A volte preparare domande per un’intervista può essere un diletto particolarmente noioso…ma a volte proprio no, in quanto si sa già che le risposte saranno divertenti ed interessanti, in pieno rispetto di ciò che l’attitudine della band dà a vedere o solo immaginare. Nel caso dei francesi Zubrowska, la voglia di sorridere di fronte alle sincere, spassose e precise risposte del chitarrista Jon era davvero tanta, anche perché il gruppo di Tolosa, con il nuovo ‘Family Vault’, si è confermato una sicura promessa dell’underground brutal-grind-core europeo. La personalità schizoide della formazione transalpina trova in Jon un’emanazione quasi seria…ma molto più esilarante del 90% degli altri personaggi del metal-biz! A voi…
UN CALOROSO BENTORNATO SU METALITALIA.COM AGLI ZUBROWSKA! JON, SIETE DI NUOVO FRA NOI CON “FAMILY VAULT”, ALBUM DAL TITOLO VAGAMENTE IRONICO. CE LO VUOI SPIEGARE? E CON ESSO, ANCHE LA COVER POSSIBILMENTE…
“Sì, siamo tornati!! Innanzitutto, abbiamo scelto questo titolo non proprio per il suo significato, il quale può essere personale e chiunque può interpretarlo come vuole. L’abbiamo scelto perché abbiamo trovato molto divertente il contrasto tra ‘famiglia’ (un concetto positivo, significa praticamente vita) e ‘tomba’ (un’idea negativa, la morte) (‘vault’ in realtà significa più cose, ma qui credo che il titolo vada interpretato come ‘tomba di famiglia’, ndR)! Per chi dovesse leggere il titolo senza attenzione, esso sembrerebbe riferito all’unità e all’amore, ma se dovesse darci un’occhiata più attenta, scoprirebbe il vero significato dell’espressione…e da qui nasce tutta l’ironia. Passando alla copertina…all’inizio, l’idea era quella di realizzarla chiara nella parte esterna, riferendoci ancora alla famiglia, e oscura all’interno (la tomba), rappresentando l’Angelo della Morte (non lo stesso degli Slayer, però!) ed il Carro dell’Apocalisse. Successivamente, abbiamo aggiunto la macchia di sangue in primo piano, per cui l’idea della pace è un po’ andata a quel paese…comunque, alla fine andava bene lo stesso e quindi vaff***ulo! Ci bastava avere qualcosa di visualmente cool!”.
DESCRIZIONE ELABORATA, MA PERFETTAMENTE RIUSCITA… FACCIAMO UN PASSO INDIETRO PARLANDO DI “ONE ON SIX”: SIETE SODDISFATTI DEL LAVORO SVOLTO AL TEMPO? COM’E’ STATO ACCOLTO?
“Sì, siamo assolutamente soddisfatti di quello che ‘One On Six’ ha portato alla band! Prima di tutto, quella è stata la nostra prima volta in uno studio di registrazione, quindi si è trattato proprio di un’esperienza formativa a tutti gli effetti. L’album, anche grazie alla Xtreem Music, ci ha dato l’opportunità di suonare dal vivo regolarmente e anche al di fuori della Francia. Non abbiamo di certo la più grande base di fan al mondo – e siamo lontanissimi dall’averla! – ma grazie alla nostra distribuzione il nostro nome è ben conosciuto, a livello mondiale, nell’underground. E questo ci ha portato ad avere più contatti con label, media e altre band. Le recensioni sono state generalmente positive, più di quanto ci saremmo aspettati! Allo stesso tempo, ci hanno fatto capire le imperfezioni delle song e ci hanno dato la spinta necessaria per la composizione di ‘Family Vault’. Attualmente, sono state vendute 1000 copie di ‘One On Six’ e altre 500 sono state recentemente stampate. E’ tutto molto appagante, ma speriamo che con il nuovo disco si riesca a fare molto meglio!”.
