di registrare solo quando avevamo tra le mani qualcosa che ci piacesse in toto e di acconentarci di suonare qualche  data dal vivo. Questo però non significa che abbandoniamo il sogno di fare un tour vero e proprio prima o poi…”.

NEL 1996, AGLI INIZI DELLA VOSTRA CARRIERA, I WOLVERINE ERANO UNA BAND DEDITA AL DEATH METAL. COME SIETE FINITI A SUONARE UN GENERE COSI’ MELODICO E PROGRESSIVO?
“Semplicemente perchè la nostra musica è cambiata tanto quanto siamo cambiati noi come persone. Quando abbiamo iniziato eravamo molto giovani e più passava il tempo, più ci avvicinavamo a nuovi stili musicali che finivano poi per influenzare la musica che scrivevamo. Penso che con ‘Still’ siamo riusciti a trovare la nostra dimensione come band e il nuovo ‘Communication Lost’ è il naturale prosieguo di quel disco”.

QUINDI RISPETTO A “STILL” NON E’ CAMBIATO MOLTO, O SBAGLIO?
“Non ti sbagli. Le nuove canzoni sono forse un po’ più atmosferiche, ma alla fine credo che la loro natura sia la stessa di quelle di ‘Still’. Giudicare, per me che le ho composte, è molto difficile; penso che sia più facile per qualcuno di esterno alla band. Ho sentito dire da molti che ‘Communication Lost’ è più difficile da ascoltare rispetto al precedente lavoro, ma queste stesse persone hanno aggiunto che una volta entrati in sintonia col mood del disco, ci si può rendere conto di quante sfumature esso abbia. Sono dell’idea che questo sia un disco che per essere apprezzato a fondo, vada ascoltato con le cuffie”.

RISPETTO AI VECCHI DISCHI SEMBRA CHE IN “COMMUNICATION LOST” PREVALGA IL SENTIMENTO DI DEPRESSIONE, CHE NE PENSI? COME MAI LA DEPRESSIONE E LA FRUSTRAZIONE SEMBRANO PREVALERE NEL DISCO? QUANTO IL TUO UMORE INFLUENZA LA TUA MUSICA? E, INFINE, CHE TIPO DI PERSONA PENSI DI ESSERE?
“L’album può essere definito come un diario degli ultimi cinque anni poichè i testi parlano di noi, quindi potete conoscerci leggendoli. Questa volta le nostre liriche sono piene di ombre, ma trsmettono anche tanta speranza e gioia. Sai, la vita ti propone un sacco di situazioni diverse, positive e negative, e mi piace il modo in cui lo fa. Per goderti appieno i bei momenti devi aver vissuto e sperimentato sulla tua pelle le difficoltà e, parlando per me, ora posso dire di essere in un momento davvero felice”.

IN EFFETTI QUELLO CHE DICI E’ VERO. DALL’OSCURITA’ CHE AVVOLGE IL VOSTRO DISCO NON E’ RARO SCORGERE RAGGI DI LUCE E, STILISTICAMENTE QUESTO ACCADE ALL’ALTEZZA DEI RITORNELLI…
“Eh sì… Come ti dicevo ‘Communication Lost’ racconta i nostri ultimi cinque anni e si riallaccia, inevitabilmente, alla brutta esperienza familiare che ho vissuto”.

SOLITAMENTE IN CHE MODO COMPONETE? SEMBRA CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE VOSTRE CANZONI NASCA DA UN PICCOLO ARRANGIAMENTO CHE POI VIENE SVILUPPATO PER DAR VITA A COMPOSIZIONI ABBASTANZA LUNGHE. SEI D’ACCORDO O ALTRIMENTI QUAL E’ IL VOSTRO APPROCIO?
“Quando iniziamo a provare solitamente abbiamo delle canzoni già ultimate, mentre molte altre nascono in studio e si parte solitamente da un paio di riff che poi vengono sviluppati dalla band. Io, non suonando alcuno strumento, tendo a non interferire sulla musica ma cerco piuttosto di focalizzare la mia attenzione su testi e linee vocali. Per questo disco, ad esempio, sono stati Marcus e Per ad occuparsi della maggior parte delle musiche”.

IL VOSTRO MODO DI ESSERE PROGRESSIVE TENDE A SVILUPPARE QUELLE CHE SONO LE EMOZIONI E I SENTIMENTI DELLA VOSTRA MUSICA PIUTTOSTO CHE  IL LATO TECNICO. QUALI SONO SECONDO TE GLI ELEMENTI CHIAVE PER OTTENERE UNA BUONA CANZONE?
“Diamo sempre la priorità al mood e alla melodia, mentre i testi sono la naturale conseguenza della musica. Qualunque idea finisca in una canzone deve avere un significato, ci sforziamo di dare un senso a tutto ciò che scriviamo. E’ pieno di gruppi tecnicamentevalidissimi coi quali sentiamo di non poter competere, preferiamo quindi suonare un qualcosa di fortemente comunicativo, piuttosto che riempire di note la nostra musica e dimostrare quanto ognuno di noi è bravo col proprio strumento”.

STANDO A QUANTO CI HAI DETTO ALL’INIZIO, SARA’ QUINDI IMPOSSIBILE VEDERVI IN TOUR? A COSA AVETE PENSATO IN ALTERNATIVA?
“Già, come ho detto all’inizio per noi è stato finora impossibile organizzare un tour vero e proprio e sarà così anche questa volta. Intendiamoci, ci piace suonare dal vivo, ma lavorando tutti non è possibile. Contiamo al massimo di organizzare qualche data, ma allo stato attuale delle cose un tour vero e proprio è impossibile”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA STEFAN. CONCLUDI PURE COME DESIDERI.
“Mi piacerebbe ringraziare tutti quelli che ci hanno supportato in questi anni, per noi sentire il calore della gente è fondamentale. Speriamo di vederci a qualche nostro show in futuro! State bene!”.

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