Gli Zeke sono una delle incarnazioni più cristalline di quella mistura pericolosissima di hardcore, punk e rock and roll sfrontato e tradizionalmente ‘in your face’ che, con tutti i retaggi degli anni Ottanta, ha cavalcato – e a modo suo tracciato – un’onda altissima dai primi Nineties sino ad oggi. Con tutte le vicissitudini del caso, cambi di line-up e pause, gli Zeke sono tornati a gamba tesa con un disco disseminato di piccole bombe a mano che ci presenta una formazione in uno stato smagliante. Abbiamo raggiunto ‘Blind’ Marky Felchtone per due parole a riguardo di “Hellbender” e qualcos’altro…
COME MAI AVETE ATTESO QUATTORIDCI ANNI PER UN NUOVO FULL-LENGTH A NOME ZEKE?
– In realtà abbiamo pubblicato roba. Nessuno presta attezione quando suoniamo roba lenta ma pesante. Appena ci annoiamo e ci rimettiamo a fare rock and roll veloce ecco che la gente si accorge che siamo ancora in giro, a quanto pare.
UN RIASSUNTO DI QUELLO CHE E’ SUCCESSO TRA “’TIL THE LIVIN’ END” E “HELLBENDER”?
– Crisi personali, morte, odio, malattia mentale, costruzione, demolizione, rinascita. Isis, Apophis e Osiris risorti.
E QUINDI AVETE DECISO CHE ERA ORA DI UN NUOVO DISCO.
– Non saprei, credo di si.
BENONE. PARLIAMO DI “HELLBENDER”. DA DOVE ARRIVA? COSA VI HA ISPIRATO?
– “Hellbender” era originariamente un pezzo incredibilmente lungo degli Zeke intitolato “Thunder In The Ozarks”, con dai cinque ai sette minuti di roba epica alla Motorhead/Sabbath che è venuto fuori dall’ultimo singolo che avevano pubblicato per Relapse; era cominciato come una cover di GG Allin ed è finito con noi che scriviamo roba sludge. Praticamente i brani sono stati in giro per sei anni. La band si è poi sciolta mentre eravamo in studio. Kurt ha chiamato e ci siamo riformati. La roba che avevamo pronta per essere registrata ci ha annoiato e abbiamo riscritto l’album in due settimane. Intendo proprio registrato in due settimane. C’è una strada di montagna in Arkansas, nei monti Ozarks, che si chiama Hellbender, ed ecco che hai il nome del disco.
QUINDICI BRANI PER UNA VENTINA DI MINUTI, NON AVEVATE VOGLIA DI GIRARCI TROPPO INTORNO.
– Semplicemente: eravamo annoiati… E frustrati. Poi ci siamo rilassati e abbiamo iniziato a divertirci. Lo puoi sentire nei brani.
PER ESSERE UN DISCO COSI’ DIRETTO, “HELLBENDER” HA UNA VARIETA’ IN TEMA DI RIFFING DAVVERO IMPRESSIONANTE.
– Beh, avere Kurt e Kyle nella band ha cambiato alcune cose, visto che scrivono anche. E’ tutto diverso ogni volta… Ma per questo disco ci siamo messi in una situazione in cui qualcuno cominciva un riff e la band suonava dietro. Le voci come ultima cosa. E’ successo tutto così in fretta, pochissime prove. Tutto quello che è successo lo puoi sentire nell’album.
COME DESCRIVERESTI IL DISCO IN TRE PAROLE?
– Kurt ha ricominciato a bere (‘Kurt’s drinking again’ NdR).
COSA MI DICI DEI LIVE? CHE COSA CI DOVREMO ASPETTARE?
– Credo saranno i migliori show degli Zeke di sempre.
STATE PER VENIRE IN ITALIA PER QUATTRO DATE, E I FAN NON VEDONO L’ORA. AVETE BUONI RICORDI DALLE NOSTRE PARTI?
– L’Italia sta troppo avanti. Ci piace tantissimo. Davvero. (L’intervista, ovviamente, è stata fatta prima dell’inizio del tour, NdR)
COME PENSATE REAGIRANNO I FAN A “HELLBENDER”, RISPETTO AL RESTO DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA?
– Non saprei, ma sarà interessante vedere che succede.
E IL TUO DISCO PREFERITO DEGLI ZEKE, ULTIMO A PARTE?
– “Flat Tracker”, per me, è un disco perfetto, sia per come è suonato che scritto. Ho suonato meglio in “Death Alley”, probabilmente, ma nessuno riusciva a starmi dietro in quel disco (Ride, NdR)!
QUANTI BRANI DI “HELLBENDER” FARETE DAL VIVO?
– Dunque, faremo le canzoni che ci va di fare, ma se il pubblico vuole ascoltare roba nuova gliele faremo. Dipende da loro.
GLI ZEKE SONO ATTIVI DAI PRIMI ’90, QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETO A OGGI?
– E’ tutto diventato più veloce…
E IL PUBBLICO IN COSA E’ CAMBIATO RISPETTO A QUEI TEMPI?
– E’ lo stesso. Una cosa che mi piace è che i ragazzi più giovani sembrano apprezzarci allo stesso modo, se non di più, rispetto la gente degli anni Novanta.
CHE STAI ASCOLTANDO IN QUESTI GIORNI?
– Per me è pazzesco che suoneremo con gli Skitsystem. Siamo stati loro fan per un sacco di tempo. Quindi loro, poi: Minor Threat, GBH, Sabbath, Nausea, David Allan Coe, GG, Charlie Daniels Band, Disrupt, Anti Cimex, Poison Idea, i primi KISS, Tragedy, un sacco di bluegrass, Ted Nugent…