E QUALI SONO GLI ASPETTI DEL VOSTRO SOUND CHE AVETE CERCATO DI CORREGGERE E/O MIGLIORARE DURANTE IL LAVORO PER “FAMILY VAULT”?
“La prima cosa da fare in assoluto era suonare meglio! Le registrazioni di ‘One On Six’ ci hanno mostrato i nostri limiti tecnici ed il modo in cui dovevamo muoverci per rendere al meglio le nostre parti, in un modo più ‘professionale’. In più, i pezzi vecchi erano forse troppo caotici, con troppi riff per brano (ma se il bello era questo!, ndR). Su ‘Family Vault’ abbiamo cercato di essere più orecchiabili, prendendo le parti più intense e migliori e lavorandoci sopra parecchio, in modo da dar loro il valore che meritano. Infine, credo che le nuove tracce siano più intelligenti, più dirette e più semplici da comprendere”.
SI’, CREDO INFATTI CHE “FAMILY VAULT” SIA L’IDEALE SECONDO CAPITOLO DEL VOSTRO SOUND: NON E’ TROPPO DIVERSO DA “ONE ON SIX”, MA E’ PIU’ MATURO E MEGLIO CONCEPITO. SEI D’ACCORDO?
“Personalmente, penso che ‘Family Vault’ sia diversissimo da ‘One On Six’! Diciamo che abbiamo accentuato la personalità di suono che gli Zubrowska vogliono avere album dopo album. Abbiamo speso più tempo nella ricerca della struttura dei pezzi, senza assemblare una marea di riff così a caso. Tramite questo processo, le canzoni sono uscite più mature, come tu hai detto. Volevamo musica più melodica ed intensa rispetto al passato”.
RACCONTAMI QUALCOSA DELLE RECORDING SESSION… SO CHE L’ALBUM E’ STATO MASTERIZZATO DA ALAN DOUCHES, ORMAI UNA SORTA DI ISTITUZIONE…
“Be’, le registrazioni per il primo disco erano state una festa totale…questa volta è stato tutto più serio, compresi noi. Il sound engineer, Stephan May, è stato davvero estenuante e ci ha fatti lavorare sodo per ottenere il miglior risultato. Abbiamo registrato a Tolosa, a casa nostra, e tutto si è svolto in tranquillità. Stephan è diventato un nostro ottimo amico, fra l’ altro. Abbiamo scelto Alan Douches perché è davvero un mostro di bravura…ha tirato fuori un sound killer e, inoltre, è uno dei più economici sulla piazza…incredibile, vero? Quindi, non è stato difficile scegliere lui! Inoltre, ora abbiamo pure il privilegio di poter dire: ‘oh, guarda che ce l’ha masterizzato Alan Douches a Boston!!’”.
CREDO CHE “THROUGH THE SKY” SIA IL PEZZO CHE PIU’ IDENTIFICHI LA VOSTRA MUSICA. QUALI SONO, SECONDO TE, I BRANI PIU’ RAPPRESENTATIVI?
“Secondo me, ‘Through The Sky’ é la canzone più strana che abbiamo mai scritto: c’è questo riff dark-pop in partenza con sotto i blast beat a creare un contrasto davvero forte. La trovata è stata escogitata da Ben, il nostro screamer, e la ritengo un’idea killer! Non so quale possa essere il nostro brano più rappresentativo…cerchiamo sempre di provare cose differenti quando scriviamo una canzone…non saprei cosa rispondere. Però credo che ‘From Hell’ e ‘Pay To Play’ siano le due canzoni più orecchiabili, praticamente delle hit da discoteca (ride come un pazzo, ndR)! Ci piace un casino riproporle live!”.
