CHILDREN OF BODOM

Pubblicato il 14/10/2025 da

Diciamocelo chiaramente, scrivere una biografia dei Children Of Bodom è un’impresa difficile: difficile perché la band finlandese è riuscita ad imporsi nel panorama melodic death scandinavo fondendo una miriade di influenze diverse nel loro crogiolo creativo. Difficile, perché è quasi impossibile raccontare la storia dei ‘bambini di Bodom’ senza trasformarla in un’inevitabile descrizione della vita di un frontman dal carisma ipertrofico come Alexi Laiho. E, come se non bastasse, difficile perché quella che si racconta è una storia fatta di persone che – durante la loro più che ventennale carriera – hanno dovuto affrontare molti lati oscuri degni di essere narrati con sensibilità e rispetto.

Nonostante tutte le premesse – non di certo incoraggianti – il giornalista musicale Timo Isoaho ha deciso di lanciarsi in questa avventura a capofitto: ha studiato la storia della band, intervistato i membri, raccolto materiali e disturbato, nel corso degli anni, un numero impressionante di artisti che nelle ultime due decadi di attività hanno calcato i palchi di tutto il mondo con Janne, Jaska, Alexander, Henkka, Roope e, ovviamente, Alexi.
Il risultato è un libro di quasi quattrocento pagine (attualmente rilasciato solo in inglese e finlandese) dal titolo “Children Of Bodom” in cui l’intera storia del gruppo viene raccontata dalle persone che hanno vissuto tutte le ere della band, in un susseguirsi di testimonianze che tracciano il percorso dei talentuosi ragazzi di Espoo dalle origini fino al concerto d’addio.
Il libro di Isoaho racconta di una compagine, di un gruppo di amici diventati band, focalizzandosi volutamente su una visione olistica del quintetto senza che la narrazione venga attratta dalla fisiologica forza di gravità che solo Alexi Laiho sapeva generare; le citazioni del frontman non mancano e il suo carisma permea l’intera opera, ma questo è un libro scritto sempre al plurale che volutamente parla di loro e non solo di lui.

“Children Of Bodom” si divide in tre capitoli che identificano rispettivamente la nascita, l’ascesa e l’inevitabile declino del quintetto finnico; queste tre macro-sezioni sono a loro volta suddivise in sottocapitoli, ognuno intitolato con il nome di un brano iconico della band.
“A Chapter Called Something Wild” è la parte dell’opera completamente dedicata alla nascita della band che – originariamente chiamata Inearthed – sarebbe poi diventata famosa sulle scene con il nome di Children Of Bodom. I fan più sfegatati adoreranno questa prima sezione a causa degli innumerevoli retroscena tragicomici e peripezie di quei cinque scavezzacollo finlandesi che decisero di combattere la loro tempesta ormonale adolescenziale a suon di riff distorti e soli al fulmicotone dal forte sapore neoclassico.
Oltre a fungere da incipit all’intero libro, questa sezione introduce anche alcuni dei membri di quella che poi sarebbe diventata la famiglia dei bambini del Bodom, fatta da personalità come Mika Jussila e Mikko Karmila – dei Finnvox Studios – oppure il produttore Anssi Kippo, fondatore degli Astia Studios e famoso per il suo spietato perfezionismo durante le registrazioni di album leggendari come “Something Wild”.

La crescita musicale degli ormai ragazzi del lago Bodom viene dettagliatamente raccontata nel secondo episodio del libro, intitolato “A Chapter Called Trashed, Lost And Strungout”.
I numerosi tour, le collaborazioni e le interazioni con i grandi nomi della scena metal vengono dettagliatamente narrati dall’autore che è riuscito a racimolare testimonianze da personalità del calibro di Jeff Loomis durante il tour con gli Nevermore, oppure Sebastian Bach, diventato amico di Alexi dopo diversi incontri fatti on the road, passando per nomi celebri della chitarra come Kerry King, Zakk Wylde e addirittura Steve Vai, con cui Laiho aveva scattato delle foto per la rivista Guitar World.
La seconda sezione del libro è forse la più difficile da digerire, principalmente a causa dei numerosi dettagli che l’autore è riuscito a raccogliere e che condivide minuziosamente con i lettori. Questa è la fase della carriera dei Children Of Bodom in cui la band si è dedicata maggiormente alla stesura di materiale discografico e alla seguente attività di promozione attraverso tour mondiali; nonostante alcuni episodi rimangano decisamente impressi e aiutino a capire la band nella vita reale, la ripetitività dei numerosi tour può rendere la lettura meno scorrevole.
Questa è anche la parte in cui l’unità della band inizia a cigolare e le problematiche di salute – principalmente causate dall’alcol – diventano più palesi iniziando ad essere percepite anche dai fan.

