I Wrong Way To Die rappresentano tutto il buono che si aggira nel circuito underground del Bel Paese: un gruppo di ragazzi giovani, senza grilli per la testa, mossi dalla voglia di proporre la musica che più gli aggrada senza compromessi. Come si può vedere dalle nostri opinioni su queste pagine, i ragazzi finora non ne hanno sbagliata una, anzi sono riusciti perfino a farci esaltare con l’ultimo “Wild And Lost”, uscito ad inizio anno. Il lavoro in questione ci ha presentato una band in forma come non mai, capace di scrivere musica ispirata, ficcante e assolutamente personale, qualità che sono sempre più rare da trovare tutte insieme di questi tempi. Il post hardcore della band è fresco, arzigogolato nelle sue declinazioni, ma dalla fruizione immediata anche per chi dalla musica cerca solamente uno spensierato intrattenimento, ed è questo uno dei motivi che ci ha spinto a premiare il lavoro del combo veneto. Con queste premesse, abbiamo raggiunto nuovamente la band padovana per capire un po’ meglio la filosofia di casa WWTD, cosa è accaduto nel periodo di silenzio della band, i prossimi progetti e tanto altro ancora. Buona lettura!
CIAO RAGAZZI! BENTORNATI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM E COMPLIMENTI PER IL VOSTRO SECONDO LAVORO “WILD AND LOST”. COSA È SUCCESSO IN CASA WWTD DALL’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI?
– Ciao a tutti! Innanzitutto vorremo ringraziarvi per le splendide parole riguardo “Wild And Lost” nella vostra recensione, ci ha fatto molto piacere vedere che quest’ultima fatica sia stata apprezzata. Per quanto riguarda noi, in questi cinque anni ci sono stati alcuni cambi di formazione ma ciononostante siamo riusciti ad assestarci e a consolidare un team che lavora bene insieme e, soprattutto, che riesce a divertirsi senza sentire il “peso” del periodo di songwriting. Questo è stato sicuramente aiutato dal fatto che siamo riusciti a mantenerci attivi anche sul fronte dei live, suonando sia in Italia che all’estero in alcune situazioni molto interessanti. Questo ci ha permesso di mantenere alte le vibrazioni positive della band, e le motivazioni per proseguire la scrittura del disco.
IN CHE MODO, SECONDO VOI, IL VOSTRO ULTIMO LAVORO SI DISCOSTA DAL PRIMO? COSA È CAMBIATO IN VOI E NEL VOSTRO APPROCCIO ALLA MUSICA NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI?
– Sicuramente avere qualche anno in più di esperienza sulle spalle ci ha aiutato, e abbiamo compreso cosa davvero volevamo da quest’album e di cosa avevamo bisogno noi come musicisti. “Ingrates” era caotico, a tratti oscuro e dalle sfumature malinconiche, rifletteva quello che era il nostro stato d’animo all’epoca; “Wild and Lost”, con le sue vibe positive, rappresenta una maturazione musicale e soprattutto umana. Al di là di questo, sulle sonorità attuali ha inciso senza dubbio l’entrata in formazione del nostro chitarrista Federico Mozzo, che è stato il principale compositore di quello che potete sentire su questo lavoro, e che con il suo talento e bagaglio di influenze senza confini ci ha aiutati molto a raggiungere una nuova dimensione a livello di songwriting e di arrangiamenti.
PARLATECI DI QUESTO “WILD AND LOST”. QUALI OBIETTIVI AVEVATE IN MENTE QUANDO VI SIETE SEDUTI A SCRIVERE?
– Non è facile rispondere a questa domanda, nel senso che il processo di scrittura è stato inizialmente lungo e poco definito, per cui non avevamo degli obiettivi o dei paletti precisi da seguire. L’unico punto su cui dopo “Ingrates” ci siamo trovati tutti d’accordo è stato quello di snellire un po’ la struttura dei pezzi, cercando di renderli più ‘user-friendly’ e assimilabili facilmente da più tipi di ascoltatori, considerato che abbiamo sempre avuto un pubblico abbastanza variegato. Oltre a questo, ne abbiamo giovato anche dal punto di vista dell’esecuzione live. Alla fine, “Wild And Lost” è venuto alla luce proprio come lo volevamo e possiamo dire di essere più che soddisfatti del risultato.
QUAL È IL PEZZO CHE VI RAPPRESENTA DI PIÙ DI QUESTO ULTIMO LAVORO?
– Sicuramente possiamo dire “Aimless”, la seconda traccia dell’album. È la canzone più in linea con i nostri gusti musicali, è quella che ci divertiamo più a suonare, ed è anche quella che sentiamo come più equilibrata per quanto riguarda tutti gli elementi che abbiamo cercato di inserire in questo lavoro come songwriting, a livello di riffing e melodie. Oltre a quella, possiamo inserire anche “To End/To Begin” nella lista delle più rappresentative, essendo stata la prima canzone scritta dopo il cambio di approccio, e con Federico Mozzo nella band. Per noi è stata una specie di turning point, ed essendo anche quella concepita più istintivamente, per noi ha un fascino particolare.