RIGUARDO AL PEZZO “ODE TO MY BLACK SUN”? E’ STRANO ASCOLTARE UN BRANO STRUMENTALE AL SECONDO POSTO IN TRACKLIST…
“Già…all’inizio era stata concepita come una specie di introduzione per i concerti…poi, mentre componevamo ‘From Hell’, abbiamo avuto l’idea di fare una traccia divisa in due parti: una brutale (‘From Hell’) ed una melodica (‘Ode To My Black Sun’). Ma era chiaro da subito che non l’avremmo messa come intro del disco…la gente l’avrebbe skippata ogni volta (e perché mai?!?, ndR)! Dal vivo suoniamo ‘Ode…’ per riscaldarci, poi, dopo qualche rumore effettato, eseguiamo ‘From Hell’…penso abbia un buon effetto!”.
C’E’ UN PEZZO CHE TROVATE PARTICOLARMENTE DIFFICILE DA ESEGUIRE DAL VIVO? E, VICEVERSA, UNO CHE RITENETE PIU’ SEMPLICE?
“Qualche passaggio di ‘One On Six’, in effetti, è parecchio complicato! Alle nostre prime esperienze live, abbiamo avuto il dispiacere di scoprire che qualche riff era più difficile del previsto da eseguire on stage…oppure sembrava come non avessimo la capacità di suonarlo come da studio. Per cui, abbiamo davvero fatto tanta pratica sugli strumenti e durante le prove, affinché tutto funzionasse bene. Ora abbiamo abbastanza song da poter preparare una setlist davvero cool, con tutti i pezzi che preferiamo. Brani come ‘Happy Pink Town’ o ‘Smells Like Suicide’ sono brutte da eseguire live, in quanto si deve restare molto concentrati ed è poco divertente sia per noi, sia per l’audience. Il bello è che ‘Family Vault’, pur risultando più tecnico di ‘One On Six’, in realtà è generalmente più facile da riproporre in concerto”.
NELL’INTERVISTA PRECEDENTE, NUTZ (L’ALTRO CHITARRISTA) NON ERA MOLTO PREPARATO SULLE LYRICS… MI PIACEREBBE SAPERE DI COSA AVETE TRATTATO QUESTA VOLTA, IN QUANTO ALCUNI TITOLI SONO DAVVERO SPLENDIDI (“VAMPIRE KILLIN’ KIT” SU TUTTI…)…
“Argh! Devo dirti che per ‘Family Vault’ ci siamo organizzati meglio ed abbiamo stampato i testi sul booklet…quindi anch’io ho avuto la possibilità di leggerli! Sono principalmente divertenti, ma non a livello di demenza. Hanno tutti dei punti in comune, ma sono anche diversi fra loro; ti faccio degli esempi: ‘From Hell’ parla di un serial-killer che uccideva le puttane circa due secoli fa a Londra (suppongo tu sappia chi sia…); ‘C.O.V.E.D’ si ispira ad una grossa azienda francese, appartenente ad un consorzio, nella quale Ben, Clod, Nutz e Flo (tutti membri degli Zubrowska, ndR) hanno lavorato come uomini della spazzatura…e quindi la song parla di monnezza; ‘Pay To Play’ è dedicata alle piccole band come noi, le quali spesso vengono bistrattate dagli organizzatori e dalle band più importanti che magari si sono dimenticate di quando loro pagavano per suonare; ‘Vampire Killin’ Kit’ è molto divertente…racconta di una vecchia nonnina che dà la caccia ai vampiri…solo che loro sono nascosti e si masturbano nel vederla cercarli (e meno male che non c’era demenza!, ndR); ‘In The House Of The 7 Dead’ non parla di videogame ma è una canzone molto oscura…così come ‘ What A Wonderful World’ e ‘Cause I Just Can Love Some Dead Persons’; ‘Maniac Rockers From Darkness’ è un pezzo dedicato ai The Meteors, una band psychobilly che ascoltiamo tantissimo sul furgone. Spero che la risposta sia sufficiente così, anche perché non ti so dire altro! I testi di Ben e Clod sono perlopiù stranissimi e difficili da capire…anche perché io sono un po’ stupido poi (mitico!, ndR)”.