Il terzo capitolo del libro, “A Chapter Called Soon Departed”, è il più corto della biografia e, al contempo, il più crudo e triste: è la parte in cui la morte della band viene raccontata come un’agonia lenta, predetta dall’allontanamento del chitarrista Roope Latvala e segnata dai sempre più frequenti problemi di salute di Alexi Laiho, che lo porteranno ad una dipartita prematura all’età di soli quarantuno anni.
Raggiunta l’ultima pagina dell’opera di Timo Isoaho, le emozioni che affollano la testa del lettore sono tante e tra loro molto contrastanti. La malinconia nel ricordare una band ancora giovane e guidata da una così forte passione si mescola alla gioia nel leggere i loro successi mondiali all’amarezza per i seri problemi affrontati dalla band.

L’elemento che però ci ha colpito maggiormente di questa biografia è stato il modo in cui l’autore ha saputo parlare – con delicatezza e umanità ma, al contempo, con fermezza e decisione – di un aspetto che ha fortemente caratterizzato tutta la vita della band: l’abuso e la dipendenza dall’alcol.
L’utilizzo dell’alcol è un elemento che permea l’intera biografia, dagli albori, quando i Children Of Bodom erano poco più che bambini, fino alla fine, quando i bambini erano diventati ormai uomini.
Capitolo dopo capitolo si nota come l’alcol sia una presenza costante; all’inizio è uno svago da adolescenti ribelli, poi diventa una consuetudine del dopo concerto e poi ancora una sostanza che aiuta la performance – non a caso molte sessioni di registrazione vengono definite “quite boozy” dai membri stessi della band – fino a diventare il carburante che alimenta la creatività oppure rilassa i nervi prima di un live importante.
Pagina dopo pagina, l’alcol smette di essere un gioco per trasformarsi sempre di più in quel demone trasparente che riempie le bottiglie di vodka di cui la band è sempre ben rifornita, bottiglie che – con l’avanzare degli anni – vengono aperte sempre più spesso.
In questa biografia l’alcol non viene romanticizzato come fosse il carburante di quello stile di vita fatto di ‘sesso droga e rock’n’roll’ ma trattato per quello che è: un veleno infido e mortale. I superalcolici perdono irrimediabilmente il loro appeal quando si legge di sessioni di prove annullate a causa di hangover devastanti, di membri della band a cui viene impedito l’accesso in aereo a causa del loro stato di ebrezza estremo oppure del secchio messo dietro il muro di amplificatori e usato durante i live da chi aveva alzato troppo il gomito.
L’alcol si mostra in tutta la sua spietatezza quando i nostri sono costretti ad annullare un concerto in Uruguay dopo aver suonato solo un paio di pezzi, perché il cantante non era fisicamente in grado di continuare la performance. L’alcol, in fine, si rivela per il mostro che è quando, il 29 Dicembre 2020, si porta via Alexi Laiho a causa di complicazioni dovute all’abuso di esso.

Timo Isoaho ha messo nella scrittura di “Children Of Bodom” tanta passione, la passione di un uomo innamorato di una band e della sua musica, la passione di un giornalista che ha speso tempo per capire, conoscere, ricercare e mettere su carta il percorso di vita di cinque ragazzi che, con la loro semplicità e il loro immenso talento, hanno avuto un impatto enorme sulla scena metal attuale.
Questo è un libro che, al di la del valore biografico, aiuta a comprendere la vita reale, le gioie, i dolori e soprattutto le fragilità di quelle persone che idolatriamo come divinità ma che – una volta tolta la pesante maschera della rockstar – sono e rimangono – inevitabilmente e meravigliosamente – esseri umani.

  • Autore: Timo Isoaho
  • Anno: 2025
  • Pubblicato da: Rocket 88
  • Pagine: 360
  • Prezzo: 30£

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