AVETE DEGLI ANEDDOTI INTERESSANTI DEL PERIODO DELLA STESURA DEL DISCO?
– In cinque anni ne sono successe di cose, talmente tante che non sappiamo neanche da dove iniziare! Per un periodo abbiamo letteralmente vissuto in sala prove 24/7, sia per concentrarci sul disco sia per vedere amici, rilassarci e cercare ispirazioni. Questo ci ha fatto senz’altro bene e ci ha aiutati a solidificare il nucleo della band, oltre ad aiutarci a capire dove volevamo andare a parare con queste canzoni. Al di là di questo, quel periodo ci ha lasciato nel cuore tanti momenti e ricordi notevoli, e restando in tema songwriting/musicale, una cosa che non scorderemo mai è il nostro chitarrista che si sveglia improvvisamente alle 3 del mattino e scrive quella che poi è diventata “Eternal”, il singolo ufficiale del disco.
RISPETTO ALL’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI, AVETE DECISO DI MUOVERVI IN AUTONOMIA, SENZA IL SUPPORTO DI UN’ETICHETTA. È LA DIMENSIONE CHE VI RISPECCHIA MEGLIO?
– Sì, direi di sì, abbiamo preferito muoverci indipendentemente, evitando così ulteriori mesi di silenzio dovuti alla ricerca di una label, pianificazione della release (che è stata comunque fatta con l’aiuto di alcune persone attorno alla band, ma in maniera più snella e rapida) e quant’altro. Se poi qualche label in questo momento dovesse avvicinarsi a noi, o interessarsi a “Wild And Lost” saremo ben contenti di ristamparlo, magari con qualche chicca extra che ne giustifichi la ristampa, ma per ora non abbiamo nulla in cantiere a riguardo.
COM’È STATO IL RISCONTRO RICEVUTO DOPO UN PERIODO DI RELATIVO SILENZIO RADAR?
– Con l’uscita del singolo “Eternal” è stato bello vedere persone che ancora si ricordavano di noi dai tempi di Ingrates. Ovviamente in cinque anni di “assenza” (eccezion fatta per l’uscita di una live session del pezzo “To End/To Begin”) un po’ di seguito lo si perde, dato che in questi anni è fondamentale per una band – soprattutto emergente – tenere sempre il proprio nome in circolo e fare in modo che la gente non abbia mai modo di “dimenticarsi” di te. Per noi non è stato sempre facile riuscirci, avendo tutti dei lavori e degli impegni extra musicali che ci impegnano tempo e risorse mentali. Allo stesso tempo però il riscontro è stato più che positivo ed è quello che a noi basta per il momento. Con l’uscita dell’album c’è stata una bella risposta da parte dei paesi orientali, soprattutto dal Giappone – dove diversi distributori e negozi hanno acquistato svariate copie – e questo ci ha stupiti non poco. Comunque sia, “Wild And Lost” è un lavoro relativamente fresco, per cui è ancora presto per tirare le somme per noi.
QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI PER LA PROMOZIONE DI QUESTO VOSTRO ULTIMO LAVORO?
– Senza dubbio suonare live il più possibile, magari toccando un tot di città in Italia in cui non siamo ancora riusciti ad andare. Per il resto stiamo ancora pianificando alcune cose, molto probabilmente uscirà un nuovo video dopo l’estate, ma per ora il nostro focus principale è portare questo disco su più palchi possibili.
AVETE RICEVUTO PROPOSTE DALL’ESTERO PER QUALCHE DATA?
– Sí, fortunatamente siamo sempre riusciti negli ultimi anni a uscire abbastanza spesso – principalmente attorno Germania, Austria, Svizzera – e questo ci ha permesso di consolidare una discreta fanbase anche fuori dall’Italia. Al momento stiamo lavorando su alcune situazioni molto interessanti che speriamo di poter render pubbliche quanto prima, ma al momento non posso ancora anticiparti nulla anche un po’ per scaramanzia.
PERCHÉ CHI NON VI HA MAI SENTITO DOVREBBE ASCOLTARE IL VOSTRO ULTIMO “WILD & LOST”?
– Perché spacchiamo, che domande! Scherzi a parte, secondo noi è un lavoro molto variegato, innovativo, melodico e positivo ma che allo stesso tempo sa essere pieno di carica e di aggressività (musicalmente parlando). Il tutto – speriamo di non passare per superbi – sempre cercando di non cadere nel banale o di non abusare dei soliti riff preconfezionati, ce n’è un po’ per tutti i gusti. Noi ci abbiamo messo il cuore e ci piacerebbe riuscire a condividerlo con più persone possibili.
COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DAL FUTURO DEI WRONG WAY TO DIE?
– Questo lavoro ci ha dato la carica e la voglia di fare sempre meglio. Non abbiamo piani ben specifici per il futuro ma tanta positività e buoni propositi, per cui direi che potete aspettarvi sicuramente nuova musica (la stiamo già scrivendo) e nella migliore delle ipotesi anche un bel po’ di live, con una setlist e uno show completamente rinnovati. Il resto lo scopriremo solo nel corso dei prossimi mesi!