Tre decadi di carriera e ancora tanta strada davanti, una discografia che attraversa luci ed ombre della musica metal: non male per i “poveri depressi del Nord”, come i Paradise Lost si divertono spesso ad autodefinirsi. La scrittura attenta – ed a tratti quasi affettuosa come sa essere quella di chi ha amato con tutte le energie la loro musica – di David E. Gehlke raccoglie un ritratto, semplice ma genuino, dei musicisti di Halifax.
Sapete qual è davvero la cosa bella di questo libro? E’ la schiettezza con cui ciascuna delle voci narranti racconta la storia che ha visto i Paradise Lost arrampicarsi sulle vette più alte del successo, cadere da altezze rovinose e risalire faticosamente, riconquistando i cuori dei metallari. Senza creare drammi o indulgere in solleticanti aneddoti, Nick Holmes, Greg Mackintosh, Aaron Aedy, Steve Edmonson (e la lunga lista di ex batteristi) raccontano la propria storia come gruppo: dagli esordi nella grigia Halifax, sotto l’ombra del patibolo, al successo clamoroso di “Gothic”, “Icon” e “Draconian Times”, passando attraverso il periodo delle sperimentazioni elettroniche per arrivare poi a riabbracciare le sonorità più estreme; il (non sempre facile) rapporto con le etichette e con il pubblico, le difficoltà personali, una certa soddisfazione per il successo, ma sempre “a testa bassa, non vantarti dei tuoi traguardi” – pur senza scadere nel gossip o nelle autoindulgenti confessioni, nulla viene nascosto: dai problemi personali ai ripensamenti sul passato, passando attraverso sbronze e scazzi, ciascuna fase della storia del gruppo viene ripercorsa dai protagonisti con uno sguardo consapevole ed attento. Gehlke, da parte sua, rende unico il collante che tiene insieme i vari racconti con la propria personalissima analisi dei vari capitoli costituenti la discografia dei Paradise Lost, in un’armonia bilanciata tra descrizione oggettiva ed un po’ di cuore. Come valore aggiuntivo (e non da poco), oltre alla bellissima prefazione di Karl Willets (Bolt Thrower/Memoriam), una miriade di voci dell’intero panorama musicale (discografici, produttori, colleghi del fastidiosissimo ‘Trio Peaceville’ e di tutta la scena doom/death) per rendere il giusto tributo ad un unicum del mondo metal.
Quattrocento pagine da leggere tutte d’un fiato, ripercorrendo gli ultimi decenni di musica estrema attraverso gli occhi di chi ha provveduto a scuoterla in prima persona, ma sempre con un’ironia tutta british: la stessa che ha voluto che il libro si chiamasse – guardacaso – “No Celebration”.
- Autore: David E. Gehlke
- Anno: 2020
- Pubblicato da: Tsunami Edizioni
- Pagine: 408
- Prezzo: 34,00