IT’S SO EASY e altre bugie

Pubblicato il 08/04/2024 da

Quando pensiamo ai Guns N’ Roses e al loro incredibile successo, non possiamo fare a meno di pensare a tutti gli eccessi di quegli anni. Sesso, droga e rock’n’roll, giusto? Duff McKagan, naturalmente li ha vissuti tutti, e la sua autobiografia è un ottimo modo per ripercorrere la vicenda di questo artista, che è sempre riuscito ad avere un posto di rilievo sotto i riflettori, nonostante il peso ingombrante di primedonne come Slash e, soprattutto Axl Rose.

“It’s So Easy e altre bugie” ripercorre la storia di Duff, dall’infanzia (trattata velocemente, bisogna dire), fermandosi un bel po’ prima della reunion effettiva con i Guns (la prima pubblicazione risale addirittura al 2011). Attraverso i ricordi del bassista, ripercorriamo la nascita dei Guns, i primi anni selvaggi fatti di eccessi, pochi soldi ed una vita sempre al limite; rivivremo gli anni sfolgoranti del successo, guardando la band passare dagli scantinati di Los Angeles fino alle arene e agli spettacoli faraonici. Seguiremo Duff nei suoi altri progetti, dai Loaded ai Velvet Revolver, passando per i Neurotic Outsiders. E naturalmente assisteremo all’inesorabile disfacimento del rapporto tra quelli che un tempo erano amici che dividevano la stessa stanza e che, di punto in bianco, si trovano a vivere come estranei, semplici ingranaggi di una macchina che per sua natura non fa prigionieri.
A tutto questo, si affianca la vicenda privata di Duff, la sua vita, i suoi pensieri e il suo percorso umano: come spesso accade, anche in questo caso l’ascesa e il successo vanno di pari passo con la discesa del musicista nell’abisso della dipendenza, culminata con un evento che non racconteremo qui e che lasciamo scoprire al lettore. Ed è proprio dopo aver toccato il fondo che il racconto diventa più edificante, con il bassista che ci racconta nel dettaglio non solo i suoi anni dissoluti, ma anche quelli della redenzione, fisica e morale, che l’hanno portato oggi ad essere oggettivamente il componente più in forma dei Guns N’ Roses.
La lettura è scorrevole e Duff (con l’aiuto di Tim Mohr) costruisce un libro ben bilanciato, che lascia il giusto spazio a tutto e che non si limita alla semplice cronologia di fatti, ma che si concede anche qualche divagazione, con flashback o momenti quasi cinematografici.

Certo, si tratta di un’autobiografia e come tale non va sempre presa come la verità assoluta: un esempio perfetto lo troviamo proprio nelle primissime pagine, in cui Duff afferma che il nome della birra dei Simpson sia un omaggio a lui, un fatto che poi gli autori della serie animata hanno totalmente sconfessato.
Allo stesso modo, siamo sicuri che ci siano decide di aneddoti che qui non hanno trovato spazio, perché Duff oggi è felicemente sposato, con due figlie adolescenti che, probabilmente, non vorranno conoscere ogni dettaglio della vita on the road del loro padre.
Insomma, se vi aspettate una sorta di “The Dirt”, potreste essere un po’ delusi. Il libro, invece, ci restituisce un ritratto molto umano di Duff, che ci racconta con lo stesso trasporto quando era arrivato a bere due litri di vodka al giorno, così come quando ha dovuto, con un certo nervosismo, spiegare alla figlia di otto anni perché non poteva bere quel bicchiere di vino che invece la mamma si poteva concedere.
Un libro onesto, che mostra molto bene il desiderio del suo autore di voler essere un buon padre, un buon marito, uno studente di economia diligente (!), pur restando una rockstar multimilionaria.

  • Autore: Duff McKagan
  • Anno: 2024
  • Pubblicato da: Il Castello
  • Pagine: 400
  • Prezzo: 22
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