Recensione a cura di Alessandro Corno
Pagine: 186
Anno: 2010
Prezzo: 70€
Casa Editrice: Ashgate
Lingua: Inglese
Ci sono ben poche band al mondo che possano vantare un ruolo chiave nella storia della musica rock. Tra queste i Black Sabbath hanno il merito di aver dato il via a un cambiamento che a partire dal blues e dal rock ha portato alla nascita del genere musicale di cui tutti noi discutiamo su queste pagine: l’heavy metal. Il Dr. Andrew Cope, della scuola di musica Staffordshire Performing Arts di Stafford, Inghilterra, ha analizzato in dettaglio la genesi della musica heavy, seguendo i primi passi dei Black Sabbath e prendendo in considerazione tutti quegli elementi che hanno influito sulla nascita del loro tipico sound. Non solo, perché l’autore fornisce anche un’attenta comparazione con i conterranei Led Zeppelin a cui attribuisce invece il merito di aver dato il via alla scena hard rock. Cope innanzitutto offre una panoramica di quello che era il contesto sociale e territoriale in cui Tony Iommi, Geezer Butler, Ozzy Osbourne e Bill Ward sono cresciuti e poi diventati musicisti, quella grigia Birmingham degli anni sessanta nella quale dominava il settore industriale. Il disagio della vita massacrante a cui era sottoposta la classe operaia, il paesaggio ancora ferito dai bombardamenti nazisti e la posizione della città in una zona intermedia tra Londra, Liverpool e Manchester e dunque crocevia anche di differenti influenze culturali, sono elementi che resero Birmingham la culla ideale per la nascita di un nuovo e rivoluzionario stile. Vengono prese in considerazione anche le personalità stesse dei componenti della band e le casualità che hanno giocato un ruolo chiave nella fase embrionale del gruppo. Su tutte l’incidente sul lavoro costato due falangi a Tony Iommi che lo ha indotto ad abbassare l’accordatura della sua chitarra, introducendo così uno degli elementi cardine della musica heavy. Cope offre poi una dettagliatissima carrellata di tutte quelle tecniche, modi, intervalli, scale, accordature adottate da Black Sabbath e Led Zeppelin, analizzandone sia la derivazione dagli artisti che li hanno preceduti, che l’utilizzo di questi elementi fatto dalle due band nei rispettivi processi di evoluzione nelle due nuove forme di musica. Non mancano poi accenni alla differente attitudine dei due gruppi e una presentazione delle tematiche da loro affrontate nei propri testi, con un particolare focus sui differenti messaggi da essi veicolati e ritrovabili poi in tutta una serie di successive band heavy metal o hard rock. La ricerca dell’autore affronta infatti anche il dopo Black Sabbath e Led Zeppelin, analizzando il sound di varie formazioni più o meno giovani che sono state influenzate dalle opere di questi padri fondatori. Esauriente soprattutto la trattazione del filone heavy con le caratteristiche fondamentali di Judas Priest, Motorhead, Iron Maiden, Venom, Diamond Head e accenni a gruppi nati dopo quali Metallica, Slayer o Napalm Death e altri ancora più recenti come Trivium, Nightwish, Cradle Of Filth o Lacuna Coil. In questo senso ci sentiamo di sottolineare che, mentre sui grandi nomi del passato l’autore dimostra di avere una ferrea conoscenza che copre ogni loro minima sfaccettatura sia estetica che esecutiva, sulla scelta delle band moderne reppresentative di quella che è stata l’evoluzione del genere, si potrebbe sollevare qualche opinione. Cope termina la sua ricerca con la descrizione del ruolo femminile nell’evoluzione del metal, sottolineando e argomentando con esempi come nel corso degli anni il gentil sesso abbia guadagnato posizioni di primo piano in un genere all’apparenza prettamente maschile. Un’opera dunque molto impegnativa, precisa nei minimi particolari, a tutti gli effetti una tesi con molte note e lunghissima bibliografia a fine opera. Ogni punto di vista dell’autore è suffragato da esempi o richiami ad altre opere e la descrizione delle tecniche è minuziosa e professionale anche nella terminologia. Proprio il taglio accademico rende il libro adatto soprattutto a ricercatori e studenti o comunque a chi ha dimestichezza con la teoria musicale, ma la lettura è sicuramente interessante anche per coloro che desiderano semplicemente una veduta più nello specifico di quella che è stata la prima incarnazione della musica metal. Richiesta ovviamente una buona conoscenza della lingua inglese.
- Anno: 2010
- Pubblicato da: Ashgate
- Pagine: 186