Uno dei gruppi più atipici della scena metal mondiale arriva finalmente sulle pagine di Metalitalia.com. Stiamo parlando degli statunitensi Wolves In The Throne Room, black metallers “eco-friendly” che i più attenti seguaci dell’underground avranno ormai avuto modo di conoscere e apprezzare grazie a lavori di elevata caratura come “Two Hunters” o il più recente “Black Cascade”. A dispetto della natura mistica e astratta della loro proposta musicale, i ragazzi della band sono tutto fuorchè delle persone poco socievoli: il batterista Aaron Weaver ci ha infatti accolti nel loro camerino poco dopo il concerto tenuto in quel di Londra di spalla agli Shrinebuilder e si è dimostrato particolarmente disponibile nel presentarci la sua creatura.
GIRANO DIVERSE “LEGGENDE” SUI WOLVES IN THE THRONE ROOM E MI PIACEREBBE CHE TU LE CONFERMASSI O LE SMENTISSI! LA PRIMA, E FORSE LA PIÙ NOTA, VUOLE CHE VIVIATE IN UNA SORTA DI COMUNE IN MEZZO A UNA FORESTA…
“Si tratta più semplicemente di una fattoria, nella quale viviamo con la mia partner e alcuni amici. Non è esattamente in mezzo a una foresta, ma abbiamo attorno circa mille acri di terreno montuoso e alberi. Coltiviamo circa un centinaio di verdure diverse in un anno, alleviamo galline e anatre e in certi periodi dell’anno siamo quasi completamente isolati. Io e Nathan abbiamo anche un capanno nel quale lavoriamo alla nostra musica una volta liberi dagli altri impegni. Io sono l’anima diurna di noi due, in quanto amo fare lavori manuali e svegliarmi presto per stare nei campi, mentre Nathan è quella notturna. È difficile vederlo durante il giorno… si considera un artista e passa le notti a creare”.
UN’ALTRA VI VUOLE VEGETARIANI/VEGANI….
“No, non lo siamo. Abbiamo a cuore i diritti degli animali e siamo contro l’industria della carne e le moderne tecniche di allevamento, ma non ho problemi a uccidere un cervo se ciò serve a sfamare me e i miei cari. Inoltre, allevare animali mi permette di avere a disposizione molto concime con cui nutrire il terreno che uso per coltivare gli ortaggi. Preferisco utilizzare concime di natura animale piuttosto che rivolgermi a fertilizzanti chimici, che nemmeno troppo lontanamente alimentano l’industria petrolifera”.
VI HANNO ACCUSATO DI ESSERE UNA SORTA DI NEO-NAZISTI…
“È capitato in Germania, dove la spiritualità pagana e l’ecologismo radicale hanno purtroppo diversi contatti con ideologie di estrema destra. Ovviamente non abbiamo nulla a che fare con quella roba, siamo apertamente un gruppo non politicizzato o comunque anti-fascista, se proprio vogliamo andare nel dettaglio. Il solo concetto di razzismo mi fa venire i brividi. Comunque, sia in Austria che in Germania alcune persone dei movimenti di sinistra hanno protestato contro di noi perchè hanno male interpretato alcune nostre dichiarazioni nelle interviste. Il problema non si ripresenta più da un paio d’anni, ma non ti nascondo che all’epoca è stato spiacevole”.
SI DICE POI CHE SIATE DEGLI EX PUNK…
“In un certo senso sì, ma la cultura punk statunitense è un pochino diversa da quella tipica europea. Il punk americano solitamente è una persona molto coinvolta nel sociale, nell’ecologia o nei diritti degli animali. La cosiddetta lotta al potere, il concept anarchico o certe pratiche di auto-distruzione passano un po’ in secondo piano rispetto a quanto avviene comunemente in Europa. Idem per la musica… essere punk non significa per forza ascoltare la musica che porta lo stesso nome”.
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON IL BLACK METAL, CHE, TUTTO SOMMATO, È IL GENERE DI MUSICA CHE SUONATE?
“Più o meno tutto si riduce al nostro legame con la natura e la spiritualità. Fondamentalmente, penso che il black metal, inteso come musica nella sua forma più pura, sia un tentativo di rievocare uno spirito antico e di rimettersi in contatto con una conoscenza primitiva e trascendente alla quale tutti avevano accesso sino ad alcuni secoli fa, prima che l’Illuminismo e la Rivoluzione Industriale cambiarono il mondo in come lo conosciamo oggi. Per me il black metal è un movimento artistico che ha come obiettivo primario la critica del mondo moderno e la sua mancanza di spiritualità, che porta gli essere umani a essere spesso profondamente tristi e alienati. La critica può essere attuata in vari modi, i quali hanno poi numerose sfumature. Una band come i Watain sono forse la frangia più nichilista del movimento, mentre noi operiamo in maniera differente, cercando di tirar fuori da questa tristezza qualcosa di sostanzialmente positivo. Penso che il black metal debba essere visto come un qualcosa in grado di permetterci di affrontare un sentimento come il dolore, in modo che si possa raggiungere una catarsi che possa farci convivere con queste sensazioni che fanno parte del mondo odierno. È un argomento molto complesso e che mi entusiasma parecchio… potrei andare avanti a parlarne per ore. Comunque, tornando alla tua domanda, avendo già dei determinati interessi, il mettersi a suonare black metal è stato un passo assolutamente naturale per noi. Sono bastati pochi ascolti a Burzum ed Emperor per farci entrare in questo mondo”.