SO CHE SAM, IL VOSTRO DRUMMER, VI HA ABBANDONATO QUALCHE TEMPO FA. COS’E’ SUCCESSO?
“Bah…quel ragazzo era principalmente un fottuto bugiardo, non era praticamente possibile fidarsi di lui; anche se rimane un bravo batterista, abbiamo deciso che non potevamo più andare avanti con lui. Un nostro amico ci ha aiutati per i concerti di giugno ed è possibile che diventi il nostro session drummer…ma ancora non è certo. Comunque, stiamo tuttora cercando un batterista a tempo pieno, purtroppo nel sud della Francia molto difficile da trovare. Se qualcuno in Italia è interessato, ci può contattare!”.
COME VI TROVATE A LAVORARE PER LA XTREEM MUSIC? LA TROVO DAVVERO UN’OTTIMA LABEL… AVETE ASPIRAZIONE VERSO QUALCOSA DI PIU’ IMPORTANTE?
“La Xtreem è stata la prima etichetta a contattarci per offrirci un contratto…ed era ok! Poi, tutto è precipitato…abbiamo firmato a soli due mesi dalla registrazione di ‘One On Six’ e tre mesi dopo il disco era già edito! La Xtreem è una piccola struttura, molto underground, ma lavora benissimo e per noi è stato ottimo accasarci con loro. Le produzioni sono su ogni distro del mondo, Dave Rotten (il boss della Xtreem, ndR) è uno che ci sa fare, è comprensivo e c’è sempre quando si ha bisogno. Ci ha dato l’opportunità di suonare nel Wretched Spawn Tour, con i Cannibal Corpse e i Kataklysm, in Spagna! Grandioso! Dopo lo show di Madrid, abbiamo trascorso la notte a Casa Rotten e gli abbiamo bevuto tutto l’alcol, davvero uno spasso! Il nostro contratto con la Xtreem scade nell’aprile prossimo, quindi cercheremo qualcosa di più grande…comunque staremo a vedere!”.
PROVA A DESCRIVERE COSA SUCCEDE DURANTE UN VOSTRO SHOW… COSA SI DEVE ASPETTARE UN VOSTRO FAN DA UNA VOSTRA PERFORMANCE?
“Penso che la nostra attitudine sul palco sia più vicina ad uno spirito punk o grunge, piuttosto che death o black metal. Sembra uno show grind-core con suoni puliti e curati. Non lo so, sul palco non cerchiamo di essere diversi da quello che siamo in realtà…ci vogliamo divertire, fare casino e far pogare la gente. Questo è il rock’n’roll, non siamo così inquietanti noi! I fan possono aspettarsi una band puzzolente, perché non ci laviamo spesso quando siamo in giro…per il resto, dipende dalla grandezza del posto dove siamo a suonare e da quanto siamo stanchi…generalmente, cerchiamo sempre di essere più aggressivi possibile”.
RIUSCIRETE A SUONARE A QUALCHE FESTIVAL?
“Purtroppo no…niente! Siamo ancora senza batterista! Eravamo in programma al Grind Your Mother Fest di Gussago (svoltosi il 2 luglio…, ndR) ma abbiamo disdetto e siamo davvero dispiaciuti! Sarebbe stata la nostra prima volta in Italia e le altre band erano ottime! Spero ci sia la possibilità di partecipare l’anno prossimo…così come spero si possa partecipare a tutti i festival del mondo! Dipende se gli organizzatori ci chiamano però…”.
OK, JON…E’ SEMPRE UN PIACERE INTERVISTARVI! SIAMO ALLA FINE…A TE LE ULTIME PAROLE!
“Sì, grazie di tutto ovviamente! Conto davvero di poter suonare da voi il prima possibile! Un saluto agli Hour Of Penance e alla vostra scena grind-core! Satan is love!!!”