VI È UNA BAND O UN MUSICISTA AI QUALI VI SENTITE AFFINI, A LIVELLO FILOSOFICO?
“Guardiamo ai Neurosis con grande ammirazione… rappresentano una influenza immensa. Anche loro vengono da un background di matrice punk e si sono poi evoluti in qualcosa di completamente diverso, passando attraverso esperienze simili alla nostra. La loro musica è altamente mistica e spirituale. Mi interessa molto scavare a fondo nella storia di musicisti e realtà di questo tipo… è una eterna fonte di ispirazione. Alla fine, sia noi che loro siamo degli emarginati, persone che vivono al di fuori della società, secondo le loro regole. Ho molti amici con un passato da hippie e che hanno fatto le esperienze più bizzarre o estreme negli anni ’60 e ’70… adoro ascoltare le loro storie, mi rendono la vità più facile. Loro hanno fatto ciò che sto facendo io molti anni fa e mi mettono nelle condizioni di non dovermi preoccupare di nulla. Sono sicuro che i Neurosis hanno avuto più o meno gli stessi tipi di mentori”.
I VOSTRI CONCERTI SONO MOLTO INTENSI… VE NE RENDETE CONTO STANDO SUL PALCO?
“Il nostro obiettivo sarebbe quello di raggiungere uno stato di estasi mentre suoniamo, una condizione che ci porti a estraniarci completamente dal mondo che ci circonda. Tuttavia ciò è quasi impossibile mentre si è in tour e si è sul palco di un club… lasciamo volutamente il pubblico al buio, ma ci sono comunque troppe cose di cui tenere conto ed è difficile concentrarsi a dovere. L’esperienza è sicuramente più spirituale quando suoniamo nel nostro capanno, per conto nostro”.
A DIFFERENZA DI MOLTE BLACK METAL BAND, SEMBRA CHE ABBIATE UN BUON RAPPORTO CON IL PUBBLICO E LA STAMPA. NON È DIFFICILE VEDERVI SOCIALIZZARE E SIETE SOLITI RILASCIARE MOLTE INTERVISTE…
“Sì, non vedo perchè non dovremmo farlo. Ci sentiamo molto fortunati ad avere raggiunto un buon livello di popolarità, cosa che ci permette di poter raggiungere tantissime persone e quindi di sensibilizzarle sulle cause che ci stanno a cuore, su tutte l’ecologia. Amiamo discutere delle nostre idee e non ci sentiamo affatto su un piedistallo, chiunque deve sentirsi libero di avvicinarci senza paura”.
IL VOSTRO SEGUITO È MOLTO VARIEGATO: SIETE CONSAPEVOLI CHE NON VI ESIBITE SOLTANTO DI FRONTE A DEI BLACK METALLER? COME LO SPIEGHI?
“Non lo so, forse il fatto di non avere un’immagine satanica ci aiuta. Molta gente magari è infastidita dall’approccio di una band come i Watain e non dà una chance alla loro musica solo per questo motivo. Noi, da questo punto di vista, siamo più ‘aperti’ e forse ciò ci agevola nello stabilire un contatto con un pubblico diverso. Sì, il nostro seguito è effettivamente piuttosto variegato, nonchè ampio, almenonegli ultimi tempi. Ed è strano, se consideri che la musica è complessa e può seriamente mettere alla prova l’ascoltatore medio”.
IL VOSTRO ULTIMO ALBUM, “BLACK CASCADE” È VECCHIO DI UN ANNO E MEZZO. SIETE GIÀ AL LAVORO SUL SUO SUCCESSORE?
“Sì, lo registreremo nel corso del 2011 e credo che verrà pubblicato entro la fine dell’anno. Sarà un lavoro diverso da ‘Black Cascade’, il quale, come avrai notato, è un disco molto violento e prettamente black metal. Torneremo a dare un po’ più di spazio all’atmosfera, cercando di trovare un buon bilanciamento tra parti aggressive e altre ariose. Impieghiamo molto tempo a comporre e forse qualcosa potrebbe cambiare, ma il materiale che per ora abbiamo preparato si muove in quella direzione”.